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Sintesi
Diritto - Il lavoro
Italiano - Giovanni Verga (Rosso Malpelo)
Storia - la crisi del '29
Economia aziendale - il TFR
Informatica - il database
Matematica - massimi e minimi di una funzione
Inglese - application Letter
Estratto del documento

Diritto

Lavoro subordinato e lavoro autonomo

Art.1 c.c.

"L'Italia è una Repubblica democratica fondata sul lavoro la sovranità

appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della

Costituzione"

!

Il lavoro può essere svolto in maniera subordinata o in maniera autonoma.

Il lavoratore subordinato è una persona che si impegna a prestare il proprio lavoro

intellettuale o manuale alle dipendenze del datore di lavoro.

Invece il lavoratore autonomo è una persona che si impegna a compiere un’opera o un

servizio in cambio di un corrispettivo.

Le differenze tra lavoro autonomo e quello dipendente sono:

- il lavoratore autonomo gestisce in proprio la propria attività, mentre se è dipendente deve

seguire le indicazioni in parte dal datore del lavoro

- Il corrispettivo nel lavoro autonomo si calcola in base all’opera svolta mentre nel lavoratore

autonomo è calcolato in base al tempo di lavoro svolto.

Ed il dovere dei cittadini è di svolgere il lavoro in modo da far progredire la società.

Il datore di lavoro è chi dà ad altri un lavoro alle proprie dipendenze in cambio di una

retribuzione.

JULIAN SHIMA " IL LAVORO "

I principali obblighi del lavoratore sono:

- obbligo di diligenza: il lavoratore deve svolgere con diligenza il proprio compito

- obbligo di obbedienza: il lavoratore deve osservare le disposizioni del titolare

-obbligo di fedeltà: il lavoratore deve tutelare gli

interessi del datore di lavoro ed in particolare è

divieto per il lavoratore:

-1) il divieto di concorrenza: cioè il lavoratore non può

trattare affari in concorrenza con il datore di lavoro;

-2) obbligo di riservatezza: cioè il lavoratore non può

divulgare notizie relative all’azienda in cui lavora.

I principali diritti del lavoratore sono:

- diritto alla retribuzione: il lavoratore ha diritto

alla retribuzione

a tempo: e quindi la somma di denaro è stabilita in

base al tempo di lavoro svolto

a cottimo: la somma di denaro è stabilita in base al tempo di lavoro svolto ed anche in base al risultato

ottenuto.

- diritto alla salute: ferie, riposo settimanale e l’orario normale di lavoro; diritto di essere

adibito alle mansioni per cui è stato assunto;

- diritto alla conservazione del posto di lavoro in caso di malattia o maternità ed infortunio;

- diritto alla libertà di opinione, diritto allo studio per i lavoratori studenti

Gli obblighi del datore di lavoro:

- pagare lo stipendio o salario, garantire la sicurezza sul posto di lavoro e tutela assicurativa o

previdenziale

!

Il rapporto di lavoro può terminare per:

1) scadenza del termine in caso di contratto a termine; morte del lavoratore; accordo delle

parti; recesso del lavoratore

Il licenziamento può avvenire per:

1) giusta causa: nel caso in cui il lavoratore sia inadempiente sul posto di lavoro

2) giustificato motivo: è come la giusta causa ma per motivi meno gravi

3) Giustificato motivo oggettivo: il datore di lavoro licenzia il personale superfluo

Il lavoratore che viene licenziato può impugnare l’atto di licenziamento entro 15 giorni per chiede i motivi di

licenziamento ed il datore di lavoro deve provare il motivo del licenziamento.

JULIAN SHIMA " IL LAVORO " Italiano

Giovanni Verga

Giovanni Verga

Verga nasce nel 1840 a Catania da una famiglia benestante di idee liberali. Compie i primi

studi presso Antonio Abate, patriota entusiasta che gli trasmette la sua passione per i romanzi

storico - patriottici e per la narrativa d'appendice: i suoi romanzi giovanili riflettono gli ideali

risorgimentali dello scrittore. Col passare degli anni Verga decise di dedicarsi totalmente al

mestiere di scrittore. Così abbandona gli studi in legge (1869) e si trasferisce a Firenze, allora

capitale del regno. Tre anni dopo si stabilisce a Milano, vero centro della cultura nazionale e

dell'industria editoriale.

Qui frequenta i salotti intellettuali e gli ambienti della Scapigliatura, si dà alla vita mondana e

agli amori. Tra il 1866-1875 Verga raggiunse il successo con una serie di romanzi che

narrano vicende passionali ambientate nel mondo aristocratico. Nel frattempo Verga amplia i

suoi riferimenti culturali: legge i realisti francesi. Mentre in Italia si apre il dibattito sulla

JULIAN SHIMA " IL LAVORO "

questione meridionale: in questo clima nasce il suo progetto di un ciclo di cinque romanzi

ambientati in Sicilia ( I Malavoglia, Mastro don Gesualdo, La duchessa di Leyra, L'onorevole

Scipioni, L'uomo di lusso).

La novella “Rosso Malpelo” scritta da Verga, è stata pubblicata per la prima volta nel 1878,

all'interno della raccolta di novelle Vita dei campi. Nel testo sono presenti espressioni esplicite

di critica alla società del tempo. L'autore illustrando la dura vita del giovane protagonista

critica le condizioni del lavoro in miniera e l'aridità di sentimenti dei minatori che dimostrano

tutta la loro grettezza coi rapporti col ragazzo. E presente una denuncia esplicita al lavoro

minorile (molto diffuso nella Sicilia del tempo), dove i giovani vengono sfruttati e trattati come

animali.

La Novella

L'autore racconta le vicende del giovane Rosso Malpelo.

Era così chiamato dai suoi colleghi di lavoro alla miniera perché aveva i capelli rossi; essi lo

maltrattavano, come sua sorella che lo picchiava se non portava a casa tutto il suo stipendio.

Egli lavorava duro anche se il

suo padrone lo teneva quasi per

pietà, visto che suo padre era

morto nella cava di rena.

Mastro Misciu era il padre di

Rosso Malpelo e un giorno

doveva terminare un lavoro a

cottimo, molto pericoloso, quel

sabato rimase anche il figlio ad

aiutarlo, e lui già pensava come

spendere i soldi che avrebbe

ottenuto quando ma una

montagna di rena lo seppellì.

Malpelo tornò al lavoro qualche

giorno dopo la tragedia ma era

diventato cattivo, era sempre di malumore e trattava tutti male. In particolare con un ragazzo,

un certo Ranocchio, aveva stretto un rapporto di amicizia ambiguo e quasi morboso, infatti

Malpelo lo malmenava per abituarlo a reagire e a non subire dagli altri, ma poi, se lo vedeva

in difficoltà, lo aiutava.

Quando ritrovarono il corpo di suo padre Malpelo ebbe i suoi pantaloni, le scarpe invece gli

erano troppo grandi. D'estate Malpelo e Ranocchio andavano frequentemente in un luogo in

cui si vedeva la salma di un asino morto e lì facevano delle riflessioni sulla morte e sulla

misera condizione dell'uomo, a volte stavano lì le notti della Bella Stagione ad osservare il

cielo stellato. Ranocchio si ammalò a causa del troppo lavoro e Malpelo, vedendolo

peggiorare ogni giorno che passava cercava di guarirlo a modo suo, con schiaffi e botte,

JULIAN SHIMA " IL LAVORO "

addirittura delle volte aveva sottratto dei soldi dalla sua paga e li aveva usati per comprare del

cibo al suo unico amico. Nonostante tutto Ranocchio morì e Malpelo, non vedendolo nella

miniera, andò a casa sua e lì trovò tutti che piangevano per la morte del ragazzo e non capì

perché. La madre e la sorella non lo volevano più nemmeno a casa.

Un giorno si propose per una missione rischiosa per gli antri delle miniera e non fu più rivisto

da nessuno. Così morì un ragazzo che in tutta la sua vita non aveva mai visto una scuola e

non aveva mai avuto degli amici veri o una famiglia su cui poter far affidamento, ma dovette

sopportare le dure leggi del lavoro che gli avevano procurato solo dispiaceri, delusioni e

morte.

!

(La poetica di Verga esprime un grande pessimismo,che unisce l'impossibilità dell'elevazione del proprio

essere,con quella di tipo economico o sociale: lo troviamo nei Malavoglia,dove la famiglia che vuole elevarsi

economicamente finisce letteralmente per disintegrarsi, e in tutte le sue altre opere.Alla fine Verga ci vuol fare

capire, che non dobbiamo mai lasciare quello che abbiamo, perché andremo incontro alla sconfitta.Alla base del

pessimismo di Verga sta la profonda convinzione che la società moderna sia dominata dal meccanismo della

lotta per la vita. "mai lasciar la strada vecchia per quella nuova".

Infatti nella Prefazione al Ciclo dei vinti, dalla quale si apprende l’ideologia verghiana, egli afferma, fra l’altro,

che l’autore non deve intervenire perché non ha il diritto di giudicare e di criticare gli eventi: chi scrive deve

quindi usare la tecnica dell’impersonalità, che si configura come il modo più adatto per esprimere una realtà di

fatto, ovvero la presenza incontrastata del Male nel mondo. La vita è infatti una dura lotta per la sopravvivenza

e quindi per la sopraffazione, un meccanismo crudele che schiaccia i deboli e permette ai forti di vincere: è

questa la legge della natura – la legge del diritto del più forte – che nessuno può modificare perché non ci sono

alternative.

Infine Verga compone, con le sue opere letterarie, un grandioso affresco dell'esistenza passando dai toni

malinconici, drammatici, tragici a quelli ironici, comici, umoristici. Un filo conduttore dell'opera di Verga può

essere rinvenuto nell'amore, quello di "lusso", esasperato, verboso, travolgente e quello essenziale e silenzioso

delle persone semplici. Egli, inoltre, procede a uno scavo approfondito della natura umana, analizza e

rappresenta l'inesausta lotta per la vita, inscena le solitudini che si sviluppano in un mondo inospitale.)

JULIAN SHIMA " IL LAVORO " Storia

La crisi del 29'

!

Negli anni 20 gli stati Uniti d'America conobbero una crescita economica senza pari.

Tra il 1919 e il 1929 la produzione industriale crebbe del 70%. L'aumento di produzione

riguarda ai beni di consumo l'automobile fece da padrona.

!

Le grandi industrie automobilistiche invasero il mercato, e molti americani cominciarono ad

essere proprietari di almeno 3 automobili per famiglia. Il benessere la ricchezza sembravano

alla portata di tutti.

I famosi bene di lusso (radio frigorifero tv) divennero beni di consumo di massa.

le grandi città cominciarono ad assumere l'aspetto di oggi (grattacieli, metropolitane e intenso

traffico)

I presidenti americani che si erano susseguiti in questi anni mantenevano la linea di loro

intervento dello Stato nell'economia.

Quindi l'economia americana era nelle mani degli imprenditori e finanziari.

JULIAN SHIMA " IL LAVORO "

L'economia si stava avviando verso il rischio della sovrapproduzione (produzione eccessiva di

merci che rimaste invendute) il problema si estese anche all'agricoltura perché i proprietari

terrieri incontravano sempre più difficoltà a vendere i loro prodotti

!

Si pensi che l' 1% della popolazione controllava il 30% della ricchezza nazionale.

I salari dei lavoratori crescevano molto più lentamente della produzione e quindi la capacità

di acquisto da parte del popolo era sempre meno in grado di acquistare ciò che il mercato

offriva.

Questi problemi non li aveva la finanza. In particolare la borsa tra il 1927 e il 1929 crebbe in

maniera spropositata tanto che il valore delle azioni quadruplicò.

!

Questi valori erano gonfiati in quanto il governo non controllava neanche la borsa il miraggio

di facili guadagni convinse anche i piccoli imprenditori e gli operai a investire i loro soldi.

!

Ovviamente più crescevano gli investimenti e più il valore delle azioni aumentava. Ma è ovvio

che una crescita così rapida determinata dal gioco dell'offerta della domanda e quindi non

poteva durare a lungo. Quando l'industria si ritrovarono con una quantità enorme di merce

invenduta, cominciò a farsi strada l'incertezza e la paura. Le azioni fermarono bruscamente le

loro salita, e il primo imprenditore che iniziò a vendere le proprie azioni crea una serie di

reazioni a catena negative.

!

Le banche per paura di fallire iniziarono a chiedere la restituzione del denaro prestato.

JULIAN SHIMA " IL LAVORO "

Il panico e il terrore si diffusero sempre di più.

Tutti dal piccolo al più grande imprenditore corsero a vendere le azioni per cercare di non

perdere i risparmi investiti.

Di conseguenza la corsa alla vendita delle azioni causano il crollo del prezzo delle azioni.

Tra il 24 e il 28 ottobre del 1929 gli americani videro andare in fumo i loro risparmi, con il

crollo della borsa di Wall Street a New York.

!

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