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Sintesi
Introduzione Carpe Diem, tesina


La mia tesina si incentra principalmente sul carpe diem , citazione che puó essere interpretata a seconda delle proprie esperienze personali. Si svilupperá quindi un vero e proprio viaggio nel tempo e le sue diverse concezio. Vivere ogni giorno come se non ci fosse un domani o proiettarsi nel futuro?

Collegamenti


Latino : l´importanza del tempo presente
Fisica : Einstein e la dilatazione dei tempi
Filosofia : Henri Bergson
Biologia : La memoria
Estratto del documento

Carpe Diem

Vivere ogni giorno come se non ci fosse un domani o

proiettarsi nel futuro?

Camilla Lustri

Classe 5a Liceo Scientifico a.s 2014/2015

CAMILLA LUSTRI 5LS Indice

• INTRODUZIONE

• CAPITOLO 1: IL TEMPO PRESENTE

La concezione del tempo in Seneca

La concezione del tempo in Orazio

Analogie e differenze

• CAPITOLO 2: EINSTEIN E LA RELATIVITÁ DEL TEMPO

Introduzione ai conflitti tra elettromagnetismo e meccanica

Principi della relatività

Dilatazione dei tempi

• CAPITOLO 3: IL TEMPO E LA DURATA

Introduzione al filosofo Henri Bergson

Tempo della vita e tempo della scienza

• CAPITOLO 4: LA MEMORIA E I RICORDI

L´anatomia

La fisiologia

Le patologie

CAMILLA LUSTRI 5LS Introduzione

“Mentre parliamo, il tempo sarà già fuggito, come se ci

odiasse: ruba un giorno, confidando il meno possibile nel

domani”

(Quinto Orazio Flacco)

Partendo da questa frase, tratta da una delle più celebri poesie del famoso poeta

latino Orazio, vorrei analizzare in primis uno dei concetti che apparentemente

potrebbero sembrare scontati ma in realtà risultano essere tutt´altro che banali:

l´importanza del tempo presente.

Tema, questo, ampiamente trattato da vari autori latini che ne diedero diverse

interpretazioni.

Tra i più importanti sicuramente si evidenziano Orazio, autore della famosissima

citazione “carpe diem” ovvero “cogli l´attimo” e Seneca che, ispirandosi alla filosofia

oraziana, ne segue le tracce, modificandone alcuni aspetti.

Il presente, però, é solo una minima parte del tempo, la cui cognizione può

cambiare da persona a persona.

Esiste quindi una vera e propria relatività del tempo che fu analizzata e scoperta

per la prima volta da uno dei più celebri fisici della storia della scienza: Albert

Einstein, il quale ridondò da capo le basi della fisica che, fino ad allora, si era

fondata sul concetto di tempo assoluto, immutabile e invariabile, identico in tutti i

sistemi di riferimento.

Einstein fu in grado di dimostrare la relatività del tempo partendo dal concetto di

simultaneità e rivoluzionando la concezione di tempo e spazio assoluti.

Il celebre fisico ebbe alcune discussioni sul tempo con grandi pensatori della sua

epoca, tra cui il filosofo francese Henri Bergson che, nel saggio “Durata e

simultaneità”, attribuiva una maggiore importanza agli stati di coscienza piuttosto

che al tempo spazializzato della fisica.

Secondo Bergson, non esistono singoli istanti, ma un loro continuo fluire non

scomponibile.

CAMILLA LUSTRI 5LS ! 1

I singoli istanti sono vissuti nella loro durata reale nella coscienza di ognuno, dove

gli stati psichici non si succedono, ma convivono.

Diverso è perciò il tempo della scienza da quello reale, che ciascuno di noi vive

nella propria coscienza.

Secondo Bergson il continuo accumulo degli istanti della vita avviene per mezzo

della memoria, oggetto di indagine di molti scienziati.

Andrò quindi a delineare le zone del cervello interessate, il suo funzionamento e le

patologie che possono riguardarla.

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L´importanza del tempo presente

Per i poeti latini Orazio e Seneca il tempo ha unicamente la valenza del presente.

L´immagine riportata può essere una perfetta metafora della concezione oraziana e

senechiana del tempo.

L´autore latino Seneca, nel suo trattato filosofico “De brevitate vitae”, afferma che il

tempo è fugace e breve, che si sgretola rapidamente nel nulla e che quindi solo per

chi sa amministrarlo bene, diventa un bene tangibile e duraturo.

In quest´opera, dialogando con il prefetto dell'annona Pompeo Paolino, Seneca lo

esorta a non sprecare giorni preziosi in occupazioni inutili bensì a impiegarli nel

cammino verso la saggezza. Lo scrittore afferma che gli uomini non si rendono

conto dello scorrere del tempo che invece rappresenta l'unico vero bene in loro

possesso e soltanto in pericolo di vita prendono coscienza del suo vero valore e

desiderano averne di più.

Seneca, quindi, esorta ad amministrare bene il proprio tempo perché non si può

sapere quanto ne resta. In un´epistola intitolata “Un possesso da non perdere”

l´autore latino ribadisce la perdita continua e ineluttabile del tempo causata

dall´incapacità degli uomini di riconoscere il valore di questo bene. L'antidoto

suggerito da Seneca consiste nella valorizzazione di ogni istante dell'esistenza, nel

possesso dell'oggi che libera l'uomo dalla dipendenza dal domani.

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In una delle lettere indirizzate al suo amico Lucilio, il poeta cita l´esempio di

Cornelio Senecione, il quale fece molta fatica a raggiungere il successo ma, arrivato

all'apice della sua carriera, fu colto da un malore e morì.

L'esempio di Senecione viene usato da Seneca per dimostrare quanto sia inutile

programmare la propria vita perché nessuno è padrone del proprio domani. Seneca

sottolinea la beffa del destino di cui era stato vittima Senecione, il quale aveva

vissuto proiettandosi sempre nel futuro ma la morte gli aveva negato di raggiungere

la meta verso cui la sua vita era protesa.Il concetto di non affidarsi al domani,

perché non può essere conosciuto dall´uomo, era già stato menzionato dal suo

predecessore Orazio, poeta latino.

Al centro della poesia oraziana vi é, infatti, il tema del tempo, presentato come fuga

inarrestabile. In una delle sue poesie più celebri intitolata “Carpe Diem” egli usa

quest´espressione per sollecitare i lettori a cogliere l´attimo, non affidandosi al

domani. Secondo il poeta, infatti, é proprio l'angoscia del domani,che assilla

l'uomo e gli impedisce di godere del presente.

A differenziare i due autori é certamente il modo in cui bisogna amministrare il

tempo presente. Infatti mentre Orazio propone l´invito ai piaceri, l’incitamento ad

approfittare delle occasioni che offre la vita e l’esortazione a cogliere specialmente i

piaceri della giovinezza e dell’amore, Seneca pensa che sia necessario riprendere

l´atteggiamento del saggio il quale vive il presente libero da desideri e speranze e

dalla “tirannia” del tempo.

Seneca ritiene che il segreto per vivere bene sia, dunque, imparare a morire, ovvero

essere in grado di rimanere imperturbabili dinanzi al corso degli eventi e distaccati

dai beni materiali e dalla vita stessa.

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Einstein e la relatività del tempo

«Quando un uomo siede un'ora in compagnia di una bella ragazza,

sembra sia passato un minuto. Ma fatelo sedere su una stufa per un

minuto e gli sembrerà più lungo di qualsiasi ora. Questa è la

relatività.»

(Albert Einstein)

La nostra quotidiana esperienza del tempo ci

suggerisce che esso fluisce in avanti a velocità

costante.

Tuttavia le cose cambiano per fenomeni che

avvengono a velocità prossime a quella della luce.

Secondo la teoria di Maxwell, la luce emessa in

avanti e indietro da un’astronave ha sempre

c,

velocità qualunque sia la velocità con cui essa si

muove.

La velocità della luce risulta quindi essere

un’invariante, cioè una grandezza che non

dipende dal sistema di riferimento in cui è

misurata. Ciò era in disaccordo con le previsioni

della meccanica classica e delle trasformazioni di

Galileo.

La teoria di Einstein si basa su due assiomi:

Principio di relatività ristretta

1. : le leggi e i principi della fisica hanno la stessa

forma in tutti i sistemi di riferimento inerziali;

Principio di invarianza di c

2. : la velocità della luce è la stessa in tutti i sistemi di

riferimento inerziali, indipendentemente dal moto del sistema stesso o della

sorgente da cui la luce è emessa.

CAMILLA LUSTRI 5LS ! 5 c,

Einstein, partendo dall’ipotesi della costanza della velocità della luce si accorse

che tutta la fisica sviluppata fino ad allora si basava sull’ipotesi che esistesse un

tempo assoluto, ipotesi data per scontata ma per lui per niente ovvia.

Egli analizzò l’idea del tempo assoluto, cioè di un tempo che scorre immutabile e

indifferente, identico in tutti i sistemi di riferimento, partendo dal concetto di

simultaneità.

Due fenomeni F1 ed F2 che avvengono nei punti P1 e P2 sono simultanei se la luce

che essi emettono giunge nello stesso istante in un punto M equidistante da P1 e

P2.

Tuttavia il giudizio di simultaneità è relativo: due eventi che risultano simultanei in

un dato sistema di riferimento non lo sono in un altro che si muova rispetto al

primo.

La dilatazione dei tempi

La durata del fenomeno misurata in un sistema di riferimento solidale con esso è la

stessa da qualunque punto la si misuri e si chiama intervallo di tempo proprio del

fenomeno (Δτ).

L’intervallo di tempo proprio è il valore minimo che la durata del fenomeno può

avere al cambiare del sistema di riferimento.

Si dimostra che: 2 2 2

v c

dove = /

β

c

Da qui risulta che è la velocità massima di ogni corpo in quanto, se la velocità

fosse maggiore di c, l’argomento della radice quadrata nella formula diventerebbe

negativo e questo è impossibile.

Nonostante ciò, secondo alcuni studiosi, le formule della relatività ristretta

impediscono ad un corpo di raggiungere la velocità della luce, ma non vietano

c,

l'esistenza di particelle che viaggino sempre a velocità superiori a senza mai

scendervi sotto: i cosiddetti tachioni.

Pur essendo un'interpretazione interessante, al momento non c'è alcuna evidenza

sperimentale di simili particelle: la teoria prevede peraltro che esse non possano

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interagire con la materia ordinaria (di cui sarebbe necessariamente costituito un

eventuale strumento rivelatore) senza generare potenziali paradossi causali.

La dilatazione dei tempi trova una conferma sperimentale nelle osservazioni dei

raggi cosmici, in cui sono presenti particelle instabili chiamate “muoni”, la cui vita

media è di circa due milionesimi di secondo.

Queste particelle si formano per l’interazione dei raggi cosmici con l’atmosfera a

un’altezza di circa 30 km.

Se anche viaggiassero quasi alla velocità della luce, impiegherebbero circa un

decimillesimo di secondo ad arrivare a terra, quindi dovrebbero essere decaduti

molto tempo prima di raggiungere i rilevatori.

Invece essi vengono osservati ancora “vivi”. Questo perché il tempo a velocità molto

prossima a quella della luce si è dilatato migliaia di volte.

Se fosse possibile viaggiare a cavallo di un muone, la dilatazione non sarebbe

avvertita dal viaggiatore perché anche i battiti del suo cuore e quelli del suo

orologio sarebbero rallentati.

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Il tempo e la durata

« Un’ora, non è solo un’ora, è un vaso colmo di profumi, di suoni, di

progetti, di climi »

(Henry Bergson)

La vita

Henri Bergson nacque a Parigi e fu professore al

collegio di Francia nel 1859.

Era di famiglia ebrea ma voleva convertirsi al

cristianesimo, non lo fece per paura di sembrare un

ripudio. Nel 1928 vinse il premio Nobel.

Era un filosofo antiscientifico.

Si formò sui testi di Spencer e prese il dottorato di

ricerca sulla meccanica.

Grazie a questo dottorato ebbe un´illuminazione e

capì che il modo in cui veniva calcolato il tempo era

sbagliato.

Egli giunse quindi a definire il tempo reale come

quello vissuto da ognuno di noi nella propria coscienza; esso è un fluire non

scomponibile in cui gli stati psichici si susseguono a fasi alterne.

Famoso è l’esempio della zolletta di zucchero che si scioglie in un bicchiere

d’acqua: “la fisica calcolerà il tempo che lo zucchero impiegherà a sciogliersi

secondo un procedimento analitico che va dall’istante iniziale a quello finale della

liquefazione e questo tempo così calcolato sarà definito simbolicamente uguale per

tutte le volte che si misurerà nelle stesse condizioni: mentre molto diverso sarà il

tempo vissuto della mia coscienza che non terrà conto del tempo spazializzato e

oggettivato della fisica ma piuttosto dalle mie condizioni psicologiche di

insofferenza o calma: questo sarà il vero tempo per me.”

Distinse quindi due tempi: tempo della scienza e tempo della vita.

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tempo della scienza

Il :

rappresenta il tempo della meccanica

é quantitativo ed omogeneo

é reversibile (un esperimento può essere ripetuto un numero infinito di volte)

é discontinuo (é fatto di momenti distinti l´uno dall´altro)

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