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Questa tesina di terza media è monografica e descrive le principali arti classiche: l'arte greca, l'arte rinascimentale e l'arte neoclassica. La tesina analizza anche degli stili classici, come lo stile corinzio, lo stile ionico e lo stile dorico. Vengono anche riportate anche delle immagini con le principali opere d'arte dell'antichità.
Mungelli Alessio
Classe III H
Istituto Comprensivo “Vivaldi-Murialdo”
Prof: A. Natale
Tesina di Educazione Artistica
Arti Classiche: dall’ arte greca all’arte
neoclassica
Arte greca : XII Arte Neoclassicismo: XIII
secolo A.C. Rinascimentale: secolo
Arte Greca ( XII secolo A.C. )
Nel XII secolo i Dori occupano il Peloponneso e nel corso dei secoli si integrano
con le altre popolazioni locali.
L’architettura greca, vuole esprimere la dignità dell’ uomo ed un grande
rispetto per l’ambiente naturale:
ad esempio, i templi venivano costruiti in luoghi che suggerivano la presenza
divina, i teatri erano costruiti all’ aperto, sfruttando le alture delle colline.
Nella società greca, l’architettura aveva un ruolo primario, a differenza della
pittura e della scultura che servivano semplicemente ad abbellire gli edifici.
Analizzando i templi greci, possiamo dire che nell’architettura greca, sono
presenti tre stili:
Lo stile dorico, che è il più antico ma anche il
più maestoso, caratterizzato da forme semplici.
Ha la particolare caratteristica di non
presentare un piedistallo, e di presentare un
capitello estremamente semplice, composto da
due elementi: l’echìno e l’àbaco. Sul tronco,
presenta poche scanalature.
Lo stile ionico, è più elegante e decorato rispetto a
quello dorico. La colonna è alta e slanciata, inoltre
ha un proprio piedistallo. Il capitello presenta delle
volute ed è decorato con gli ovuli.
Lo stile corinzio, può definirsi un’elaborazione di
quello ionico.
Ha le colonne più alte ed il capitello presenta
decorazioni rappresentanti foglie di acanto.
Si dice che la decorazione con foglie di acanto, sia
dovuta alla visione di queste foglie attorno ad un cesto
di giunco vicino alla tomba di una fanciulla.
Il maggior “manifesto” della scultura e dell’ architettura greca è il Partenone,
un tempio di stile dorico dedicato alla dea Atena.
Questo tempio, ancora visibile oggi, è stato progettato dall’ architetto Ictino,
ma realizzato con l’aiuto di Fidia,famoso per aver realizzato la Nike di
Samotracia
All’ interno del Partenone, possiamo notare dei bassorilievi, realizzati dallo
stesso Fidia.
Altro particolare elemento dell’architettura greca, è il teatro, che ha la
caratteristica di essere costruito su un’altura, solitamente una collina.
La scultura, tendeva a rendere l’uomo simile ad una divinità, quindi
esaltandone le caratteristiche fisiche.
Ciò che viene esaltato realmente dell’uomo è la ragione.
Nel V e IV secolo a.C. Policleto, Fidia e Parassitele riuscirono ad arrivare alla
perfezione della forma anatomica, stabilendo dei canoni.
Nell’arte greca si possono distinguere tre periodi ben definiti, ovvero il periodo
arcaico, il periodo classico ed il periodo ellenistico. Nel periodo classico, lo
scultore Policleto scrive un canone, con il quale fissa le regole per creare una
statua perfetta. L’unità base è la testa, che deve essere contenuta 8 volte nel
corpo della statua.
Vanno ricordate, le ceramiche greche, che venivano utilizzate principalmente
per conservare alimenti e per i riti funerari, ma potevano anche essere utilizzati
come merce di scambio.
Se la forma variava a seconda dell’uso, le decorazioni si distinguono in base al
periodo e alle tecniche, in tre stili ben definiti:
Lo stile geometrico ( XI-VIII secolo a.C. ) veniva usato principalmente per
i vasi funerari. La decorazione avvolge il vaso e il vaso e rappresenta
piccole scene di cerimonie e cortei funebri. La figura umana è stilizzata
ed essenziale ( vedi fig. A ).
Lo stile a figure nere su sfondo rosso, si afferma in particolare dal VI
secolo a.C. per raffigurare scene mitologiche e di guerra. Le figure
spiccano sull’argilla che cuocendo assume una colorazione rossastra. I
particolari delle persone e delle vesti sono ottenute incidendo con una
punta metallica l’argilla nera ( vedi figura B )
Lo stile a figure rosse su sfondo nero, si sviluppa attorno al 530 a.C.,
sempre con soggetti mitologici.
L’intera superficie del vaso viene dipinta con vernice nera, ad eccezione
delle figure, che verranno poi perfezionate con un pennello molto sottile
per designarne i particolari ( vedi fig. C)
A B C
Stile geometrico Figure nere su sfondo rosso Figure rosse su sfondo
nero
Rinascimento ( XV-XVII secolo )
Nei primi decenni del XV secolo, si sviluppa in Italia un movimento culturale ed
artistico detto “Rinascimento”. Si è scelto di usare questo termine per indicare
la “rinascita” dell’arte dopo la decadenza medievale.
Ciò che caratterizza la pittura rinascimentale è:
L’esaltazione dell’uomo, che nella nuova cultura, per questo definita
“umanistica”, viene posto al centro dell’universo;
il ritorno al naturalismo del mondo classico. Dopo molti anni durante i
quali si usavano raffigurazioni simboliche, in questo periodo si torna agli
esatti rapporti proporzionali tra le figure, inserite perfettamente
nell’ambiente.
L’invenzione della prospettiva, che consente di riprodurre un mondo
naturalistico, “a misura d’uomo”, l’aspetto tridimensionale della realtà su
una tela.
La pittura nell’arte rinascimentale è importantissima, perché fornisce alle
altre arti lo strumento insostituibile del disegno.
I pittori rinascimentali utilizzano nuove tecniche, che arricchiscono le loro
possibilità espressive. Queste sono la tecnica ad olio, i pastelli e
l’affresco.
Tra i maggiori pittori rinascimentali, ricordiamo Masaccio che fu il primo
pittore ad introdurre la prospettiva nei dipinti, perfezionando l’invenzione
di Giotto, la prospettiva.
Con Masaccio, si chiude definitivamente la tradizione pittorica medievale.
Un altro pittore di spicco in questo periodo è Piero della Francesca, che
ha studiato attentamente le opere di Masaccio, apprendendo la tecnica
della prospettiva, che applicherà successivamente nei suoi dipinti.
La sua pittura è caratterizzata da una luce chiara e diffusa, senza ora e
senza stagione, che mostra la sua conoscenza della pittura fiamminga.
Negli ultimi vent’anni della sua vita, viene colpito da una progressiva
cecità.
Sandro Botticelli, cerca il raggiungimento di un “bello assoluto”,
attraverso un disegno raffinato. Quando, nel 1470 entra nella cerchia
degli intellettuali fiorentini di Lorenzo de’ Medici, Botticelli ne traduce gli
La Primavera La
ideali in pittura. Tra le opere più famose ricordiamo e
Nascita di Venere.
Andrea Mantegna riceve una formazione attenta alla cultura classica.
Per Mantegna, l’antichità classica è una rievocazione. La sua pittura ha
una particolare caratteristica: per la prima volta, la prospettiva riesce a
catturare lo spettatore portandolo dentro la scena.
Architettura del ‘400.
L’architettura quattrocentesca, ripropone gli ordini
architettonici classici, di modo da creare un nuovo
equilibrio compositivo. Colonne, archi e finestre
hanno rapporti geometrico-matematici tra loro.
Nei primi anni del ‘400 si propone una nuova figura
di architetto con Filippo Brunelleschi, che prima
di costruire prepara un progetto.
In particolare, con Leon Battista Alberti,
l’architettura cambia significato, assumendo anche
un significato teorico e un’importanza culturale,
entrando così nelle arti scientifico-letterarie.
Scultura del ‘400
Nel ‘400, anche l’architettura abbandona gradatamente l’eleganza del tardo
gotico, recuperando il realismo della statua classica.
Autore principale di questo cambiamento può essere definito Donatello.
Dopo le prime esperienze gotiche, Donatello si ispira sempre di più alle forme
classiche che studia a Roma insieme a Brunelleschi.
Proprio da quest’ultimo, Donatello riprenderà la rappresentazione dello spazio
attraverso la prospettiva.
L’attività dello scultore si svolge principalmente a Firenze. Il suo soggiorno a
Padova favorirà la diffusione dell’arte rinascimentale nell’Italia settentrionale.
Raffaello, il pittore dell’umana bellezza.
Raffaello nacque ad Urbino il 6 aprile 1483. Si forma tra le opere d’arte della
corte del duca Federico da Montefeltro; si trasferirà poi a Perugia presso la
bottega di Pietro Perugino. Dal 1504 è a Firenze dove consocerà Leonardo da
Vinci e Michelangelo Buonarroti. Dal 1508, Raffaello raggiungerà una gloria
senza paragoni grazie ai papi Giulio II e Leone X.
Nel 1513 affrescherà le Stanze Vaticane, e due anni dopo diventerà
sovrintendente alle antichità.
Raffaello è una persona affabile e gentile, ma lo scisma luterano del 1517 e il
Sacco di Roma del 1527 gli faranno sentire la crisi del mondo rinascimentale, e
ciò si ripercuoterà nelle sue opere che preluderanno al Manierismo.
Raffaello, nelle sue opere trasfigura la realtà in una “bellezza perfetta”, anche
nel ricordo delle opere di Piero della Francesca viste ad Urbino.
Le sue opere non sono una perfetta riproduzione del mondo reale, ma una
raffigurazione di un mondo ideale. Dalle opere di Leonardo trarrà la naturalezza
delle figure e l’armonia del paesaggio.
Nelle sue opere, il pittore torna più volte sul tema della Madonna col Bambino.
Le sue vergini, nonostante siano lontane da ogni tipo di religiosità, acquistano
una presenza concreta, un’umana bellezza.
Il periodo che il pittore visse a Roma costituisce il periodo più “classico” della
sua vita, e nelle Stanze Vaticane realizzerà uno dei più grandi capolavori del
Rinascimento maturo.
Tra le sue opere più celebri ricordiamo “La scuola di Atene” e “La Madonna del
Cardellino” La
scuola di
Atene è
uno dei
più celebri “manifesti” dell’arte rinascimentale. In questo dipinto troviamo
molti elementi dell’architettura greca, come le terme, ma inserisce anche
alcuni suoi contemporanei, come Leonardo da Vinci.
Al centro raffigura due filosofi dell’antica Grecia, Platone e Aristotele. Sullo
sfondo si intravede il cielo.
Platone ha il braccio in alto perché sostiene che il mondo in cui viviamo è solo
una copia del mondo delle idee, mentre Aristotele sostiene che l’unica realtà è
quella in cui viviamo.