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Sintesi

Introduzione Fiabe tesina



Ho scelto, nella mia tesina di maturità, questo argomento e questo tipo di progetto con l'intenzione di voler intraprendere un viaggio immaginario dalla mia infanzia e da ciò che è stato il primo mattone della mia cultura, cioè le fiabe e più in generale i racconti per l'infanzia con cui sono cresciuta, fino ad ora, momento della mia vita in cui mi rendo realmente conto di quanto il mio bagaglio culturale si sia arricchito in questi cinque anni di liceo.
Il nostro professore di storia e filosofia uno dei primi giorni di lezione di quest'anno ci disse: “Per quanto riguarda l'argomento da scegliere per la tesina non dovete complicarvi la vita né pensare a qualcosa che lasci tutti a bocca aperta perché anche un tema relativamente banale può essere trattato in modo grandioso. Ma questo avviene solo se l'argomento che avete scelto vi appartiene, solo se è qualcosa che è legato a voi, alle vostre passioni e ai vostri interessi. Quindi indagate su voi stessi e fate capire quanto siete maturati.”
Ed è proprio questo discorso che, tornandomi in mente un bel giorno, mi ha fatto capire che non c'era nient'altro che potesse rappresentarmi se non ciò che è stata la mia passione fin da piccola.
Ero una di quelle bambine che hanno talmente tanta fantasia da vivere un po' in un mondo proprio: pensavo davvero che, come in Toy Story, i miei giocattoli la notte si svegliassero; credevo nell'esistenza di fate, folletti, gnomi e cercavo il più possibile di preservare il loro habitat naturale.
Con il tempo naturalmente sono cresciuta ed ora è giunto anche per me il momento di dimostrare di essere “matura” e cominciare una nuova fase della mia vita, ma non per questo dimentico ciò che mi ha caratterizzata fin dall'infanzia.
Per questo motivo ho deciso di valorizzarlo ulteriormente e di utilizzarlo come spunto per una riflessione che mi è stata possibile solo grazie alla profondità dei temi trattati in questa scuola. Non mi resta quindi che accompagnarvi in questo viaggio immaginario.

come inventare una fiaba

Collegamenti


Tesina sulle fiabe



Italiano - La Sirenetta, Pirandello.
Filosofia - Alice nel Paese delle Meraviglie, Freud.
Storia - Hua Mulan, Ruolo delle donne nel corso delle due guerre mondiali.
Latino - La Bella e la Bestia, Le Metamorfosi di Apuleio.
Greco - Aladino e la lampada meravigliosa, Il mito della caverna di Platone.
Fisica - La piccola fiammiferaia, termologia e termodinamica.
Scienze - Peter Pan, le stelle.
Estratto del documento

base possiamo trovare il contrasto vita-forma e l'impossibilità di conciliazione

tra esse.

La sirenetta era sicuramente molto curiosa, ma pensava comunque di

appartenere al proprio “mondo”, alla propria “società marina” se così possiamo

definirla.

Una volta salita in superficie, all'età di quindici anni, si rese conto, invece, di

sentirsi fortemente diversa da come la vedevano e consideravano amici e

familiari: voleva essere umana e vivere in quel mondo così affascinante.

“Gli uomini le piacevano ogni giorno di più, e sempre più spesso

[…]

desiderava salire e stare con loro: pensava che il loro mondo fosse molto più

grande del suo: loro potevano navigare sul mare con le navi, arrampicarsi sulle

alte montagne fin sopra le nuvole, e i campi che possedevano si estendevano

con boschi e prati molto lontano, così lontano che non riusciva a vederli.”

Questa situazione della fiaba è facilmente riconducibile al tema ricorrente in

Novelle per un anno: in questa raccolta il contrasto vita-forma è trattato in

Il treno ha fischiato

modo approfondito. Infatti, ad esempio, nella novella

l'impiegato Belluca è ritenuto pazzo, ma egli non è né si sente tale. Dietro la

sua forma, che gli altri vedono come “cristallizzata”, si nascondono il disagio e

la sofferenza uniti dal desiderio di uscire da esse, di ricercare la propria

autenticità.

Quando alla sirenetta viene detto che gli uomini sono immortali, il suo

desiderio si fa sempre più forte e comincia a non riconoscersi minimamente

nella sua forma fisica.

“«Perché non abbiamo un'anima immortale?» chiese la sirenetta tutta

[…]

triste «io darei cento degli anni che devo ancora vivere per essere un solo

giorno come gli uomini e poi abitare nel mondo celeste!» “

La piccola sirena è tanto disperata da recarsi dalla strega del mare per ottenere

ciò che desidera e, anche a costo della perdita di qualsiasi tipo di possibilità di

rivedere i propri genitori e rinunciando per sempre alla propria magnifica voce,

riesce a portare a termine la sua impresa. Questo segna il momento di

passaggio: non riconoscendosi più nel mondo in cui viveva decide di eliminare

completamente qualsiasi possibilità di tornarvi pur di poter cambiare. Infatti il

rapporto con i propri cari e le elevate capacità canore erano stati ciò che aveva

caratterizzato maggiormente la sua vita come sirenetta e per liberarsi della

forma fisica deve prima di tutto liberarsi di ciò attraverso cui gli altri la

definiscono.

La scelta della sirenetta è una delle due diverse conseguenze che Pirandello

ammette come possibili anche per l'uomo una volta che si è reso conto del

conflitto tra la sua forma e il suo vero essere. Infatti, a quel punto, o accetta

consapevolmente la maschera che gli è stata assegnata dalla società e sta al

gioco delle parti assumendo un aspetto umoristico, ridicolizzando le

convenzioni sociali o si estranea dalla realtà, diventa “forestiere della vita”,

scoprendo l'impossibilità di essere autentico agendo in quella forma.

Ed è proprio questo che la protagonista della fiaba decide di fare: decide di

fuggire fisicamente dalla propria forma e, quindi, anche da tutto ciò che aveva

caratterizzato la sua vita fino a quel momento. La fuga fisica dalla forma

umana non è naturalmente possibile per l'uomo, ma è indicativo di quanto

4

questo sentimento sia sentito anche da Andersen come filo conduttore della

vita umana e anche di quanto l'autore della fiaba fosse conscio dell'incapacità

reale dell'uomo di conciliare vita e forma.

Anche Pirandello non credeva in questa possibilità: teorizza, infatti,

l'incomunicabilità; questa sarebbe una conseguenza del relativismo che elimina

totalmente la consistenza oggettiva della realtà trasformandola in una

costruzione illusoria continua. Per questo, non c'è una verità assoluta, ma tante

verità quante sono le persone: è impossibile, dunque, stabilire un'autentica

comunicazione con gli altri.

Una volta che la sirenetta si trasforma in uomo si rende conto di quanto questa

nuova realtà non soddisfi le sue aspettative e si pente della sua scelta:

“pensava alla sua morte e a tutto quel che avrebbe perso in questo mondo.”

Qui la protagonista della fiaba si rende conto che il principe non sa che è lei la

ragazza che lo ha salvato dalla tempesta ed egli sposerà addirittura un'altra

ragazza pensando che fosse lei la sua “eroina”.

La sirenetta capisce, quindi, di non essere riuscita a conquistarsi un'anima e

una vita immortale a causa della sua incapacità di farsi capire dal principe: ciò

è causato da un impedimento fisico, visto che la strega del mare le aveva

tagliato la lingua, ma un'interpretazione più profonda ci permette di richiamare

nuovamente il concetto di incomunicabilità pirandelliano. È proprio questa

incapacità di stabilire un rapporto autentico con il principe che le impedisce di

realizzarsi in una conciliazione di vita e forma.

maschere:

Possiamo ritrovare anche il tema delle la sirenetta non viene vista

dal suo amato come la persona che realmente è a causa delle norme sociali e

anche a causa di una sorta di imperativo che lo stesso principe si era dato; egli

credeva, infatti, che non avrebbe mai potuto rivedere colei che lo aveva salvato

e fatto innamorare e, per questo motivo, non riesce a capire di averla davanti

ai suoi occhi. La sirenetta è quindi vista dagli altri come una bellissima ragazza

muta e questa è la sua maschera, è il modo in cui gli altri la vedono e non c'è

niente che lei possa fare per cambiare la sua condizione se non fuggire o

fingere che vada bene così.

A questo punto succede qualcosa che ricalca totalmente il concetto di conflitto

tra vitalismo e forma pirandelliano: le sorelle della ormai non più piccola sirena

si recano da lei per consegnarle un pugnale e la informano che, se lo avesse

conficcato nel cuore del principe che tanto amava, sarebbe tornata alla sua vita

precedente, insieme a loro.

La protagonista si trova quindi ad un bivio: seguire le proprie passioni e non

uccidere il suo amato o conformarsi alle richieste della società e porre fine alla

vita del principe. L'Umorismo (1908)

Pirandello nel suo saggio tratta proprio questo tema.

“Le forme in cui cerchiamo di arrestare, di fissare in noi questo flusso continuo,

sono i concetti, sono gli ideali a cui vorremmo serbarci coerenti, tutte le finzioni

che ci creiamo, le condizioni, lo stato in cui tendiamo a stabilirci. Ma dentro di

noi stessi, in ciò che noi chiamiamo anima, e che è la vita in noi, il flusso

continua, indistinto, sotto gli argini, oltre i limiti che noi imponiamo,

componendoci una coscienza, costruendoci una personalità. In certi momenti

tempestosi, investite dal flusso, tutte quelle nostre forme fittizie crollano

miseramente.” 5

Con queste parole Pirandello mette in rilievo il doloroso, ma inevitabile

contrasto fra l'esigenza dell'uomo di dare una forma stabile alla propria vita,

attraverso la conformazione a norme e convenzioni sociali, e il suo trovarsi

inserito in un perenne fluire di sensazioni irrazionali e bisogni vitali che lo

spingono a trasgredire le leggi. Uno, nessuno e

La fiaba nella sua integrità ci permette di fare un confronto con

centomila.

La sirenetta, dopo aver deciso di lasciare in vita il principe, si prepara ad

andare incontro al suo destino, cioè diventare spuma, così come la strega del

mare le aveva predetto. In realtà, succede qualcosa di completamente

“figlia dell'aria”

inaspettato: si trasforma in una e sente di essere finalmente

riuscita a conciliare forma e vita. Ora nessuno la vedrà e l'addio all'esistenza

precedente è completato.

Uno, nessuno e centomila,

Anche il protagonista di Vitangelo Moscarda, segue

un percorso simile. È considerato dai compaesani e dalla moglie in due modi

diversi e lui stesso ha un pensiero di se stesso diverso da quello che gli altri

hanno di lui. Allo stesso modo, la sirenetta viene considerata dai suoi familiari

una creatura marina e una cantante splendida, mentre per il principe è una

bella ragazza muta, al contrario di ciò che lei pensa di sé tanto che si getterà in

una disperata ricerca della forma fisica a lei più consona.

Così come la sirenetta anche Vitangelo Moscarda, tormentato dal pensiero di

chi egli sia veramente e volendo sottrarsi alle forme che gli altri gli hanno

imposto, incomincia a dare segni di squlibrio: la sirenetta aveva dato via i suoi

“beni” più cari, la voce e la famiglia, mentre lui regala per eccesso di bontà una

casa ad un artista e perde la moglie che cerca, addirittura, di farlo interdire.

Nasce poi un'ulteriore situazione che avvicina la sirenetta e il protagonista del

romanzo pirandelliano: Vitangelo cerca di baciare l'amica della moglie, Anna

Rosa, che è venuta in suo soccorso dopo che è stato abbandonato, ma questa

rifiuta e gli spara. A questo punto egli potrebbe lasciare che venga condannata

per tentato omicidio e cercare di ricostruire la sua vita, ma decide di

scagionarla proprio come la sirenetta aveva fatto con il principe nonostante egli

6

si fosse sposato con un'altra donna.

Quindi, così come la piccola creatura marina in conclusione si ritrova libera

come “figlia dell'aria”, anche Vitangelo Moscarda, alla fine del romanzo, si

sente finalmente svincolato da ogni problema e turbamento andando a vivere

nell'ospizio per cui aveva contribuito alla costruzione.

uno

Anche la sirenetta attraversa le tre fasi: è quando ancora si vede come la

centomila

vedono le persone a lei vicine, è quando capisce che non c'è

conciliazione tra come lei pensa di essere vista e come gli altri realmente la

nessuno,

vedono: comincia qui la ricerca di se stessa; è anche fisicamente,

quando diventa parte delle milioni di particelle dell'aria e si spoglia di tutte le

maschere finendo col vivere in completa simbiosi con la natura, senza nome e

senza identità.

Il massimo di “nullità” finisce col coincidere con il massimo di libertà e di

disponibilità dell'individuo verso una nuova dimensione spazio-temporale, fuori

di ogni compagine sociale. I due protagonisti trovano finalmente appagamento

nella gioiosa partecipazione alla vita della natura che è vista come consolatrice

e rigeneratrice. Vivere a contatto con essa e dissolversi in essa, morendo e

rinascendo ad ogni attimo, come se si fosse senza memoria, significa esistere

senza più identità né maschere.

Perché muojo ogni attimo, io, e rinasco nuovo senza ricordi: vivo e intero, non

più in me, ma in ogni cosa fuori.

[Uno, nessuno e centomila; libro VIII, capitolo IV]

Dall'analisi psicologica che Pirandello ci presenta dei suoi personaggi non può

che venire spontaneo il riferimento a Freud, fondatore della psicoanalisi.

FILOSOFIA

L'approfondimento di questa materia mi è stato suggerito da un romanzo per

Le Avventure di Alice nel Paese delle Meraviglie.

l'infanzia di Lewis Carroll,

La storia narra, infatti, del sogno particolarmente strano della piccola Alice che

si ritrova catapultata in un mondo dei contrari, dei capovolgimenti e della

bizzarria. Inoltre, la protagonista del romanzo durante la sua avventura

comincia spesso a parlare da sola e, a volte, si può avvertire una sorta di

(“infatti questa

sdoppiamento di personalità, quasi come se fossi isterica

strana bambina pretendeva alle volte d'essere due persone ”); ed è proprio

quest'ultima patologia ad aver dato il via alla riflessione di Freud.

Il motore dei sogni, secondo Freud, sono i desideri inconsci, e questo è il

pilastro su cui si basa la sua teoria. Tali desideri, appunto inconsci e non

accessibili all'Io, operano all'interno della psiche umana; durante il sonno

rafforzano i loro effetti per via della minore attività della coscienza e hanno

dunque l'occasione di emergere sotto forma di immagine onirica. Il sogno è

l'appagamento di un desiderio rimosso e risalente all'infanzia, ma un

appagamento “allucinatorio”, cioè ottenuto immaginando, come in una

rappresentazione teatrale, la realizzazione di quel desiderio. Nella vita

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quotidiana tutti sperimentiamo questo tipo di soddisfacimento: non potendo

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