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Sintesi

Introduzione Dalla crisi del 1929 a quella del 2008, tesina



Questa tesina descrive le crisi economiche, con particolare accenno alla crisi del 1929 e alla crisi del 2008. La tesina permette i seguenti collegamenti: in Italiano Italo Svevo ed il romanzo della crisi, in Storia la crisi del '29: dagli USA al mondo, in Inglese The great crash and Britain since 1930s, in Diritto la Corte costituzionale, in Scienze delle Finanze Finanza neutrale e Finanza funzionale: il ruolo dello Stato in economia, in Geografia gli indici borsistici, in Matematica la ricerca operativa e in Economia aziendale il sistema di pianificazione e controllo + grafico di redditività.

Collegamenti


Dalla crisi del 1929 a quella del 2008, tesina



Italiano - Italo Svevo ed il romanzo della crisi.
Storia - La crisi del '29: dagli USA al mondo.
Inglese - The great crash and Britain since 1930s.
Diritto - Corte costituzionale.
Scienze delle Finanze - Finanza neutrale e Finanza funzionale: il ruolo dello Stato in economia.
Geografia - Gli indici borsistici.
Matematica - La ricerca operativa.
Economia aziendale - Il sistema di pianificazione e controllo + grafico di redditività.
Estratto del documento

media, generando una massa di disperati ridotti alla fame; Ai !

“ruggenti” anni Venti seguiva così un decennio di “grande !

depressione”.

La catastrofe economica degli Stati Uniti si propagò dando inizio a

una crisi mondiale. In Europa ci fu infatti una brusca frenata della

produzione e l’aumento della disoccupazione, ma il crack di Wall

Street ebbe conseguenze particolarmente catastrofiche in

Germania, la cui economia era dipendente da quella statunitense e

in Gran Bretagna che ebbe una flessione della produzione del 30%

in soli due anni.

La crisi si fece sentire anche in Italia danneggiando pesantemente

gli agricoltori, che videro crollare i prezzi dei loro prodotti;

Altrettanto critica era la situazione del settore industriale che causò

il progressivo aumento della disoccupazione.

Il 1929 non fu comunque un anno disastroso per tutti, alcuni

industriali approfittando della politica protezionistica del governo

fascista e dai bassi salari riuscirono ad accaparrarsi ampi mercati.

Negli Stati Uniti la reazione alla crisi si ebbe con Franklin Delano

Roosevelt che elaborò un piano chiamato New Deal (Nuovo

Corso) in base al quale si abbandonò la concezione di stato come

realtà staccata dal mondo della produzione.

Roosevelt era convinto di porre dei limiti all’eccessiva libertà

concessa dai governi liberisti, sfociata poi nella crisi del ’29, in New

Deal si avvicinava quindi a un’ “economia guidata” basata su un

energico intervento dello stato.

Roosevelt sosteneva che un’ inflazione controllata avrebbe

garantito maggiori risultati poiché una maggiore quantità di moneta

avrebbe favorito l’incremento degli investimenti. !

Basandosi su questo presupposto operò a livello di politica

monetaria: svalutando il dollaro del 40%, rialzando i prezzi,

immettendo cartamoneta e introducendo il controllo dello stato

sul sistema bancario, sulle Borse e sul mercato azionario.

Roosevelt intervenne anche sulla politica sociale con la difesa dei

salari minimi, dei contratti di lavoro e la presenza dei sindacati nelle

aziende; Egli realizzò anche una serie di lavori pubblici per

risollevare aziende in crisi con capitali statali e combattere la

disoccupazione, nel 1933 varò anche un piano di aiuti

all’agricoltura.

Roosevelt si procurò i mezzi finanziari necessari attraverso una

rigida politica fiscale verso i ceti più abbienti, riuscì quindi a

condurre con risultati positivi la battaglia in favore di un intervento

del potere pubblico negli affari privati.

La “grande depressione” poteva considerarsi superata intorno al

1936, anno in cui Roosevelt fu eletto per la seconda volta e poté

procedere al consolidamento della propria azione di governo

sostenuto da John Maynard Keynes.!

Malgrado la profonda azione di Roosvelt, alla fine degli anni Trenta

gli Stati Uniti non erano tornati ai livelli precedenti al crollo di Wall

Street, l’impulso decisivo si avrà soltanto dalle commesse militari,

con lo scoppio della seconda guerra mondiale.

La crisi economica del 2008 ha avviato molte riflessioni sulle

analogie con quanto accaduto nel 1929, innanzitutto c’è la lunga

espansione finanziaria che ha preceduto la crisi in entrambi i casi,

inoltre ai giorni nostri, così come negli anni Venti sono stati creati

molti strumenti finanziari nuovi e diretti alla speculazione

mentre il controllo da parte della autorità pubbliche era scarso

o assente.

In entrambi i casi si è assistito a un calo o addirittura a un blocco

della produzione, causato da una riduzione della domanda e,

naturalmente, l’altro dato comune è l’aumento dei tassi di

disoccupazione.

Un’altra similitudine è che gli anni precedenti le entrambe crisi,

sono stati caratterizzati da una forte concentrazione della ricchezza,

aumentando le distanze sociali, così come è comune alle due crisi

lo sfondo culturale di stampo liberista, dato che sia nel 1929 che

nel 2008, è stata fortissima l’idea che lo stato non dovesse

intervenire nella sfera economica.!

IL ROMANZO DELLA CRISI

Una nuova voce per il disagio dell’uomo contemporaneo

Negli ultimi anni dell’800 l’ottimismo positivista entrò in crisi a causa

della nascita delle nuove teorie scientifiche di Nietzsche, Freud,

Bergson e Einstein. Il decadentismo estetizzante opponeva

all’oggettività del romanzo naturalista, l’eccezionalità del singolo

individuo spinto dal desiderio di soddisfare le proprie aspirazioni.

Questa figura prese varie forme (l’ esteta, il dandy, il superuomo)

che erano espressione di un disagio esistenziale, al quale diedero

voce alcuni narratori importanti del primo ‘900 contribuendo alla

nascita del romanzo europeo detto romanzo della crisi.

Le caratteristiche più significative di questa nuova narrativa sono:

- La concentrazione su un solo personaggio visto in chiave

antieroica

- La rinuncia delle descrizioni dettagliate degli ambienti sociali

- Un tempo del racconto fortemente deformato

- Un intreccio debole

- L’uso frequente del narratore in prima persona

"

I principali autori del romanzo della crisi

"

I sintomi della crisi del romanzo realista risultano evidenti fin dagli

ultimi anni dell’Ottocento nei grandi romanzi del britannico Joseph

Conrad oppure nella narrativa tedesca di Thomas Mann, In Italia

invece le esperienze più innovative sul piano narrativo sono quelle

di Luigi Pirandello (nelle cui opere nascono l’alienazione,

l’incomunicabilità e la solitudine dell’uomo) e di Italo Svevo.

Italo Svevo nasce a Trieste da padre di origine austriaca e madre

italiana, è stato quindi influenzato sia dalla cultura italiana che da

quella tedesca, il suo vero nome è Ettore Schmitz, (mentre il suo

pseudonimo indica proprio l’appartenenza ai 2 paesi)."

L’origine è fondamentale per capire gli influssi che la cultura

europea ha avuto su di lui, sa parlare sia italiano che tedesco ma

conosce anche altre lingue."

E’ proprietario di una piccola industria, quando torna dopo essere

stato al college, l’industria fallisce e lui è costretto a lavorare in una

filiale bancaria scrivendo alcuni articoli su giornali, ma la sua

passione è sempre scrivere romanzi.

Sarà molto influenzato dalle teorie Marksiste e dalle teorie di

Darwin, nel 1899 Italo Svevo diventa il direttore della fabbrica del

suocero, si troverà spesso a viaggiare, ed in uno di questi viaggi

incontrerà James Joyce al quale farà leggere la Coscienza di Zeno,

Montale farà un bella recensione di questo testo che finirà per

diventare importante.

Svevo anche se inizialmente scettico verso la psicoanalisi, la

approfondirà. vorrebbe scrivere il continuo della Coscienza di Zeno

(Il vegliardo), ma morirà in un incidente stradale.

Tra le sue maggiori opere troviamo Una Vita nella quale Svevo

narra la vicenda di un giovane che dalla campagna va in città per

lavorare nella banca del signor Maller, ma non riesce ad adattarsi

alla ripetitiva vita impiegatizia e nutre anche un forte sentimento di

superiorità intellettuale verso i colleghi quindi si immerge nella

passione letteraria, che lo accomuna a Annetta, figlia del suo

principale. I due iniziano a frequentarsi ma la loro differente

condizione sociale rende la relazione difficile, quando Annetta

voleva rivelare tutto al padre il giovane progetta di andare nel suo

paese natale, la domestica gli consiglia di non partire ma lui si

convince eroicamente di voler rinunciare comunque a Annetta;

quando torna a casa trova sua madre gravemente malata, che

assisterà fino alla morte.

Al suo rientro in città Annetta si era sposata con il cugino Macario

ed era stato declassato agli uffici di contabilità, chiede un colloquio

ad Annetta ma lì si presenterà il fratello di lei, il quale lo sfida a

duello, lui convinto di uscirne sconfitto e di non poter riconquistare

né l’amore di Annetta e né la stima dei colleghi, si suicida.

In questo romanzo si avverte l’influsso del romanzo realista e

naturalista francese, inoltre troviamo la figura dell’inetto, cioè di un

perdente incapace di cogliere le occasioni che la vita gli offre.

Un’altra importante opera di Svevo è Senilità, anche questo

sembra avere spunti autobiografici, il romanzo racconta di Emilio,

un impiegato con la passione della letteratura che vive con sua

sorella Amalia e che guarderà sempre con invidia allo scultore Balli,

uomo brillante e di successo con le donne; Emilio si innamorerà di

Angiolina e si abbandonerà al fascino di lei , ma una volta deciso a

lasciarla definitivamente, scopre che sua sorella Amalia si è

innamorata di Balli. Quest’ultima iniziò ad abusare dell’etere, ed

Emilio dopo un nuovo incontro con Angiolina, rompe il rapporto

violentemente. Intossicata dall’etere, Amalia, muore assistita dal

fratello. Emilio riprende la sua vita ma confonde nella sua mente il

ricordo della sorella con quello dell’amata, scaturendone un

supremo autoinganno, un’immagine della sua fantasia: una donna

giovane e bella come Angiolina ma buona e mite come la sorella

Amalia. "

In questo romanzo l’attenzione dell’autore si concentra sullo scavo

psicologico dei personaggi e sull’analisi dei complessi rapporti

creatosi. Anche in questo romanzo è presente la figura dell’inetto

incapace di vivere e la narrazione si affida a una voce narrante che

si esprime in terza persona.

Ma la sua opera più importante fu La coscienza di Zeno, scritta in

un periodo di forte ispirazione e grazie all’incoraggiamento di

Joyce.

Per scrivere questa opera Svevo si accostò molto alla psicoanalisi

di Freud, infatti sono riconducibili a lui alcune teorie come:

l’interpretazione dei sogni, il fenomeno della rimozione e

dell’innocentizzazione, il complesso di Edipo e il meccanismo

dell’atto mancato.

In questo romanzo il protagonista, per liberarsi da una nevrosi si

sottopone alle cure del dottor S., il quale come terapia gli propone

di scrivere la propria autobiografia, che Zeno non stende in ordine

cronologico.

Nella prefazione il dottor S. dichiara di voler pubblicare le memorie

di Zeno per vendicarsi del suo sottrarsi alla cura.

Nel preambolo Zeno spiega le difficoltà nel recuperare la memoria,

nei capitoli successivi racconta i ricordi che sono affiorati alla sua

coscienza:

-‘Il fumo’ Zeno analizza l’incorreggibile vizio del fumo, dato il suo

proposito, mai realizzato, di smettere.

-‘La morte di mio padre’ Zeno traccia un ritratto del padre per il

quale prova odio

-‘La storia del mio matrimonio’ Zeno racconta del suo matrimonio

con Augusta pur essendo innamorato della sorella Ada

-‘La moglie e l’amante’ Zeno tradisce la moglie, ed è tormentato

da un rimorso del quale non si libererà mai

-‘Storia di un’associazione commerciale’ Zeno salva l’impresa di

suo cognato Guido che muore suicida, e restituisce la tranquillità

finanziaria alla moglie Ada che capirà dell odio che provava Zeno

verso Guido

-‘Psico-analisi’ questo capitolo chiude la cornice della Prefazione,

Zeno dopo mesi di cura psicanalitica, si sente peggio di prima, il

dottor S. gli diagnostica il complesso di Edipo ma lui è scettico e

sospende la terapia, si mette in affari, e dopo brillanti successi

crede di essere sano, cosa non vera in realtà.

L’opera finisce con l’apocalittica visione per opera di un uomo che

farà esplodere un potente ordigno.

A differenza dei due romanzi precedenti La coscienza di Zeno è

scritto in prima persona il narratore non è onnisciente anzi è

inattendibile, a causa delle tante bugie accumulate nelle memorie

del paziente. In realtà non si tratterà di menzogne ma di alibi o

tentativi di autogiustificazione.

La narrazione è anche caratterizzata da una sottile ironia verso il

suo passato, riducendo l’importanza delle azioni e costruendo la

sua innocentizzazione. !

LA CRISI DEL ’29: dagli USA al mondo

!

Il mondo produttivo statunitense si rese protagonista tra il 1925 e il

1929 di una gara alla produzione agricola e industriale che

coinvolse anche le banche e finì per creare un giro di prestiti e

speculazioni di enormi dimensioni.

Le banche indussero sempre più le imprese a impiegare i crediti in

speculazioni finanziarie, così come fecero anche i piccoli

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