Anteprima
Vedrai una selezione di 11 pagine su 46
Donne allo specchio Pag. 1 Donne allo specchio Pag. 2
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 6
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 11
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 16
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 21
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 26
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 31
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 36
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 41
Anteprima di 11 pagg. su 46.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Donne allo specchio Pag. 46
1 su 46
Disdici quando vuoi 162x117
Disdici quando
vuoi
Acquista con carta
o PayPal
Scarica i documenti
tutte le volte che vuoi
Sintesi
Storia: la donna nel XIX sec; la donna tra '800 e '900; la donna e il regime fascista; la donna del XX sec.

Italiano: Elsa Morante; Ida Ramundo

Diritto: donne e lavoro

Psicologia-Igiene: la menopausa

Pedagogia: Maria Montessori (la casa dei bambini)

Inglese: health and old age; osteoporosis and artrosis

Musica: la musicoterapia

Statistica: donne e tempo libero (questionario)
Estratto del documento

la prima metà dell'ottocento si assiste al rapido sviluppo di due fenomeni in

buona misura interdipendenti: l'urbanizzazione e l'industrializzazione. Le

donne avevano sempre lavorato quanto gli uomini nella società agraria; con

l'urbanizzazione e la crescente meccanizzazione del lavoro gli imprenditori

trovarono più conveniente allontanare gli operai qualificati (più forti sul

piano contrattuale e non più indispensabili) per assumere al loro posto

donne e bambini sottopagati e più docili. Questa scelta ebbe però un effetto

distruttivo sul modello familiare tradizionale e sul benessere fisico,

psichico, economico dei singoli.

Le condizioni di vita e di lavoro delle operaie erano molto pesanti a causa

dei prolungati orari di lavoro, delle mansioni faticose, degli ambienti

malsani e logoranti; inoltre, il lavoro fuori casa non toglieva alle lavoratrici

nessuno degli obblighi tradizionali di donne di casa, mogli e madri.

Tuttavia se lavorare al di fuori del contesto familiare significava essere

meno protette, significava anche, per le donne ottenere un guadagno che

non passava attraverso il diretto controllo degli uomini di famiglia e quindi

accrescere la propria autonomia e l'importanza del proprio ruolo sociale;

questa situazione offriva inoltre la possibilità di accrescere la propria

coscienza di sé, grazie al confronto con le altre donne.

Mentre la donna proletaria lavorava faticosamente fuori casa, la donna

borghese si ispirava tendenzialmente sempre più al modello aristocratico:

non essendoci più un ruolo per lei in un'impresa familiare che andava

assumendo sempre più carattere industriale (se non nella fase del

matrimonio, quando portava in dote capitali o alleanze economiche), si

prevedeva che ella si dedicasse esclusivamente a curare la casa, i figli e la

propria bellezza.

Alla fine del XIX secolo si assistette a una crescita rapida del settore dei

servizi e dell' amministrazione pubblica. Per le donne non sposate si ampliò

allora la possibilità di dedicarsi a lavori fuori casa socialmente onorevoli e

meno faticosi di quelli dell' operaia, come la professione di maestra o

infermiera.

LA DONNA TRA OTTOCENTO E NOVECENTO

Il fenomeno più vistoso di questo periodo consiste in una complessiva

massificazione della società che facilita ulteriormente l'ingresso delle

donne nel mercato del lavoro operaio. In qualche misura si cerca di

attenuare lo sfruttamento dei lavoratori e nascono le prime legislazioni

sociali.

In quest' epoca nascono i partiti di massa, all'interno dei quali le donne

ottengono di far sentire, per la prima voltai la loro voce in un settore 4

Donne allo specchio. L'immagine di ieri. l'immagine di oggi

tradizionalmente riservato agli uomini. Sono anche gli anni in cui si

organizzano i primi movimenti femministi. Per iniziativa di gruppi di donne

maggiormente sensibilizzate e intraprendenti, attorno a temi specifici

oppure come diramazioni dei partiti socialisti o talora cattolici, sorgono in

Europa e negli Usa decine di associazioni e giornali femminili che si

propongono di sensibilizzare l'opinione pubblica (soprattutto femminile) sui

problemi della condizione della donna e di ottenere alcuni riconoscimenti

legali e culturali.

La Prima guerra mondiale impose un forte cambiamento sociale: non

soltanto infatti il peso delle sofferenze e delle fatiche belliche gravava

sempre più sulla popolazione civile e quindi sulle donne, rimaste a capo

della famiglia ma, la guerra impose anche la cosiddetta mobilitazione totale.

Un numero crescente di donne entrò allora nel mercato del lavoro, al posto

degli uomini inviati al fronte, con ruoli non più considerati sussidiari ma

indispensabili; queste donne, tuttavia, rimasero discriminate sul piano

salariale e vennero licenziate al termine della guerra. Se questa opportunità

di lavorare accrebbe la possibilità delle donne di occupare posizioni

socialmente più elevate e gratificanti, si rivelò tuttavia una conquista

effimera: la fine della guerra riportò le donne verso i ruoli tradizionali di

tutrici degli affetti e della famiglia, e rafforzò i tradizionali stereotipi

sessuali. Il dopoguerra vide anzi il riaffermarsi di ideologie maschiliste,

militariste, intolleranti e violente. Basti pensare all'esaltazione da parte del

futurismo della guerra, dello "schiaffo e del pugno" e al suo dichiarato odio

per il "femminismo"; si pensi anche al maschilismo fascista.

LE DONNE E IL REGIME FASCISTA

Nei confronti delle donne il fascismo sostenne una visione improntata alla

tradizionale subordinazione: applicò una politica demografica severa

vietando contraccettivi, aborto ed educazione sessuale, anche per

contrastare quella tendenza alla diminuzione delle nascite già visibile in

tutta Europa. 5

Donne allo specchio. L'immagine di ieri, l'immagine di oggi

Il fascismo, inaugurava una politica sul tema dei diritti delle donne; queste

vennero spinte nuovamente entro le mura domestiche, secondo lo slogan:

"la maternità sta alla donna come la guerra sta all'uomo", scritto sui

quaderni delle piccole italiane. I salari delle donne vennero fissati per legge

alla metà di quelli corrispondenti degli uomini, nella scuola fu normalmente

vietato alle donne di insegnare lettere e filosofia e alcune materie negli

istituti tecnici e nelle scuole medie.

Inoltre fu vietato loro di essere presidi di istituti, mentre le tasse scolastiche

delle studentesse vennero raddoppiate. Nel pubblico impiego le assunzioni

di donne furono fortemente limitate, escludendole dai bandi di concorso e

concedendo loro un numero di posti limitato. Furono inoltre vietate loro la

carriera e tutta una serie di posizioni prestigiose all'interno della pubblica

amministrazione. Anche la pubblicistica fascista tendeva a dissuadere le

donne lavoratrici ridicolizzandole.

Il codice di famiglia era già abbastanza restrittivo, ma venne ugualmente

inasprito dal fascismo: le donne vennero poste in uno stato di sudditanza

totale di fronte al marito che doveva decidere autonomamente il luogo di

residenza ed al quale le donne dovevano eterna fedeltà, anche in caso di

separazione. Sul piano economico tutti i beni appartenevano al marito, ed in

caso di morte venivano ereditati dai figli, mentre alla donna spettava solo

l'usufrutto.

Il nuovo codice penale confermò tutte le norme contrarie alle donne,

aggiungendo inoltre un articolo che prevedeva la riduzione di un terzo della

pena per chiunque uccidesse la moglie, la figlia o la sorella per difendere

l'onore suo o della famiglia.

Le prime associazioni femminili miravano, innanzitutto, a una serie di

conquiste giuridiche e politiche. Con il matrimonio la donna perdeva infatti

quasi tutti i diritti civili: le femministe contestavano il diritto del marito di

prendere tutte le decisioni sulla vita coniugale; chiedevano che la donna

mantenesse la possibilità di amministrare personalmente il proprio

matrimonio; chiedevano il divorzio; criticavano il fatto che spettasse solo al

6

Donne allo specchio. L'immagine di ieri. l'immagine di oggi

marito decidere dell' educazione dei figli; contestavano la legislazione

punitiva nei confronti delle madri nubili e dei loro figli. Esse chiedevano

inoltre leggi che regolamentassero la prostituzione ; rivendicavano un

salario uguale a quello degli uomini a parità di lavoro; ma soprattutto, a fine

secolo, le richieste si concentravano soprattutto al diritto di voto alle donne.

In 'Italia le lotte per l'emancipazione femminile furono guidate, a fine

Ottocento, da figure come quelle di Anna Maria Mozzoni (1837-1920) e

della socialista Anna Kuliscioff (1854-1925); alle donne venivano

sconsigliate le attività fuori casa, le letture libere, l'istruzione universitaria e

superiore. Nel 1923 le donne italiane ottennero il voto alle elezioni

amministrative, ma tale diritto non trovò applicazione a causa della riforma

fascista degli enti locali. Per ottenere il pieno riconoscimento dell' elettorato

attivo le donne italiane dovettero aspettare la fine del fascismo e solo nella

primavera del 1946 esse si recarono alle urne per la prima volta.

Il processo di massificazione incrementato dagli sviluppi della seconda

rivoluzione industriale si manifestò anche sul piano delle comunicazioni:

giornali, radio, cinema favoriscono la creazione di una cultura di massa che

diffuse ovunque un'immagine femminile più omogenea. Soprattutto dagli

Stati Uniti, attraverso giornali e cinema, venne diffusa l'immagine di una

donna più libera nelle sue scelte, concentrata sulla realizzazione delle

proprie aspirazioni, benché solitamente ristrette all'ambito tradizionale della

famiglia e della casa. La donna diventa la destinataria dei messaggi

pubblicitari, poiché da lei dipendeva la grande maggioranza degli acquisti.

Al di la del piano giuridico, le rivendicazioni femministe riguardano il piano

dell'istruzione; le donne chiedono l'accesso alle scuole superiori, alle

università, alle professioni e l'istruzione di classi scolastiche miste, dove

Donne allo specchio. L'immagine di ieri. l'immagine di oggi

non si perpetui la distinzione tra una cultura riservata agli uomini e una

accessoria e pratica riservata alle donne e, molte delle prime femministe

furono insegnanti.

Una delle richieste più pressanti e osteggiate fu quella della libertà di

gestire il proprio corpo: all'intero del matrimonio, doveva essere possibile

per una donna gestire liberamente la sua sessualità, alla ricerca dell'

autorealizzazione. Ciò presupponeva la necessità di praticare la

contraccezione, un argomento che cominciava timidamente ad affacciarsi. A

un livello meno impegnativo, questa battaglia sfidava anche le convinzioni

sui vestiti, in particolare sull'uso di abbigliamenti e acconciature complicate

e scomode. Molte donne rivendicavano anche il diritto di praticare

liberamente lo sport. Le donne denunciavano inoltre l'esistenza di una

doppia morale, divisa per l'uomo e per la donna, all'interno e all'esterno del

matrimonio, soprattutto in merito alla fedeltà coniugale. Mentre la richiesta

dell'indipendenza economica attraverso il lavoro e la libera gestione del

proprio patrimonio era tipica delle donne borghesi, le operaie chiedevano la

fine dello sfruttamento salariale, l'esenzione dal lavoro notturno, il limite di

otto ore alla giornata lavorativa e altre conquiste sindacali. Le femministe

socialiste furono le prime a chiedere di considerare lavoro a tutti gli effetti

anche quello domestico e quindi soggetto a retribuzione.

LA DONNA NEL XX SECOLO

Ogni fenomeno storico, nel ventesimo secolo, acquista una forte

accelerazione tra i quali va annoverata anche l'emancipazione delle donne.

Alcuni aspetti che riguardano più specificamente la questione femminile

sono:

- il calo gli indici di natalità in seguito alla diffusione di anticoncezionali,

istruzione e lavoro femminile fuori casa, urbanizzazione, divorzi, maggiori

aspettative di uomini e donne sulla qualità della vita, diminuzione della

mortalità infantile. Quello di moglie e madre pur sempre il ruolo

è

principale, ma non l'unico proposto alle donne: l'emancipazione femminile

si attua storicamente soltanto nel contesto della civiltà moderna, quando è

possibile la distinzione tra sessualità e procreazione e il controllo della

fecondità.

- Il controllo del costume e della morale sempre meno nelle mani della

è

chiesa e delle autorità tradizionali e sempre più affidato a un' opinione

pubblica che si forma attraverso i mezzi di comunicazione di massa. I

modelli di comportamento tendono ad avvicinarsi socialmente e a

uniformarsi geograficamente. 8

Donne allo specchio. L'immagine di ieri. l'immagine di oggi

- La famiglia si trasforma sempre più velocemente da luogo di produzione a

luogo di consumo di beni e sevizi, consumo mediato soprattutto dalle

donne, principali destinatarie della pubblicità.

- L'autorità maschile sulle donne recede molto prima nella sfera pubblica

che in quella privata.

Se ci soffermiamo in particolare sul caso italiano, osserviamo infatti che

l'effettiva parità giuridica tra uomo e donna fu una conquista passata

attraverso due tappe fondamentali, distanti quasi trent'anni l'una dall' altra:

Dettagli
Publisher
46 pagine
285 download