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Ciò che mi ha spinto a trattare il mistero come argomento per la mia tesina di maturità è il particolare interesse che io nutro sin da sempre nei confronti di questa tematica, quindi di tutto ciò che è indecifrabile, oscuro, nascosto e irrazionale. Infatti, il mistero è qualcosa che oltrepassa i limiti della ragione umana ponendo l’uomo e la scienza nella condizione di non saper rispondere molte volte agli interrogativi che li si presentano. Il difetto dell’uomo di non poter conoscere tutto, però, è allo stesso tempo il suo più grande privilegio, è ciò che lo spinge ad andare oltre. Ed è proprio questo ultimo aspetto che conferisce fascino al mistero, ossia risvegliare nell’uomo la curiosità, il desiderio di scoprire, che supera il timore.
In questa mia tesina ho affrontato la tematica del mistero in tutte le sue sfaccettature collegando le diverse discipline d’esame in modo sintetico, passando da quelle classiche a quelle scientifiche. Il mio lavoro è cosi strutturato: ho parlato del desiderio dell’ignoto nella corrente letteraria del Decadentismo, prestando particolare attenzione a due poesie di Pascoli; ho descritto i culti misterici e del ruolo centrale della magia in Apuleio, facendo riferimento alle sue opere più rappresentative, in Storia ho affrontato il tema del Nazismo, in particolar modo del suo aspetto esoterico che molti tralasciano ma che in realtà ha una forte rilevanza; ho analizato come Freud interpreta la psiche umana e di Schopenhauer, il quale ritiene che il mondo sia ricoperto da un velo illusorio, il “Velo di Maya”, che però può essere squarciato. In Inglese ho descritto la presenza di elementi soprannaturali nel poema di Coleridge, “The rime of the Ancient Mariner" e infine in Storia dell'arte ho svolto un'analisi della pittura metafisica, facendo riferimento a due dipinti di Alberto Savinio.
Italiano - Il Decadentismo e Pascoli (“Alexandros” e “L’assiuolo”).
Latino - Apuleio: “De Magia” e “L’asino d’oro”.
Storia - Il lato esoterico del Nazismo.
Filosofia - Freud e il mistero della psiche umana, Schopenhauer: il “Velo di Maya”.
Inglese - Coleridge: “The rime of the Ancient Mariner”.
Storia dell'arte - La pittura metafisica e Savinio (“Annunciazione” e “Una strana famiglia”).
INDICE
PREMESSA E INTRODUZIONE 3
LETTERATURA ITALIANA
Il Decadentismo e Pascoli (“Alexandros” e “L’assiuolo”) 4
LETTERATURA LATINA
Apuleio: “De Magia” e “L’asino d’oro” 5
STORIA
Il lato esoterico del Nazismo 6
FILOSOFIA
Freud e il mistero della psiche umana 8
Schopenhauer: il “Velo di Maya” 9
INGLESE
Coleridge: “The rime of the Ancient Mariner” 10
ARTE
La pittura metafisica e Savinio (“Annunciazione” e “Una strana famiglia”) 11
PREMESSA
Ciò che mi ha spinto a trattare il mistero come argomento per il mio percorso
multidisciplinare è il particolare interesse che io nutro sin da sempre nei confronti di questa
tematica, quindi di tutto ciò che è indecifrabile, oscuro, nascosto e irrazionale. Infatti il
mistero è qualcosa che oltrepassa i limiti della ragione umana ponendo l’uomo e la scienza
nella condizione di non saper rispondere molte volte agli interrogativi che li si presentano. Il
difetto dell’uomo di non poter conoscere tutto, però, è allo stesso tempo il suo più grande
privilegio, è ciò che lo spinge ad andare oltre. Ed è proprio questo ultimo aspetto che
conferisce fascino al mistero, ossia risvegliare nell’uomo la curiosità, il desiderio di scoprire,
che supera il timore. INTRODUZIONE
In questo mio percorso ho affrontato la tematica del mistero in tutte le sue sfaccettature
collegando le diverse discipline d’esame in modo sintetico, passando da quelle classiche a
quelle scientifiche. Il mio lavoro è cosi strutturato:
ITALIANO: ho parlato del desiderio dell’ignoto nella corrente letteraria del Decadentismo,
prestando particolare attenzione a due poesie di Pascoli.
LATINO: ho parlato dei culti misterici e del ruolo centrale della magia in Apuleio, facendo
riferimento alle sue opere più rappresentative.
STORIA: ho parlato del Nazismo, in particolar modo del suo aspetto esoterico che molti
tralasciano ma che in realtà ha una forte rilevanza.
FILOSOFIA: ho parlato di come Freud interpreta la psiche umana e di Schopenhauer, il quale
ritiene che il mondo sia ricoperto da un velo illusorio, il “Velo di Maya”, che però può essere
squarciato.
INGLESE: ho parlato della presenza di elementi soprannaturali nel poema di Coleridge, “The
rime of the Ancient Mariner”.
ARTE: ho parlato della pittura metafisica facendo riferimento a due dipinti di Alberto Savinio.
LETTERATURA ITALIANA
Il Decadentismo e Pascoli (“Alexandros” e “L’assiuolo”)
Il Decadentismo si afferma in Europa a partire dalla Francia tra la fine dell’ Ottocento e i
primi anni del Novecento. L’ irrazionalismo sta alla base della visione del mondo decadente:
l’artista ora ritiene che l’essenza del reale sia al di là delle cose, in una dimensione misteriosa
ed enigmatica. Il poeta diventa così un “veggente”, capace di vedere al di là del reale. Il
termine Decadentismo nacque in senso dispregiativo per indicare i poeti del declino, del
disfacimento, della decadenza, che amavano la letteratura e l’arte dei periodi successivi a
quelli di splendore: secondo loro, infatti, nei periodi di decadenza si raggiungevano livelli di
raffinatezza e di sensibilità notevoli e superiori ai periodi precedenti. I temi principali del
Decadentismo sono:
la centralità del simbolo (Baudelaire sosteneva che la realtà è una “foresta di
simboli”);
il rifiuto della razionalità e della scienza;
il rifiuto dell’ oggettività;
la predilezione di tematiche quali la malattia e la morte (quindi ciò che è decadente
anche in rapporto alla vita umana);
l’ estetismo (molti scrittori si rifugiano nel culto della bellezza);
il mito del superuomo e del santo.
Uno dei poeti italiani che meglio rappresentò questo fascino dell’ignoto fu sicuramente
Giovanni Pascoli, in particolare con la poesia “Alexandros”. Con essa riprende il sentimento
decadente e il desiderio dell’ignoto attraverso la figura di Alessandro Magno, che ne è il
protagonista. Alessandro, re dei macedoni, grande conquistatore e creatore di un grande
impero in oriente, viene presentato come un eroe avventuroso e avido di conoscere nuovi
mondi; egli, giunto sulla riva dell’oceano dopo aver conquistato l’India e non avendo più
nulla da conquistare, si duole di non poter arrivare sull’unica terra che gli resta davanti: la
luna. L’eroe sente allora l’impotenza dell’uomo di fronte all’infinito e rimpiange il passato, il
tempo in cui ancora poteva sognare nuove conquiste. Dinnanzi ad Alessandro c’è ora l’ignoto,
l’inconoscibile. È questa la situazione emblematica della poesia pascoliana situata sul limite
che separa realtà e mistero. Altra poesia è “L’Assiuolo”, appartenente alla raccolta poetica
Myricae. L’inizio della poesia è, all’apparenza, quasi impressionistico: descrive, infatti,
un’alba lunare, col cielo chiaro e limpido, e i suoni provenienti dal mare e dai cespugli (un’
atmosfera, quindi, di estasi, in cui l’assiuolo emette il suo tipico verso). Progressivamente,
tuttavia, i contorni del paesaggio sfumano e si fa largo un’atmosfera di inquietudine: il verso
dell’uccello, infatti, diventa sempre più angoscioso, trasformandosi da semplice voce dei
campi in un singhiozzo e poi in un vero e proprio pianto di morte, in una sorta di climax. La
negatività, quindi, cresce ad ogni strofa e gli elementi positivi diminuiscono
progressivamente. In particolare, il suono dell’assiuolo fa emergere ricordi tristi e pensieri
tormentati e permette di soffermare l’attenzione sul tema principale: l’angoscia della morte.
Infine ciò che contribuisce a rendere questa poesia ancora più affascinante e misteriosa è la
presenza di un linguaggio particolare che accresce l’inquietudine e l’incertezza: l’uso delle
interrogative, il ricorso ai puntini di sospensione e l’uso di avverbi come “laggiù”, “forse”,
ecc. LETTERATURA LATINA
Apuleio: “De Magia” e “L’asino d’oro”
In letteratura latina un posto di prim’ordine nel panorama del mistero, in particolare della
magia, spetta ad Apuleio, filosofo, scienziato e scrittore. La prima opera degna di essere citata
è il “De Magia”, un discorso di autodifesa pronunciato da Apuleio durante il processo che la
famiglia di sua moglie Pudentilla gli intentò, accusandolo di praticare la magia nera. In
particolare i parenti della moglie sostenevano che lui avesse utilizzato riti magici e
incantesimi per ottenere la mano della donna e impossessarsi della sua ricca eredità. Apuleio,
però, grazie alla sua abilità oratoria, riesce a dimostrare che fa uso solo di magia bianca,
ovvero di magia benevola, che non ha a che fare con gli interessi personali. Infatti nell’ultima
parte del discorso possiamo notare come Apuleio riesce a confermare ulteriormente la sua
innocenza presentando un documento in cui è scritto chiaramente che Pudentilla lascia tutta la
sua eredità ai parenti e non al marito.
L’opera per cui, tuttavia, è maggiormente ricordato sono Le Metamorfosi (meglio conosciuta
col nome “L’asino d’oro”), un lungo romanzo in undici libri dove c’è una forte presenza di
elementi magici e di culti misterici che si erano diffusi dalle popolazioni orientali in tutta la
società romana del tempo. In sintesi è la storia di un uomo, Lucio, il quale si reca in Tessaglia
per affari e alloggia nella casa di una donna ritenuta una maga, Panfide; vedendo che questa,
con un unguento, è in grado di trasformarsi in un uccello, convince la serva Fotide, di cui è
innamorato, a procurargli l’unguento magico. Fotide, tuttavia, scambia per errore gli unguenti
e Lucio si ritrova trasformato nientemeno che in un asino, conservando però sensibilità e
ragione umana. Quando dei ladri entrano in casa e rubano l’asino, cominciano le sue peripezie
e Lucio sarà costretto ad affrontare molte avventure umilianti. Alla fine dopo aver pregato la
dea Iside di aiutarlo, ritornerà nuovamente uomo e per la riconoscenza si dedicherà al suo
culto. Il messaggio appare chiaro: la curiositas, il desiderio irrazionale di vedere e
sperimentare qualcosa è un errore sciocco; la colpa principale di Lucio, infatti, è la bramosia
di conoscere, in particolare attraverso la magia. L’elemento misterico lo vediamo poi anche
nella favola di Amore e Psiche, presente nel romanzo. Essa narra la storia della figlia minore
di un re, che a causa della sua straordinaria bellezza, suscita l’invidia di Venere, la quale
manda suo figlio Cupido affinché la faccia innamorare dell'uomo più brutto della terra,
Amore. Il giovane, però, vedendola se ne innamora e la porta con sé in un castello sposandola.
Alla fanciulla, però, non è permesso di vedere il marito misterioso. Tuttavia, istigata dalle due
sorelle invidiose, che la convincono del fatto che il marito sia un mostro, Psiche non resiste al
divieto e spia Amore mentre dorme: il giovane dio, svegliato da una goccia della candela che
Psiche teneva in mano mentre l' osservava, fugge per non far più ritorno, ma quando Psiche
lacerata dal dolore per la perdita dell' amato si getta da una rupe, un attimo prima che tocchi
terra, Amore la prende fra le sue braccia così salvandola. La novella si conclude con le nozze
e gli onori tributati a Psiche, assunta a dea. Quindi, come possiamo notare, la curiositas dei
due protagonisti, Lucio e Psiche, li porterà ad affrontare molte disavventure, anche se poi si
risolveranno in modo positivo. STORIA
Il lato esoterico del Nazismo
Molti storici sostengono che il Nazismo abbia avuto una cultura esoterica che ne avrebbe
caratterizzato le azioni. Alcuni pensano che Hitler fosse in contatto con misteriose entità
appartenenti ad una razza che in un tempo lontanissimo avrebbe dominato il mondo e che
avrebbe scelto Hitler come destinatario dei suoi segreti. Alla fine dell’800 una medium e
occultista russa era stata ispiratrice delle maggiori società esoteriche nate in Europa all’inizio
del ‘900, tra le quali la Thule, un’associazione segreta di carattere Nazionalista. I suoi
membri, appunto, miravano attraverso la telepatia e riti occulti ad entrare in contatto con
questa sorta di super-uomini, al fine di ricostituire la razza superiore. Questa società influenzò
fortemente il Partito Nazionalsocialista tedesco tanto che Hitler ne divenne un membro e nel
1938 organizzò insieme a Himmler (capo della polizia e delle forze di sicurezza) una
spedizione in Tibet, appunto la regione dell’Asia dove si riteneva ci fosse il regno misterioso
abitato un tempo da questi esseri evoluti e potenti. Quindi Hitler e i suoi gerarchi utilizzarono
una serie di credenze esoteriche per la formazione di una “religione” che esaltasse la potenza
del popolo tedesco. L’obiettivo principale era quello di creare una razza pura, la cosiddetta
“razza ariana”, che avesse caratteristiche somatiche ben precise (fronte stretta, tratti somatici
spigolosi e arti lunghi) e che gettasse le fondamenta del nuovo ordine mondiale: il Terzo
Reich. Così i nazisti per raggiungere tale obiettivo iniziarono a sterilizzare tutti i non ariani,
tra cui anche numerosi tedeschi, in modo che non procreassero altri individui “imperfetti”, a
sopprimere le persone portatrici di malattie inguaribili ed ereditarie e ad eliminare gli
omosessuali i quali avrebbero potuto inquinare la razza. I provvedimenti più duri colpirono gli
ebrei, che vennero accusati di essere stati la causa principale della sconfitta della Germania
nella Prima Guerra Mondiale. Essi erano considerati una razza inferiore non degna di vivere,
una grossa minaccia per la razza ariana concepita da Hitler. Perciò attraverso le leggi razziali
e i campi di concentramento si diede inizio all’Olocausto e quindi allo sterminio di milioni di
ebrei. Inoltre i nazisti per accrescere il loro potere e dominare il mondo andarono alla ricerca
di molti oggetti misteriosi che avrebbero conferito loro l’invincibilità, come per esempio il
fatidico Santo Graal, tanto desiderato da Hitler. Altri aspetti esoterici del Nazismo oltre al