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Sintesi
Storia: gli anni '60

Fisica: Albert Einstein (l'effetto fotoelettrico)

Geografia: la Luna

Italiano: Gabriele D'Annunzio (Il piacere); il Neorealismo (Beppe fenoglio e il partigiano Jhonny); il Neorealismo cinematografico (Roma città aperta)

Inglese: Oscar WIlde (The Picture of Dorian Gray)

Filosofia
: Friedrich Nietzsche (il superuomo)
Estratto del documento

“Storie di eroi”

Anno scolastico:2010-2011

Miriam Palumbo VE

INTRODUZIONE: Chi è l’eroe?

“L'essere intermedio tra gli dei e gli uomini, che interviene nel mondo con

imprese eccezionali”. È questa la definizione di eroe del dizionario italiano.

L’eroe è colui che in genere presenta coraggio e astuzia nonché forte valore

militare. Combatte per raggiungere il suo obiettivo per il bene della comunità o dei

propri cari. Nel corso del tempo,l’eroe si è evoluto, modificato, eliminando alcune

peculiarità o risaltandone altre. Ma il dizionario dà anche una seconda definizione:

l’eroe è chi sa lottare con generosità fino al cosciente sacrificio di sé per una ragione o

un ideale ritenuto valido o giusto.

Ho voluto soffermarmi principalmente su quest’ultimo aspetto. Esistono al

giorno d’oggi persone in grado di essere definite eroi? In un mondo dove tutto è

commercializzato e omologato, dove i valori sono ormai “fuori moda” o poco “cool”,

quali sono i modelli che l’uomo segue e imita? Perché tutti infondo tentiamo di

assomigliare al nostro mito, al nostro eroe. Purtroppo per i giovani di oggi non ci sono

molte scelte. I mass-media ci mostrano persone valorizzate per il loro aspetto e non

per la loro etica o morale. Per come si vestono o si trattano e non per le loro azioni o i

loro modi di pensare. E i giovani, di rimando, si comportano allo stesso modo.

È possibile quindi trovare un eroe? Risponderò a questa domanda analizzando

quelli che per me, o per molti, sono stati esempi e modelli che hanno segnato un

intera generazione e hanno lasciato il segno nel corso della storia.

INDICE:

STORIA= Martin Luter King

Giovanni XXIII

Gino Strada

Contesto storico:anni 60

FISICA= Albert Einstein

Effetto fotoelettrico

GEOGRAFIA= Neil Armstrong, il primo uomo sulla Luna

La Luna

ITALIANO= Gabriele D’annunzio

Il piacere e Il trionfo della morte

Il Neorealismo

Peppe Fenoglio:Il partigiano Johnny

Il Neorealismo cinematografico: Roma città aperta

INGLESE: Oscar Wilde

The picture of Dorian Gray

FILOSOFIA: Il superuomo di Nietzsche

Gli eroi che hanno segnato il corso della storia umana, sono davvero tanti, così tanti

che sarebbe difficile ricordarseli tutti. Nonostante ciò, pochi sono coloro che si sono

distinti per i loro ideali e per il loro credo e hanno combattuto per salvaguardarli o

ripristinarli senza utilizzare mezzi radicalmente violenti e aggressivi. Tra questi spicca

sicuramente Martin Luter King che, con il metodo della non violenza di Ghandi, è

riuscito a eliminare ogni pregiudizio razziale nei confronti della razza nera e ad

ottenere i diritti civili per il popolo nero. Nell’ambito ecclesiastico figura importante è

stata Giovanni XXIII, detto il “Papa Buono”, che con le sue riforme ha avvicinato la

Chiesa al popolo, svecchiandola di alcune “abitudini” che la rendevano troppo lontana

e tradizionalista. Infine, uno sguardo alla contemporaneità e a figure presenti e vicine

all’eroismo moderno, mi riferisco a Gino Strada, un eroe attuale che nella sua battaglia

contro la guerra e le mine antiuomo, riesce a salvare milioni di persone.

STORIA

Martin Luter King

“Free at last, they took your life

They could not take your pride”

“Libero infine, ti han tolto la vita

Non sapevano come toglierti l'orgoglio” Pride U2

Unanimemente riconosciuto apostolo della resistenza non violenta, eroe e

paladino dei reietti e degli emarginati, "redentore dalla faccia nera", Martin Luther King

si è sempre esposto in prima linea affinché fosse abbattuta nella realtà americana

degli anni cinquanta e sessanta ogni sorta di pregiudizio etnico. È stato il più giovane

Premio Nobel per la pace della storia e ricordato ancora da molti con onore e

riconoscenza. Martin Luther King nacque il 15 gennaio

1929, ad Atlanta, in Georgia con il nome di

Michael King. Il suo nome si è poi mutato in

quello che tutti conosciamo, quando il padre,

durante i suoi viaggi, è rimasto affascinato

dalla figura di Martin Lutero e ha deciso di

cambiare il suo nome e quello del figlio in

Martin Luther. Fin dall'infanzia Martin Luther

King ha dovuto subire i soprusi di una società

razzista. Movimento per

La scintilla che dà inizio al

i Diritti Civili scocca a Montgomery,

apparentemente per un banale incidente. Sugli autobus della città le prime tre file di

posti sono riservate ai bianchi, le altre possono essere occupate da neri solo se non ci

sono bianchi in piedi. Un giorno però un'impiegata nera, Rosa Parks, seduta dietro i

posti riservati ai bianchi, rifiuta di alzarsi e cedere il posto, quando salgono alcuni

viaggiatori bianchi: viene arrestata e portata in carcere. La notizia si diffonde

rapidamente, gli esponenti e i pastori della comunità nera, tra i quali c’è anche Martin

Luter King, s'incontrano e decidono subito di boicottare i mezzi pubblici di trasporto:

propongono ai neri di non prendere più l'autobus e di recarsi al lavoro a piedi o con

altro mezzo. La mattina seguente tutti i neri vanno a lavorare a piedi, a dorso di un

mulo, su carri. Il boicottaggio dura un anno e il movimento ottiene la sua prima

vittoria: l'abolizione della segregazione sui mezzi pubblici di trasporto.

Da allora King continua a partecipare a manifestazioni di massa e raduni,

venendo spesso arrestato o subendo attentati. Ma ogni volta si rafforza il suo impegno

per la giustizia e il suo coraggio di lottare. Il movimento si estende ben presto a tutti

gli Stati Uniti. Il pellegrinaggio di preghiera a Washington del 17 maggio 1957 per il

pieno diritto di voto ai neri è una delle manifestazioni più importanti. Il 28 agosto

arriva a Washington la marcia dei 250 mila, che verrà poi chiamata “marcia della

libertà”, per chiedere l'approvazione della legge sulla parità dei diritti civili per bianchi

e neri. Le telecamere di tutto il mondo sono puntate sulla marea di bianchi e di neri

che cantano e pregano intorno al monumento a Lincoln. La legge viene approvata il 10

febbraio 1964. Quella marcia pacifista e la figura di Martin Luther King hanno

risonanza in tutto il mondo e le sue predicazioni e i suoi scritti vengono tradotti e letti

Premio Nobel per la Pace.

in molti Paesi, tanto che riesce a ottenere, infine, il

Il 6 aprile del 1964 King viene colpito da un colpo di fucile di precisione alla

testa. AI funerale sono migliaia le persone d'ogni ceto e razza. Durante il rito,

celebrato dal vecchio padre di Martin Luther King, risuonano nel silenzio della chiesa

battista di Ebenezer le parole d'una sua predicazione registrate su nastro:

«Se qualcuno di voi sarà qui nel giorno della mia morte, sappia che non voglio

un grande funerale. E se incaricherete qualcuno di pronunciare un'orazione funebre,

raccomandategli che non sia troppo lunga. Ditegli di non parlare del mio premio Nobel,

perché non ha importanza... Dica che una voce gridò nel deserto per la giustizia. Dica

che ho tentato di spendere la mia vita per vestire gl'ignudi, per nutrire gli affamati,

che ho tentato di amare e servire l'umanità».

Il pensiero

Vedeva l'egoismo come un qualcosa di distruttivo per l'essere umano, affermava

che chiunque potesse essere grande anche senza istruzione o competenze, bastava

un animo gentile; vedeva nel continuo progresso l'assenza dell'animo umano che

diventava piccolo di fronte alle sue opere gigantesche, la ricchezza la si poteva

ottenere soltanto se la povertà cessasse di esistere.

Affermava che chi non fosse pronto a morire per un qualcosa in cui crede non possa

essere “pronto a vivere” e che le qualità di un uomo si mostrano solo quando deve

affrontare una situazione difficile, solo il coraggio poteva vincere la paura.

Il pensiero di M.L.King si espresse criticamente, sia verso il capitalismo

selvaggio sia verso il socialismo reale, realizzato in Urss ed in altri paesi. King sostiene

nei suoi sermoni, la necessità di riconoscere il bene e il male in entrambi i sistemi

economici che si fronteggiavano durante la guerra fredda. Lui descrisse come il

capitalismo è fonte di libertà e ricchezza per l'uomo ma al tempo stesso fonte

d'impoverimento spirituale perché produce materialismo e consumismo sfrenato, così

come il comunismo sovietico è nato da giuste esigenze di eguaglianza, ma distrugge

la libertà individuale e annienta l'uomo con i suoi mezzi crudeli e aberranti. M. L. King

credeva nel sogno della fratellanza umana tra i popoli della Terra, nella cosiddetta

"beloved community" (comunità d'amore) che era ai suoi occhi la "sintesi creativa"

della tesi (capitalismo) e dell'antitesi (comunismo), motivata da una profonda fede in

Gesù Cristo.

I have a dream

Celeberrimo è rimasto il discorso che Martin Luther King tenne il 28 agosto 1963

durante la marcia per il lavoro e la libertà davanti al Lincoln Memorial di Washington e

nel quale pronunciò più volte la fatidica frase "I have a dream" (Io ho un sogno) che

sottintendeva la (spasmodica) attesa che egli coltivava, assieme a molte altre

persone, perché ogni uomo venisse riconosciuto uguale ad ogni altro, con gli stessi

diritti e le stesse prerogative

«Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione

nella quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del

loro carattere. Ho un sogno, oggi!»

Martin Luther King parla alla folla

«E perciò, amici miei, vi dico che, anche se dovrete affrontare le asperità di oggi

e di domani, io ho un sogno. […] Io ho un sogno, che un giorno sulle rosse colline della

Georgia i figli di coloro che un tempo furono schiavi e i figli di coloro che un tempo

possedettero schiavi, sapranno sedere insieme al tavolo della fratellanza.

Io ho un sogno, che un giorno perfino lo stato del Mississippi, uno stato colmo

dell'arroganza dell'ingiustizia, colmo dell'arroganza dell'oppressione, si trasformerà in

un'oasi di libertà e giustizia.

Io ho un sogno, che i miei quattro figli piccoli vivranno un giorno in una nazione nella

quale non saranno giudicati per il colore della loro pelle, ma per le qualità del loro

carattere. Ho un sogno, oggi!

Io ho un sogno, che un giorno ogni valle sarà esaltata, ogni collina e ogni

montagna saranno umiliate, i luoghi scabri saranno fatti piani e i luoghi tortuosi

raddrizzati e la gloria del Signore si mostrerà e tutti gli essere viventi, insieme, la

vedranno. E' questa la nostra speranza. Questa è la fede con la quale io mi avvio verso

il Sud. Con questa fede saremo in grado di strappare alla montagna della disperazione

una pietra di speranza. Con questa fede saremo in grado di trasformare le stridenti

discordie della nostra nazione in una bellissima sinfonia di fratellanza.

Con questa fede saremo in grado di lavorare insieme, di pregare insieme, di

lottare insieme, di andare insieme in carcere, di difendere insieme la libertà, sapendo

che un giorno saremo liberi. Quello sarà il giorno in cui tutti i figli di Dio sapranno

cantare con significati nuovi: paese mio, di te, dolce terra di libertà, di te io canto;

terra dove morirono i miei padri, terra orgoglio del pellegrino, da ogni pendice di

montagna risuoni la libertà; e se l'America vuole essere una grande nazione possa

questo accadere.

Risuoni quindi la libertà dalle poderose montagne dello stato di New York.

Risuoni la libertà negli alti Allegheny della Pennsylvania.

Risuoni la libertà dalle Montagne Rocciose del Colorado, imbiancate di neve.

Risuoni la libertà dai dolci pendii della California.

Ma non soltanto.

Risuoni la libertà dalla Stone Mountain della Georgia.

Risuoni la libertà dalla Lookout Mountain del Tennessee.

Risuoni la libertà da ogni monte e monticello del Mississippi. Da ogni pendice risuoni la

libertà.

E quando lasciamo risuonare la libertà, quando le permettiamo di risuonare da

ogni villaggio e da ogni borgo, da ogni stato e da ogni città, acceleriamo anche quel

giorno in cui tutti i figli di Dio, neri e bianchi, ebrei e gentili, cattolici e protestanti,

sapranno unire le mani e cantare con le parole del vecchio spiritual: "Liberi finalmente,

liberi finalmente; grazie Dio Onnipotente, siamo liberi finalmente».

Giovanni XXIII

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