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Introduzione Tra Giustizia e Legalità, tesina
La seguente tesina di maturità descrive il tema della legalità. La tesina permette i seguenti collegamenti: in storia la storia della Costituzione, dall'unità d'Italia ai giorni nostri, in filosofia la legge morale di Kant, in Diritto i valori espressi dalla costituzione, in scienze bioetica cattolica e laica, in italiano cenni al futurismo e alla grammatica.
Collegamenti
Tra Giustizia e Legalità, tesina
Storia- La storia della Costituzione, dall'unità d'Italia ai giorni nostri.
Filosofia - La legge morale di Kant.
Diritto - Valori espressi dalla costituzione.
Scienze - Bioetica Cattolica e Laica.
Italiano - Cenni al futurismo e alla grammatica.
PREMESSA
“Delle regole non si può fare a meno”
Sebbene ci sia chi pensa il contrario, delle regole, non si può fare a meno. Non si può stare insieme senza
applicarne, magari anche inconsapevolmente.
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La regola è l’altra faccia della convivenza, due lati di una stessa medaglia, lo si può dimostrare
empiricamente. Per esempio non ci possiamo incontrare se non applichiamo regole comuni sulla
misurazione del tempo, non possiamo comunicare se non applichiamo regole condivise di linguaggio. I
contatti tra le persone hanno delle regole specifiche. Tutte le attività umane sono regolate attraverso proprie
e specifiche regole che dipendono da situazione e contesto.
L’osservazione delle regole diventa quindi un’azione quotidiana, spesso lo facciamo senza accorgercene,
nella quotidianità di tutti i giorni, nelle nostre occupazioni, ma anche nel nostro tempo libero. Rispettiamo
delle regole, talvolta anche inconsapevolmente, che altri hanno scritto per noi. Un mondo senza regole non
può esistere, ma non per motivi ideologici, o perché si risolverebbe in una situazione di completo disordine,
ma perché proprio non può esistere fisicamente.
In tutte le discipline che vengono studiate e approfondite a scuola, vi è una relazione con le regole. Ciò a
dimostrare che non possono esistere ambiti di studio o vita non regolati o combinati a regole di qualsiasi
tipo, dalle norme fisiche e derivanti da leggi scientifiche o norme di tipo etico, morale.
Esempio:
La fisica si occupa di generalizzare, su base sperimentale, e formalizzare, in linguaggio matematico, un certo
fenomeno fisico, espressione dunque di una regolarità riscontrata nei fenomeni naturali. Il lavoro dei fisici
diventa così di estrapolare quelle norme, leggi che sono intrinseche nella natura, ma rimaste sconosciute
all’uomo, non matematicamente formalizzate.
In ambito scientifico, un grande peso le norme di tipo etico lo ricoprono nello studio delle biotecnologie in
relazione allo modificazioni che l’uomo può apportare sulla genetica dei corpi.
La bioetica si occupa proprio di indicare un quadro per come affrontare problemi etici in campo biomedico.
Esistono due tipi di bioetica, la bioetica “Laica” e la bioetica “Cattolica”. La prima non fa riferimento alcuno
alle fonti e ai criteri della teologia morale cristiana o alle regole morali di altre religioni e si avvale delle
indicazioni provenienti da correnti di pensiero della filosofia contemporanea. Questa è la bioetica che
intende suscitare e ricercare il consenso comune, a partire dal dibattito pubblico circa le questioni poste dal
progresso scientifico della medicina. Il compito della bioetica “Laica” diventa così quello di costruire un
modello che faccia riferimento al principio di autonomia, secondo il quale solo il consenso della
maggioranza è la condizione necessaria per giustificare l’eticità di una scelta o di un intervento biomedico, e
il principio di beneficenza, secondo il quale l’agire deve essere in funzione del bene dell’individuo e della
società.
La Bioetica Cattolica, invece, si fonda su principi fondamentali che insistono sulla priorità della persona
umana, pur non negando l’importanza e il valore del progresso tecnologico e scientifico. La scienza e la
tecnica sono preziose risorse quando vengono messe al servizio dell’uomo e ne promuovono lo sviluppo
integrale a beneficio di tutti; non possono tuttavia, da sole, indicare il senso dell’esistenza e del progresso
umano. La scienza e la tecnica sono ordinate all’uomo, dal quale traggono sviluppo; esse, quindi, trovano
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nella persona e nei suoi valori morali l’indicazione del loro fine e la coscienza dei loro limiti. La scienza non
può progredire senza alcuna restrizione, come tutte le discipline, letterarie e scientifiche il rispetto della
dignità umana comporta la salvaguardia della sua identità. La bioetica Cattolica si basa sul fatto che la vita
umana non è solo un processo organico, ma è la vita di una persona, vale per se stessa, ha dignità e diritti
propri. È sulla base di questa visione antropologica che si devono trovare i criteri fondamentali per le
decisioni da prendere. Nessun biologo o medico, può ragionevolmente pretendere, in forza della sua
competenza scientifica, di decidere dell’origine o del destino degli uomini.
Nella letteratura (italiano) le regole sono ancora più presenti. La grammatica è un complesso di regole
necessarie alla costruzione di frasi, sintagmi e parole di una determinata lingua. È necessario l’adattamento
di un protocollo comune di regole per poter effettuare una comunicazione efficace. Allo stesso tempo,
l’uscita da quelle regole, ha permesso l’esaltazione della creatività umana. Nella Letteratura italiana, il
movimento Futurista si è distinto per la volontà di rompere completamente con gli schemi creati e che
dominavano nella tradizione letteraria. Distruggere la punteggiatura e la sintassi erano solo alcuni dei punti
fondamentali che caratterizzarono il manifesto tecnico della letteratura futurista esposto da Filippo Tommaso
Marinetti nel1912.
Nell’informatica, il processo di comunicazione tra Host appartenenti ad una stessa rete avviene tramite
l’applicazione di particolari protocolli in tutti i livelli del modello comunicativo TCP/IP, dal livello
applicativo fino all’ultimo livello di connessione.
Si potrebbe quindi parlare di regole e protocolli in tutti gli ambiti della società proprio perché la formazione
di una comunità presuppone l’esistenza di una legislazione che permetta il corretto funzionamento della vita
quotidiana.
Il percorso che ho scelto di intraprendere per il mio approfondimento riguarda il valore delle regole e
l’importanza di una condivisione profonda da parte della Cittadinanza sui principi espressi dalle stesse. La
condivisione dei principi fondamentali è alla base di una convivenza civile, di un incontro anche tra culture
diverse per arrivare alla formazione di principi universalmente riconosciuti volti alla protezione della
persona e al bene comune.
Una cultura di legalità, dall’imposizione alla condivisione
Spesso percepiamo e viviamo le regole come un impaccio, un ostacolo alla realizzazione della nostra
persona. Fatichiamo ad accettare che certi nostri comportamenti ci siano stati imposti o vietati. Vorremmo
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fare quel che ci piace o ci fa comodo, senza il fastidio di sottostare a doveri o disposizioni che secondo noi
non hanno senso.
Gli uomini interagiscono continuamente con le regole, e ogni volta sono chiamati a prendere una decisione
in merito, in perenne bilico tra rispetto e violazione della norma. Esiste una cultura secondo la quale
l’osservanza delle leggi è solo un’eventualità. Le leggi sono guardate con sospetto e diffidenza, si pretende
che le leggi le osservino gli altri. Ognuno di noi, invece, per quanto riguarda noi stessi ha sempre il modo di
verificare se quella legge, se quel precetto, è applicabile a se stesso in quella circostanza, gli altri sono
obbligati, mentre noi siamo liberi di osservare le regole o meno a seconda della situazione.
Più i cittadini rispettano le regole nel loro complesso, più si arriverà alla formazione di una cultura per cui le
regole sono rispettate, una cultura dove l’imposizione delle leggi lascia spazio alla condivisione delle leggi.
Se le leggi vengono solo imposte, allora è sufficiente che colui che deve rimanere a verificare l’osservanza
delle regole si distragga un attimo che ricomincia velocemente la violazione, mentre invece se le regole sono
osservate per convinzione e condivisione profonda, non è necessario che ci sia qualcuno che rimanga a
controllare l’osservanza delle stesse. Un nuovo modo di intendere che si riflette su tutta la società, in tutti i
suoi ambiti socio-culturali, fino alle classi dirigenziali. Se al vertice ci sono legalità manifeste, è perché alla
base, c’è una serie di illegalità nascoste, commesse da persone meno visibili che costituiscono la linfa vitale
che permette alle illegalità grosse di esistere.
L’uomo per la realizzazione del bene comune
L’unico modo di combattere l’illegalità sviluppata è partire dal basso con un rispetto collettivo, per arrivare
nei ruoli di rappresentanza che talvolta ci sembrano essere molto distanti da noi. Il rispetto della norma non
è però sufficiente per procedere lungo la strada del progresso sociale. L’uomo deve uscire dall’idea che la
realizzazione della sua persona e dei suoi desideri siano indici di benessere sociale e di sviluppo, bisogna
riconoscere i diritti, le esigenze, le facoltà degli altri come si riconoscono le proprie. Si considerano sempre
di maggiore interesse gli interessi parziali, quelli riguardanti la propria persona, o situazione, riguardanti il
proprio gruppo, partito se parliamo a livello politico. Quello che manca oggi è il riconoscimento che non
siamo soli, l’individualismo, che si fa sempre più preponderante negli aspetti della vita quotidiana collettiva,
va superato con una nuova forma di collettivismo. Questo non significa togliere importanza all’uomo inteso
come singolo, ma riconoscere che la forza del gruppo è maggiore del singolo. E se si vuole cambiare il
modo di pensare, o agire per creare una cultura di nuovi valori il singolo individuo può essere un punto di
partenza, ma non di arrivo. Mettere da parte i propri interessi per arrivare ad un interesse sociale, generale,
che supera le differenze tra le singole fazioni, le mette da parte. Bisogna imparare a guardare
contemporaneamente all’interesse della comunità e al rispetto dei singoli individui appartenenti. Un
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processo collettivo che deve partire da una sentimento comune, un sentimento fondamentale, scritto anche
nella nostra Costituzione, la SOLIDARIETA’.
La solidarietà per uno sviluppo sociale
Solidarietà è un sostantivo che deriva dalla parola francese solidarité che ha come suo significato principale
una forma di impegno etico-sociale a favore di altri. Il termine indica un atteggiamento di benevolenza e
comprensione che si manifesta fino al punto di esprimersi in uno sforzo attivo e gratuito, teso a venire
incontro alle esigenze e ai disagi di qualcuno che abbia bisogno di un aiuto.
La Solidarietà è un concetto espresso anche nella nostra Costituzione, un concetto che deve appartenerci
intrinseco nella nostra natura di cittadini italiani.
L’articolo 2 della Carta Costituzione dice: “La Repubblica riconosce e garantisce i diritti inviolabili
dell'uomo, sia come singolo, sia nelle formazioni sociali ove si svolge la sua personalità, e richiede
l'adempimento dei doveri ind