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Tesina - Premio maturità 2009
Titolo: Biogas
Autore: Vinai Federico
Descrizione: Con il termine biogas si intende una miscela di vari tipi di gas (per la maggior parte metano, dal 50 al 80%) prodotto dalla fermentazione batterica in assenza di ossigeno, dei residui organici provenienti da rifiuti, vegetali in decomposizione, carcasse in putrescenza, liquami zootecnici o di fognatura. L'intero processo vede la decomposizione del materiale organico da parte di alcuni tipi di batteri, producendo anidride carbonica, idrogeno molecolare e metano (metanizzazione dei composti organici).
Materie trattate: Storia (fonti di energia alternativa), Diritto (tipi di imprese), Impianti, Cultura Generale
Area: tecnologica
Sommario: impianto di Biogas, Funzione pratica, Tipi di imprese, Storia della nascita di fonti di energia alternativa, Valutazione di impatto ambientale di un impianto a Biogas
Discussione sulla spesa
Il guadagno medio di un impianto di biogas è di circa 200.000€ l’anno, in
base all’energia prodotta. Il suo mantenimanto però richiede ingenti spese di
manutenzione senza il contributo statale sarebbe pressochè impossibile
mantenerle un impianto del genere esclusivamente con la produzione
annuale.
I contributi dallo stato vengono concessi per poter stimolare, all’interno della
comunità, il desiderio di aumentare il proprio reddito attraverso la produzione
di energia pulita. Questo gioverebbe sia alle tasche dei produttori sia allo
stato; in un accordo stipulato il 29-4-1998, detto “Protocollo di Kyoto”infatti,
l’Italia si impegnò, insieme ad altri 160 paesi, a diminuire l’emissione di
sostanze inquinanti e a cominciare a produrre tipologie di energie rinnovabili;
ciò induce a pensare quindi che lo stato stia concedendo questi contributi per
incrementare la produzione di energia elettrica per evitare il pagamento di
un’ammenda per il mancato raggiungimento della produzione del 20 % di
energie rinnovabili.
E se lo stato cessasse la distribuzione di contributi? Come farebbero i
cittadini a mantenere un impianto del genere? E l’impianto ha vita infinita?
Il costo per lo smaltimento, stimato sul milione, dove verrà reperito una volta
cessato il funzionamento dell’impianto? Queste sono domande riscontrate da
varie fonti a cui forse solo lo stato può rispondere. www.energeticambiente.it
Non vi sono però solo lati negativi ;lo smaltimento di sostanze come le
effluenti delle fogne o delle scorie prodotte da allevamenti, possono essere
smaltite in maniera sicura e incrementando la produzione di energia pulita,.
Questo però deve essere fatto con una certa attenzione al rischio
inquinamento e alla natura. 5
Indicazioni del Biogas fonti www. Biogasitalia.it
Gas ottenuto dalla "Biodigestione" di
Biogas liquami di scarto e che ha un buon
contenuto di Metano, e che quindi è
combustibile; la parte combustibile può
arrivare al 70% del totale.
Frazione Organica dei Rifiuti Solidi Urbani
Fonti di • (F.O.R.S.U.)
biogas Liquami provenienti da allevamenti ed
• Aziende Agricole
Scarti da industrie alimentari
• ecc..
• Con impianti di una certa dimensione (ad
Energia es. 100 mc/giorno) si possono ottenere
Ottenibile indicativamente :
circa 1000 kW Elettrici
• altrettanti Termici per impianti di
• teleriscaldamento e applicazioni similari
(Cogenerazione)
Questa energia essendo da fonti rinnovabili
Regime è considerata "pregiata" e quindi gode di
Tariffario regimi economici privilegiati per la sua
immissione nella rete elettrica pubblica
(Certificati Verdi) Dlgs 387/2003.
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Impianto da 100 kW elettrici Impianto da 1000 kW elettrici su
0B 1B
su allevamento bovino allevamento suino, scarti vegetali, ecc
Energia da biomasse
Il termine biomassa viene utilizzato per indicare materiale organico
( prevalentemente di origine vegetale ), nel quale l’ energia solare si è
accumulata grazie al processo di fotosintesi clorofilliana.
Oltre alla legna ricavata dalle foreste (la più tradizionale delle biomasse), si
utilizzano i residui delle coltivazioni agricole (paglia, lolla di riso, pula di
grano), gli scarti delle lavorazioni nel settore alimentare (gusci, noccioli ,ecc.),
quelli della lavorazione del legno (segatura, trucioli), le deiezioni animali delle
aziende zootecniche e i rifiuti solidi urbani.
Si possono anche coltivare piante a crescita rapida per uso energetico, sia
pluriennali (come il pioppo, il salice , l’eucalipto ), sia annuali (come la canna
da zucchero, il cardo, la barbabietola, il girasole e la colza).
L’ utilizzazione delle biomasse per fini energetici non contribuisce all’effetto
serra, poiché la quantità di anidride carbonica rilasciata durante la
decomposizione, sia che essa avvenga naturalmente, sia per effetto della
conversione energetica, è equivalente a quella assorbita durante la crescita
della biomassa stessa. Non vi è, quindi, alcun contributo netto all’aumento del
nell’atmosfera.
livello di CO
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Alcune tecnologie di conversione energetica sono già abbastanza sviluppate
e possono essere utilizzate a livello industriale, altre sono a livello
sperimentale. www. Itabia.it
Tipi di combustione
Vi sono vari tipi di processi che possono essere utilizzati per la produzione di
sostante combustibili:
combustione diretta
1. La di residui di coltivazioni agricole, effettuata in
opportune caldaie, è utilizzata per il riscaldamento, anche se un
impianto a biogas è solitamente utilizzato per produrre energia elettrica
pulita.
Fermentazione alcolica
2. di materiale vegetale pretrattato (soprattutto
bioetanolo ETBE
da canna da zucchero), per produrre sia sia ( etere
utilizzabile per la combustione data la sua composizione di alcool), che
possono essere utilizzati come biocarburanti per automezzi sia puri sia
mescolati a benzina.
L’ etanolo è usato soprattutto in Brasile, ma ora vi stanno investendo
anche Stati Uniti e Europa.
Benché tale carburante sia tanto osannato nei circoli ambientalisti,
ultimamente un ricercatore americano ha affermato che bruciare
etanolo è, in realtà, una minaccia alla salute pubblica. Produce
sostanze pericolose e fa aumentare la quantità di ozono nella bassa
atmosfera.
spremitura estrazione con solventi biodiesel
3. Per o si produce (un
olio combustibile utilizzato per l’autotrasporto e gli impianti di
riscaldamento) da piante oleose come la colza, il girasole e la soia. 8
Informazioni aggiuntive www.biogasenergia.it
Nel nostro Paese le biomasse sono bruciate negli inceneritori. Si tratta
soprattutto di rifiuti urbani, smaltiti attraverso la combustione ad alta
temperatura (incenerimento), che dà come prodotti finali un effluente
gassoso, ceneri e polveri. termovalorizzatori,
Negli impianti più moderni, chiamati il calore sviluppato
durante la combustione viene recuperato per produrre vapore, poi utilizzato
per la produzione di energia elettrica o come sistema di riscaldamento
alternativo ( teleriscaldamento ).
I termovalorizzatori presenti sul territorio italiano sono 52: la maggior parte al
Nord e solo 8 al Sud. Il dibattito sulla loro convenienza economica,
impatto ambientale
sull'efficienza e soprattutto sul loro è sempre vivo.
E’ da notare che solo in Italia viene considerata totalmente rinnovabile
l'energia prodotta dalla termovalorizzazione, mentre l’ UE considera
rinnovabile solo la parte organica dei rifiuti (ovvero gli scarti vegetali).
Tale posizione è condivisa da gran parte dei movimenti ambientalisti,
secondo i quali deve essere eliminata la produzione di l'energia derivante dai
rifiuti solidi urbani, in quanto questi sono prodotti anche con materie prime
fossili o prodotti sintetici non biodegradabili.
In Europa, a differenza dell’ Italia, gli inceneritori stanno progressivamente
lasciando spazio alla raccolta differenziata e alla riduzione del rifiuto alla
fonte. Negli Stati Uniti non si possono più costruire. Infatti, nonostante i
9
sistemi di depurazione, gli inceneritori disperdono prodotti inquinanti nell’
atmosfera. pirolisi.
L’alternativa migliore sembra essere la tecnologia della
Tale tecnica consiste nel bruciare rifiuti in completa assenza di ossigeno,
utilizzando temperature comprese tra 400 e 800°C. Tuttavia, ad oggi non si è
ancora raggiunto un livello dei prodotti sufficientemente adeguato.
digestione in
I processi biochimici di
mancanza di ossigeno di deiezioni animali,
rifiuti organici civili e industriali, a opera di
biogas
microrganismi, producono
( soprattutto metano), utilizzabile come
biocombustibile. Esso fa funzionare un
semplice motore, al quale è collegato un
generatore di corrente elettrica. treno
Sfruttando il biogas, per esempio, in Svezia è stato realizzato un (
scarti di
composto da un solo vagone ) i cui motori sono alimentati con
macelleria. www.wikipedia.org
Funzionalità pratica di un impianto a biogas
Fasi del processo: Il trattamento di
separazione meccanica delle frazioni
liquide dai solidi grossolani è quasi
sempre necessario e serve per eliminare
dal liquame le parti non biodegradabili
nei tempi tecnici di digestione previsti,
quali ad esempio i residui vegetali ed il
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pelo, che tendono ad affiorare per effetto della risalita del biogas ed a formare
sulla superficie del liquame una crosta di materiale cellulosico intrecciato, che
occupa volume utile e può provocare a lungo tempo intasamenti del
digestore. La frazione solida separata a monte del digestore potrà essere
compostata o accumulata e portata come concime sui terreni agricoli, mentre
la frazione liquida, ricca di sostanze organiche, alimenterà il digestore, di
norma a sezione trasversale rettangolare, a uno o più canali paralleli. La
digestione anaerobica dei liquami è ottenuta all’interno di un apposito
digestore mediante l’attività di batteri capaci di frantumare le molecole
complesse con la formazione di metano, anidride carbonica, acqua e
idrogeno solforato. Le suddette attività biologiche sono
condizionate da vari fattori quali: il
pH, la temperatura ed il tempo di
permanenza del liquame nel
digestore. Al diminuire della
temperatura di digestione in
particolare è necessario garantire un
tempo di permanenza del liquame
nel digestore più elevato. Rispettando queste condizioni, le rese energetiche
dell’impianto raggiungono ottimi risultati in qualsiasi stagione. Per operare in
condizioni termicamente controllate le pareti del digestore devono essere
opportunamente isolate e l’interno del digestore è riscaldato e mantenuto ad
alla temperatura di processo da uno scambiatore di calore posto in prossimità
del fondo, realizzato con tubazioni in acciaio inossidabile nelle quali è fatta
circolare acqua calda prodotta dalla combustione del biogas in
cogenerazione. 11
Il biogas prodotto è raccolto direttamente nella parte superiore del digestore
mediante una copertura a cupola gasometrica ed eventualmente altre
coperture raccogligas.
La membrana più interna delle cupola ha il compito di racchiudere il biogas in
una camera a contatto con il liquame, quella intermedia è in contatto con
l’esterno lungo i bordi laterali ed evita che il biogas possa eventualmente
miscelarsi con l’aria contenuta nel volume racchiuso tra la membrana
intermedia e quella più esterna, che rimane sempre gonfia.
La camera dell’aria è mantenuta in pressione da una centralina di controllo e
da valvole che, aggiungendo o sfogando aria, mantengono il biogas sempre
alla pressione di 200 mm H2O,
indipendentemente dalla quantità di
biogas contenuto. In tal modo
l’alimentazione dei bruciatori è
regolare e la membrana esterna è
sempre tesa, con gli immaginabili
benefici nei confronti di vento,
acqua o neve. 12
Il sistema di copertura a membrana pressostatica conferisce inoltre i seguenti
vantaggi:
evita la costruzione separata di un gasometro;
• semplifica la manutenzione del digestore, essendo facilmente
• rimovibile;
assicura un elevato grado di coibentazione della sommità del digestore;
• è adattabile a vasche esistenti;
• consente di immagazzinare il biogas già alla pressione di utilizzo dei
• bruciatori, evitando l’installazione di compressori per il gas;
è resistente a neve e vento;
• rende possibile una gestione più flessibile degli utilizzatori di biogas
• grazie all’elevato volume racchiuso;
favorisce infine la deumidificazione del gas contenuto, soprattutto nei
• mesi più freddi, mediante la condensa dell’acqua a contatto della parete
della cupola.
Attraverso una apposita condotta collegata con la copertura raccogligas del
digestore, il gas prodotto e recuperato è avviato ad un impianto di
cogenerazione, che bruciando il biogas produce energia elettrica e calore.
Parte del calore prodotto viene recuperato ed utilizzato mantenere in
temperatura il digestore. Infine il liquame in uscita dal digestore, ormai
stabilizzato e deodorizzato, sarà accumulato in uno o più bacini di stoccaggio
in attesa dell’utilizzazione agronomica. 13
Schema di sistema
Vi sono varie imprese di notevole importanza, in tutto il mondo, che
producono inpianti di questo genere.
Alcune di esse sono: 1) Meri
2) Thoeni
3) Ittigen
4) Reidermoos
E altre.....