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Introduzione Criminologia - Tesina
La criminologia è la disciplina, a mio parere, più affascinante, intrigante e completa che esista, per cui ho deciso di affrontarla nella mia tesina di maturità. Viene definita come la scienza che studia i reati, gli autori, le vittime, le condotte, le reazioni sociali, le forme di controllo e di prevenzione.
Non esiste un’unica causa alla base dell’agire criminoso, ma una costellazione variabile di cause, da valutare caso per caso, all’interno del contesto sociale in cui si è manifestato il reato.
Non pensiamo alla vittima solo di omicidi o violenze sessuali; contesti particolari di vittimizzazione si hanno anche negli incidenti stradali, nel contesto scolastico (Bullismo), nel contesto lavorativo (Mobbing), nel contesto affettivo (Stalking).
Nella tesina mostro come la mente umana è un “luogo” ignoto e per capire ciò che spinge gli esseri umani a commettere atti criminali, esistono dei veri e propri studiosi che si occupano di tracciare “profili psicologici” dei possibili autori dei vari reati, attraverso la comparazione e l’incrocio degli elementi rinvenuti sulla scena del crimine (in caso di omicidi) e le caratteristiche psico-relazionali dell’autore, oltre a studiare la vittimologia. Per secoli l’essere umano ha avuto il privilegio di tracciare la strada della scoperta dell’innovazione, ad oggi sono numerosi i contributi offerti dalla scienza e dalle nuove tecnologie, pensiamo solo alla scoperta delle impronte digitali e, molto più recentemente, all’analisi del DNA e delle macchie di sangue.
Collegamenti
Criminologia - Tesina
Italiano: Cesare Lombroso.
Storia: Gino Girolimoni.
INDICE
Introduzione
Cesare Lombroso “L’uomo delinquente”
Criminal profiling - personalità e comportamento del criminale
Serial killer… chi sono?
Gino Girolimoni, il “mostro” innocente
Scienze forensi
Realtà e fiction
Bibliografia
La criminologia è la disciplina, a mio parere, più affascinante, intrigante e completa che esista. Viene
definita come la scienza che studia i reati, gli autori, le vittime, le condotte, le reazioni sociali, le forme
di controllo e di prevenzione.
Non esiste un’unica causa alla base dell’agire criminoso, ma una costellazione variabile di cause, da
valutare caso per caso, all’interno del contesto sociale in cui si è manifestato il reato.
Non pensiamo alla vittima solo di omicidi o violenze sessuali; contesti particolari di vittimizzazione si
hanno anche negli incidenti stradali, nel contesto scolastico (Bullismo), nel contesto lavorativo
(Mobbing), nel contesto affettivo (Stalking).
La mente umana è un “luogo” ignoto e per capire ciò che spinge gli esseri umani a commettere atti
criminali, esistono dei veri e propri studiosi che si occupano di tracciare “profili psicologici” dei
possibili autori dei vari reati, attraverso la comparazione e l’incrocio degli elementi rinvenuti sulla
scena del crimine (in caso di omicidi) e le caratteristiche psico-relazionali dell’autore, oltre a studiare
la vittimologia.
Per secoli l’essere umano ha avuto il privilegio di tracciare la strada della scoperta dell’innovazione, ad
oggi sono numerosi i contributi offerti dalla scienza e dalle nuove tecnologie, pensiamo solo alla
scoperta delle impronte digitali e, molto più recentemente, all’analisi del DNA e delle macchie di
sangue.
Se fossimo vissuti verso la fine del 1800 ci saremmo dovuti seriamente preoccupare
delle nostre fattezze, dato il pericolo di essere etichettati come “delinquenti”: la
forma del viso, la linea della bocca, lo sguardo, l’attaccatura dei capelli, ogni tratto
fisico poteva farci identificare come dei criminali incalliti, questo era il con-
vincimento di gran parte di psicologi e psichiatri sulla base degli studi di Cesare
Lombroso.
Cesare Lombroso è stato un medico, antropologo e criminologo ed è stato uno dei
pionieri degli studi sulla criminalità. Le sue teorie di basavano sul concetto di
criminale per nascita, la violenza e i comportamenti criminali sarebbero dovuti ad
una serie di condizioni anatomiche ereditate dal passato, dai primati inferiori, per
cui la criminalità rappresenta un comportamento naturale.
“L’uomo delinquente” è un libro in cui Lombroso sottolinea i rapporti tra le
anomalie fisiche e la delinquenza; esisterebbero perciò tre tipi di delinquenti:
quello epilettico, quello folle e quello “nato”. Tutti questi individui potrebbero
essere riconosciuti attraverso alcune caratteristiche anatomiche, soprattutto dal
viso e dal cranio. I più fra i delinquenti nati hanno orecchie ad ansa, capelli
abbondanti, scarsa barba, bozze frontali spiccate, mandibola enorme, mento
quadro e sporgente, zigomi allargati e gesticolazione frequente.
Dopo alcuni studi da cui risulta che in un quartiere o in un insieme di quartieri
con condizioni sociali ed economiche simili, le persone hanno una alto grado di
somiglianza, soprattutto comportamentale, la domanda che viene spontaneo porsi
è se siano tutti imparentati tra loro.
La scienza attuale ha confermato che non esistono tendenze criminali tramandabili
geneticamente, perciò se in un gruppo di delinquenti esistono delle somiglianze
fisiognomiche e di comportamento è perché quei soggetti spesso provengono da
comunità molto ristrette, nelle quali condizioni ambientali particolari predis-
pongono alla malavita.
Resta tuttavia ancora da chiarire il perché quei soggetti abbiano spesso molti punti
in comune anche dal punto di vista fisionomico. Alcuni studiosi lo ascrivono come
al sempre più frequente mescolarsi dei popoli per le guerre, le migrazioni, il
commercio e la navigazioni, che tende a renderli “sempre più uguali tra loro”. Un
po’ quello che accade continuamente nel mondo riguardo al linguaggio, al modo
di muoversi e alle abitudini sia buone che cattive.
Gli studi di Cesare Lombroso però hanno lasciato un segno nell’immaginario
collettivo: molti attori hanno fatto grandi fortune per i loro lineamenti considerati
tra quelli dei peggiori delinquenti.
Negli ultimi anni, il pubblico americano, e non solo, ha mostrato un crescente
interesse per la disciplina detta criminal profiling, che si basa su studi medici,
conoscenze cliniche e metodi scientifici, al fine di tracciare il profilo psicologico
dell'autore per facilitarne l’identificazione.
Questo è stato un interesse da cui i media sono riusciti a trarre profitto grazie a
numerosi film e numerose fiction. Da quello che ci viene presentato in televisione,
sebbene i professionisti del profiling abbiano una formazione accademica e
un’esperienza nelle forze dell’ordine, i loro metodi si basano principalmente sulla
conoscenza intuitiva e su occasionali folgorazioni psicologiche.
Tuttavia, la sua spettacolarizzazione ne ha stravolto il vero significato, costruendo
nell’immaginario popolare una visione distante dalla realtà, in cui il profiler riesce
sempre ad avere la meglio sul criminale, spesso mettendo in secondo piano i metodi
investigativi tradizionali. Gli stessi esperti che praticano il profiling, ammettono
che questa attività non può valere e né essere applicata senza l’apporto degli
elementi forniti dalla normale investigazione criminale. Nella realtà, soltanto dopo
avere effettuato le indagini più comuni, sulla base obiettiva dei reperti, può essere
lecito e utile delineare il profilo e le motivazioni personali del colpevole.
Il “criminal profiling” si può definire come la tecnica di analisi sugli schemi di
comportamento durante l’esecuzione di un crimine o di una serie di crimini da
parte di un autore non noto. L’FBI è stata la prima forza di polizia ad adottare questo
metodo nei reati di particolare efferatezza, specie se con caratteristiche di serialità.
Nel 1978 l’FBI fondò una speciale Unità investigativa la Behavioural Science Unit
con un programma di sviluppo e analisi denominato Psychological Profiling
Program, una metodologia sulla comparazione degli elementi prodotti da due
attività investigative distinte: la ricostruzione della scena del crimine e
l’elaborazione del profilo criminologico del sospetto.
Il metodo elaborato dall’FBI si basa essenzialmente sul presupposto che, analizza
minuziosamente la scena del crimine in base alle sue caratteristiche, ad esempio
quelle di omicidio a sfondo sessuale può essere classificato secondo due tipologie:
come “organizzato” o “disorganizzato”.
Gli estesi studi condotti dall’FBI sono stati raccolti in un’opera ormai divenuta un
testo classico di riferimento, il Crime Classification Manual.
Tramite il profiling si individua il comportamento che riflette la personalità
dell'autore durante l'esecuzione di un crimine, e di conseguenza rifletterà le sue
caratteristiche personali e psicologiche, ciò permette di risalire all’autore
sconosciuto di uno o più reati. Inoltre nel caso di aggressioni seriali si presume una
certa consistenza nel tempo del comportamento del criminale.
L'analisi del tipo di crimine, della scena del crimine, della tipologia della vittima e
del modus operandi permettono di inferire le caratteristiche di personalità e socio-
demografiche di chi ha commesso il reato e paragonando le informazioni
comportamentali desunte dalla scena del crimine con le modalità d'azione
attribuite a criminali già identificati ed arrestati, si può, per analogia, acquisire
ulteriori informazioni sul sospetto sconosciuto. Il profiling consente di ridurre
gradualmente il numero dei sospetti da “praticamente chiunque” ad un ristretto
numero di individui connotati da particolari caratteri e comportamenti.
Secondo una definizione condivisa, i serial killer sono gli assassini che compiono
più di tre omicidi.
Si tratta in genere di persone psichicamente instabili, con storie personali di traumi
infantili o adolescenziali, genitori alcolisti, violenti o assenti, spesso vittime di
maltrattamenti e violenze, anche di carattere sessuale. Per il 90% i serial killer sono
di sesso maschile con un forte coinvolgimento fisico nel compimento dei delitti,
mentre le donne serial utilizzano metodi fisicamente meno violenti, come
l’avvelenamento.
Il termine serial killer è piuttosto recente, ma il fenomeno è risalente nel tempo: gli
assassini seriali ci sono sempre stati, anche se l'omicidio seriale non veniva
riconosciuto e definito come tale ed anche se può sembrare un fenomeno dei nostri
tempi visto che, oggi, se ne sente parlare così di frequente. Certamente gli
imperatori Nerone e Caligola erano degli assassini seriali in piena regola:
uccidevano per il solo gusto di sperimentare nuove emozioni, quando erano
annoiati dalla monotonia della vita quotidiana.
Un altro dei serial killer più conosciuti della storia è il così detto Jack lo squartatore,
un assassino tutt’ora sconosciuto, che ha brutalmente “squartato” e ucciso diverse
persone a Londra, precisamente nel quartiere di Whitechapel e dintorni, nell’ormai
lontano 1888.
Da una lettera scritta proprio dall’assassino le vittime certe sarebbero almeno
cinque, ma secondo alcuni studiosi il numero potrebbe oscillare tra le quattro e le
sedici. Tutte le vittime erano accomunate dalla loro professione: egli uccideva
soltanto prostitute.
Oggi gli investigatori dispongono di data-base, di informazioni, di classificazioni,
di intercettazioni, di potenti strumenti di comunicazione per paragonare tra loro
omicidi avvenuti anche in Paesi distanti.
Gli Stati Uniti da cui proviene il 55% dei serial killer, sono lo stato più interessato
dal fenomeno, e dagli agenti dell’FBI che si occupano di questi casi risultano dai
trentacinque ai cento ancora attivi. « 25 Set. 1888.
Caro Direttore,
sento spesso dire che la polizia mi ha catturato, ma
non mi fermeranno ancora. Ho riso assai quando si
mostrano così abili e dicono di essere sulla pista
giusta. Quella barzelletta sul Grembiule di Cuoio mi
ha veramente divertito. Mi sono fissato con le
prostitute e non smetterò di squartarle finché non
sarò preso. L'ultima volta è stato proprio un
magnifico lavoro. Non ho dato alla signora neanche
il tempo di strillare. Come possono prendermi ora.
Amo il mio lavoro e voglio ricominciare di nuovo.
Presto sentirete ancora parlare di me e dei miei
divertenti giochetti. Ho conservato un po' della
sostanza rossa dall'ultimo lavoro in una bottiglia di
birra per scrivere, ma è diventata dura come colla e
non posso usarla. L'inchiostro rosso va bene lo
stesso spero ah. ah. Al prossimo lavoro strapperò le
orecchie della signora e le manderò alla
polizia, giusto per scherzo, già. Non diffondete
questa lettera finché non avrò fatto un altro po' di
lavoro, poi pubblicatela. Il mio coltello
è così bello e affilato che mi viene voglia di
rimettermi al lavoro subito se ne ho la possibilità.
Buona fortuna.
Sinceramente vostro
Jack lo Squartatore
Non vi dispiacerà che mi dia un nome d'arte
P.S. Non sono stato abbastanza bravo da spedire
questa prima di sporcarmi tutte le mani di
inchiostro rosso, maledizione. Non sono fortunato.
Adesso dicono che sono un dottore. ah. ah. »
.Lettera di Jack lo squartatore
Tutto era cominciato nella Roma degli anni Venti, per la precisione il 4 giugno
1924. In via del Gonfalone, una traversa di via Giulia, la piccola Bianca Carlieri
transita nella strada, accompagnata per mano da un signore vestito di grigio.
A qualche amichetta che le chiede dove sta andando, Bianca risponde che sta con
suo zio che le comprerà delle caramelle.
Le ore passano e della piccola non si hanno più tracce. La mamma si dispera e con
lei tutti i familiari impegnati nelle infruttuose ricerche: il corpo della piccola verrà
rinvenuto la mattina successiva nei pressi della basilica di San Paolo: è stata
violentata e poi strangolata.