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Inglese: cottage
Tedesco: help x
Francese: gastronomie en Bretagne
Matematica: dati statistici
Azienda agrituristica in generale
Tesina d’esame
Classe V^A Liceo Turistico
Anno Scolastico 2011-2012 1
INDICE:
Mappa concettuale………………………………Pag. 2
Introduzione …………………………………….Pag. 4
Origine e sviluppo dell’azienda agrituristica……Pag. 4 2
Aspetti giuridici…………………………………Pag. 5
Aspetti gestionali……………………………… .Pag. 5
Il mercato di riferimento………………………...Pag. 7
Business plan……………………………………Pag. 7
Help X …………………………………………. Pag. 8
Gastronomie en Bretagne……………………….Pag. 8
Cottage…………………………………………. Pag. 9
Dati Statistici…………………………………....Pag. 11
Conclusione……………………………………..Pag.12
Introduzione:
L’oggetto di analisi è l’azienda agrituristica: dalla nascita dell’attività in forma aziendale, all’elaborazione
dello studio della struttura interna. Molti testi economici e giuridici, inerenti l’azienda, sono stati consultati,
ma meno esaustive sono state le bibliografie riguardanti l’azienda agrituristica nel particolare; problema non
riscontrabile con la documentazione attraverso internet. Il primo paragrafo si focalizza sulle origini
dell’azienda in quanto tale e sulla relativa normativa che la regola: la legge quadro n.730/85 definita
“Disciplina dell’Agriturismo” che definisce l’attività agrituristica e sua successiva abrogazione con le legge
quadro n. 96 del 2006. Nel secondo paragrafo viene, invece, delineata la figura dell’imprenditore e spiegata
la sua stretta connessione con l’attività agricola: l’imprenditore agrituristico è prima di tutto un imprenditore
agricolo; l’attività svolta è considerata attività connessa all’agricoltura e, in quanto tale, in termini di
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percentuale, non deve eccedere o corrispondere al cinquanta per cento. Nel terzo paragrafo viene analizzata
l’attività gestionale vera e propria dell’azienda, iniziando con l’analisi dei due differenti modelli di azienda
agrituristica: intensiva ed estensiva; vengono presentate tutte le attività tipiche ed evidenziate le
caratteristiche del cliente tipo, amante della natura, ed infine esposti i tipici problemi organizzativi
riguardanti qualsiasi tipo di azienda e l’iter procedurale per ottenerli con un breve focus sul business plan, il
quale dimostra la fattibilità del progetto di impresa che si deciderà di intraprendere e la giustificazione degli
ottenuti finanziamenti. Negli ultimi paragrafi viene presentato il sito internet Help X, la Gastronomie en
Bretagne e i Cottage. Come conclusione si può trovare un’analisi con grafici statistici delle aziende
agrituristiche.
1. Origine e sviluppo dell’azienda agrituristica
Datare con esattezza la nascita del fenomeno agrituristico non è così semplice. Si inizia a parlare di
agriturismo verso gli anni sessanta grazie ad Agriturist. Le prime associazioni nazionali agrituristiche
sono: AGRITURIST (associazione per l’agricoltura e Turismo, della Confagricoltura, nata nel 1965);
TERRANOSTRA (associazione per l’agriturismo, l’ambiente e il territorio promossa dalla
Confederazione nazionale coltivatori diretti, 1973). Esso consegue alla richiesta di un’ospitalità in
ambiente rurale da parte dei primi “agriturismi”, dal lato dell’offerta dell’azienda agricola ospitante, di
integrare i propri redditi agricoli.
Il fenomeno ora descritto, nel tempo, si è voluto, creando al giorno d’oggi la presenza di un segmento di
mercato, nel settore turistico. Questo settore è stato caratterizzato negli ultimi anni da una domanda in
crescita e di un’offerta da sostenere in modo e specifico nel settore economico: quello rurale.
Nei primi anni di vita, il fenomeno agrituristico, in attesa di una normativa nazionale, si è sviluppato
secondo normative locali. La prima norma in materia agrituristica è stata una legge provinciale di Trento
nel 1973 che prevedeva che l’attività agrituristica fosse svolta esclusivamente da imprenditori agricoli
iscritti all’elenco degli operatori agrituristici.
La mancanza di una legge nazionale ha fatto si che il fenomeno assumesse caratteristiche differenti,
questo porterà poi alla necessità di varare una legge nazionale chiara ed esauriente.
Nel 1980 il Ministero dell’Agricoltura fu incaricato di predisporre una legge che differenziasse
l’agriturismo dalle altre forme di “turismo di campagna”. Si è giunti al 5 dicembre 1985 all’emanazione
della legge quadro n.730 che definiva l’attività agrituristica. Tale legge ha segnato la data di nascita
ufficiale in Italia dell’attività agrituristica in forma aziendale. Questa legge inoltre prevedeva che alcune
materie fossero regolate a livello regionale. La legge quadro 730/85 fu in seguito modificata da un’altra
legge quadro nel 2006 (96/2006) al fine di chiarire al meglio alcuni aspetti di questa attività che avevano
dato luogo a interpretazioni contrastanti.
L’agriturismo costituisce in senso stretto, una specificità esclusivamente italiana, all’interno del
panorama del turismo rurale europeo(Austria,Svizzera,Inghilterra e Francia) e ciò è dovuto dalle
peculiarità artistico/culturali della nostra realtà rurale.
L’agriturismo secondo la nostra legislazione è la creazione in ambiente esclusivamente agricolo di unità
abitative e di ristoro, destinato ad una stretta clientela, al fine di realizzare un reddito supplementare
tramite un impiego alternativo del patrimonio dell’azienda agricola
2. L’azienda agrituristica: aspetti giuridici 4
L’autorizzazione ad esercitare l’agriturismo è riservata ai lavoratori autonomi dell’agricoltura, che esercitano
attività d’impresa: ciò vale per tutti gli imprenditori agricoli: senza distinzione tra imprenditore a titolo
principale o a titolo parziale, per tutti i familiari, purchè sia a conduzione familiare; inoltre può essere un
imprenditoria agricola associata, l’imprenditore associato può essere una società di persone o capitali
comprese le cooperative purchè esercenti un’attività agricola.
L’imprenditore agrituristico è un imprenditore agricolo, il quale integra il reddito agricolo, salvaguardare il
patrimonio edilizio, diversificare le proprie attività e utilizzare in modo maggiormente efficiente le risorse ha
deciso di fornire servizi supplementari di natura ricettiva. Per questo ha adattato strutture immobiliari
presenti nel fondo o esterne, per poter offrire ospitalità, e/o ristorazione, e/0 altre attività di richiamo turistico
e ha convertito parte del suo personale, familiare o non, a mansioni diverse.
L’art. 2083 c.c. definisce piccoli imprenditori i coltivatori diretti del fondo, gli artigiani, i piccoli
commercianti e coloro che esercitano un’attività professionale organizzata prevalentemente con il lavoro
proprio e dei componenti della famiglia.
La figura dell’imprenditore agricolo può essere affiancata da collaboratori. Alla manodopera esterna deve
essere applicato, a seconda delle mansioni svolte, il contratto di lavoro per gli operai agricoli e
florovivaisti(10 luglio 1998).
3. L’azienda agrituristica: aspetti gestionali
I tratti principali delle piccole aziende sono:
L’elasticità e la rapidità di manovra della piccola dimensione;
Le capacità tecniche specifiche dei soggetti che vi lavorano;
La competenza tecnica si accompagna a scarse capacità di natura gestionale in merito ai
rapporti con banche, fisco, ecc. e di una lentezza nel saper cogliere i segali di difficoltà;
Il rapporto di “affezione” che l’imprenditore instaura con la proprio azienda, si lega spesso
all’eccessiva dipendenza dal successo delle proprie idee e della propria persona, con la
conseguente fatica a vedersi affiancare da specialisti.
Il canale di comunicazione principale di queste aziende è costituito dalla rete Internet. Apparentemente in
contrasto con la natura contadina dell’attività agricola, la tecnologia globalizzata alla rete consente di esporre
e pubblicizzare le proprie virtù ad una clientela che sarebbe irraggiungibile a causa delle modeste forze
comunicative delle aziende agrituristiche.
Ci sono due modelli di azienda agrituristica: le aziende cosiddette intensive e quelle estensive.
1) Le aziende agrituristiche intensive prevedono un elevato impegno di manodopera per ospite, e sono
ipotizzate per un numero in genere non molto elevato di posti letto. Questo modello è utilizzato dalle
aziende di piccole/medio dimensioni a conduzione diretta e sono in genere iniziative in cui coesiste una
gamma di offerta piuttosto ampia: ristorazione, servizio di pensione, affitto di camere, vendita diretta di
prodotti tipici, organizzazione di attività culturali e ricreative. La scelta di questa vacanza è fortemente
motivata dall’interessa a vivere un soggiorno spiccatamente rurale. Queste aziende sono concentrare
soprattutto in Toscana, Umbria, Marche: 3 regioni in cui esiste ancora un tessuto agricolo ben
organizzato e dove abbondano edifici rurali.
2) Le aziende agrituristiche estensive prevedono un impegno di manodopera per ospite ridotto
all’essenziale. Questo modello è utilizzato dall’aziende di grandi dimensioni, condotto con l’uso di
macchinari, serre e tecnologie di avanguardia e dove la presenza di lavoratori è costituita da un largo
impiego di salariati. In questi casi l’imprenditore agricolo non risiede fisicamente in azienda e affidi la
conduzione dell’attività di ospitalità a uno o più dipendenti. La forma di ospitalità più diffusa è l’affitto
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di appartamenti indipendenti. Gli ospiti sono più autonomi, in quanto le attività per il tempo libero non
sono organizzate, l’azienda si limita ad offrire una serie di facilitazioni per effettuare escursioni in zone
limitrofe. La diffusione di queste aziende si concentra nelle aree costiere e nella Regione Trentino.
Le tipiche attività svolte all’interno di un’impresa agrituristica sono:
Ospitalità in azienda;
Ospitalità in agricampeggio;
Ristorazione, attività ricreative e culturali.
Per quanto riguarda l’attività di ricezione e di ospitalità, può offrire:
Camere arredate ( con o senza bagno), con servizio di riassetto giornaliero;
Servizio di uso cucina;
Somministrazione di uno o più pasti;
Appartamenti arredati lasciando all’ospite i compiti del riassetto giornaliero.
L’attività agrituristica è svolta nell’ambito di “attività connesse” come:
Le attività connesse di produzione di beni, dirette alla manipolazione, conservazione,
trasformazione, valorizzazione di determinati beni;
Le attività connesse di fornitura di beni e servizi, attività di valorizzazione del territorio e del
patrimonio rurale e forestale;
Le attività connesse di ricezione e di ospitalità.
L’attività agrituristica si reputa connessa e complementare a quella agricola, quando non sottrae risorse
all’esercizio dell’attività agricola.
L’art. 4 della Legge 20 febbraio 2006 n. 96 stabilisce che spetta alle regioni dettare criteri e limiti per lo
svolgimento dell’attività agrituristica.
Per quanto concerne l’ospitalità in agricampeggio la legge consente alle aziende agricole di offrire “ospitalità
in spazi aperti destinati alla sosta dei campeggiatori”.
La somministrazione dei pasti e bevande deve avvenire con l’utilizzo prevalentemente di prodotti
dell’azienda, sono permessi anche i prodotti agricoli della regione. L’operatore agrituristico può organizzare
attività ricreative e culturali, il nuoto, il trekking, la caccia, la canoa, il tiro con l’arco , il golf ed attività che
mettono in diretto contatto l’uomo con la natura, possono migliorare la qualità della vacanza.
Negli ultimi anni si sono sviluppate le Fattorie didattiche. Quest’ultime rappresentano un momento di
collegamento tra città e campagna, uno strumento di comunicazione diretta fra agricoltore e cittadino, a