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Introduzione Attimo fuggente, tesina
La seguente tesina maturità Liceo scientifico si concentra sul valore e sulla fugacità dell'attimo.
Il tempo è la dimensione nella quale si concepisce e si misura il trascorrere degli eventi nella distinzione tra passato presente e futuro. Nel mio lavoro vorrei focalizzare il concetto di “attimo”. L' attimo o istante è una frazione di tempo indefinita, che riporta al concetto di velocità e di fugacità del tempo. La velocità dell’istante ricorda come il tempo possa cambiare rapidamente, ed essere anche inevitabilmente labile e fugace, aspetto quest'ultimo, collegato al concetto filosofico del divenire, inteso come mutamento continuo della realtà, è soggetta al tempo e alla trasformazione. La visione del film “L'attimo fuggente” che ha ispirato il titolo e la tematica della mia tesina, mi ha portato a riflettere su quella che è dunque l'importanza e il valore dell'attimo nel cammino della nostra vita. Il concetto di istante è trattato con indifferenza nella vita di ogni giorno: è esemplificativo il fatto che si dica “arrivo tra un istante” oppure “un attimo e ho finito”, lasciando intendere che quell'intervallo di tempo sarà così breve da non essere minimamente rilevante, trascurabile insomma. Tramite questa tesina è stato possibile mostrare come l’istante non solo è importante, ma a volte supera il valore dato ad intervalli di tempo indefiniti o comunque di durata molto maggiore. Dunque per quanto breve e fugace possa essere, è possibile mostrare come l'attimo, occupi posizioni di rilievo in diversi campi: basti pensare alla cosmologia, dove, con il modello standard e in particolare il Big Bang, l’istante iniziale diventa scenario di tutto ciò che portò alla nascita dell’Universo come lo conosciamo.
Collegamenti
Attimo fuggente, tesina
Attimo fuggente, tesina
Italiano: "Il treno ha fischiato" e "I quaderni di serafino gubbio operatore" di Pirandello
Latino: Il Carpe diem di Orazio e la 1 lettera a Lucilio di Seneca
Geografia astronomica: Il big bang e il modello standard
Arte: la fotografia e l'impressionismo e la Grenouillere Renoir/Monet
Matematica: Il calcolo infinitesimale e la derivata
Fisica: la velocità istantanea
Storia: La Blitzkrieg ovvero la guerra lampo
Filosofia: L'attimo per Kierkegaard e il concetto di istante per Bergson e la polemica con Einstein
Inglese: The moments of being in Woolf's Mrs Dallowey
TESINA
L'ATTIMO FUGGENTE
Alessio Calandra
INTRODUZIONE
Il tempo è la dimensione nella quale si
concepisce e si misura il trascorrere
degli eventi nella distinzione tra passato
presente e futuro. Nel mio lavoro vorrei
focalizzare il concetto di “attimo”.
L' attimo o istante è una frazione di
tempo indefinita, che riporta al concetto
di velocità e di fugacità del tempo. La
velocità dell’istante ricorda come il
tempo possa cambiare rapidamente, ed
essere anche inevitabilmente labile e
fugace, aspetto quest'ultimo, collegato
al concetto filosofico del divenire,
inteso come mutamento continuo della
realtà, è soggetta al tempo e alla
trasformazione.
La visione del film “L'attimo fuggente” che ha ispirato il titolo e la
tematica della mia mappa, mi ha portato a riflettere su quella che è dunque
l'importanza e il valore dell'attimo nel cammino della nostra vita. Il
concetto di istante è trattato con indifferenza nella vita di ogni giorno: è
esemplificativo il fatto che si dica “arrivo tra un istante” oppure “un attimo
e ho finito”, lasciando intendere che quell’intervallo di tempo sarà così
breve da non essere minimamente rilevante, trascurabile insomma.
Tramite questo percorso è stato possibile mostrare come l’istante non solo
è importante, ma a volte supera il valore dato ad intervalli di tempo
indefiniti o comunque di durata molto maggiore.
Dunque per quanto breve e fugace possa essere, è possibile mostrare come
l'attimo, occupi posizioni di rilievo in diversi campi: basti pensare alla
cosmologia, dove, con il modello standard e in particolare il Big Bang,
l’istante iniziale diventa scenario di tutto ciò che portò alla nascita
dell’Universo come lo conosciamo.
GEO ASTRONOMICA
Nei primi decenni del Novecento, l’introduzione della temporalità
nell’Universo e più in particolare di un istante primitivo rivoluzionò la
cosmologia. Nel ‘600 Newton riteneva che spazio e tempo fossero entità
assolute e perpetue e appoggiava la teoria di un Universo immobile e
inalterabile, ma le prime giustificazioni matematiche vennero date nel
1917 da Einstein con la Teoria della Relatività Generale e la nuova Teoria
gravitazionale, che negava l'esistenza dello spazio e del tempo assoluti
postulati da Newton e affermava che essi si modificavano in funzione delle
condizioni di moto del sistema di riferimento e che inoltre la presenza di
massa nell'universo deformava lo spazio-tempo, come una sfera pesante
deforma un telo elastico su cui viene appoggiata. Per supportare quindi il
suo modello matematico di un universo quadrimensionale, omogeneo e
statico, Einstein introdusse anche un fattore di correzione (costante
cosmologica) che rappresentava una forza che, a grandi distanze, si
opponeva alla gravità, impedendo il collasso dell'universo.
Indipendentemente tra il 1927 e il 1933 il belga Lemaitre, portando alle
estreme conseguenze l'idea di un universo in espansione, formulò l'ipotesi
che l'universo si fosse originato nei suoi primissimi istanti, dall'esplosione
di un atomo primordiale. Questa idea fu ripresa negli anni '40 da Gamow,
Alpher, Herman che ipotizzarono che l'universo avesse avuto origine da un
piccolissimo punto di densità e temperatura infinite, in seguito a
un'esplosione cui fu dato il nome di Big Bang. . Tale intervallo di tempo,
denominato era di Planck, può essere considerato il primo istante
dell’Universo. Secondo questa Teoria classica del Big Bang caldo o
modello standard, negli istanti successivi al Big Bang si formarono le
particelle elementari (elettroni, neutrini, quark) e poi quelle “pesanti”
(protoni, neutroni). Occorsero poi milioni di anni perchè la temperatura
diventasse abbastanza bassa, da permettere la formazione dei primi atomi
stabili di idrogeno e la loro condensazione fino a formare le galassie.
Il bosone di Higgs, anche chiamata “particella maledetta”(Goddam
particle) o “particella di Dio” (God Particle) poiché avrebbe dato origine a
tutte le masse, sta alla base del Big Bang e del modello standard. La
conferma sperimentale della previsione teorica del bosone ha richiesto
quasi mezzo secolo e il lavoro di più di un migliaio di fisici. Il bosone di
Higgs è stato osservato per la prima volta nel 2012, negli esperimenti Atlas
e la sua scoperta è stata ufficialmente confermata il 6 marzo del 2013.
MATEMATICA
L’istante è un intervallo di tempo fatto tendere a zero; ciò vuol dire che
qualsiasi intervallo di tempo consideriamo, ad esempio un secondo o
meglio ancora un millesimo di secondo, ci sarà sempre un periodo più
breve: l’istante, appunto. In fisica questo concetto può essere trovato nelle
grandezze istantanee, ossia tutte quelle grandezze fisiche che coinvolgono
una variazione temporale infinitesimale e che si esprimono tramite
derivate.
Il calcolo infinitesimale (studio di derivata, continuità, integrale) fu
scoperto dai due più grandi scienziati del XVII secolo, Gottfried Wilhelm
Leibnitz e Isaac Newton. Questo, non a caso chiamato "calcolo sublime",
permise di risolvere molti problemi scientifici e matematici che fino ad
allora non avevano trovato un’adeguata soluzione e descrizione. Newton è
senza dubbio uno dei maggiori scienziati. Newton pare fosse autodidatta in
matematica, perciò dovette le sue conoscenze allo studio degli scritti di
personaggi importanti, quali John Wallis, il quale introdusse nel suo
“Aritmetica infinitorum” concetti matematici che servirono poi a Newton
per elaborare le sue nozioni per il calcolo infinitesimale.
L’idea di calcolo infinitesimale era stato sviluppato da Newton molto
prima della pubblicazione nel 1687 de “Philosophiae naturalis principia
mathematica”, che portò ad un’accesa controversia con Leibniz circa,
appunto la priorità dell’invenzione. Leibniz teorizzava la derivata di un
punto di una curva come il coefficente angolare della tangente nel punto,
intendendo quella retta tangente come una ideale secante in quel punto e in
un altro infinitamente vicino a quello dato. Leibniz introdusse inoltre una
grande S (maiuscola) per denotare l’integrale e anche questa notazione è
divenuta di uso comune, ma per il resto, la teoria di Leibniz non si distacca
molto da quella di Newton, nonostante tutte le fiamme e i fulmini che
scoppiarono tra questi due grandi geni, (si dice che la disputa, oltre che da
ragioni personali fosse animata anche da orgoglio nazionalistico).
In definitiva a Leibniz dobbiamo soprattutto il fatto di aver fissato in
maniera sistematica le regole della derivazione, usando un simbolismo
espressivo che è stato adottato dopo di lui dai matematici del continente ed
ha finito coll'imporsi anche in Inghilterra, dove si era conservata per circa
un secolo la tradizione del linguaggio newtoniano. Ciò che merita di essere
sottolineato è che Leibniz fu subito ben consapevole dei vantaggi di una
notazione sistematica, mentre Newton sembra averle attribuito poca
importanza, quasi che abbia introdotto alcune notazioni solo per comodità
personale.
FISICA
I concetti del calcolo infinitesimale e in particolare il concetto di derivata
trova ampie applicazioni anche in fisica, come ad esempio per il calcolo
della velocità istantanea.
La velocità di un oggetto si definisce come il quoziente tra spazio percorso
e tempo impiegato a percorrerlo. Ad esempio: se un atleta corre i 100 m
piani in 10 secondi netti, la sua velocità media risulta di 100/10 = 10 m/sec
(metri al secondo).
Quella così definita è la velocità media dell'atleta; ma se analizziamo la
sua corsa istante per istante vedremo che in effetti l'atleta non ha corso
sempre alla stessa velocità.
Come definire allora la velocità dell'atleta istante per istante? Sul grafico
spazio-tempo la velocità istantanea è data dalla pendenza della tangente. Il
problema è che un istante ha, per definizione, durata 0 e dunque anche lo
spazio percorso è 0; applicando la definizione di sopra si avrebbe v = 0/0
che è un quoziente indeterminato. Per superare questo paradosso Leibniz e
Newton introdussero il concetto di “infinitesimo”: un'istante di tempo è
allora visto come un tempo infinitesimo dt e lo spazio percorso come uno
spazio infinitesimo ds.
In un moto vario il rapporto Δs/Δt =s2−s1/ t2−t1
Si chiama velocità media fra gli istanti t1 e t2 e corrisponde, nel grafico
spazio-tempo, al coefficiente angolare della retta secante la curva nei due
istanti considerati.
s2
s1 s1 t1
t1 t2
Si chiama velocità istantanea il limite verso cui tende il rapporto Δs/Δt =
s2 −s1/ t2 −t1 quando vengono considerati istanti t2 che tendono
indefinitamente all'istante t1.
Ciò corrisponde, nel grafico spazio-tempo, al coefficiente angolare della
retta tangente la curva nell'istante t1.
La velocità istantanea è allora il limite per t che tende a 0, ovvero
calcolato in un istante del quoziente Δs/Δt, che Newton chiamava
“flussione”, Leibniz “derivata dello spazio rispetto al tempo”.
ARTE
La rappresentazione dell’istante è l’obiettivo principale della fotografia e
dell’Impressionismo. Le macchine fotografiche moderne necessitano di un
tempo di esposizione così breve da poter essere considerato un istante; alle
origini della fotografia, invece, l’intervallo di tempo necessario per
fotografare un soggetto era piuttosto dilatato. Nel Settecento vennero
create le prime camere ottiche, che attraverso un sistema mobile di lenti
erano in grado di proiettare il soggetto capovolto su un vetro smerigliato,
su cui veniva posto un foglio di carta lucida per ricalcare l’immagine
prospettica. Solo agli inizi dell’Ottocento venne meno l’intervento
manuale dell’uomo nella fotografia, fino a quel punto indispensabile: nella
prima ripresa fotografica vera e propria ad opera di Niépce, una lastra di
peltro, sensibile alla luce perché emulsionata con bitume, prende il posto
del vetro smerigliato. Veduta dalla finestra dello studio dell’autore, con
un’esposizione di ben otto ore, è il primo esempio di ripresa diretta (1827).
A Daguerre si deve invece il brevetto di quella forma di rappresentazione
fotografica detta dagherrotipìa nel 1838 egli sostituisce il vetro con una
lastra di rame argentata; il trattamento di questa con lo iodio fa si che
l’argento si ossidi in presenza di luce. L’esposizione imprime la scena al
negativo sulla lastra che, in seguito, viene invertita per mezzo di sali di
mercurio. Solo nel 1888 nasce il primo rullino di pellicola Kodak, che
permette di avere un negativo da cui ricavare infinite ristampe. Lo
sviluppo di modelli portatili di macchine fotografiche e con tempi di
esposizione più brevi rende possibile la fotografia en plein air: nascono
così le cosiddette istantanee.
Un altro tentativo di riprodurre l’istante viene effettuato dagli
impressionisti. Con l’Impressionismo, movimento artistico sorto in Francia
nella seconda metà dell’Ottocento, per la prima volta nella storia della
pittura, l'uomo esprime la poesia dell'istante che passa, della luce sempre
mutevole, che cambia senza sosta la materia delle cose. La sostanziale
diversità di questo movimento rispetto a ogni altra forma di pittura risiede
nel diverso modo che gli Impressionisti hanno di porsi in rapporto con la
realtà esterna. Essi infatti si rendono conto che tutto ciò che percepiamo
attraverso gli occhi continua di fatto al di là del nostro campo visivo. Ciò
che conta dunque in ogni rappresentazione è dunque l'impressione che
suscita nell'artista il quale opera una sintesi tesa ad eliminare il superfluo
per arrivare a cogliere la sostanza delle cose e per esprimere i sentimenti
provati. La pittura impressionista vuol darci conto della variabilità dei
colori, cercando di cogliere l'attimo fuggente cioè le sensazioni di un
istante, con la precisa consapevolezza che l'istante successivo potrà
generare sensazioni del tutto diverse.
“Più invecchio più mi rendo conto che devo lavorare molto duramente per
riprodurre ciò che cerco: l’attimo istantaneo. L’influenza del clima sulle
cose e la luce che le caratterizza.” Claude Monet, 1891
Claude Monet, riconosciuto come uno degli pionieri di questo movimento