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Sintesi

Introduzione Democrazia,tesina



Questa tesina di maturità liceo scientifico si propone di chiarire innanzitutto che cos'è la democrazia, cercando di delineare i canoni fondamentali entro i quali qualsiasi democrazia si possa riconoscere. Successivamente si propone <<una riflessione disincantata sui limiti della democrazia e un invito alla ragione critica nell'epoca del pensiero unico e del ‘‘fondamentalismo democratico’’, secondo i quali è inammissibile qualunque sistema economico e politico diverso dal nostro>>.
Perché proprio la democrazia come soggetto di questa tesina? Perché oggi più che mai la democrazia si trova minacciata da centri di potere velati dal capitale finanziario, dalle borse, dallo spread, dal mercato. Perché se nel Novecento era facile individuare il nemico, tanto che portava appresso anche un segno distintivo che noi conosciamo con il nome di svastica, oggi il nemico non si vede, sembra qualcosa di irraggiungibile, qualcosa di etereo, che nessuno ha mai visto né sentito. Ed è fondamentale che il popolo prenda consapevolezza di questa condizione di fatto: oggi la democrazia rischia di rimanere solo un'espressione formale, senza nessun risvolto sostanziale, e proprio quell' espressione che dovrebbe garantirci la libertà, ci rassicura a tal punto da renderci incapaci di constatare che siamo schiavi del giogo finanziario, ma in modo del tutto incosciente.


Collegamenti
Democrazia, tesina



Storia - Processo di Socrate, costituzione di Weimar, antifascismo, storia del terzo millennio.
Filosofia - riferimenti a Marx e Heidegger .
Politica - Canfora.
Estratto del documento

Indice

Premessa

Introduzione

Che cos’ è la democrazia?

Può la maggioranza avere torto?

Vincere le elezioni!

Lo Stato sociale è democratico!

Tra vecchi e nuovi aedi della democrazia!

… la democrazia come forma e sostanza

… un vivere democratico

… che cos’ è la politica

Conclusione

Bibliografia e sitografia

Premessa

Ho scelto come soggetto della mia breve trattazione la democrazia. E' un

tema molto vasto e la mia decisione può apparire un po' banale e poco

convinta.

La realtà invece è che mi sono appassionato della politica leggendo qualche

. In particolare il primo libro che ho letto è stato ''La natura

libro di Luciano Canfora

del potere'', un libro di per sé accattivante già dalla sua copertina color arancio con

scritte nere che catturano lo sguardo del lettore. Penso che la mia scelta fosse dettata

dall’ acceso clima politico di quel periodo di campagna elettorale per le elezioni

parlamentari e da qui il mio bisogno di saperne di più di quel grande crogiolo di sapere

che è la politica. Facevo quarta e lo presi in prestito dalla biblioteca della scuola

durante le ore di lezione di storia e filosofia come libro da leggere in un mese per poi

esporne il contenuto durante l'interrogazione. Mi ricordo che lo lessi in qualche giorno,

anche perché non è lunghissimo, è una sorta di pamphlet, e rimasi sconvolto dagli

spunti di riflessione sulla società odierna che proponeva: non fui tanto colpito dai

singoli concetti quanto dal quadro generale che la lettura mi lasciò.

Da lì in poi ho iniziato un percorso di carattere politico che mi ha portato a

vivere la cittadinanza in modo più partecipativo e consapevole. Mi piace

richiamare Kant dicendo che mi sono risvegliato dal mio sonno dogmatico.

Sono entrato a far parte del forum giovani di alba che è un organo consultivo del

comune di alba con il quale, tra le altre iniziative a scopo ludico, abbiamo iniziato un

progetto sul gioco d’ azzardo sul territorio albese che si è concluso con l’approvazione

in sede comunale di un ordine del giorno. L’ intenzione era quella di sensibilizzare la

città a questo nuovo fenomeno sociale e richiedere più rigore nell’ applicazione delle

normative.

Invece in vista delle elezioni amministrative io e un altro studente del liceo classico di

alba in qualità di “semplici cittadini” abbiamo organizzato un incontro rivolto agli

studenti nel quale abbiamo avuto modo di presentare i giovani candidati consiglieri

per il comune. Naturalmente sia io che il mio amico non facevamo parte di nessuna

lista né eravamo asserviti a nessun partito politico, la nostra è stata un'iniziativa del

tutto svincolata da qualsiasi ente o associazione. Un rappresentante per partito, i

candidati sono stati sottoposti a delle domande su tematiche locali e ideologiche ai fini

di delineare la linea politica di ciascuno di loro. Il numero di partecipanti è stato un po’

al di sotto delle nostre aspettative anche se i presenti hanno commentato in termini

positivi l'esito della giornata.

Introduzione

Questo percorso logico si propone di chiarire innanzitutto che cos' è la democrazia,

cercando di delineare i canoni fondamentali entro i quali qualsiasi democrazia si possa

riconoscere. Successivamente si propone<<una riflessione disincantata sui limiti della

democrazia e un invito alla ragione critica nell' epoca del pensiero unico e del

‘‘fondamentalismo democratico’’, secondo i quali è inammissibile qualunque sistema

economico e politico diverso dal nostro>> .

1

Perché proprio la democrazia come soggetto di questo percorso? Perché oggi più che

mai la democrazia si trova minacciata da centri di potere velati dal capitale finanziario,

dalle borse, dallo spread, dal mercato. Perché se nel Novecento era facile individuare il

nemico, tanto che portava appresso anche un segno distintivo che noi conosciamo con

il nome di svastica, oggi il nemico non si vede, sembra qualcosa di irraggiungibile,

qualcosa di etereo, che nessuno ha mai visto né sentito. Ed è fondamentale che il

popolo prenda consapevolezza di questa condizione di fatto: oggi la democrazia

rischia di rimanere solo un'espressione formale, senza nessun risvolto sostanziale, e

proprio quell' espressione che dovrebbe garantirci la libertà, ci rassicura a tal punto da

renderci incapaci di constatare che siamo schiavi del giogo finanziario, ma in modo del

tutto incosciente.

Critica della retorica democratica, Laterza, 200

1 L. Canfora,

Che cos' è la democrazia?

Sembra una domanda del tutto scontata, in realtà qualsiasi persona di fronte a questo

tipo di questione si trova in difficoltà. C' è la democrazia dell'Atene di Pericle e della

Russia dei soviet, c' è la democrazia liberale e la democrazia socialista... Per cercare di

dare una definizione minima di democrazia riprendo le parole di Norberto Bobbio, un

intellettuale di caratura internazionale che fu un militante della sinistra comunista

negli anni della piena affermazione di questo movimento politico in Italia. Egli

distingue il piano procedurale da quello contenutistico e considera solamente il primo

per delineare i caratteri specifici della ‘’democrazia minima’’:

• Definizione contenutistica: la democrazia è una società egualitaria.

• Definizione procedurale: la democrazia è un metodo attraverso il quale una

decisione viene presa a maggioranza in seguito a una discussione e una

votazione diretta o indiretta.

Quindi egli considera come essenziali tre caratteri per identificare una democrazia:

• Libero scambio di opinioni.

• Voto diretto o indiretto.

• La decisione viene ratificata a maggioranza.

In un qualsiasi centro decisionale a regime democratico, sia che si tratti di un decidere

di un condominio sia che si tratti di decidere di una legge dello stato, valgono questi

parametri. Anche se le decisioni poi vengono prese da pochi, anche da uno solo,

l'importante è che ci si attenga a queste regole.

Può la maggioranza avere torto?

Il processo contro Socrate nel 399 a.C. per un’accusa di empietà, fu in realtà un

processo per reato di opinione nel senso che si colpì nella sua persona un disturbante

critico del sistema politico e un empio negatore degli dèi e dunque delle basi etiche su

cui poggiava la vita della comunità. Fu condannato da una giuria di cinquecento

persone, sorteggiate da una lista di seimila cittadini volontari. Detto questo, nell’

Apologia, Platone pone Aristofane, insieme ad altri commediografi, nel novero degli

‘’antichi accusatori’’, cioè quelli che hanno preparato il terreno e hanno reso possibile

che l’accusa contro Socrate trovasse credito. In particolare Platone si riferisce alle

Nuvole e ad altre commedie che prendevano di mira Socrate. Con linguaggio odierno

si potrebbe dire che il teatro comico ha fortemente suggestionato l’opinione pubblica

contro Socrate svolgendo la funzione degli attuali media, che orientano a pensare in

questo o in quel modo; fatte salve, beninteso, le dovute diversità tra una società e

l’altra. Ad ogni modo, il teatro esercitava una potente funzione di orientamento politico

tanto da indurre Platone a definire la democrazia ateniese come <<teatrocrazia>>.

Sono interessanti le parole che Socrate pronuncia prima del verdetto: <<Ma voi forse

siete infastiditi meco come chi stia per assopirsi se uno lo sveglia e tirate colpi. E così,

mi condannerete a morte tranquillamente, e poi, tutto il resto della vostra vita,

seguirete a dormire, se il dio non si curi di voi mandandovi qualchedun altro in vece

mia>>.

Nel periodo fascista l’episodio di Socrate fu ripreso da più voci per ricordare la vittima

di una maggioranza che sbaglia: l’essere in molti non comporta di per sé che si abbia

la buona ragione dalla propria parte.

E’ significativo come solo 12 docenti universitari su 1213 non giurarono fedeltà al

fascismo e tra questi c’era Edoardo Ruffini che pubblicò un piccolo libro dal titolo di

Principio Maggioritario. <<La comunissima regola - così esordiva Ruffini - per cui in

una collettività debba prevalere quello che vogliono i più e non quello che vogliono i

meno, racchiude uno dei più singolari problemi che abbiano affaticato la mente

umana>>. <<Il principio maggioritario è naturale e ovvio fino a tanto che lo

si contrappone al suo assurdo inverso e cioè il principio minoritario. Ma se si

riflette quanto numerosi e vari possano essere i mezzi per dare a un gruppo

una volontà unitaria, allora diventa il più artificiale di tutti i principi>>.

<<Inoltre – conclude Ruffini – se il numero venisse a trovarsi anche dalla parte della

minoranza, come nel caso di una deliberazione presa con lieve scarto di voti,

l’argomento che ravvisa la prova della maggiore saggezza nel prevalere di una

maggioranza viene meno>>. Così per ritornare al caso di Socrate, 280 furono per la

condanna, ben 220 furono per l’assoluzione. La riflessione di Ruffini proseguiva

cercando di cogliere il nesso tra principio maggioritario e principio di uguaglianza. E

cercava un correttivo al <<mero criterio del numero>>. La proposizione,

<<bisogna obbedire ai decreti della maggioranza>>, si può integrare con

una provocazione di Tucidide che dice che la maggioranza, dopo ascoltati gli

oratori è la più capace di giudicare>>. Alla domanda tucididea sulla validità del

principio maggioritario i greci non diedero una risposta diretta, ma impostarono il

Cavalieri

problema della capacità intellettuale della moltitudine. Citando i di

Aristofane, il Coro si rivolge a Demo e gli rinfaccia, <<Tu ascolti gli oratori a bocca

aperta; anche se sei presente, il tuo spirito è assente>>, e Demo risponde<<E’ bella

posta che faccio l’idiota>>, e questo è il dilemma.

Ruffini proponeva come soluzione un accrescimento nella <<capacità di

giudicare>>, quella che oggi chiameremmo una più diffusa ed efficace educazione

politica. E se la politica è educazione come sosteneva Socrate, la controprova della

giustezza di questa intuizione è il dilagare degli odierni movimenti oscurantisti e

antiegualitari, i quali conseguono la maggioranza attraverso una vasta e capillare

diseducazione di massa resa possibile dagli strumenti di comunicazione. Nelle società

del Medio Oriente invece è forte la presa dell’oscurantismo di carattere arcaico a base

religiosa.

Per concludere, la maggioranza non è un concetto aritmetico, bensì politico e

come tale non si può considerare come valore assoluto: non può trovare in

sé la ragione della propria legittimazione.

Vincere le elezioni!

Nel mese di novembre dell’anno 2000 si è verificato l’evento forse più importante del

nuovo secolo. E’ stata imposta l’elezione a presidente degli Usa di George Bush jr.,

nonostante egli avesse perso le elezioni . A tal fine è stato impedito, attraverso un

verdetto politicamente predeterminato della Corte Suprema degli Stati uniti (l’organo

politico con il massimo potere giudiziario), il conteggio dei voti nello Stato della Florida

che se ultimato e correttamente verificato avrebbe segnato la sconfitta del candidato

Bush. Nell’ ottocento Tocqueville

fu uno dei primi a sostenere che le elezioni presidenziali americane non fossero una

procedura ‘’democratica’’. Altri hanno definito l’America come democrazia che ricalca

il modello di democrazia ateniese, cioè una democrazia dove buona parte della

popolazione è esclusa di diritto e di fatto dallo spazio politico, ad Atene i gruppi sociali

esclusi erano i meteci e gli schiavi, in Usa il fenomeno in questione prese il nome di

segregazione.

Ma come mai alle soglie del nuovo millennio questa condizione continua a persistere di

fatto, e in che modo?

Nei giornali europei delle presidenziali americane non danno mai, o quasi nascondono,

i risultati conseguiti dai contendenti politici in termini di voto; viene data solo la

percentuale. Si vuole nascondere che la maggioranza degli aventi diritto al voto non

esercita tale diritto. Il meccanismo è semplice. Il certificato elettorale non viene fatto

giungere ai singoli cittadini come accade in Europa; sono i cittadini che debbono

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