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Introduzione Famiglia, tesina
Ho deciso di proporre il tema della famiglia nella mia tesina di maturità perché credo che è stato ed continua ad essere un nucleo fondamentale all'interno della società. Inizio la mia tesina con una breve premessa riguardante la mia concezione del mondo famigliare, anche se sicuramente non basteranno le parole per descriverlo. Famiglia è vita, amore, sostegno e protezione; ogni componente è un pilastro della mia esistenza. Famiglia significa condividere tutto, amarsi e fidarsi l'un l'altro; la famiglia non ti abbandonerà mai, continuerà a darti insegnamenti, ti conforterà e ti sosterrà in ogni situazione; gioirà dei tuoi successi e ti aiuterà nelle difficoltà. Nonostante litigi stress e tensioni la famiglia rimane sempre la famiglia!
I tempi sono cambiati e la famiglia sembra essere sempre più lontana da quelli che un tempo erano i suoi valori autentici. Proprio per questo credo sia di fondamentale importanza continuare a conservare questi valori, nonostante le trasformazioni che il mondo continua a subire.
Dopo aver fornito un inquadramento storico, soffermandomi in particolare sulla trasformazione subita dalla famiglia tra l'Ottocento e il Novecento, presenterò la Victorian family, mostrando come esempio la famiglia di David Copperfield, considerata opera autobiografica di Dickens.
Nell'ambito della letteratura italiana, la famiglia ha rappresentato una tematica di rilievo per diversi autori e ho deciso di selezionare tre autori, Pascoli, Verga e Pirandello, i quali presentano tre visioni differenti riguardo alla tematica trattata.
Infine la famiglia è stata presa in considerazione anche in ambito filosofico e Hegel le attribuisce una nuova importanza. Sarà però soltanto con Comte che nascerà la scienza sociologica, che ancora oggi permette lo studio di questa istituzione sociale in continua trasformazione.
Collegamenti
Famiglia, tesina
Storia-
La trasformazione della famiglia tra '800 e '900
.Inglese-
The Victorian family and David Copperfield
.Italiano-
Pascoli, il nido famigliare e la figura paterna, Verga, l'ideale dell'ostrica e la religione della famiglia, Pirandello e la trappola famigliare
.Filosofia-
Hegel e l'etica della famiglia, Comte, il fondatore della sociologia
.IL NIDO
E' il tema caratteristico di Pascoli e indica l'insieme degli affetti famigliari nella casa, il nucleo di affetti che ci
lega anche con i famigliari ormai defunti. Il nido simboleggia la famiglia e viene visto come un luogo accogliente,
caldo, protettivo e segreto, mentre all'esterno vi sono solitudine e incomprensione. Inoltre difende chi sta dentro
ed è il tentativo di recuperare l’età dell’infanzia, l’unico tempo davvero sereno; infatti proprio Pascoli ha un
atteggiamento infantile, come se rifiutasse la vita adulta.
• Egli cerca di conservare il suo nido e proprio per questo vive una vita umbratile e appartata e ha un
rapporto problematico con la figura della donna; infatti, come possiamo notare in "Il gelsomino
notturno" egli da un lato è attratto dall'amore, ma dall'altro prova una forte repulsione perchè ritene che il
nido famigliare non debbaessere infranto ma protetto.
IL GELSOMINO NOTTURNO(Canti di Castevecchio)
[...]È l'alba: si chiudono i petali
un poco gualciti; si cova,
dentro l'urna molle e segreta,
non so che felicità nuova
• Inoltre in occasione del matrimonio della sorella Ida nel 1895 egli è sconvolto e scrive alla sorella Maria
"Questo è l'anno terribile, dell'anno terribile questo è il mese più terribile. Non sono sereno: sono disperato. Io
amo disperatamente angosciosamente la mia famigliola che da tredici anni, virtualmente, mi sono fatta e che ora
si disfà, per sempre. Io resto attaccato a voi, a voi due, a tutte e due: a volte sono preso da accesi furori d'ira, nel
pensare che l'una freddamente se ne va strappandomi il cuore, se ne va lasciandomi mezzo morto in mezzo alla
distruzione de' miei interessi, della mia gloria, del mio avvenire, di tutto!"
• Nella poesia che segue la culla simboleggia il nido e quindi il forte legame famigliare. Interessante è
notare che il canto della mamma che rassicura il bambino spaventato dal temporale sottolinea la sicurezza
della famiglia nella tempesta della vita.
IL TUONO(Myricae)
E nella notte nera come il nulla,
a un tratto, col fragor d'arduo dirupo
che frana, il tuono rimbombò di schianto:
rimbombò, rimbalzò, rotolò cupo,
e tacque, e poi rimareggiò rinfranto,
e poi vanì. Soave allora un canto
s'udì di madre, e il moto di una culla 7
• Anche la poesia "X agosto" presenta il tema del nido, in quanto è ricordata la morte del padre attraverso
la simmetria con la morte, anch'essa inaspettata, della rondine. La morte del padre ha come conseguenza
la morte interiore di Pascoli e persino la natura si umanizza e partecipa attraverso un pianto di stelle al
suo dolore.
X AGOSTO(Myricae)
[...]
E tu, Cielo, dall'alto dei mondi
sereno, infinito, immortale,
oh, d'un pianto di stelle lo inondi
quest'atomo opaco del Male.
Altre poesie dedicate alla figura paterna...
L'ASSIUOLO(Myricae)
[...]
Su tutte le lucide vette
tremava un sospiro di vento:
squassavano le cavallette
finissimi sistri d’argento
(tintinni a invisibili porte
che forse non s’aprono più?...);
e c’era quel pianto di morte...
chiù..
La voce dell'uccellino diventa singulto e poi pianto di morte, assumendo attraverso una climax ascendente
connotazioni sempre più negative, che rimandano ancora una volta alla morte del padre
IL LAMPO(Myricae)
E cielo e terra si mostrò qual era:
la terra ansante, livida, in sussulto;
il cielo ingombro, tragico, disfatto:
bianca bianca nel tacito tumulto
una casa apparì sparì d'un tratto;
come un occhio, che, largo, esterrefatto,
s'apri si chiuse, nella notte nera
Qui la figura paterna è invece ricordata attraverso un quadretto impressionistico che descrive la frazione di
secondo in cui un lampo illumina la scena e una casa bianca. Il lampo rappresenta il colpo inaspettato che ha
ucciso il padre, mentre la luce rappresenta la luce dell'occhio del padre che si apre e si chiude per l'ultima volta.
VERGA (1840-1922)
FANTASTICHERIA
La novella Fantasticheria essendo ambientata ad Aci-Trezza e presentando
un'anticipazione dei personaggi che saranno i protagonisti di I Malavoglia, costituisce
una sorta di prova generale prima di affrontare il romanzo vero e proprio. A questa
novella Verga affida la sua visione della vita degli abitanti di Aci-Trezza attraverso
l'ideale dell'ostrica, la religione della famiglia e società delle formiche.
UN ESERCITO DI FORMICHE: gli abitanti sono come delle formiche, quindi hanno
una vita disordinata e di stenti.
La società del paese è organizzata secondo regole ed architetture precise, come quelle
che governano la vita sociale delle formiche, che interagiscono tra di loro e che si comportano in base ai ruoli che
sono stati loro assegnati. Per capire la loro vita, è indispensabile dimenticare per un momento se stessi ed
immaginarsi di dover sottostare alle regole e farsi piccoli come sono appunto le formiche.
L'autore cerca di descrivere la vita del gruppo con un approccio scientifico, obiettivo e realista e proprio per
questo si tratta di una similitudine tipica dell'epoca del Naturalismo e quindi del Verismo. Tuttavia incontra 8
problemi: al geometrico e calcolabile ordine del mondo delle formiche si oppone infatti l'irrazionale ed
imprevedibile religiosità dell'attaccamento alla famiglia e al gruppo (ideale dell'ostrica).
“Per poter comprendere siffatta caparbietà, che è per certi aspetti eroica, bisogna farci piccini anche noi,
chiudere tutto l'orizzonte fra due zolle, e guardare col microscopio le piccole cause che fanno battere i piccoli
cuori . Volete metterci un occhio anche voi, a cotesta lente, voi che guardate la vita dall'altro lato del
cannocchiale?”
IDEALE DELL'OSTRICA: gli abitanti di Aci-Trezza sono esaltati per il loro eroico attaccamento alla propria
condizione e la rassegnazione coraggiosa al proprio destino. Essi sono paragonati a delle ostriche in quanto
vivono in colonie, le scelte di uno si ripercuotono sugli altri e, anche se vorrebbero staccarsi, sono attaccati alla
propria realtà.
Inoltre sono accalcati l'uno sull'altro, si aggrappano caparbiamente allo scoglio e resistono alla violenza delle onde
anche grazie alla loro vicinanza reciproca, un po' secondo il motto l'unione fa la forza. Strappare una sola ostrica
dallo scoglio non solo può costituire un pericolo per tutte le altre ma inoltre nè potrà essere più riattaccata alle
altre, né sarà capace di vivere autonomamente. Un esempio è fornito dal giovane 'Ntoni che recatosi a Napoli per
assolvere all'obbligo di leva, si trasforma in un perfetto disadattato.
Alcune volte, i singoli personaggi del romanzo di Verga si allontanano dallo "scoglio" del loro paese di loro
spontanea volontà, alla ricerca di un progresso o di un miglioramento che sarà loro negato.
RELIGIONE DELLA FAMIGLIA: rappresenta l’attaccamento al focolare e agli affetti e l'unica difesa possibile
contro l’avidità del mondo, a patto che ci si accontenti di quello che si ha; è inoltre un atteggiamento fortemente
emotivo, tanto da potersi definire "religioso".
"Insomma l'ideale dell'ostrica! - direte voi. - Proprio l'ideale dell'ostrica! e noi non abbiamo altro motivo di
trovarlo ridicolo, che quello di non esser nati ostriche anche noi -.
Per altro il tenace attaccamento di quella povera gente allo scoglio sul quale la fortuna li ha lasciati cadere,
mentre seminava principi di qua e duchesse di là, questa rassegnazione coraggiosa ad una vita di stenti, questa
religione della famiglia, che si riverbera sul mestiere, sulla casa, e sui sassi che la circondano, mi sembrano -
forse pel quarto d'ora - cose serissime e rispettabilissime anch'esse"
Verga definisce il tema centrale della tragedia dei Malavoglia, con particolare riferimento a ‘Ntoni; è infatti
proprio attraverso questo personaggio che capiamo come l’arcaico mondo contadino, escluso da ogni possibilità di
progresso, diventa emblema d’una condizione più generale dell’uomo.
"Un dramma che una qualche volta forse vi racconterò e di cui parmi tutto il mondo debba consistere di ciò:- che
allorquando uno di quei piccoli, o più debole, o più incauto, o più egoista degli altri volle staccarsi dai suoi… il
mondo, da pesce vorace ch’ egli è, se lo ingoiò, e i suoi più prossimi con lui”.[..]Per le ostriche l'argomento più
interessante deve essere quello che tratta delle insidie del gambero, o del coltello del palombaro che le stacca
dallo scoglio"
I MALAVOGLIA
Un esempio di famiglia patriarcale può essere il nucleo familiare presente nell'opera. L'opera parla delle vicende
d’una famiglia di pescatori siciliani che vive ad Aci Trezza, uniti nel culto religioso della famiglia e del focolare
domestico e tratta di una realtà ancora arcaica, non industrializzata. Il nucleo familiare, con ideali diversi e in
contrasto con quelli del villaggio pettegolo, è formato dal vecchio padron' Ntoni, dal figlio Bastianazzo, dalla
moglie di questi, Maruzza, la Longa, e da cinque nipoti: 'Ntoni, Luca, Mena, Alessi, Lia. Le uniche ricchezze della
famiglia sono “la Casa del Nespolo”, da loro abitata, e la loro barca, la “Provvidenza”, unica fonte di guadagno. Il
soprannome Malavoglia è dato per antifrasi (come tutti i soprannomi dati da Verga nel romanzo), e allude alla
buona volontà e alla dedizione al lavoro dei Toscano (vero nome della famiglia).
Gli unici possedimenti importanti dei Malavoglia, destinati però ad essere persi, sono la casa del nespolo e la
Provvidenza:
• LA CASA DEL NESPOLO è il luogo degli affetti ed ha una connotazione di carattere sentimentale; la
casa rappresenta la tematica della famiglia che è l'unica risposta possibile alla seduzione e ai pericoli del
progresso. 9
• LA PROVVIDENZA è la barca di famiglia destinata a trasportare il carico di lupini. Il significato
simbolico del nome "Provvidenza" della barca nei Malavoglia e` legato al concetto della storia di Verga
che non e` piu` quello provvidenziale manzoniano. Non e` un caso infatti che la barca, chiamata
"provvidenza", faccia naufragio. E` il fallimento della speranza. I protagonisti per migliorare le loro
condizioni sono caduti più in basso e, vinti dal progresso e dalla storia, sono divenuti poveri e si è rotto il
loro legame famigliare.
"Un tempo i malavoglia erano stati numerosi come i sassi della strada vecchia di Trezza;ce n'erano persino ad