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Inglese: Jane Austen (Pride and Predjudice); Oscar Wilde (the importance of being Ernest)
Francese: Gustave Flaubert (Madame Bovary)
Greco: Euripide (Alcesti)
Latino: Quintilliano
Filosofia: Sant'Agostino (il ricordo della felicità)
SENSO DI PROTEZIONE
“Ritrovar la pace solamente tra le braccia tue […]la tua guancia bianca sulla
mia”
Cullami,
Emma Marrone, A me piace così, 2010
Questo stralcio di canzone fa realmente capire ciò che la famiglia sia, un
rifugio, due braccia sicure in cui potersi addormentare e appoggiare la guancia
su quella dei propri genitori per capire che ci sono realmente, in un vero gesto
di affetto e di amore.
Verga,nella novella Fantasticheria ci esprime tramite il concetto dell'ostrica
la convinzione che, per coloro che appartengono alla fascia dei deboli, sia
necessario rimanere attaccati ai valori della famiglia, al lavoro, alle tradizioni
"pesce vorace",
connaturate, per evitare che il mondo, cioè il lo divori. Il
problema nasce quando cominciano a provare il desiderio del cambiamento, il
desiderio di progredire.
[…]- Insomma l'ideale dell'ostrica! - direte voi. - Proprio l'ideale dell'ostrica! e
“
noi non abbiamo altro motivo di trovarlo ridicolo, che quello di non esser nati
ostriche anche noi -. Per altro il tenace attaccamento di quella povera gente
allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere, mentre seminava principi
di qua e duchesse di là, questa rassegnazione coraggiosa ad una vita di stenti,
questa religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui
sassi che la circondano, mi sembrano - forse pel quarto d'ora - cose serissime e
rispettabilissime anch'esse. Sembrami che le irrequietudini del pensiero
vagabondo s'addormenterebbero dolcemente nella pace serena di quei
sentimenti miti, semplici, che si succedono calmi e inalterati di generazione in
generazione. - Sembrami che potrei vedervi passare, al gran trotto dei vostri
cavalli, col tintinnìo allegro dei loro finimenti e salutarvi tranquillamente. Forse
perché ho troppo cercato di scorgere entro al turbine che vi circonda e vi
segue, mi è parso ora di leggere una fatale necessità nelle tenaci affezioni dei
deboli, nell'istinto che hanno i piccoli di stringersi fra loro per resistere alle
tempeste della vita, e ho cercato di decifrare il dramma modesto e ignoto che
deve aver sgominati gli attori plebei che conoscemmo insieme. Un dramma
che qualche volta forse vi racconterò, e di cui parmi tutto il nodo debba
consistere in ciò: - che allorquando uno di quei piccoli, o più debole, o più
incauto, o più egoista degli altri, volle staccarsi dai suoi per vaghezza
dell'ignoto, o per brama di meglio, o per curiosità di conoscere il mondo; il
mondo, da pesce vorace ch'egli è, se lo ingoiò, e i suoi più prossimi con lui. - E
sotto questo aspetto vedrete che il dramma non manca d'interesse. Per le
ostriche l'argomento più interessante deve esser quello che tratta delle insidie
del gambero, o del coltello del palombaro che le stacca dallo scoglio.”
Fantasticheria “Vita dei campi”,
(Tratto dalla novella dalla raccolta Giovanni
Verga, 1880)
Come l’ostrica che vive sicura finché resta avvinghiata allo scoglio dov’è nata,
così l’uomo di Verga vive sicuro finché non comincia ad avere smanie di
miglioramento.
Pascoli è un altro scrittore che dà grandissima importanza alla famiglia. La sua
vita fu dominata da un rapporto intenso e a tratti morboso con la famiglia di
origine che vede come nucleo di memorie e di sangue,un rifugio che dà
protezione. In termini simbolici ricorre molto spesso all’immagine del nido o
della siepe per sottolineare l’intimità e la sacra inviolabilità di questo nucleo.
Questo insieme di atteggiamenti approda ad una chiusura sentimentale che
porta Pascoli a rimanere bloccato in una situazione fatta di turbamenti e paure.
Quindi già in Pascoli vediamo come la famiglia, in questo tentativo di auto-
proteggersi, possa costituire un elemento di chiusura che impedisce una serena
crescita dell’individuo e ne limita la sua realizzazione.
X Agosto:
Questo è evidente nella poesia
San Lorenzo , io lo so perché tanto
di stelle per l'aria tranquilla
arde e cade, perché si gran pianto
nel concavo cielo sfavilla.
Ritornava una rondine al tetto :
l'uccisero: cadde tra i spini;
ella aveva nel becco un insetto:
la cena dei suoi rondinini.
Ora è là, come in croce, che tende
quel verme a quel cielo lontano;
e il suo nido è nell'ombra, che attende,
che pigola sempre più piano.
Anche un uomo tornava al suo nido:
l'uccisero: disse: Perdono ;
e restò negli aperti occhi un grido:
portava due bambole in dono.
Ora là, nella casa romita,
lo aspettano, aspettano in vano:
egli immobile, attonito, addita
le bambole al cielo lontano.
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereni, infinito, immortale,
oh! d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male!
“Myricae”,
(Da Giovanni Pascoli, 1890)
La poesia X agosto è stata scritta da Giovanni pascoli in onore della morte del
padre avvenuta la notte di S. Lorenzo. Le stelle che cadono durante quella
notte non sono altro che per il poeta le lacrime del cielo sulla malvagità degli
uomini. Per Pascoli il 10 agosto è una data emblematica dato che è
l'anniversario della morte del padre, avvenuta nell'estate del 1860. Egli afferma
di sapere perché un così gran numero di stelle sembra incendiarsi e cadere nel
cielo: è perché tante stelle che cadono così fitte sembrano le lacrime di un
pianto dirotto che splendono nella volta celeste. Poi immagina una rondine
che,mentre tornava al suo nido ,fu uccisa e cadde tra i rovi .Ella aveva un
insetto nel becco, cibo per i suoi piccoli. Qui Pascoli con una metafora intende
dire che la rondine era l'unica fonte di sostentamento per i suoi piccoli così
come suo padre lo era per lui. Descrive la rondine trafitta sui rovi spinosi con le
ali aperte quasi come se fosse in croce,accostando tale immagine a quella dei
suoi rondinotti che rimangono in una vana attesa del cibo. Dopo passa a
descriverci un uomo,suo padre che mentre tornava a casa fu ucciso
pronunciando parole di perdono verso i suoi assassini. Negli occhi rimane la
volontà di emettere un grido. Invece Pascoli,con il particolare delle due
bambole che l'uomo portava in dono alle sue figlie ,voleva alludere alla
tenerezza che avrebbe caratterizzato l'arrivo del padre a casa e delinea un
mondo di consuetudini affettuose che la morte interruppe. Adesso nella casa
"solitaria" i suoi familiari lo attendono inutilmente come in precedenza avevano
fatto i rondinotti. Il povero uomo, con gli occhi impietriti dalla morte,indica le
bambole al cielo,descritto dal poeta come molto distaccato e indifferente al
dolore umano. E infine, dice che il cielo,
visto come una divinità,lascia cadere fitte lacrime su questa piccola parte
dell'universo, che è il regno del male. In questa poesia la morte del padre
assurge al simbolo dell'ingiustizia e del male: il dolore del poeta diventa il
dolore di tutti. La lirica quindi trasmette senza dubbio sentimenti tristi,
malinconici per la distruzione di un nido familiare,unico rifugio in un mondo in
cui domina la violenza e la malvagità umana che uccide creature innocenti.
Mattia Pascal
Pirandello d’altra parte, nel descrivere la personalità di rifugge
da ogni tipo di protezione filiale, da una famiglia che è vista come una prigione
da cui evadere, come la convivenza con la suocera e la moglie. La
Altro esempio emblematico della letteratura del Novecento è quello de “
metamorfosi”, in cui Gregor Samsa si trova trasformato in un insetto. Già in una
lettera alla sorella, Kafka aveva definito la famiglia come un "contesto
veramente animale", che soffoca la libera espressione dell'individuo con
l'egoismo oppressivo di un amore "assurdo e bestiale".
In entrambi i casi si vede come la famiglia porti alla degradazione e, nel caso
“La metamorfosi”,
de alla morte del protagonista, consapevole di essere
diventato un peso gravante per la famiglia e lasciandosi così morire di fame.
“Ed effettivamente il corpo di Gregor era secco e piatto: lo si vedeva
chiaramente, ora che non stava più eretto sulle zampine e non c'era nessun
altro motivo di distrazione. […]Decisero di dedicare quel giorno al riposo e ad
una passeggiata: era una piccola vacanza che non solo si erano meritati, ma di
cui avevano assoluto bisogno. […]Poi uscirono tutti insieme - era la prima volta
dopo tanti mesi - e presero un tram che li portò in aperta campagna fuori della
città. Erano soli nella carrozza tutta piena della calda luce del sole.[…]Mentre
così chiacchieravano, i coniugi Samsa, guardando la loro figliola farsi sempre
più vivace, si avvidero quasi contemporaneamente come, nonostante tutto il
soffrire che le aveva smunto le guance, negli ultimi tempi essa si fosse
trasformata in una bella e florida giovinetta. Si fecero più zitti, e quasi
inconsciamente, intendendosi con gli sguardi, convennero che presto sarebbe
giunto il momento di trovarle un buon marito. E, quasi a confermare quei nuovi
sogni e buoni propositi, al termine del percorso la ragazza si alzò per prima,
stirando le giovani membra.”
(La metamorfosi, Franz Kafka, 1915)
IL MATRIMONIO
“Capita di arrendersi al ricordo di un amore…”
Cullami,
Emma Marrone, A me piace così, 2010
Altro tema fondamentale della famiglia è il matrimonio, unione sacra del
rapporto amoroso e base sociale intorno cui ruota il concetto stesso di nucleo
familiare.
Il matrimonio viene visto come un momento fondamentale nella vita di
foedus eternum
chiunque e un legame eterno, una sorta di catulliano. In
“I Promessi Sposi”
letteratura questo si riscontra positivamente ne di
Alessandro Manzoni, dove il matrimonio di Renzo e Lucia, seppur ostacolato
questo matrimonio non
da Don Rodrigo e i Bravi che con la celeberrima frase “
s’ha da fare né ora, né mai I promessi sposi,
” (Capitolo I, Alessandro Manzoni,
1840), intralciano la coronazione dell’amore tra i due giovani innamorati.
Quello che colpisce è che, nonostante tutte le difficoltà, il loro amore rimane
incontrastato, nonostante tutti i numerosi colpi di scena, il loro sentimento
rimane esattamente quello iniziale, se non maturato e ancor più consapevole.
Matrimonio dunque visto come una liberazione e l’inizio di una nuova vita, di
un nuovo inizio, che permette di dimenticare il passato. Nonostante tutte le
difficoltà, il loro sentimento non si indebolisce, anzi si rinforza e si
approfondisce: gli ostacoli che incontrano mettono alla prova il loro amore, che
acquista così maturità e nuova consapevolezza.
D’altra parte il matrimonio può essere visto come una sorta di reclusione e
obbligo a cui conformarsi. Questo modello e idea di matrimonio è riscontrato in
Pride and Prejudice di Jane Austen. L’esempio eclatante è costituito da
Charlotte Lucas, che ci viene presentata quando ha 27 anni ed è ormai vecchia
per sperare in un matrimonio. Ci viene descritta come una ragazza che non è
mai stata bella, ma senza dubbio è intelligente, vivace ed ha un buon
carattere. Pur essendo la migliore amica di Elizabeth Bennet, il suo modo di
vedere l'amore e il matrimonio è totalmente in contrasto con quello di
quest’ultima. Questo aspetto diviene particolarmente evidente quando
ricerca con serenità
Charlotte accetta, anzi, il matrimonio con Mr. Collins, il
grottesco cugino dei Bennet, che Elizabeth aveva appena rifiutato. Cosapensa
Charlotte dell'amore? Cerchiamo prima di tutto di contestualizzare l'episodio
nell'epoca a cui appartiene: nel 1700-1800 i matrimoni erano raramente
matrimoni di amore. Gli interessi che si nascondevano dietro l'unione
matrimoniale di due giovani potevano essere molteplici: interessi economici,
scalate sociali, alleanze tra famiglie, ma raramente l'amore. C'è da ritenere
quindi che il matrimonio di Charlotte con Mr. Collins rappresenti quello che
accadeva di frequente nelle famiglie della metà dell’Ottocento: pur di avere un
sacrificare i sentimenti.
riparo e protezione si era disposti a Un'unione del
genere era inoltre ritenuta un buon matrimonio: nel romanzo Mrs. Bennet
desidera che Elizabeth lo sposi per il possedimento che quest'ultimo erediterà e
quando avviene il fidanzamento i Lucas ne sono più che felici:
“A Sir William e Lady Lucas fu subito richiesto il loro consenso, che fu dato con