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Sintesi
Introduzione Donna, ieri e oggi - Tesina


Questa tesina di maturità descrive la donna tra presente e passato. Gli argomenti trattai nella tesina sono i seguenti: in Storia le suffragette o Angeli d'Acciaio, in Italiano Gabriele D'Annunzio, La femme fatale, in Matematica finanziaria Break Even Point, in Diritto pubblico Art.3 Uguaglianza e Art.37 Pari Opportunità, in Economia aziendale il bilancio d'esercizio, in Scienze delle finanze il Bilancio di Stato, in Geografia economica la globalizzazione dei mercati. Infine la tesina prende in esame in Inglese Trade and Commerce, in Francese la distribution et le commerce, in Educazione fisica gli apparati umani e tutela della salute.

Collegamenti

Donna, ieri e oggi - Tesina


Storia - Suffragette o Angeli d'Acciaio.
Italiano - Gabriele D'Annunzio, La femme fatale.
Matematica finanziaria - Break Even Point.
Diritto pubblico - Art.3 Uguaglianza - Art.37 Pari Opportunità.
Economia aziendale - Il bilancio d'esercizio.
Scienze delle Finanze - Il Bilancio di Stato.
Geografia economica - La globalizzazione dei mercati.
Inglese - Trade and Commerce.
Francese - La Distribution et le commerce.
Educazione fisica - Gli apparati umani e la tutela della salute.
Estratto del documento

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DIRITTO PUBBLICO: L’Uguaglianza art.3 della Costituzione

(Riconoscimento diritti –art.3 Uguaglianza – art.37 Pari opportunità )

Con la fine della Seconda Guerra Mondiale è stata emanata la legge a suffragio

universale (per la prima volta anche le donne potevano votare), ed i cittadini

erano chiamati a votare sia per il referendum istituzionale (è una consultazione

popolare in cui gli elettori sono chiamati a votare le istituzioni o la forma di

stato), sia per l’elezione dei deputati dell’Assemblea Costituente. Esso vide la

vittoria della Repubblica del il 1 gennaio 1948 è entrata in vigore la

Costituzione. La nostra Costituzione è formata da 139 articoli. I primi 12 sono

Tutti i

articoli immodificabili, tra questi abbiamo l’articolo 3, Art.3 Comma 1:

cittadini hanno pari dignità sociale e sono eguali davanti alla legge, senza

distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di

condizioni personali e sociali. L’uguaglianza, principio fondamentale della

Costituzione. L’uguaglianza insieme alla democrazia (sovranità del popolo),

libertà (spirituali, materiali), giustizia (abolire differenze tra le categorie di

cittadini) e internazionalismo (l’Italia fa parte di un sistema internazionale di

protezione dei diritti dell’uomo) è un principio fondamentale della costituzione.

L’art.3 proclama il principio di uguaglianza di fronte alla legge e quindi il divieto

esistono due aspetti

di discriminazione fra cittadini (sesso, razza, religione),

fondamentali dell’uguaglianza: il primo aspetto è che uguaglianza non vuol dire

che tutti debbano essere uguali ma che le differenze che esistono tra gli

,

individui non possono essere giustificazioni per trattamenti discriminatori. Il

secondo aspetto si collega alla giustizia, i più deboli richiedono leggi che

trattino diversamente ecco le leggi che differenziano per esempio i lavoratori

dai datori di lavoro o gli anziani dai giovani, esse sembrano in contraddizione

servono allo Stato per limitare disuguaglianze

con l’uguaglianza, ma invece

sociali.

Ai fini delle pari opportunità l’art.37 della Costituzione prevede che la donna

lavoratrice ha gli stessi diritti e, a parità di lavoro, le stesse retribuzioni che

spettano al lavoratore. Le condizioni di lavoro devono consentire l’adempimento

della sua essenziale funzione familiare e assicurare alla madre e al bambino una

speciale adeguata protezione (art.2110 c.c.).

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LETTERATURA: GABRIELE D’ANNUNZIO

(L’immagine della donna – la figura femminile “LA FEMME FATALE”)

La donna non ha mai tentato di entrare in competizione con l’uomo o di

sottometterlo, perché l’uomo è figlio della donna. In passato tuttavia la donna

era stata vista come pericolosa e faceva quasi paura (si pensi al mito della

stregoneria); a cavallo tra il XIX e il XX secolo, in ambito decadente, emerse

“femme fatale”,

infine la figura della pericolosa e sensuale.

La femme fatale è un personaggio tipico delle letterature e dei linguaggi artistici

di fine ‘800. Essa incarna il mito della bellezza, della sensualità, del peccato, del

fascino e del pericolo. Gli studiosi hanno evidenziato come il suo emergere nelle

narrazioni di quel periodo sia dovuto anche alla crescente richiesta di

emancipazione che dalle donne veniva e che era vista o avvertita

inconsciamente come una possibile minaccia sociale e personale da parte

dell’uomo.

Gabriele D’Annunzio è stato forse lo scrittore italiano che ci ha regalato le più

fulgide immagini di femme fatale.

GABRIELE D’ANNUNZIO

BIOGRAFIA

D’Annunzio nacque nel 1863 a Pescara da agiata famiglia borghese, studiò in

una delle scuole più aristocratiche dell’Italia del tempo, il collegio Cicognini di

Prato. Raggiunta la licenza liceale, si trasferì a Roma per frequentare

l’università, che abbandonò presto preferendo vivere tra salotti mondani e

redazioni di giornali. D’Annunzio attraversò oltre un cinquantennio di cultura

italiana, influenzandola profondamente in numerose fasi con la sua produzione

letteraria abbondante. Un influsso altrettanto significativo esercitò sulla politica,

orientando l’opinione pubblica su posizioni interventiste allo scoppio del primo

conflitto mondiale, capeggiando una marcia di volontari e instaurando un breve

dominio personale a Fiume ed elaborando ideologie che il fascismo fece proprie

(superomismo, supernazionalismo).

Acquistò subito notorietà, attraverso opere narrative, articoli di giornali, che

spesso suscitavano scandalo sia per i loro contenuti erotici, sia per stile di vita

altrettanto scandaloso dello scrittore, che aveva atteggiamenti esibizionistici,

sprezzanti verso la massa. Queste “pose” provocatorie colpirono l’attenzione dei

contemporanei, tanto da alimentare un vero e proprio fenomeno di costume, il

cosiddetto “dannunzianesimo”. Sono gli anni in cui D’Annunzio si crea la

maschera dell’esteta, dell’individuo superiore, dalla squisita sensibilità, che

rifiuta la mediocrità borghese, rifugiandosi in un mondo di pura arte. Durante il

il periodo giovanile,

decadentismo, l’artista attraversa diverse fasi: dove

la fase estetizzante,

esordisce con le sue prime raccolte liriche, in cui lavora per

giornali facendo vita mondana, leggendo le opere di Nietszche e scrivendo

la fase superomistica,

opere, in cui inizia a lavorare per il teatro ed è eletto

la fase notturna,

deputato dell’estrema destra e della sinistra e in cui partecipa

ad imprese bellico-politiche fino a rifugiarsi presso la suntuosa villa di Gardone,

il Vittoriale, dove muore nel 1938.

IDEOLOGIA PENSIERO E OPERE 12

Per quanto riguarda la nostra tematica, analizzando le opere di D’Annunzio

donne fatali

ricorrono con ossessiva frequenza figure di e distruttrici di uomini,

indizio di quella “ginifobia” (paura della donna) che è un dato costante della

letteratura di fine secolo. In D’Annunzio c’è un continuo sfilare di donne fatali

“sintetiche”. D’Annunzio prende dal Decadentismo europeo il tema della

superiorità femminile e lo fa suo, l’uomo è debole, fragile, sottomesso, la donna

lo domina, è lussuriosa, perversa, crudele esercita sull’uomo un potere a cui lui

non può sfuggire e che lo porta inevitabilmente alla follia o alla distruzione!. La

donna è nemica, la figura forte, che come un’antagonista si oppone all’uomo

fragile, esprime quindi un conflitto profondo e viene anche paragonata ad un

mostro, una sorta di vampiro, dai tratti diabolici, un conflitto che è dato dalla

lotta tra la volontà di potenza e affermazione dell’uomo e il senso di impotenza

“Piacere”

che egli vive in questo periodo. Nel la donna fatale è rappresentata da

Elena Muti, che emana un fascino perverso e seducente, e dalla fisicità

prorompente che non possono lasciare indifferente l’uomo e anzi lo

sottomettono, vittima è Andrea Sperelli, che in lei sembrava aver trasferito

parte della sua personalità, infatti l’allontanamento da lei rompe il precedente

equilibrio, sconvolge l’eroe e lo confonde totalmente. La conseguenza è il

tentativo di Andrea di ritrovare lei in qualcun’altra, di ripetere la precedente

esperienza nel tentativo di ritrovare se stesso e la sua stabilità come era

accaduto con Maria. Infine si arriva alla sovrapposizione tra due donne, che

rappresentano anche il classico conflitto tra donna angelica e la donna

sensuale. Di fatti in un unico incontro amoroso Andrea chiama la spirituale

Maria, che ha finalmente deciso di concedersi, con il nome di Elena…. (lapsus)

finendo, quindi, con il perderle entrambe!.

Al Piacere succede una fase di stanchezza e di ripiegamento sui sentimenti e

affetti intimi chiamata fase della “bontà”, documentata da raccolte di liriche tra

Poema paradisiaco.

cui

Poi la lettura di Nietzsche (1892) imprime una svolta in senso vitalistico, eroico

e aggressivo al pensiero dannunziano. Il motivo del superuomo è infatti

interpretato dallo scrittore nel senso del diritto di pochi esseri eccezionali a

dominare le masse, ponendosi al di sopra di ogni legge morale. A livello politico,

l’artista-superuomo assume una funzione di “vate” (figura attribuita agli autori

che cercano di interpretare e guidare i sentimenti delle masse), attribuendosi il

compito di strappare la nazione alla sua mediocrità e di avviarla verso un futuro

imperialista e colonialista. Come nel caso dell’estetismo, anche il superomismo

rappresenta una reazione all’emarginazione dell’intellettuale nella società

moderna: se l’esteta si isola sdegnosamente dalla realtà, il superuomo cerca di

dominarla in nome di una superiorità fondata comunque sul culto del bello. Il

Il Trionfo della morte, Le vergini

superomismo caratterizza quattro romanzi:

delle rocce, Il fuoco, Forse che sì forse che no. Questi romanzi confermano e

Piacere.

potenziano l’impostazione psicologica e simbolica già emersa nel

Trionfo della Morte,

Nel Ippolita Sanzio è sentita dall’eroe, Giorgio Aurispa, come

la “Nemica”, che esercita su di lui un’opera distruttiva attraverso un ardore

erotico esasperato che gli succhia le forze vitali. La donna nella prospettiva del

maschio debole e “inetto”, è avvertita secondo le immagini mitiche del vampiro

e della piovra. Dinanzi a lei Giorgio prova un misterioso sgomento e un’ansietà

insostenibile, è vittima di un’ ossessione carnale che lo porta allo sfinimento.

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Le Vergini delle Rocce

Ne D’Annunzio creando una proiezione biografica, fa del

protagonista l’emblema del rifiuto radicale di tutti i gusti, le convenzioni, i valori

borghesi, di cui egli avverte ormai l’esaurimento interiore. Claudio Cantelmo è

un aristocratico, disgustato dalla mediocrità che vede attorno a sé, cosa che gli

impone ad abbandonare Roma, città devastata dai vizi, e a ritirarsi in

campagna. Il protagonista è vittima del suo stesso desiderio di diventare un dio,

è alla ricerca di una genitrice per il futuro re di Roma ed è sicuro di averla

trovata quando conosce tre vergini inquiete sorelle, figlie di un principe

borbonico e simboleggianti rispettivamente la passione sensuale (Violante), la

purezza spirituale (Massimilla), il culto dei valori familiari (Anatolia). Cantelmo

non riesce a scegliere fra le tre principesse e il romanzo si chiude nella sua

perplessità, anche se in realtà l’eroe sceglie Anatolia, quella delle tre sorelle che

ha la maestà e la forza interiore di una regina, ma questa non può seguirlo

perché legata al triste destino della sua famiglia. L’eroe soggiace quindi al

fascino della bellezza di Violante, colei che si sta uccidendo lentamente con i

profumi, incarnazione della cupa donna fatale che è immagine di non fecondità

generatrice. Il protagonista dannunziano resta sempre debole e sconfitto,

incapace di tradurre la sua aspirazione in azione. Le Vergini delle Rocce doveva

essere solo il primo romanzo di un ciclo del “giglio” e che nei due romanzi

successivi l’eroe avrebbe dovuto raggiungere le sue mete, ma questi romanzi

non furono mai scritti.

Oltre che nei romanzi, D’Annunzio progetta di affidare la summa della sua

Le Laudi

visione a sette libri di liriche dal titolo del cielo del mare della terra

degli eroi. Il primo volume, Maia è un lungo poema pervaso dallo slancio

vitalistico, dal desiderio di sperimentare ogni aspetto della realtà, ivi compresa

quella moderna e industriale, celebrata e trasfigurata nella sezione delle “città

terribili”. Dal punto di vista formale il poema utilizza il verso libero, adottato

anche nelle Laudi successive. La retorica politica caratterizza il secondo volume,

Elettra, che rievoca il glorioso passato italiano, indicandolo come modello su cui

costruire il presente e il futuro. Nel terzo libro, Alcyone, si adotta il tema lirico

della fusione panica e “dionisiaca” con la natura. Per il suo linguaggio musicale

e analogico l’opera può essere considerata tra le principali manifestazioni della

poetica simbolista-decadente in Italia. I libri successivi, Merope e Asterope sono

dedicati rispettivamente all’impresa di Libia e alla Prima guerra mondiale. Gli

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