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Sintesi

Tesina - Premio maturità  2008

Titolo: Il sogno tra fine xixe inizi del xx sec

Autore: Tamara Mossa

Descrizione: distinzione fra reverie e sogno e i collegamenti con i vari poeti e filosofi che si sono trovati immersi in questo tipo di concezione. in particolare analisi freud con la sua scoperta della psicoanalisi, e riuscì a studiare il sogno come manifestazione

Materie trattate: letteratura italiana, filosofia, inglese, storia

Area: umanistica

Sommario: La poetica delle réverie( da réve, sogno) cioè del sognare, nasce nella Francia della seconda metà  del XIX sec. ed è legata alla riflessione sulla funzione della poesia che viene svolta in quei decenni da diversi importanti poeti, primo fra tutti Charles Baudelaire nella sua raccolta "I Fiori del Male'. Il sogno è stato uno degli elementi poetici fondamentali del romanticismo. E' stato pienamente funzionale all'estetica romantica che proponeva, in luogo di una precisa attenzione al reale, come aveva fatto l'illuminismo, la fuga verso un mondo maggiormente perfetto e privo di contraddizioni. Réverie e sogno, non sono però la stessa cosa. Se il sogno appartiene alla notte, la réverie appartiene al giorno. Nel sogno, il sognatore è passivo, vittima di un suo lato inconscio che può rivelare di lui anche elementi che preferirebbe non conoscere. Nella réverie invece il sognatore è, almeno in parte, padrone del suo fantasticare.Gioca con delle immagini, le fa lievitare e le fa diventare i propri simulacri. Nella réverie i sensi si scambiano di posto in una continua sinestesia, come nelle Correspondances di Baudelaire.Ma che succede se la réverie si trasforma in sogno. "Attraverso questa zona confusa i fantasmi ci portano senza che ce ne accorgiamo(….)se il sognatore di réveries si lascia prendere dalla sonnolenza la sua réverie scivola via, si perde nelle sabbie del sogno, come i ruscelli nel deserto. Il posto è libero per un nuovo sogno, un sogno che, come tutti i sogni notturni, ha un inizio improvviso" Scriverà  Paul Valery ai primi del "900. Ecco, possiamo dire che il mondo romantico aveva coltivato la réverie, come in seguito farà - o tenterà  di fare- il simbolismo. In mezzo, i poeti maledetti avevano mostrato con quanta facilità  si potesse precipitare di colpo nel sogno,un sogno che preferiremmo non fare. Non a caso Valery parla di essi come di "réveries che scendono la cattiva china".

Estratto del documento

Nell’estetica romantica il sogno era stato

visto come una forma di riscatto e di

rivalsa nei confronti della realtà.

Il sogno era ‘democratico’, apparteneva a

tutti, rendeva tutti capaci di riscattare le

proprie meschinità in un mondo ideale.

Non a caso il sogno è così presente nella

musica della prima metà del XIX sec.

come in Chopin ,nei Notturni.

Un antico proverbio germanico diceva che

una bella immagine

‘I sogni sono spuma’:

poetica che ci ricorda quanto essi siano

vividi nel momento in cui si verificano

mentre subito dopo, leggeri ed

evanescenti, sono pronti a sparire nel

nulla.

Questo loro essere effimeri bensì

conciliava con un’estetica che rifuggiva

dal confronto con il reale, dopo il trauma

della Grande Rivoluzione e del fallimento

dell’epopea napoleonica. Ma, a partire da Baudelaire i

sogni acquisiscono una ulteriore,

e più inquietante valenza. Non

sono più solo – e soprattutto – la

porta verso una via più piena e

felice, ma sono uno spiraglio

attraverso il quale è possibile

vedere la metà oscura dell’animo

umano.

Il rimosso, ciò che viene

censurato dalle convenienze

morali e sociali e che tuttavia, nel

sogno erompe inarrestabile.

Compresso, innumerevole, come vermi in

fermento

Ci fa baldoria in capo un’orda di Demoni

E, quando respiriamo, a Morte nei polmoni

Di nascosto dilaga con confuso lamento. ( au

In alcuni casi, questa

violenta effusione ha

l’aspetto di un corteo

demoniaco o di mostri,

in altri è rappresentata

da immagini al limite

del surreale, come

l’onda di sangue, quasi

una citazione ante-

litteram dallo Shining

di Stanley Kubrick, che

ritroviamo nella poesia

La fontaine de Sang:

“Mi pare a volte che il

sangue mi scorra fuori a

fiotti

Come una fonte scossa

da singhiozzi dirotti;

Io sento che con

murmure lungo da me

dilaga

Ma per quanto mi palpi,

non so trovar la piaga.” All’alba, l’anima

Nel sogno, ritrova sé stessa,

come già dopo gli incubi

aveva della notte, ma

mostrato rientra in sé con

Goya nelle dolore e disgusto,

stampe dei convinta della

che

Capricci, finzione che, fino al

Baudelaire prossimo sonno,

usò spesso dovrà nuovamente

come interpretare:

ispirazione

alle sue “ L’aurora

poesie, il Male infreddolita in veste

erompe dal verde e rosa,

nostro animo Veniva lenta lungo

e ci mostra la Senna silenziosa;

molto peggiori

di quanto, alla Stropicciandosi gli ,

luce del imbracciava, la

giorno, nera Parigi,la sua

vorremmo sporta di vecchia

apparire. mattiniera.”

E tuttavia, anche in Baudelaire, il sogno mantiene la sua potenzialità liberatoria.

Ad es. in dove scrive :

Moesta ed Errabunda

“ Portami via, vagone! Rapiscimi vascello!

Qui è intriso di lacrime il fango della via!”

Il poeta cerca in questa poesia, attraverso il sogno, di ridestare il ricordo dei ‘fanciulleschi amori’

Anche in forse, il paese descritto, dove “Tutto

Invito al viaggio, laggiù è ordine e beltà/

è una proiezione onirica della via di fuga che il poeta

magnificenza, quiete e voluttà”

desidererebbe trovare.

Tema del viaggio e tema del sogno

si incrociano e si completano a

vicenda nella poetica di Baudelaire.

In ad es. troviamo

Viaggio a Citera,

da un lato il tema onirico dell’isola

felice e perfetta, dall’altro irrompe

in esso l’immagine atroce

dell’impiccato che si erge contro il

cielo nero:

“Due buchi erano gli occhi, e dal

ventre squarciato si spandevano

grevi sulle cosce gli intestini”

O in Il Viaggio:

“ La trottola che balla, e la palla che

schizza ci somigliano,ahimè!;anche

fra due lenzuoli, nel sonno,

l’ingordigia ci voltola e ci aizza,

come un crudele angelo che

scudisciasse soli” Il sogno si lega ad una réverie

infantile, alla capacità del

bambino di non mettere una

cesura netta tra il mondo

reale e il mondo immaginario,

ma di saper confondere i due

piani d’esistenza.

In Baudelaire questo è

presente soltanto in alcune

poesie come Il Sogno di un

dove scrive:

curioso,

“Ero come un fanciullo che

brama lo spettacolo

E che odia il sipario come

s’odia un ostacolo.”

In altri autori, come Arthur

Rimbaud, il tema verrà

ulteriormente approfondito.

Ho visto gli arcipelaghi siderali! E isole

Dai cieli deliranti aperte al vogatore

In queste notti immense tu vai in esilio e dormi

Stuolo d’uccelli d’oro, oh futuro vigore?

Ma è vero, ho pianto troppo

Son desolanti le albe

Ed è atroce ogni luna, ed è amaro ogni sole

L’acre amore mi ha enfiato d’inebrianti torpori.

Ho esploda la mia chiglia, oh che io ritrovi il mare

Arthur Rimbaud Le bateau ivre.

La stessa immagine che ritroviamo

nell’ultima poesia dei Fiori del Male,

quella in cui viaggio, sogno e morte,

trovano infine una loro conciliazione:

“Morte, vecchio capitano, il momento è

giunto, leviamo l’ancora

Questi Paesi ci annoiano ,Morte,

prepariamoci

Se il cielo e il mare sono neri come

inchiostro

I nostri cuori che tu conosci sonocolmi

di raggi

Noi vogliamo, per quel fuoco

che ci arde nel cervello, tuffarci

nell’abisso.

Inferno o Paradiso, che c’importa?

Giù nell’ignoto,

per trovare in nuovo”

La vita e i sogni son

pagine d’uno stesso

libro. La lettura seguìta

è la vita reale. Ma

quando l’ora abituale

della lettura (il giorno) è

trascorsa, ed arriva il

momento del riposo, noi

continuiamo spesso a

sfogliare oziosamente il

libro, aprendo a caso

questa pagina o quella,

senz’ordine e senza

séguito, imbattendoci

ora in una pagina già

letta, ora in una nuova;

ma il libro che leggiamo

è sempre il medesimo.

[A. Schopenhauer]

Il legame tra sogno e filosofia si sviluppa

a partire dalla metà del XIX sec. con le

riflessioni del filosofo danese

Kierkegaaard e del tedesco

Schopenauer.Potremmo riassumere le

loro idee sul sogno dicendo che per

ambedue Il sogno, costitutivamente, è

un’esperienza psichica senza dubbio

soggettiva e logica ma, d’altro canto,

permette a ciascuno individuo uno

slancio al di là di se stesso, nel regno

dell’irrazionale. Le immagini del sogno,

quindi, attingono a un’iconografia

strettamente personale ma il sogno è

comunque anche lo spazio di un’alterità,

un luogo dove inscenare

shakespirianamente le vicende attuali, del

passato e del futuro. All’interno della

logica dell’irrazionale che permea l’intero

universo onirico, il sognatore appare

pertanto come il regista della

rappresentazione ed è altresì lo

spettatore del proprio film mentale. In una prospettiva metafisica,

Kierkegaard ritiene che il sogno nasca

nel regno della mente dove si

intersecano ontogenesi e filogenesi,

infanzia dell’individuo e dell’umanità. Il

sognatore si trova in un regno mentale

noto e allo stesso tempo sconosciuto, in

uno stato mentale che gli appartiene e

tuttavia lo trascende, in una situazione

enigmatica piena di certezze. Il mondo

onirico è pertanto una sintesi

allucinatoria tra individuo e universo, tra

intrapsichico e intersoggettivo.

Schopenauer propone di utilizzare

praticamente il sogno per insegnare agli

individui a ragionare metafisicamente,

cioè a liberasi dalle pastoie del pensiero

meramente razionale. Il sogno potrà in

tal modo essere uno spunto per aprire

un dialogo di tipo filosofico, uno

spiraglio di luce in grado di illuminare le

ombre della caverna.. L’orizzonte che il

sogno dischiude sarà il limite mobile nel

quale circoscrivere il dialogo filosofico

TUTTI POSSONO SOGNARE, E QUINDI…….

Il sogno è ciò che l’individuo possiede per

naturalmente

oltrepassarsi, è uno specchio nel quale l’individuo può ammirare

le proprie potenzialità. Chiunque è in grado di sognare, pertanto

ogni individuo ha la possibilità di sperimentare su se stesso la

possibilità di astrarsi, di andare oltre la finitezza della logica

irrazionale della veglia.

Il sogno quindi permette all’individuo di comprendere, a partire

dall’esperienza personale, le capacità trascendenti della mente. La

consapevolezza del superamento di sé, che il filosofo percepisce

nella sua riflessione può quindi fungere da punto di riferimento

per capire l’illogicità che caratterizza talvolta la mente umana.

Solitamente gli individui possiedono certezze e punti di

riferimento che facilitano l’esistenza ma a volte, in una situazione

di disagio esistenziale o di conflitto di coscienza, è necessario

.

stravolgere proprio la razionalità di tali cardini

……..TUTTI POSSONO FARE FILOSOFIA

TUTTO IL POTERE ALL’IMMAGINAZIONE!.....

Inserire il sogno nella riflessione filosofica

apre la strada ad un elemento spurio.

L’immaginazione.

E’ chiaro che si tratti di un incontro che, da un

lato, è strettamente subordinato ad un

interesse dominante volto altrove, dall’altro

esso assume subito connotazioni

prevalentemente negative. L’immaginazione è

una delle fonti degli ostacoli filosofici; essa si

presenta come una facoltà psicologica,

essenzialmente come una facoltà di operare

sintesi e associazioni che non hanno alcun

fondamento oggettivo, che si sovrappongono

all’istituzione di relazioni e rapporti effettivi e

che traggono la loro forza dal piano

dell’emozione e del sentimento . ……O NO?

Il problema venne almeno in parte

affrontato da Sigmund Freud e

dalla sua interpretazione del sogno

non come un piano d’esistenza

distinto dal reale ma come una

reinterpretazione di esso. Il

momento in ci affiorano a livello

conscio immagini e tensioni che

sono state rimosse dal nostro

super io e relegate nell’inconscio.

Per Freud il sogno rappresenta un

segnale d’avvertimento. E’ il

momento nel quale il rimosso

preme alle soglie della coscienza

ed esige di essere considerato.

Non a caso, nel primo capitolo

dell’Interpretazione dei Sogni

Freud si sofferma sulle credenze Qui e nelle schermate successive

popolari legate alla divinazione utilizziamo, per illustrare il discorso

attraverso il sogno. Tali credenze freudiano alcuni disegni di Escher uno

gli sembrano giustificate proprio dei pittori più visionari ed onirici del XX

dal fatto che, pur attraverso una sec.

riformulazione simbolica i sogni

parlano di ciò che siamo, anche se

non vogliamo ammettere di esserlo

Il sogno, insomma ha un pieno significato psichico. Non è una sorta di

deiezione della mente, ma è un elemento fondamentale nella via di essa. Tale

valore è individuato da Freud attraverso il metodo dell’analisi e, in esso lo

studio del significato dei sogni assumerà una funzione fondamentale. E’

proprio nel momento in cui riesce a definire la funzione del sogno nella

descrizione di alcune patologie isteriche che Freud riesce a definire la funzione

propria della psicoanalisi. Applicando l’indagine

psicoanalitica al sogno, e in

particolare ad ogni singolo

brano del suo contenuto, così

come esso viene ricordato

dopo il risveglio ( contenuto

manifesto) si ottengono una

serie di associazioni,pensieri,

idee, ricordi, materiali che

Freud chiama il contenuto

latente e che descrive la vita

psichica del sognatore.

IL processo di formazione del

sogno permette al contenuto

latente di manifestarsi e

quindi il lavoro dello

psicoanalista consisterà nel

compiere un percorso a

ritroso capace di decifrare le

radici affettive ed ideative

profonde del sogno.

Questa tematica del sogno si

affermò molto bene tra i

romantici inglesi.Gli artisti più

importanti di questo periodo

sono William

Blake,Wordsworth e

Coleridge.Per essi conta il

pensiero individuale e

giudicano negativamente la

società. isolamento ,

Prediligono l’

nostalgia del passato

hanno interesse verso la

e hanno

natura e in ultima analisi

esaltano le emozioni .

La facoltà

principale per i

Romantici è

l’immaginazione

essi sono

affascinati dalla

mente umana e

dall’inconscio e

sono quindi

attratti dal mondo

onirico,

dall’effetto

prodotto dall’uso

di droghe,

dall’ipnosi e dalla

follia.

Questa nuova accezione del

sogno stentò invece ad

affermarsi nella letteratura

italiana che ancora

nell’ultimo quarto del XIX

sec. Non aveva un pubblico

pronto a recepire la violenta

inversione di stile e di

tematiche imposta alla poesia

dal movimento francese dei

poeti maledetti.

Se escludiamo gli Scapigliati

che ripresero tematiche che

potevano somigliare a quelle

di Baudelaire, il tema del

sogno si mantenne legato più

al tema della fuga dal reale,

che non a quello della

denuncia di una realtà

inconscia.

E’ così che lo ritroviamo nei

nostri poeti crepuscolari che ne

riprendono l tematiche dalla

poesia simbolista belga e

francese.

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31 pagine