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"Catena"! Se si pronuncia questa parola sicuramente si è portati a pensare a una serie di anelli di ferro, passanti l'uno dentro l'altro, che può essere utilizzata per svariati usi, come tenere legate persone e animali, oppure sollevare carichi pesanti: ragion per cui, molto probabilmente, venire a sapere che questo oggetto costituirà il tema della qui presente tesina può lasciare un po' perplessi. Aprendo, tuttavia, un'enciclopedia alla lettera "C" e cercando questo termine, si rimane di certo stupefatti nel constatare quanti siano i significati che tale parola può avere, e le svariate locuzioni in cui è possibile rintracciarla.
La seguente tesina è struttura secondo una chiave di duplice lettura:
1) da un lato è possibile leggere il lavoro proprio come se si stesse consultando un'enciclopedia: del termine "catena" si sceglie di leggere una delle sue possibili definizioni, corredata di un particolare argomento che rientra in una precisa materia scolastica a cui tale definizione possa collegarsi.
2) dall’altro è possibile leggere la seguente tesina di maturità come un unico e completo testo discorsivo, nel quale il tema principale è appunto quello della catena visto da differenti punti di vista, e quindi trattato secondo diversi argomenti, che rientrano ognuno in una precisa materia scolastica: i collegamenti tra un argomento e l'altro sono effettuati tramite concetti-guida, che rendono più fluida la lettura.
Letteratura italiana - Strutturalismo e Italo Calvino.
Storia - Alleanze durante la Guerra Fredda.
Inglese - Ecumenopolis.
Diritto - Principio di sussidiarietà.
Estimo - Successioni ereditarie.
Topografia - Calcolo delle superfici agrarie tramite la formula di camminamento.
Matematica - Regola di derivazione della catena.
Disegno e Progettazione - L'arco catenario e il suo uso in Gaudì.
Costruzioni - La catena come elemento usato in edilizia.
Impianti - La legge di continuità e il teorema di Bernoulli.
5.1.4 La successione necessaria pag 20
5.1.5 La comunione ereditaria pag 20
5.1.6 La divisione ereditaria pag 20
CONCETTO-GUIDA La successione di appezzamenti di terreno pag 21
6. Topografia pag 22
6.1 Il calcolo della superficie agraria pag 22
6.1.1 Metodi numerici pag 22
6.1.2 Il rilievo fatto per camminamento pag 22
CONCETTO-GUIDA L’integrazione grafica pag 24
7. Matematica pag 25
7.1 Le regole di derivazione pag 25
7.1.1 La derivata pag 25
7.1.2 Le regole di derivazione pag 25
7.1.3 La regola della catena pag 25
CONCETTO-GUIDA La catenaria pag 25
8. Disegno pag 27
8.1 L’arco catenario pag 27
8.1.1 Caratteristiche generali pag 27
8.2 Antoni Gaudì pag 27
8.2.1 L’uso dell’arco catenario pag 27
8.2.2 La Sagrada Familia pag 28
8.2.3 Casa Milà (La Pedrera) pag 29
8.2.4 Casa Batllò pag 29
CONCETTO-GUIDA Elementi di supporto di un arco pag 30
9. Costruzioni pag 31
9.1 La catena pag 31
9.1.1 Caratteristiche generali pag 31
9.2 Lo studio dell’acciaio sottoposto a trazione pag 31
9.2.1 Legame costitutivo dell’acciaio pag 31
CONCETTO-GUIDA La meccanica classica pag 34
10. Impianti pag 35
10.1 L’idrodinamica pag 35
10.1.1 Aspetti generali dell’ idrodinamica pag 35
10.1.2 La legge della continuità pag 35
10.1.3 I liquidi ideali e il trinomio di Bernoulli pag 36
10.1.4 Il teorema di Bernoulli pag 36 3
Prefazione
"Catena"!... Se si pronuncia questa parola sicuramente si è portati a pensare a una serie di
anelli di ferro, passanti l'uno dentro l'altro, che può essere utilizzata per svariati usi, come
tenere legate persone e animali, oppure sollevare carichi pesanti: ragion per cui, molto
probabilmente, venire a sapere che questo oggetto costituirà il tema della qui presente tesina
può lasciare un po' perplessi.
Aprendo, tuttavia, un'enciclopedia alla lettera "C" e cercando questo termine, si rimane di
certo stupefatti nel constatare quanti siano i significati che tale parola può avere, e le svariate
locuzioni in cui è possibile rintracciarla.
La seguente tesina è struttura secondo una chiave di duplice lettura:
1) da un lato è possibile leggere il lavoro proprio come se si stesse consultando
un'enciclopedia: del termine "catena" si sceglie di leggere una delle sue possibili
DEFINIZIONI, corredata di un particolare ARGOMENTO che rientra in una precisa
MATERIA scolastica a cui tale definizione possa collegarsi.
2) dall’altro è possibile leggere il lavoro come un unico e completo testo discorsivo, nel quale
il tema principale è appunto quello della catena visto da differenti punti di vista, e quindi
trattato secondo diversi ARGOMENTI, che rientrano ognuno in una precisa MATERIA
scolastica: i collegamenti tra un argomento e l'altro sono effettuati tramite CONCETTI-
GUIDA, che rendono più fluida la lettura. 4
1. Letteratura
ARGOMENTO Lo Strutturalismo nelle sue caratteristiche principali e, segnatamente, in
Italo Calvino.
DEFINIZIONE Tanti anelli, presi singolarmente, costituiscono ognuno un elemento a
sè. Quando, però, vengono legati insieme, si viene a creare
un'interazione tra questi elementi all'interno di un sistema, la catena; se
si dovesse rompere anche solo uno degli anelli che la compongono
allora la catena cesserebbe di esistere come sistema. Questo è lo stesso
principio dello Strutturalismo in letteratura.
1.1 Caratteristiche principali dello Strutturalismo
1.1.1 Definizione di Strutturalismo
Lo strutturalismo, nella tradizione e prospettiva positivistica storica, si propone lo studio della
lingua intesa come sistema autonomo e unitario di segni, dando rilievo primario all'asse della
sincronia rispetto a quello della diacronia
Si occupa dei valori e delle funzioni determinate dalle relazioni reciproche dei singoli
elementi linguistici, considerati come elementi di un ordinamento strutturale e di un insieme
di fenomeni in continua interdipendenza e interazione.
1.1.2 Le origini dello Strutturalismo
Le origini dello strutturalismo si fanno risalire al lavoro di
Ferdinand de Saussure sulla linguistica, con la
pubblicazione postuma del suo "Cours de linguistique
generale" nel 1916, che fu redatto in base gli appunti dei
suoi studenti.
Il libro segnò la nascita della moderna linguistica e
semiotica, e lo strutturalismo emerse in campo non solo
linguistico, ma anche filosofico.
Il termine "strutturalismo" è apparso nei lavori dell'antropologo francese. Egli contribuì a far
emergere il movimento strutturalista in Francia, insieme all'opera di Louis Althusser e di
Jacques Lacan. La maggior parte degli appartenenti a questo movimento non si consideravano
parte di una corrente specifica.
Lo strutturalismo rifiuta il concetto di libertà e scelta
umana e si concentra invece sul modo in cui l'esperienza e
il comportamento umano sono determinati da varie
strutture. La prima importante opera è "Le strutture
elementari della parentela" (1949) di Claude Lévi-Strauss.
Lévi-Strauss utilizza l'analisi strutturale in ambito
antropologico per esaminare le varie forme di
aggregazione sociale. Il suo studio si concentra sul tabù
universale dell'incesto e le strutture parentali che stanno
alla base del vivere sociale. 5
1.1.3 Lo Strutturalismo in letteratura
Lo strutturalismo come movimento filosofico si sviluppò soprattutto in Francia durante gli
anni sessanta e, in seguito, nel resto del mondo, estendendo le teorie e il metodo dello
strutturalismo linguistico all'antropologia, alla psicoanalisi, al marxismo, all'epistemologia e
alla critica letteraria.
In particolare in quest'ultima (vedere gli studi di Gérard Genette) è stata applicata la teoria e la
prassi strutturalista che considera l'opera presa in esame come un insieme organico
scomponibile in elementi e unità, il cui valore funzionale è determinato dall'insieme dei
rapporti fra ogni singolo livello dell'opera e tutti gli altri, cioè dal loro essere ‛interdipendenti'
e il loro funzionare l'una in rapporto all'altra.
1.2 Lo Strutturalismo in Italia: Italo Calvino
1.2.1 Il gioco combinatorio di Italo Calvino
Fra i più importanti letterati italiani che furono influenzati dallo Strutturalismo si ricorda Italo
Calvino, che, intorno agli anni Sessanta, aderisce ad un nuovo modo di fare letteratura, intesa
ora come artificio e come gioco combinatorio.
Per lo scrittore ligure è necessario rendere visibile ai
lettori la struttura stessa della narrazione, per accrescere
il loro grado di consapevolezza. In questa nuova fase
produttiva Calvino si avvicina ad un tipo di scrittura che
potrebbe essere definita “combinatoria” perché il
meccanismo stesso che permette di scrivere assume un
ruolo centrale all'interno della produzione: Calvino,
infatti, è convinto che ormai l'universo linguistico abbia
soppiantato la realtà e concepisce il romanzo come un
meccanismo che gioca artificialmente con le possibili
combinazioni delle parole: anche se questo aspetto può
essere considerato il più vicino alla Neoavanguardia, egli
se ne distanzia per uno stile ed un linguaggio
estremamente comprensibili.
Questa nuova concezione di Calvino risente di numerosi influssi: in primis lo Strutturalismo e
la semiologia, ma anche le lezioni parigine di Roland Barthes sull'ars combinatoria e la
frequentazione del gruppo di Raymond Queneau (l'Oulipo), la scrittura labirintica di Jorge
Luis Borges nonché la rilettura del Tristram Shandy di Sterne, che definirà come il
progenitore di tutti i romanzi d’avanguardia del nostro secolo.
Già nel 1967, nella conferenza intitolata Cibernetica e Fantasmi, Calvino affronta la
6
riflessione su un'idea di letteratura come pura combinazione formale. Ne risulteranno tre testi:
Il Castello dei destini incrociati, Le città invisibili e Se una notte d'inverno un viaggiatore.
1.2.2 Il Castello dei destini incrociati
Con Il Castello dei destini incrociati (1969)
al quale in seguito verrà aggiunto La
Taverna dei destini incrociati (1973), si
inaugura il periodo combinatorio, in cui
Calvino è influenzato nella costruzione dei
suoi racconti dalla Semiotica e dallo
Strutturalismo. Il percorso narrativo è
affidato alla combinazione delle carte di un
mazzo di tarocchi. Un gruppo di viandanti
si incontra in un castello: ognuno avrebbe
un'avventura da raccontare ma non può
perché ha perduto la parola. Per comunicare
allora i viandanti usano le carte dei tarocchi,
ricostruendo grazie ad esse le proprie
vicissitudini.
Calvino usa il mazzo dei tarocchi come un sistema di segni, come un vero e proprio
linguaggio: ogni figura impressa sulla carta ha un senso polivalente così come lo ha una
parola, il cui esatto significato dipende dal contesto in cui viene pronunciata. L'intento di
Calvino è proprio di smascherare i meccanismi che stanno alla base di tutte le narrazioni,
creando così un romanzo che va oltre sé stesso, in quanto riflessione sulla propria natura e
configurazione.
Dato un mazzo di tarocchi, lo scrittore ipotizza le possibili combinazioni tra le carte-
personaggi che diventano un certo numero (elevato ma finito) di storie. Il problema di una
conoscenza ordinata del reale sembra così trovare un fondamento rassicurante nella nozione
che tutte le storie, come tutti i fenomeni, siano il prodotto di un numero limitato di
combinazioni di dati e fatti, e che alla base del disordine fenomenico stiano delle strutture
profonde capaci, una volta individuate, di fornire il modello del mondo e della realtà.
Il libro richiama moltissimo la struttura e il modello del Decameron di Boccaccio.
1.2.3 Le città invisibili
Questo gioco combinatorio è centrale
anche nel successivo romanzo dello
scrittore, Le città invisibili (1972), in cui
c'è un racconto a cornice dove si
confrontano Kublai Khan e Marco Polo (il
modello narrativo esplicito è il Milione):
tramite le relazioni dei suoi ambasciatori e
di Marco Polo, Kublai cerca di dominare
il suo immenso impero, che non conosce
direttamente; Marco Polo, a differenza
degli altri aridi relatori, gli racconta storie
affascinanti e misteriose di città reali e
fantastiche, avvincendolo. Il problema di
fondo, come si vede, è il medesimo: le
città dell'impero sono metafora della
società e del mondo. 7
Quella che Calvino fa attraverso la narrazione di Marco Polo è una catalogazione ordinata del
disordine reale: la narrazione si dipana entro confini delimitati (anche qui è applicato un
modello combinatorio: il numero delle città è finito e queste sono divise in insiemi distinti),
ma le città nei loro connotati concreti sono un esempio della fluidità e dell'indeterminatezza
del fenomenico, che dal campo dell'esperienza concreta si apre senza soluzione di continuità a
quello dell'esperienza puramente mentale (il sogno, il desiderio).
Ne Le città invisibili l'esibizione dei meccanismi combinatori del racconto diventa ancora più
esplicita che nel Castello dei destini incrociati grazie anche alla struttura stessa del romanzo,
segmentata in testi brevi che si susseguono dentro la cornice. Le città invisibili infatti è
composto da nove capitoli, ognuno all'interno di una cornice in corsivo nella quale avviene il
dialogo tra l'imperatore dei Tartari, Kublai Khan, e Marco Polo. All'interno dei capitoli
vengono narrate le descrizioni di cinquantacinque città, secondo nuclei tematici. Questa
complessa costruzione architettonica è indubbiamente finalizzata alla riflessione da parte del
lettore sulle modalità compositive dell'opera: in questo senso Le città invisibili è un romanzo
fortemente metatestuale, poiché induce a produrre riflessioni su sé stesso e sul funzionamento
della narrativa in generale.
1.2.4 Se una notte d'inverno un viaggiatore
L'opera più metanarrativa di Calvino, però, è
sicuramente da considerarsi Se una notte
d'inverno un viaggiatore (1979). In questo
romanzo, più che altrove, Calvino mette a nudo i
meccanismi della narrazione, avviando una
riflessione sulla pratica della scrittura e sui
rapporti tra scrittore e lettore. La dinamica non
muta: la vicenda della cornice narra di un lettore
alla ricerca di quello che appare il Libro dei Libri,
il libro che consenta la spiegazione del mondo;
naturalmente, tale spiegazione non viene e non
può essere data, lasciando lo spazio solo a una