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Introduzione Crisi economica del 1929 tesina
Questa tesina di maturità descrive la grande crisi economica e finanziaria del 1929. Nella tesina vengono presi in esame anche questi argomenti: in Storia la grande crisi economica del 1929; le misure anti-crisi; brevi cenni sulla crisi attuale; differenze sostanziali fra la crisi del 1929 e quella attuale, in Scienza delle Finanze il modello keynesiano, la spesa pubblica e l'aumento della spesa pubblica, in Economia aziendale il sistema produttivo e le imprese industriali, in Geografia la localizzazione e delocalizzazione delle imprese industriali e la globalizzazione, in Matematica le configurazioni del mercato, in Francese la Grande Dépression en France et les banques, in Diritto il Governo, in Italiano Italo Svevo, la fisionomia intellettuale di Svevo, la cultura, il pensiero e tema dominante, delle riflessioni su La Coscienza di Zeno e trama.
Collegamenti
Crisi economica del 1929 tesina
Storia: La grande crisi economica del 1929.
Scienza delle Finanze: Il modello keynesiano, la spesa pubblica e l'aumento della spesa pubblica.
Economia aziendale: Il sistema produttivo e imprese industriali.
Geografia: La localizzazione e delocalizzazione delle imprese industriali, la globalizzazione.
Matematica: Le configurazioni del mercato.
Francese: La Grande Dépression en France; les banques.
Diritto: Il Governo.
Italiano: Italo Svevo, la fisionomia intellettuale di Svevo, la cultura, il pensiero e tema dominante, le riflessioni su La Coscienza di Zeno e trama.
Il modello Keynesiano
Secondo gli economisti neoclassici la libera concorrenza avrebbe portato alla piena utilizzazione di
tutte le risorse scarse disponibili, ma tale affermazione venne smentita durante la Grande
depressione a causa dell'incapacità della teoria neoclassica di spiegare in maniera coerente il
fenomeno della disoccupazione sempre più in aumento. Ciò determinò l'esigenza di elaborare una
nuova teoria coerente con la realtà di quegli anni storici.
Tale compito fu assunto da John Maynard Keynes che esaminò le cause e i rimedi di quello che
ritiene essere il principale fallimento del sistema di mercato: la sottoutilizzazione delle risorse
disponibili e in particolare della forza lavoro. Secondo Keynes la disoccupazione di massa
è il risultato di un insufficiente livello della
domanda aggregata di beni e servizi.
Per migliorare la situazione lo Stato deve
agire in modo da farla crescere e ciò si può
attenere con un'espansione della spesa
pubblica, la quale aumentando la domanda
di beni e servizi, permetterà di espandere la
produzione delle imprese e con essa il
volume dell'occupazione.
AUMENTO DELLA
SPESA PUBBLICA
AUMENTO DELLA
PRODUZIONE
AUMENTO
DELL'OCCUPAZIONE
La spesa pubblica
La spesa pubblica è l'erogazione di denaro effettuata dallo Stato e dagli enti pubblici per il
raggiungimento di fini collettivi.
I privati decidono le spese da effettuare in rapporto alle entrate, i soggetti pubblici, invece,
definiscono prima le spese da effettuare, calcolano il fabbisogno finanziario e successivamente i
modi con cui reperire le risorse per farvi fronte.
Le spese pubbliche possono essere classificate secondo diversi criteri:
Spese per acquisto di beni e servizi: effettuate per acquistare beni e servizi che lo
Stato utilizza per i suoi fini o mette a
disposizione della collettività.
Secondo il fine Spese per trasferimenti: pagamenti che lo Stato fa ad altri soggetti senza
ottenere nulla in cambio.
Spese correnti: necessarie per il funzionamento dello Stato e
si ripetono periodicamente.
Secondo l'incidenza economica Spese in conto capitale: sono quelle di investimento, si riferiscono
a più esercizi e manifestano i loro effetti
negli anni.
Spese obbligatorie: sono imposte da leggi o regolamenti.
Secondo il regime giuridico Spese discrezionali: se pur previste da leggi, spetta alla pubblica
amministrazione stabilirne l'importo.
Spese di governo: sostenute per far fronte ai compiti istituzionali dello Stato e
per servizi necessari allo sviluppo del Paese.
Secondo l'oggetto
Spese d'esercizio: .
sostenute per conseguire le entrate
Spese ordinarie: sostenute ogni anno.
Secondo il ripetersi nel tempo
Spese straordinarie: sostenute una volta tanto.
Spese produttive: sostenute per creare le infrastrutture.
Secondo gli obiettivi di
politica economica e sociale
Spese redistributive: destinate alla realizzazione di una maggiore giustizia
sociale e rappresentano i costi destinati ai meno abbienti
I diversi tipi di spesa generano effetti sia economici che sociali.
Una distinzione importante va fatta fra le spese correnti e le spese in conto capitale le quali
provocano effetti differenti:
-le spese correnti (spese per consumi) soddisfano bisogni attuali della collettività ed hanno effetti
nel breve periodo;
-le spese in conto capitale (spese per investimenti) producono effetti nel medio-lungo periodo.
Spese per Redistribuzion
trasferimenti Spese per
e settoriale e trasferimenti
alle famiglie territoriale del alle imprese
reddito
Redistribuzion Soddisfazione dei
SPESE SPESE IN
e del reddito bisogni pubblici
CORRENTI CONTO
CAPITALE Sviluppo
Stabilizzazione Spese per
Spese per la economico
dell'economia investimenti
produzione di
beni e servizi
Ogni spesa pubblica è preceduta dall'analisi costi-benefici.
Lo Stato, quando deve effettuare una spesa produttiva, valuta se tale spesa è meritevole di essere
sostenuta. Il metodo che la pubblica amministrazione usa per decidere se effettuare una spesa oppure no
è l'analisi costi-benefici. Essa deve valutare: i costi monetari e sociali e i benefici monetari e sociali.
Costi Costi
monetari sociali Benefici
monetari Benefici
sociali
Uscite della Danni o
P.A. per la perdite subite Entrate della
realizzazione dalla Vantaggi
P.A. derivanti
del progetto collettività a derivanti alla
dalla
causa del collettività
realizzazione
progetto dalla
del progetto realizzazione
del progetto
L'aumento della spesa pubblica
La spesa pubblica con il tempo ha subito degli aumenti, causati principalmente dall'incremento
demografico, dall'estensione dell'attività dello Stato, dall' urbanizzazione accentuata,
dall'aumento del numero degli anziani e dall'estensione del Welfare State.
Essa è cresciuta non solo in
termini nominali, ma anche in
termini reali.
Per misurare la crescita della
spesa si usa rapportarla alla
ricchezza prodotta nel paese,
cioè il reddito nazionale
(PIL).
Se indichiamo con G la spesa
pubblica e con PIL il prodotto
interno lordo, il rapporto per
misurare la crescita sarà G/PIL.
Economia
aziendale:
- sistema produttivo e imprese industriali.
Sistema produttivo e imprese industriali
Tra le varie cause che scatenarono la crisi economica del 1929 negli Stati Uniti, ricordiamo le più
importanti ossia: la sovrapproduzione causata dall'incontrollata quantità di domanda che proveniva
dall'Europa per far fronte ai danni subiti in guerra e la conseguente espansione industriale .
Nel campo economico possiamo definire
la produzione come l'attività umana che
mediante la combinazione di beni e di
energie, rende disponibili nuovi beni o
fornisce servizi.
La produzione può essere:
-diretta: nella quale avvengono
trasformazioni materiali e prestazioni di
servizi;
-indiretta: nella quale avvengono
trasferimenti di beni nel tempo ( processi
di conservazione) e trasferimenti di beni
nello spazio (processi di distribuzione)
Il sistema produttivo è formato prevalentemente da imprese che attraverso aziende orientate al
profitto operano nei diversi settori dell'attività economica:
-settore primario;
-settore secondario;
-settore terziario.
Con il tempo però, in tutti i Paesi economicamente più evoluti, il settore primario ha perso
progressivamente importanza a favore del settore industriale e da questo è derivata poi la crescita
del settore terziario.
Le imprese industriali occupano una posizione centrale nell'ambito del nostro sistema economico:
esse contribuiscono a dare impulso alla ricerca e all'innovazione, favoriscono lo sviluppo delle
imprese di servizi, creando direttamente o indirettamente nuova occupazione.
Le imprese industriali attuano un
processo di trasformazione o di
assemblaggio per ottenere
prodotti finiti.
Il processo di produzione tecnica
diventa un processo di
produzione economica con lo
scambio di prodotti ottenuti.
Si definisce processo di fabbricazione l' insieme di
operazioni attraverso le quali i fattori della produzione
vengono inseriti nell'attività tecnica di trasformazione
secondo determinate regole, modalità e quantità con
l'obiettivo di ottenere un prodotto.
Ci sono due diverse modalità per organizzare un processo di fabbricazione:
-accentrando le fasi e le operazioni necessarie per
produrre il bene all'interno di un'unica impresa
(produzione verticalizzata);
-decentrando alcune operazioni o alcune fasi
necessarie per produrre il bene presso diverse unità
produttive (produzione deverticalizzata o in
outsourcing).
Generalmente se la produzione è verticalizzata
l'azienda tende ad assumere grandi dimensioni;
se,viceversa, la produzione è devericalizzata il
volume degli investimenti necessari per attuare la
produzione può essere più contenuto.
Nelle imprese industriali figura:
-il soggetto giuridico: che è la persona fisica o giuridica a cui fanno capo tutti i diritti e le obbligazioni
derivanti dallo svolgimento dell'attività economica;
-il soggetto economico: che è formato dall'insieme delle persone fisiche che esprime gli interessi interni
o istituzionali. A esso spetta il governo dell'impresa, stabilisce le strategie aziendali e la destinazione
degli utili.
La classificazione delle imprese industriali
Le imprese industriali possono essere classificate secondo vari criteri.
A seconda dei fattori produttivi principalmente impiegati nel processo produttivo, possono essere
distinte in:
-imprese labour intensive: che operano attraverso aziende in cui è impiegato principalmente il
fattore umano e vi è una bassa intensità di capitale;
-imprese capital intensive: sono ad alta intensità di capitale e bassa intensità di lavoro.
A seconda di chi fornisce i materiali da trasformare si hanno:
-imprese che trasformano materiali propri: acquistati in precedenza;
-imprese che effettuano lavorazioni per conto terzi: trasformano le materie fornite dalle imprese
clienti.
A seconda delle caratteristiche del flusso produttivo si hanno:
-imprese con produzioni job-shop: realizzano un numero limitato di prodotti conformi a
specifiche caratteristiche definite dal cliente;
-imprese con produzioni a lotti: realizzano prodotti in serie, ossia sono tutti uguali e per quantità
prestabilite;
-imprese con produzioni in linea: realizzano elevati volumi di produzioni di varietà piuttosto
contenuta;
-imprese con produzioni di processo: sono imprese che realizzano ingenti volumi di prodotti
fortemente standardizzati.
A seconda della destinazione immediata della produzione effettuata si hanno:
-imprese che effettuano lavorazioni su commessa: i prodotti ottenuti sono immediatamente
consegnati al cliente che li ha ordinati;
-imprese che effettuano lavorazioni per il mercato: tali imprese producono sulla base della
presunta domanda di mercato;
-imprese che effettuano sia lavorazioni su commessa sia produzioni per il mercato.
A seconda del numero dei prodotti ottenuti si hanno:
-imprese monoprodotto: che realizzano un solo tipo di prodotto;
-imprese multiprodotto: che realizzano più tipi di prodotto, ognuno con un proprio processo di
trasformazione;
-imprese a produzione congiunta: che realizzano più tipi di prodotti mediante un unico processo
di lavorazione.
A seconda delle dimensioni le imprese industriali possono essere classificate in piccole, medie e
grandi.
Il concetto di dimensione non è univoco; pertanto si può fare riferimento a parametri sia si tipo
quantitativo che di tipo qualitativo.
Dal punto di vista quantitativo è possibile distinguere le dimensioni delle imprese in base:
all'ammontare dei capitali investiti, il numero dei lavoratori dipendenti, al giro d'affare, al
volume della produzione ottenuta in un anno, ecc.
Dal punto di vista qualitativo è possibile distinguere le dimensioni delle imprese in base: al grado
di autonomia decisionale, alla struttura organizzativa utilizzata, ecc.
Geografia:
- localizzazione e delocalizzazione delle imprese industriali;
-la globalizzazione.
Localizzazione e delocalizzazione delle imprese
industriali La localizzazione delle imprese non è stabilita
casualmente, ma tenendo conto di un insieme di
fattori che rendono opportuna la scelta di un
territorio piuttosto che un altro.
Solitamente condizionamenti personali o familiari
influenzano la posizione delle imprese di piccole
dimensioni a carattere artigianale, mentre le
imprese di medio-grandi dimensioni devono tener
conto non soltanto dei vincoli tecnici (come per esempio le industrie estrattive, la cui localizzazione è
condizionata dalla presenza di specifici giacimenti nel sottosuolo) ma anche:
- delle caratteristiche geografiche del territorio;
- dall' esistenza di infrastrutture come strade, aeroporti, ferrovie, reti di comunicazione telefoniche;
- dall'esistenza di strutture sociali come scuole e ospedali;
Ma, in realtà, nella localizzazione di un impresa, primo fra tutti è considerato la presenza di
manodopera specializzata e il livello del costo del lavoro.
Il basso costo della manodopera nei Paesi del sud-est asiatico, del Nord Africa e dell'Est europeo ha
portato alla delocalizzazione di molte attività industriali, che vi vengono trasferite dal Nord
America e dagli Stati membri dell'Unione Europea.
Sul piano tecnico la delocalizzazione produttiva può attuarsi attraverso: