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Storia: Nazismo;
Arte: Salvador Dalì (il Surrealismo);
Psicologia: Sigmund Freud (modello di mente, tre istanze psichiche, psicoanalisi).
Storia dell’arte
di creare un nuovo movimento artistico-letterario in cui il
sogno e l’inconscio ebbero un ruolo fondamentale.
Nacque così il surrealismo definito da Breton :
“puro automatismo psichico,attraverso il quale ci si propone
di esprimere verbalmente,con la scrittura o con qualsiasi al-
tro metodo, il reale funzionamento della mente.
E’ dettato dal pensiero,in assenza di qualsiasi controllo eser-
citato dalla ragione,aldilà di ogni preoccupazione estetica e
Juan Mirò
“Il carnevale di Arlecchino” morale.”
Breton parte dalle teorie freudiane sui sogni e la loro
interpretazione,chiedendosi quale possa essere il loro signi-
ficato e la loro importanza,visto che rappresentano molta
dell’attività dell’uomo,il quale trascorre dormendo buona
parte della sua vita.
Una strada per arrivare a un accettabile spiegazione è quella
di ipotizzare che il sogno inganni il controllo della volontà
sulle azioni,permettendo di ignorare il giudizio della consa-
pevolezza e superare l’ostacolo rappresentato dalla ragione
poiché : “la mente conscia dà continuamente giudizi su ciò
Renè Magritte
“La voce dei venti” 9
INCONSCIO
che è possibile e su ciò che non lo è” condizionando così la
libera espressione della creatività.
L’arte diventa quindi mezzo per trasporre sulla tela imma-
gini oniriche e deliri dell’inconscio,paure,angosce,attraverso
immagini dal significato simbolico.
Ma questo movimento non interesserà soltanto la pittura, in
quanto utilizzerà tutte le forme espressive che vogliono co-
municare (scultura,fotografia,cinema,fotografia e musica) e Renè Magritte
“Gli amanti”
segue i metodi raffigurativi che riprendono la metafisica:
-modifica della struttura dell’oggetto ma non della forma
-presenza di proporzioni inverse
-metamorfismo
-associazione per dissimilitudine. Salvador Dalì
“Telefono Aragosta”
10 Storia dell’arte
ì
Salvador Dal
U no dei maggiori e più importanti esponenti del
surrealismo è Salvador Dalì.
Nasce a Figueras l’ 11 maggio 1904,figlio di fa-
miglia borghese avrà una formazione classica e
studierà disegno e definirà la sua pittura “critico paranoia”
un’espressione che potremmo tradurre “guardare un oggetto
e vederne,dunque dipingerne un altro”.
Le sue prime opere sono paesaggi con pennellate molto den-
se che riprendono l’impressionismo.
Dopo la morte di sua madre si trasferisce a Madrid dove stu-
dia all’Accademia di San Fernando che non terminerà mai
Salvador Dalì in quanto egli si riteneva troppo bravo per essere giudicato.
Già in questo periodo Dalì attira l’interesse verso di sé con
i suoi modi da eccentrico,porta basette lunghe e dei lunghi e
caratteristici baffi.
Nel 1928 collaborerà con Bonuel alla realizzazione del cor-
tometraggio “un chien andalou” Il film è un susseguirsi di
scene senza apparente connessione, che causa nello spettato-
re l’impressione di assistere alla messa in scena di un delirio 11
INCONSCIO
onirico. In realtà vi sono contenuti significati molto profondi,
leggibili alla luce della psicanalisi, che sono stati oggetto di
numerosi studi.
La primissima scena è una delle più terrificanti dell’intera
storia del cinema: il regista stesso, dopo aver guardato la
luna, affila un rasoio e si avvicina a una donna seduta alla
quale tiene ben aperto l’occhio sinistro; nella scena successi-
va taglia l’occhio in due (in realtà un trucco di montaggio, col
taglio dell’occhio di un vitello morto). La scena è emblemati-
ca della rivoluzione visiva surrealista, che intende squarciare
l’occhio dello spettatore per fargli vedere, anche a costo di
grandi sofferenze, tutto quello che non ha mai visto e forse
non ha mai voluto vedere.
Il film ha l’obiettivo di provocare un impatto morale sullo
spettatore attraverso l’aggressività delle immagini, offensive
per l’epoca. È una temperie di assurdità, oniricità, stranezze,
creatività che i surrealisti utilizzano per evidenziare l’inaffer-
rabilità dell’esistenza.
Nell’agosto incontra la sua musa, fonte di ispirazione e futura
12 Storia dell’arte
moglie Gala. È un’espatriata russa di undici anni più vecchia
di lui che in quel momento è sposata con il poeta surrealista
Paul Éluard.
Sempre in quell’anno Dalí realizza delle importanti mostre
diventando un pittore professionista e si unisce ufficialmente
al gruppo dei surrealisti del quartiere parigino di Montpar-
nasse.
Dalí viene presentato negli Stati Uniti nel 1934 dal mercan-
te d’arte Julian Levy. La sua esposizione di New York, che
include La persistenza della memoria, crea subito scalpore e
suscita interesse.
Mentre la maggior parte degli artisti surrealisti tende ad as-
sumere posizioni politiche di sinistra, Dalí si mantiene am-
biguo riguardo quello che considera il giusto rapporto tra la
politica e l’arte. André Breton, uno dei capofila del surreali-
smo, lo accusa di difendere il “nuovo” e l’”irrazionale” del
“fenomeno Hitler”, ma Dalí respinge queste affermazioni
dicendo: “Non sono un seguace di Hitler né nei fatti né nelle
intenzioni. 13
INCONSCIO
Dalí insiste sul concetto che il surrealismo può esistere an-
che in un contesto apolitico e si rifiuta di condannare espli-
citamente il fascismo. Questo è uno dei fattori che crea dei
problemi nei rapporti con i suoi colleghi. Più tardi, sempre
nel 1934, Dalí viene sottoposto a un “processo” a seguito del
quale viene formalmente espulso dal gruppo dei surrealisti.
Come reazione Dalí dice: “Il surrealismo sono io”.
Nel 1936 Dalí partecipa all’Esposizione internazionale surre-
alista di Londra.
In quel periodo il principale mecenate di Dalí è il ricchissimo
Edward James, che lo aiuta ad emergere nel mondo dell’arte
acquistando molte sue opere e supportandolo finanziariamen-
te per due anni. Artista e mecenate collaborano anche nella
realizzazione di due delle più celebri icone del movimento
surrealista: il Telefono aragosta e il Divano a forma di labbra
di Mae West.
Nel 1939 Breton conia per il pittore spagnolo il soprannome
di “Avida Dollars”, anagramma di Salvador Dalí che può es-
sere tradotto come bramoso di dollari in quanto egli stesso ha
14 Storia dell’arte
ingrandito la sua immagine grazie alla fama e al denaro.
Nel 1940 Salvador e Gala concepiscono il loro unico figlio e
decidono di trasferirsi a New York in quanto in Europa stava
scoppiando la seconda guerra mondiale.
In questo periodo Dalì si avvicinò alla pratica del cattolice-
simo.
A partire dal 1949 Dalí tornò a vivere nella sua amata Cata-
logna.
In questa parte della sua carriera Dalí, sperimenta anche nuo-
ve tecniche artistiche: realizza opere sviluppando macchie
d’inchiostro casuali lanciate sulla tela. Molte delle sue opere
comprendono illusioni ottiche
Dalí si interessa molto anche di scienze naturali e di matema-
tica. Nei dipinti degli anni cinquanta dipinge i propri soggetti
come se fossero composti da corni di rinoceronte. Secondo
Dalí il corno di rinoceronte rappresenta la geometria divina
perché cresce secondo una spirale logaritmica
La sua devozione per la religione cattolica aumenta e, allo
stesso tempo, rimane profondamente impressionato da quan- 15
INCONSCIO
to successo ad Hiroshima e dalla nascita dell’”era atomica”.
Nel 1980 la salute di Dalí riceve un colpo durissimo; la
moglie Gala, colpita da una forma lieve di demenza senile,
probabilmente gli somministra un pericoloso cocktail di me-
dicinali senza che gli fossero prescritti, danneggiandogli il
sistema nervoso e provocando la precoce fine delle sue capa-
cità artistiche. All’età di 76 anni Dalí è ridotto a un relitto e la
sua mano destra trema in maniera terribile in preda a sintomi
molto simili a quelli del morbo di Parkinson.
La moglie Gala muore il 10 giugno 1982. Dopo la sua morte
di Dalí perde la maggior parte della sua voglia di vivere. Si
lascia deliberatamente disidratare, forse un tentativo di sui-
cidio o forse un tentativo di porsi in uno stato di animazione
sospesa, come ha letto che possono fare alcuni microorgani-
smi.
Il 23 gennaio 1989,all’età di 84 anni, mentre sta ascoltando il
suo disco preferito, muore per un attacco di cuore.
16 Storia dell’arte
ì
I simboli di Dal
I l simbolo caratteristico degli “orologi flosci” apparso
per la prima volta in La persistenza della memoria si
riferisce alla teoria di Einstein che il tempo è relativo
e non qualcosa di fisso. L’idea di servirsi degli orologi
in questo modo venne a Dalí mentre in una calda giornata
d’agosto osservò un pezzo di formaggio Camembert che si
scioglieva e gocciolava al sole.
La persistenza della memoria è un opera del 1931 dove è
presente un paesaggio desolato,probabilmente ispirato a Port
Lligat,il tratto di costa spagnola dove scelse di abitare dal
“La persistenza della memoria” 1930 con Gala.
E’ presente l’inversione delle proporzioni ,gli oggetti man-
tengono la forma ma non la struttura e si può notare un
autoritratto,che riconosciamo come tale in quanto riprende
l’immagine di un quadro precedente: Il grande masturbatore. 17
INCONSCIO
Quella dell’elefante è un’altra delle immagini ricorrenti nel-
le opere di Dalí. Comparve per la prima volta nell’opera del
1944 Sogno causato dal volo di un’ape intorno a una mela-
grana un attimo prima del risveglio.
Grazie all’incongrua associazione con le zampe sottili e fra-
gili, questi goffi animali, noti anche per essere un tipico sim-
bolo fallico, creano un senso di irrealtà. “L’elefante rappre-
senta la distorsione dello spazio” ha spiegato una volta Dalí,
“le zampe lunghe ed esili contrastano l’idea dell’assenza di
peso con la struttura”.
L’artista stava dormendo, quando un’ape lo punse improv-
visamente provocando in lui, un istante prima del risveglio,
una folla di immagini curiose, se non addirittura bislacche,
che Dalì, con l’automatismo tipico dei Surrealisti, cerca poi
di fissare sulla tela.
La protagonista è Gala, amante e compagna, musa e sog-
getto erotico più importante e ricorrente nei sogni di Dalì, “Sogno causato dal volo di un’ape”
che dorme magicamente sospesa a mezz’aria su un piatto e
frastagliato scoglio di pietra bianca, con le braccia rovesciate
18 Storia dell’arte
dietro la testa, mentre la baionetta appuntita di un fucile sta
per pungerle il braccio destro.
La puntura, ad ogni modo, è già avvenuta e la sua percezio-
ne, ingigantita dal sogno, assume le sembianze di due tigri
feroci e dalle forme flessuose che balzano fuori una dalle
fauci dell’altra, che a sua volta salta fuori dalla bocca di un
enorme pesce rosso, e che si lanciano verso il morbido e si-
nuoso corpo della fanciulla. Il pesce sta uscendo da una gi-
gantesca melagrana, di cui due chicchi stanno per toccare la
superficie immobile, quasi rigida, del mare. 19
INCONSCIO
L’uovo è un’altra delle immagini tipiche di cui si serviva
Dalí. Associa all’uovo il periodo prenatale e intrauterino,
usandolo per simboleggiare la speranza e l’amore; l’uovo
compare ad esempio ne “Il grande masturbatore”.
E’ presente il viso deformato dell’artista assediato da un gi-
gantesco insetto quasi meccanico che lo succhia.
Sono presenti immagini incongrue tra loro e sulla destra tro-
viamo una donna che pratica del sesso orale a un torso ma-
schile. “Il grande masturbatore”
-Le formiche,che compaiono spesso nei suoi dipin-
ti e anche nel cortometraggio con Bonuel,rappresentano
morte,decadenza e smisurato desiderio sessuale.
-la chiocciola,che è in stretta connessione con la testa umana
-Le locuste invece sono simbolo di distruzione e paura. Formiche caratteristiche ne
“La persistenza della memoria”
20 “ Ci sono tre cose che mi dimentico sempre:
”
nomi,facce,la terza non ricordo Italo Svevo
ITALIANO
LA COSCIENZA DI ZENO
LA PSICOANALISI DELL’IO
I TALO SVEVO
La vita
I talo Svevo,pseudonimo di Aron Hector Schmitz,nacque
a Trieste nel 1861 da genitori di origine ebraica.
Nel 1874 viene mandato insieme ai suoi fratelli a stu-
diare in Germania dove entrerà in contatto con la filo-
sofia tedesca.
Nel 1878 torna a Trieste e dopo pochi anni,a causa del fal-