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Sintesi
Tesina multidisciplinare con argomento il consumismo e lo sviluppo tecnologico postbellico.
Storia: I 30 anni gloriosi
Filosofia: La scuola di Francoforte
Arte: La Pop-Art
Italiano: Italo Calvino - Marcovaldo
Estratto del documento

ma anche una sorta di alienazione, in cui la libertà è un concetto solo

apparente.

Ho scelto questo argomento prima di tutto in quanto sono appassionata di

informatica e di tecnologia, e in secondo luogo perché ho ascoltato un

discorso di presentazione sulla storia dell’informatica, a partire dal

dopoguerra, da parte di un professore universitario, che mi ha spinto ad

approfondire l’argomento e a cercare i risvolti sociali del progresso.

Ha origine da

Consumismo Sviluppo economico

“I trent’anni gloriosi”

Richiede Nuove modalità di

espressione, in quanto il

pubblico è più ampio

Nascita della pop-art

Genera Critiche letterarie e

filosofiche

La scuola di Francoforte Italo Calvino

“Marcovaldo” 4

•Storia: I trent’anni gloriosi.

Al termine della seconda guerra mondiale, le potenze vincitrici, in

particolare USA e URSS, si spartirono il dominio in Europa, dividendo

letteralmente in due parti il continente, non solo dal punto di vista

territoriale, ma soprattutto da quello ideologico, in quanto da una

parte si può assistere

all’affermazione del

comunismo (nei paesi dell’est

Europa), e dall’altra alla

diffusione del capitalismo

borghese americano.

Diversa è anche la visione che

queste due superpotenze

ebbero nei confronti dei paesi

in cui portano la loro influenza;

gli Stati uniti miravano

maggiormente a una

collaborazione economica e

militare, tanto che nel 1949,

con la firma del Patto Atlantico,

(North

fu fondata la NATO

Figura 1: I due blocchi ideologici in Europa Athlantic Treaty Organization),

un’alleanza militare che ebbe la sua controparte sovietica nel Patto di

Varsavia, siglato dai paesi retti da regime comunista nel 1955; mentre

l’Unione Sovietica organizzò un controllo totale sui paesi sottomessi,

definendoli “stati satellite” e dotati di una “sovranità limitata” ovvero

di un’indipendenza politica limitata allo scopo di favorire tutti i

membri del cosiddetto blocco comunista.

Il problema più oneroso che accomunò le due superpotenze dopo il

tramonto del secondo conflitto mondiale, fu sicuramente quello

dell’economia Europea, che si trovava in un periodo di crisi anche 5

perché buona parte delle industrie erano andate distrutte dai

bombardamenti, quindi l’obbiettivo principale era quello di ricostruire

e di finanziare le aziende in modo da rimettere in moto il sistema

commerciale. Allora, sotto la presidenza di Harry Truman negli Stati

European

Uniti, venne organizzato nel 1948 un piano di aiuti, l’ERP (

Recovery Program), meglio noto come piano Marshall, dal nome del

generale Marshall, segretario di stato americano. Anche in questo

provvedimento si può leggere tra le righe l’anticomunismo degli USA,

in quanto, come lo stesso generale disse nei confronti dell’Italia (le

cui elezioni politiche erano previste nello stesso anno del

provvedimento), nel caso in cui al governo fosse salito un partito di

sinistra, il piano d’aiuti cessava per il beneficiario.

Il metodo utilizzato fu quello del “prestito condizionato”, ovvero,

l’elargizione del denaro richiedeva come condizione che il paese

acquistasse in America i prodotti necessari; ovviamente questo

mirava a mantenere alto lo straordinario livello di produzione

raggiunto degli Stati Uniti e favorire il commercio solo tra paesi in cui

vigeva un’economia strettamente capitalista.

Negli stessi anni il progresso tecnologico cominciava ad esplorare

nuovi campi, come l’informatica, l’industria aerospaziale e anche

l’industria tradizionale conosceva un nuovo miglioramento nel campo

produttivo e nelle condizioni dei lavoratori; il mondo era ufficialmente

entrato nella terza rivoluzione industriale. Tutto ciò, unito alla

rinascita economica europea, portò ad un vero e proprio “boom

economico” che ebbe i suoi esiti migliori paradossalmente nei tre

paesi usciti sconfitti dalla seconda guerra mondiale, ovvero Italia,

Germania federale e Giappone. Le basi di questo grandioso sviluppo

sono sicuramente individuabili proprio nel piano Marshall, ma anche

(Fondo Monetario

nell’istituzione nel 1944 a Bretton Woods del FMI

Internazionale), che di fatto impediva il ripetersi di una crisi

economica del calibro di quella degli anni Venti, fissando il tasso di

cambio ad un massimo dell’1% e organizzando un sistema di prestiti

ai paesi in difficoltà, e anche in una maggiore liberalizzazione del

(General Agreement on Tariffs

commercio dettata dal GATT del 1948

and Trade). Inoltre nel 1961 le potenze dotate di un’economia di

(Organizzazione per la

mercato si associarono nell’OCSE

Cooperazione e lo Sviluppo Economico). A tutto ciò si unirono anche

motivi sociali, come l’aumento demografico, la crescita della

domanda di beni di consumo, la crescita degli investimenti e la 6

presenza sul mercato di materie prime di alta qualità proveniente dai

paesi del terzo mondo, in cui i prezzi erano molto vantaggiosi. In

sostanza i passi più importanti per favorire lo sviluppo economico

sono stati compiuti dalle varie politiche nazionali, il cui scopo era

quello di raggiungere il “Welfare state” ovvero “stato di benessere”

termine coniato da William Temple nel 1941 e con cui si vogliono

indicare i vari interventi statali volti alla ricerca del benessere dei

cittadini, in particolare dei più poveri,

Stati 193 197 ad esempio con provvedimenti per la

8 4 previdenza e l'assistenza sociale,

USA 67 1420 l'assistenza sanitaria, l'istruzione,

Giappone 6 451 l'edilizia popolare e cercando un

Germania 23 386 equilibrio tra ricchezza e possibilità,

federale contribuendo a creare una “giustizia

Francia 22 274 sociale”.

Gran Bretagna 11 149 Così dal 1945 al 1973, i cosiddetti

Italia 6 187 “trent’anni gloriosi”, l’economia

Tabella 1: la crescita del PIL (in mld di dollari) mondiale conobbe un’epoca di

crescita eccezionale, stabile, vasta e duratura, che portò alla crescita

dei PIL nazionali con un percentuale annuo che arriva anche al 10%,

come in Giappone, paese al quale il mondo deve riconoscere

l’efficienza dell’organizzazione aziendale, che prende il nome di

“toyotismo” o produzione snella, in cui si presta attenzione non tanto

alla quantità, ma alla qualità del lavoro prodotto; le caratteristiche

•Riduzione della manodopera:

principali sono: in cui gli operai devono

Tendenza alla

essere in grado di svolgere mansioni diverse; •

cooperazione: derivante dalla cultura confuciana giapponese, e cioè

•Riduzione delle

un maggiore accordo tra direzione e manodopera;

scorte: ovvero, produrre solo ciò che viene richiesto, e non in quantità

•Produzione flessibile:

maggiore; produzione che si adatta cioè alle

•Qualità Totale:

richieste del mercato: il prodotto non deve essere

solo buono, ma deve tendere alla perfezione.

L’incremento del PIL, e quindi anche della ricchezza media di un

cittadino, insieme al Welfare state, sicuramente ha portato una

situazione di benessere, tanto che ogni famiglia si permetteva di

spendere di più, e di acquistare oggetti che in precedenza erano

considerati troppo cari. In questi anni, il boom maggiore si ha nella

vendita di elettrodomestici (come frigorifero e lavatrice), ma anche di

automobili, grazie anche ai provvedimenti governativi che hanno 7

creato un fitto sistema di autostrade e alla sempre maggior esigenza

di spostarsi, e infine protagonista assoluta fu la televisione.

In sostanza, in questa “società dei consumi”, la crescita della vendita

di un determinato prodotto comportava un aumento della domanda e

a sua volta dell’offerta, e quindi della produzione e del profitto.

Talvolta però si sbagliava ad interpretare la domanda, pertanto si

metteva a disposizione quel prodotto in maggior numero, in

“surplus”, e da ciò nacque l’esigenza della pubblicità e delle ricerche

di mercato, che ebbero origine in America, in cui si iniziarono ad

Target Marketing,

usare termini come e e in cui si delinearono i primi

processi dello studio sull’apprezzamento e la diffusione di un

prodotto, per cercare slogan efficaci e ad alto condizionamento, e

abbattere i pregiudizi. Dal punto di vista economico, la

commercializzazione si è unita quindi alla comunicazione, resasi più

facile soprattutto grazie all’avvento della televisione, che ha iniziato a

diffondersi massicciamente appunto in questo periodo. Le famiglie

disponevano di un reddito, e in questa nuova società la scelta stava

nello spenderlo totalmente o in parte; ciò è la grande novità portata

da questa straordinaria crescita economica, in quanto

precedentemente, erano soltanto i più ricchi che potevano

permettersi determinati beni, che ora sono accessibili a tutti, per

questo si parla di “consumo di massa”. Lo sviluppo della società dei

consumi aveva praticamente modificato la distinzione tra bisogni

primari e secondari, e specialmente per opera della pubblicità,

introdotto la categoria dei cosiddetti “bisogni indotti”. Questo perché

il possesso di un bene, non rispondeva sempre ad una precisa

necessità materiale, ma solamente ad un’esigenza psicologica. Il

modello più esemplificativo di questa società e anche quello più

imitato e seguito, è quello statunitense; un famoso spot di quegli anni

diceva “perché essere limitati a ieri?” in questo modo il pubblico era

incitato al consumo, era spinto ad essere alla moda: rimpiazzare ciò

che era vecchio veniva visto come una cosa positiva, e la pubblicità di

fatto, faceva la sua parte, con la sua idea implicita di “rinnovare per

essere moderni”. 8

•Filosofia: La scuola di Francoforte

La scuola di Francoforte nacque nel 1923, grazie all’appoggio

finanziario di due ricchi mercanti che simpatizzavano per le idee

socialiste di Marx, e fu diretta agli esordi da Karl Grünberg,

importante studioso di storia economica, sostituito in seguito a

problemi di salute nel 1930 da Max Horkheimer.

Questa scuola, nata da un apprezzamento del socialismo, iniziò ben

presto a criticarlo, trovandosi in una situazione economica e politica

che stava sempre più avviandosi da un lato verso l’intensificazione

del capitalismo, e dall’altro all’affermazione sempre più vicina del

regime totalitario di Hitler al potere. Specialmente quest’ultima,

costrinse il gruppo ad allontanarsi dalla Germania per trasferirsi prima

a Ginevra, poi a Parigi e infine a New York, anche se, dopo la seconda

guerra mondiale alcuni esponenti torneranno in patria per fondare un

nuovo istituto.

Sebbene non si possa propriamente parlare di “scuola” in quanto gli

studiosi che si erano riuniti in questo gruppo avevano formazione

incentrata su discipline differenti, si può sicuramente notare in tutti

gli esponenti, un obbiettivo comune, ovvero la critica della società del

presente, tentando di smascherare le contraddizioni del vivere

collettivo. Uno dei fenomeni più importanti che si stava affermando

nel periodo ad essi contemporaneo, era la cultura di massa, ovvero la

cultura condivisa dalle classi sociali più ampie delle moderne società

occidentali e trasmessa principalmente grazie all’intervento dei mass-

media. Essa veniva vista come lo strumento più importante

dell’egemonia culturale delle classi superiori, quindi in un certo senso

del capitalismo, che proprio tramite i nuovi strumenti tecnologici di

cui disponeva, tentava di sottomettere le masse, sopprimendo la loro

tendenza rivoluzionaria e cercando l’uniformità di pensiero e di

azione; tuttavia non si può individuare in una persona singola la

responsabilità di tutto questo, ma va ricercata in un nuovo “capo

carismatico” che a partire dal novecento ha sempre più soggiogato

l’uomo, la scienza. Essa è il soggetto principale della critica della

scuola di Francoforte, specialmente di Horkheimer e Adorno, che la

interpretano come nuova forma di dominio, quasi silenziosa, che 9

lentamente ha reso schiavi tutti gli uomini, che hanno sentito la

necessità di possedere tutto ciò che proponeva l’innovazione, quasi

come una necessità psicologica.

Max Horkheimer

Max Horkheimer nasce nel 1895 a Stoccarda da

una famiglia ebrea benestante; negli anni della

sua formazione giovanile conoscerà la filosofia

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