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Sintesi

Cittadinanza e Costituzione



Come ho già accennato, grazie al percorso svolto tramite “Nati per Leggere”, mi è stata offerta la possibilità di avvicinarmi ad un contesto sociale considerato in parte tabù e sicuramente lontano dalla realtà di molte persone. Più precisamente mi sono recata presso la Casa circondariale femminile di Roma Rebibbia, che a differenza di un carcere regolare, ospita solamente detenuti in attesa di giudizio o con pene inferiori ai 5 anni.

In questa struttura c’è una area che contiene le madri ree e che ricorda più ad un asilo nido che un carcere. Questo perché quel settore ospita non solo le detenute, bensì anche i loro figli e tutto ciò è possibili grazie alla legge 354 del 1975 del Codice penale, che recita: «Alle madri è consentito di tenere presso di sé i figli fino all'età di tre anni. Per la cura e l'assistenza dei bambini sono organizzati appositi asili nido». Proprio per queste circostanze particolari è stata creata la Carta dei Diritti dei Figli di Genitori Detenuti, che regola e salvaguarda il diritto dei minori alla continuità del proprio legame affettivo con il genitore reo e al contempo ribadisce il diritto alla genitorialità dei detenuti.

Secondo numerosi studi, tra cui quelli dello psicoanalista di nome Bowlby, questo legame affettivo influisce pesantemente sulla formazione della personalità dell’infante fin dai primi anni di vita e solitamente ruota attorno alla figura materna o alla figura del “caregiver”, ossia il sostituto della madre che si prende cura del piccolo. Bowlby inoltre rifiutò la teoria freudiana secondo cui il legame genitore-figlio sia frutto della soddisfazione delle necessità di quest’ultimo e invece sottolinea quanto questo legame si basi soprattutto sul riconoscimento delle emozioni.
Ne ha individuato diverse fasi attraverso cui esso si sviluppa, che possono essere riassunte in questo modo:
Dai 0 ai 3 mesi il neonato non è in grado di discriminare le persone e trasferisce i propri bisogni su chiunque, nonostante riesca a riconoscere tramite la voce la propria madre;
Dai 3 ai 9 mesi l’infante acquisisce la capacità di discriminazione di cui era sprovvisto e può provare paura verso chi non riconosce;
Dai 9 ai 36 mesi l’attaccamento è più visibile, in quanto il bambino ricerca nella figura di riferimento consensi e protezione quando esplora gli ambienti;
Questo rapporto dai 3 anni in su si indebolisce, al bambino viene meno la preoccupazione dell’abbandono, di fatto si può notare come il bambino acquisisca sicurezza in compagnia di figure secondarie di riferimento.

Nonostante questo legame si affievolisca, non scompare del tutto, perciò per quanto concerne la situazione dei bambini in carcere hanno provato a trovare una soluzione che fosse meno traumatica e l’hanno trovata negli ICAM. La legge 62 del 2011 del cpp recita tra l’altro, che è possibile disporre la custodia in queste strutture penitenziarie alternative. Ma cosa sono di preciso? Letteralmente, l’acronimo significa “istituti a custodia attenuata per detenute madri”, ospitano per l’appunto i genitori con figli fino ai 6 anni di età e hanno le sembianze di un asilo nido, che comporta un impatto mentale meno forte rispetto al carcere, nonostante le molte limitazioni.

Questa soluzione degli Icam conferma e consente l’applicazione dell’articolo 27 della Costituzione, che recita «Le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato».
Ed inoltre trova un punto di raccordo tra le teorie utilitaristiche e riabilitative, che vedono la funzione del carcere rispettivamente come mezzo per prevenire e punire i reati al fine di una riabilitazione sociale.
Estratto del documento

Legge n. 354/1975, art. 11, comma 9,

c.p.p.

«Alle madri è consentito di tenere presso di

sé i figli fino all'età di tre anni. Per la cura e

l'assistenza dei bambini sono organizzati

appositi asili nido.»

Carta dei Diritti dei Figli di Genitori

Detenuti

Teoria

dell'attaccam 3 – 9 mesi:

0 – 3 mesi: si sviluppa una

ento orienta verso capacità di

chiunque; discriminazione

riconosce la verso gli

madre.

John Bowlby ritiene estranei.

essenziale per la salute

mentale, che il bambino 36 + mesi:

9 – 36 mesi:

sperimenti un rapporto acquisisce

ansia da sicurezza in

caldo, intimo, separazione ambienti

dalla figura di

ininterrotto con sconosciuti

riferimento; assieme a

caregiver,

la madre, o ricerca figure di

approvazione

nel quale entrambi attaccamento

dalla figura di secondarie.

possano trovare riferimento.

soddisfazione e

godimento.

ICAM Legge n. 62/2011, art. 1, comma 3, c.p.p.

«Nelle ipotesi di cui all'articolo 275, comma 4, se la

persona da sottoporre a custodia cautelare sia

donna incinta o madre di prole di eta' non superiore

a sei anni, ovvero padre, qualora la madre sia

deceduta o assolutamente impossibilitata a dare

assistenza alla prole, il giudice puo' disporre la

custodia presso un istituto a custodia attenuata per

detenute madri, ove le esigenze cautelari di

Funzione del carcere Art. 27, comma 3, Cost.

«Le pene non possono consistere

in trattamenti contrari al senso

di umanità e devono tendere

alla rieducazione del condannato»

Teorie

1) Utilitaristiche: pena come

forma di neutralizzazione del

reo, come dispositivo di

prevenzione dei reati, come

strumento di recupero sociale;

2) Durkheim: la sanzione come

funzione latente di ripristinare il

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