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Inglese: Viruses and Vaccines
Biochimica: DNA, RNA e Sintesi Proteica
Storia: la seconda guerra mondiale; il Nazismo
Filosofia: Sigmund Freud
Italiano: Italo Svevo
rabbiosi, soccombevano alla rabbia. Questo materiale infetto agiva meglio della saliva. Dunque
Pasteur capì che l'ambiente più favorevole al virus era il cervello. Partendo da questo presupposto
decise di creare il vaccino utilizzando parti di midollo spinale. Prelevato un frammento del midollo
di un coniglio che era morto di rabbia, lo sospese con un filo in un flacone sterilizzato, l'aria del
quale era mantenuta allo stato secco con dei frammenti di potassa caustica posti in fondo al vaso.
Con il passare dei giorni, man mano che il midollo si diseccava, perdeva sempre più la sua
virulenza. Il virus, una volta divenuto inattivo, veniva sospeso nell'acqua pura e infine inoculato
sotto la pelle dei cani. Questi, al contrario di quelli non vaccinati,
sopravvivevano. Questa terapia venne sperimentata con successo su
molti cani finché un giorno fu provata per la prima volta il 6 Luglio 1885
su Joseph Meister, un bambino di 9 anni morso da un cane ammalato e a
sua volta colpito da idrofobia. Dopo 12 iniezioni ed un'attesa di circa 2
settimane, nonostante l'incredulità delle persone, che rimproveravano a
Pasteur l'imprudenza del suo atto, il ragazzo poté lasciare il letto
completamente guarito. Il 1 Marzo 1886, Pasteur poteva affermare
davanti all'Accademia delle Scienze che, su 350 persone sottoposte al
trattamento preventivo, c'era stata effettivamente una sola morte.
Una delle figure più importanti nella storia moderna dei Vaccini
è stata sicuramente quella di Albert Sabin, Medico ricercatore
americano, di origine polacca, famoso per le sue scoperte sul
virus della Poliomielite. Negli anni 1947-50 negli USA egli
sviluppò una tecnica per attenuare il virus in modo tale da
ottenere un vaccino somministrabile per via orale. Il vaccino
così ottenuto divenne la prima arma in tutto il mondo per la
lotta alla Poliomielite. Non volle mai trarre benefici economici
dalle sue scoperte e si rifiutò sempre di brevettarle dicendo che
esse appartenevano ai bambini di tutto il mondo. 6
...e Albert Bruce Sabin
Albert Bruce Sabin (Białystok, 26 agosto 1906 – Washington,
D.C., 3 marzo 1993) è stato un medico e virologo polacco
naturalizzato statunitense, famoso per aver sviluppato il più
diffuso vaccino contro la poliomielite. Ebreo, nacque nel 1906
nel ghetto di Białystok, una provincia dell'Impero Russo,
emigrò negli Stati Uniti nel 1921 con la sua famiglia, dove, nel
1930, acquisì la cittadinanza statunitense. Il padre Jacob, un
artigiano, decise di lasciare la Russia anche perché il clima
verso gli ebrei era diventato molto pesante, e lo stesso Albert
aveva fatto le spese di questo; sin dalla nascita Sabin non
vedeva dall'occhio destro e quando era ancora piccolo un
coetaneo gli scagliò contro una pietra che per poco non colpì
in pieno l'occhio sano, rischiando di accecarlo. Un ricco
parente dei Sabin si offrì di pagare gli studi in medicina al
giovane Albert in modo che poi egli potesse andare a lavorare
con lui nel suo studio di dentista. Un giorno però Sabin lesse il
libro "I cacciatori di microbi" (di Paul de Kruif), e ne rimase
affascinato e decise che avrebbe dedicato la sua vita a quello.
L'entusiasmo lo portò a cambiare studi: passò alla facoltà di medicina a New York, frequentando
con passione e successo i corsi di microbiologia. Intanto coltivava la sua passione anche al di fuori
dell'università, raccogliendo microbi dovunque capitasse (stagni, polvere, cassonetti della
spazzatura, ...). Nel 1931 concluse gli studi laureandosi in medicina: andò a lavorare presso
l'università di Cincinnati, in Ohio, dove sarebbe rimasto 30 anni; dal 1946 venne nominato come
capo della Ricerca Pediatrica. Qui, in qualità di assistente del
dottor William Hallock Park (celebre per aver debellato la
difterite), sviluppò ulteriormente il suo interesse per la ricerca
medica, in modo particolare nel campo delle malattie infettive.
Park divenne mentore del giovane e promettente Sabin, e gli
procurò pure una borsa di studio quando il parente dentista si
rifiutò di continuare a pagargli gli studi. I suoi studi sulle
malattie infettive dell'infanzia lo portarono a fare ricerche su
quelle provocate da virus ed in particolare sulla poliomielite (o
"polio"), che a quei tempi mieteva migliaia di vittime, in
particolare su bambini a partire dal secondo anno di vita. Nel
1939 Sabin annunciò alla comunità scientifica la sua prima e
importantissima scoperta sulla natura del virus poliomielitico:
dimostrò infatti che la sede prediletta di tale virus era
l'intestino. Si trattava quindi di un virus enterico e non respiratorio. Mentre Sabin proseguiva con
le sue ricerche in Europa scoppiò la Seconda guerra mondiale, durante la quale egli perderà anche
due nipotine, Amy e Deborah, uccise dalle SS tedesche a Bialystok. Quando anche gli Stati Uniti
entrarono in guerra Sabin lasciò Cincinnati per entrare nell'esercito: sbarcò prima in Sicilia e
successivamente a Okinawa (in Giappone), dove installò un laboratorio da campo. Nel 1947 Sabin,
di stanza a Berlino assistette, mentre si occupava dell'ospedale militare, ad una terribile epidemia
di polio che colpì moltissimi bambini della semidistrutta ex capitale del Terzo Reich. Tornato in
America Sabin riprese le sue ricerche: per condurre in modo migliore gli esperimenti si dota di un 7
colossale laboratorio, con 10 mila scimmie e 160 scimpanzé. Le epidemie di polio nel mondo
stavano aumentando: in particolare in Europa si ebbe la terribile epidemia di Copenaghen (1952)
mentre negli USA si verificarono decine di migliaia di casi. Nel 1953, al Children Hospital di
Cincinnati, Sabin, dopo lunghi e faticosi esperimenti su reni di scimmia, aveva finalizzato le
ricerche per la messa a punto di una sospensione di virus attenuati. Il vaccino di Sabin consisteva
nello stesso virus della polio, ma appunto "attenuato", cioè privato della capacità di provocare la
paralisi delle fibre nervose. L'organismo in cui veniva inoculato il virus attenuato produceva allora
gli anticorpi adatti. Sabin iniziò allora a testare il vaccino sull'uomo: prima su se stesso, poi su due
suoi collaboratori. I primi esperimenti su vasta scala Sabin li potrà effettuare tra dei giovani
carcerati che si erano offerti volontari. Questi primi controlli ed i successivi ebbero esito positivo,
si passò così ai bambini, e le prime furono proprio le due figlie di Sabin, Amy (5 anni) e Deborah (7
anni), chiamate così in ricordo delle nipotine trucidate dalle SS. Dopo una ulteriore lunga serie di
prove del vaccino Sabin presentò alla Commissione per l'immunizzazione del NFIP i risultati delle
esperienze condotte, sulle scimmie e gli
scimpanzé del suo laboratorio, e, poi, su un
totale di 242 persone. In questo periodo un
altro ricercatore, il giovane e sino ad allora
sconosciuto J.E. Salk, dell'Università di
Pittsburgh, che lavorava anch'egli da anni sulla
poliomielite, mise a punto, utilizzando virus
uccisi con formolo, tre vaccini contro il morbo. I
vaccini erano tre perché le migliaia di ceppi noti
di poliovirus erano riconducibili a tre tipi
fondamentali. Dopo l'annuncio da parte di Salk
si iniziarono, intorno al 1952, gli esperimenti per
dimostrare che il preparato agisse come
vaccino: i primi esperimenti risultarono positivi,
ma alcuni bambini, appena vaccinati, furono
colpiti mortalmente dalla poliomielite violenta:
il metodo Salk si rivelò così inefficace. Il vaccino
scoperto da Jonas Salk preveniva molte complicazioni della malattia ma non era in grado di evitare
il contagio iniziale, inoltre doveva essere somministrato tramite iniezione. Il vaccino di Sabin,
invece, evitava di contrarre la malattia, non necessitava di ulteriori richiami ed era somministrato
per via orale, sciolto su una zolletta di zucchero. Tuttavia il vaccino Salk fu subito perfezionato e
nel 1955 le autorità sanitarie degli Stati Uniti ne autorizzarono la vendita: l'America, dopo le iniziali
perplessità, adottò così il vaccino Salk. Sabin preparò il suo vaccino fra il 1954 ed il 1955, ma
dovette attendere alcuni anni per l'approvazione. Gli studi di Sabin non furono comunque vani.
L'Unione Sovietica infatti, assieme ad altri paesi dell'Est, richiese a Sabin di sperimentare il suo
vaccino sulle loro popolazioni: furono queste vaccinazioni che resero celebre il vaccino Sabin. La
prima nazione a produrre tale vaccino su scala industriale fu la Cecoslovacchia, seguita dalla
Polonia, vaste zone dell'Urss, la Germania Orientale e la Jugoslavia. Dal 1959 al 1961 furono
vaccinati milioni di bambini dei paesi dell'Est, dell'Asia e dell'Europa: il vaccino anti-polio di Sabin
fu autorizzato in Italia nel 1963 (reso obbligatorio nel 1966), e provocò la scomparsa della malattia
dal Paese, come in tutti gli altri dove è stato reso obbligatorio. Visti i sensazionali risultati furono
prodotti e immessi sul mercato notevoli quantitativi del vaccino contro il poliovirus sia di tipo I, sia
di tipo II (OPV), che quello trivalente (TOPV), valido contro tutti e tre i tipi di poliovirus. Il crescente
successo del vaccino Sabin, assieme all'assenza di pericoli che garantiva e alla più facile
somministrazione rispetto a quello Salk fece sì che anche gli Stati Uniti adottarono tale vaccino.
Con la zolletta di zucchero inzuppata di vaccino Sabin si vaccinarono centinaia di milioni di bambini 8
in tutto il mondo. Dopo essere andato in pensione, pur dichiarandosi ufficialmente ritirato
dall'attività, si dedicò ancora ad importanti studi immunologici per sconfiggere i tumori, il morbillo
e la leucemia. Albert Bruce Sabin morì all' ospedale della Georgetown University di Washington il 3
marzo 1993, all'età di 86 anni. Sabin non brevettò la sua invenzione, rinunciando allo sfruttamento
commerciale da parte delle industrie farmaceutiche, cosicché il suo prezzo contenuto ne
garantisse una più vasta diffusione della cura:
« Tanti insistevano che brevettassi il vaccino,
ma non ho voluto. È il mio regalo a tutti i
bambini del mondo »
Dalla realizzazione del suo diffusissimo vaccino anti-polio il filantropo Sabin non guadagnò quindi
un solo dollaro, continuando a vivere con il suo stipendio di professore universitario.
La poliomielite e la Nfip
La poliomielite, una volta denominata "paralisi infantile", o più comunemente "polio", è una
malattia virale acuta, altamente contagiosa, con manifestazioni diverse, le più gravi di tipo
neurologico irreversibile. Si poteva manifestare
in vari modi, di solito il malato era preso da
improvvisi attacchi di febbre, seguita dalla
paralisi irrimediabile di una parte del corpo,
dovuta all'attacco da parte del virus (poliovirus)
delle fibre nervose del midollo spinale. Nella
sola America questa malattia aveva ucciso o
paralizzato migliaia di cittadini. La lotta alla
polio non era comunque nuova negli ambienti
di ricerca medica, e durava ormai da parecchi
anni. Il 3 gennaio 1938, con un appello sui
quotidiani, Franklin Delano Roosevelt, allora
presidente degli Stati Uniti, colpito da una
paralisi che in quel momento fu diagnosticata
come dovuta a poliomielite creò la National
Foundation for Infantile Paralysis (NFIP). Lo
scopo della NFIP era la raccolta di ulteriori fondi
per la lotta contro la poliomielite, per
accelerare la ricerca di un vaccino e l'aiuto ai
malati. 9
Microbiologia: I vaccini...
I vaccini sono sostanze contenenti quantità attenuate di germi
patogeni della malattia che si vuole scongiurare che, iniettate nel
nostro organismo, producono una risposta immunitaria contro
determinati antigeni permettendo al nostro sistema immunitario di
riconoscerli nel tempo. Ogni vaccino prima di essere somministrato
alla popolazione deve soddisfare determinati requisiti.
Per essere utilizzato un vaccino deve rispondere a precisi requisiti:
di sicurezza: è piuttosto improbabile che un vaccino sia efficace nel 100% dei casi, esso
però deve garantire l'immunità alla stragrande maggioranza dei vaccinati, con la minima
percentuale di effetti collaterali che possono essere tollerati rispetto alla gravità della
malattia.
di immunogenicità: il vaccino deve essere in grado di produrre una valida risposta