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Storia: Il NGF e Rita Levi Montalcini
Latino: Catullo
Filosofia: Shopenhauer e l'illusione dell'amore e Freud e la teoria della sessualità
Chimica: la chimica dell'amore
Biologia: il sistema nervoso
Storia dell'arte: gli artisti raccontano l'arte del bacio
Fisica: il magnetismo
Inglese: Shakespeare e romeo e giulietta \ Lawrence e Lady Chatterley lovers
Ho scelto questo titolo per il mio percorso multidisciplinare perché spesso l'amore
viene considerato come un "qualcosa" di irrazionale e che non si può spiegare a parole ma che
bisognerebbe soltanto provare per capire cosa sia. Per me è tutto sbagliato! Quest'ultimo infatti non è
altro che l'insieme di numerosi fattori chimici che influenzano l’attrazione fisica e l'amore stesso per
una persona.
L'Amore, l'attrazione e l'affetto per i più romantici sono sentimenti indescrivibili a parole razionali ma
per i più cinici e realisti essi non hanno origine nel cuore e poi si "irradiano" in tutto il nostro corpo ma
da emozioni subcoscienti che nascono dal cervello e vengono spiegati scientificamente.
Per l'appunto è tutta questione di scienza ciò che
accade. Non credo dunque alla freccia di cupido che se
scoccata va a colpire due soggetti facendoli
innamorare. Mica è sempre tutto così semplice e
sdolcinato. L'amore è molto più complesso da vivere e
da spiegare. L'amore è un gran casino. Un’azione a
delinquere tra reazioni chimiche e
neurotrasmettitori che, attraverso le emozioni,
comunicano alla coscienza un’inclinazione erotico -
sentimentale verso uno specifico soggetto.
Personalmente, ho sempre considerato l'Amore così
come descritto dalla scienza, razionalizzando sempre
tutto. Mi reputo una persona con un "occhio clinico e
piuttosto cinico" nel vedere,sentire e giudicare la
maggior parte degli argomenti in modo assolutamente
scientifico e razionale. Non credo nell'irrazionalità dei sentimenti e nella casualità degli eventi quando
per esempio incrociano lo sguardo di una persona e ne rimaniamo affascinati.
L'irrazionalità non mi piace, tutto ciò che non possa essere, dimostrato o giustificato dalla forza logica
del pensiero o dalla scienza per me non esiste.
Mappa concettuale
2 Italiano:
Gabriele
D'Annunzio e
Arte: " "Il Piacere"
Quand gli Latino:
artisti e
G.V.Catullo
raccontano "Viviamo e
Amiamo"
l'arte del
Bacio "
Inglese: W.
Shakespeare e Storia: Rita
Romeo and
Juliet. D.H Levi Montalcini
Amore:
Lawrence " e le sue
è tutta
Lady scoperte
Chatterley's questio
lover" ne di
chimica Filosofia: A. e
Schopenhauer
l'illusione
Fisica: il dell'Amore.
magnetismo S.Freud e "La
teoria della
sessualità"
Chimica: Biologia:
" la il
chimica sistema
dell'amore" nervoso
Italiano
3 Gabriele D'Annunzio (biografia)
Gabriele D'Annunzio fu costantemente teso al conseguimento dell'obiettivo di rendere la sua vita un’”
opera d'arte" secondo i principi dell'estetismo.
Nato nel 1863 a Pescara da agiata famiglia borghese, studiò in una delle scuole più aristocratiche
dell'Italia del tempo, il collegio Cicognini di Prato.
Vere",
Esordì nel 1879 con un libretto di versi "Primo che suscitò una certa risonanza ed ottenne
benevola attenzione anche da parte di letterati di fama. A 18 anni si trasferì a Roma per frequentare
l'università ma abbandonò presto gli studi, preferendo vivere tra salotti mondani e redazioni di
giornali. Acquistò subito notorietà attraverso una produzione numerosa di versi, opere narrative,
articoli per diversi giornali. D'Annunzio spesso creò scandalo sia per i suoi scritti dai contenuti erotici,
sia per una vita scandalosa fatta di avventure galanti e lusso.
Egli stesso si crea la maschera dell’esteta dalla squisita sensibilità che rifiuta inorridito la mediocrità
borghese, rifugiandosi in un mondo di pura arte disprezzando la morale corrente.
Trovò un nuovo mito: il superuomo fu mito non più soltanto di bellezza ma anche di energia eroica,
attivistica. Questo personaggio ruota attorno all’esaltazione dello spirito dionisiaco ed è quindi
caratterizzato da un vitalismo puro che gli conferisce un’energia sconfinata ed inarrestabile. Proprio
quest’energia istiga nel suo animo una profonda volontà di dominio e lo autorizza ad agire oltre ogni
norma morale. inimitabile"),
Egli puntava a creare l'immagine di una vita eccezionale (il "vivere sottratta alle norme
del vivere comune.
Attraverso le sue esibizioni clamorose ed i suoi scandali lo scrittore voleva mettersi in primo piano
nell'attenzione pubblica, per vendere meglio la sua immagine e i suoi prodotti letterari ma il denaro
non era mai sufficiente alla sua vita lussuriosa. Una delle contraddizioni che lo scrittore non riuscì
mai a superare fu proprio il fatto di essere costretto a solleticare e a lusingare la massa. Proprio lui, il
più ostile al mondo borghese era il più legato alle sue leggi, proprio lo scrittore che più la spregiava
adesso era costretto ad amarla per avere successo.
Si legò alla grandissima attrice Eleonora Duse con la quale visse un amore lungo e tormentato.
Nel 1897 tentò l'avventura parlamentare come deputato dell'estrema destra, egli disprezzava infatti i
principi democratici ed egualitari e voleva restaurare la grandezza di Roma attraverso il dominio di
una nuova aristocrazia che ripristinasse il valore della bellezza contaminato dal dominio borghese.
verso la vita!").
Nel 1900 passò allo schieramento di sinistra ("Vado
Città morta,
Dal 1898, con la rappresentazione della si rivolse anche al teatro, che poteva
raggiungere un pubblico più vasto che non i libri. Successivamente, D'Annunzio fu costretto a fuggire
dall'Italia e a rifugiarsi in Francia a causa dei creditori inferociti con cui aveva contratto numerosi
debiti.
Nel 1915 rientra in Italia ed è tra i più fervidi interventisti. Dopo l’entrata in guerra dell’Italia,
nonostante sia più che cinquantenne, prende servizio al fronte, mosso dall’ambizione di svolgere in
ogni circostanza il ruolo del superuomo. S’impegna poi in molte azioni di guerra rischiose:
l’incursione aerea su Pola, il volo su Vienna, ma soprattutto, occupa Fiume.
Conclusa l’avventura di Fiume si sposta in una villa di Gardone Riviera. Qui resta sino alla morte.
Viene nominato nel 1924 dal re, su proposta di Mussolini, principe di Montenevoso. La villa viene
ingrandita e nel corso degli anni viene trasformata in una casa-museo. E’ il fastoso “Vittoriale degli
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Italiani”, che D’Annunzio donerà allo Stato. Muore il 1° marzo 1938, stroncato da un’emorragia
cerebrale. Le opere: le poesie, i romanzi e il teatro
La raccolta poetica d’esordio “Primo Vere” (1879), “ Canto Novo” del 1882 e le novelle di “ Terra
Vergine” dello stesso anno sono le prime opere di D’Annunzio: influenzate dagli scritti contemporanei
di Carducci e Verga, mostrano un’attenzione per la realtà concreta e per la natura solare, ma
presentano visioni cupe e mortuarie in perfetta ottica decadente. “Il libro delle Vergini” (1884), “San
Pantaleone” (1886) e “Novelle della Pescara” (1902) si distaccano dall’interesse sociale e
documentario del Verismo per inserirsi in una cornice irrazionalista dichiaratamente decadente.
Ben presto D’Annunzio si sposta verso un estetismo che lo porta ad affermare che “ Il Verso è tutto”
e a vivere come un difensore della bellezza, della pura arte e della sensibilità. Ma con il suo romanzo
più famoso, “ Il piacere” (1889), questa fiducia nella capacità di giudizio dell’esteta viene decisamente
meno. Il vate si rende conto dell’intima debolezza di questa figura che non ha nessuna forza di
opposizione contro la borghesia in ascesa e che, abituato all’isolamento sdegnoso contro le masse,
non potrà mai cambiare nulla.
A “ Il piacere” segue una fase di incerte sperimentazioni che cercano di distaccarsi il più possibile
dall’estetismo. E’ però solo con il “ Trionfo della morte” (1894) che l’artista inizia a proporre una
nuova figura mitica, seppur ancora non completamente definita: il “superuomo".
Nel “ Trionfo della morte” viene abbozzata una figura umana che ricerca un nuovo senso della vita,
ma che cede infine alla morte: la vera svolta ideologica si registra solo con “Le vergini delle rocce”
del 1895, dove si descrive un eroe sicuro, che procede senza esitazione verso la meta. E’ questo il
manifesto politico del Superuomo dannunziano.
Tale nuova linea di personaggi è confermata da “Fuoco”( 1900), “Forse che sì forse che no” (1910) e
soprattutto nella produzione teatrale ( una tra tutti, “ Città morta” del 1986).
Il "super-uomo" dannunziano
Il superuomo dannunziano assume le sembianze di poeta Vate, capace di essere una guida per il
paese, incantare gli altri, sedurre le donne e vivere una vita originalissima. Una vita fatta di nuovi
valori, ma molte volte lontani dalla pura introspezione, valori che divengono popolari, ricchi di forma e
che possiedono una dirompente capacità di dare scandalo o di incantare gli altri. Il superuomo
dannunziano trae dalla forza del bambino lo stupore, alimenta la propria creatività come un dilettante
di emozioni incuriosito dal mondo e consacra all’arte la propria virtù.
C’è nel culto del pericolo e nel mito dell’ardito, una sorta di rifacimento al superuomo di Nietzsche,
ma anche questo è circondato da un alone di forma artistica e di auto-celebrazione che rendono
quello di D’Annunzio un superuomo del tutto differente, un superuomo che ha saputo incantare,
creando nuovi valori basati sul culto dell’estasi, sulla forma e sulla ricerca sfrenata di una nuova
coscienza estranea alla morale comune.
Eppure D’Annunzio, ha dimostrato di conoscere chiaramente le regole terrene attraverso le quali
dominare il mondo anche dopo la propria morte, far si che gli studiosi di tutte le epoche non si
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fermino a contemplarne la produzione letteraria poiché proprio la sua vita è divenuta la sua più
grande opera d’arte, ed in questo D’Annunzio supera se stesso, divenendo Superuomo.
Il piacere: un romanzo estetizzante e simbolista
Ben presto D'annunzio si accorse dell'intima debolezza della
figura da lui "creata” e della costruzione ideologica che essa
presuppone: l'esteta non ha la forza di opporsi realmente alla
borghesia in ascesa. Egli avverte tutta la fragilità dell'esteta in un
mondo lacerato da forze e conflitti così brutali: il suo isolamento
non può che divenire sterilità ed impotenza, il culto della bellezza
si trasforma in menzogna. La costruzione dell'estetismo entra
allora in crisi.
Nel 1889 nasce il primo romanzo scritto da D'Annunzio, "Il
Piacere" è la testimonianza più esplicita dell'esperienza mondana
e letteraria vissuta dallo scrittore sino a quel momento ed è di
gusto simbolista-decadente.
Ambientato in una Roma elegante, frivola e snob, al centro
romanzo si pone la figura di un esteta aristocratico - letterato e
uomo di mondo, Andrea Sperelli, il quale non è che D'Annunzio
stesso.
II conte Andrea Sperelli, ultimo discendente di una nobile famiglia,
poeta e acquafortista di raffinata sensibilità, attende a palazzo Zuccari dove vive
l'affascinante duchessa Elena Muti.
Sono trascorsi due anni dall'ultimo incontro, quando Elena aveva improvvisamente deciso di
interrompere la loro intensa e tormentata relazione e di partire da Roma.
Andrea ha cercato invano di dimenticarla gettandosi nella vita mondana e passando da un'avventura
erotica all'altra. Ferito in un duello il giovane conte ha trascorso nella villa di una cugina una lunga
convalescenza, durante la quale gli è sembrato di ritrovare se stesso nella poesia e nell'arte. Qui ha
conosciuto Maria Ferres, moglie di un diplomatico guatemalteco, sensibile e pura, con la quale s'è
illuso di poter vivere un amore finalmente sano.
Rientrato a Roma, l'esasperata sensualità lo ha portato però a rituffarsi nella ricerca del piacere e ora
che Elena è tornata, anche se sposata con Lord Heatfield, si riaccende la passione per lei.
Durante il loro incontro Elena si dice disposta all'amicizia ma non più all'amore. Andrea esasperato
pensa di trovare conforto nell'amore di Maria.
Da questo momento nei pensieri e desideri di Andrea le immagini delle due donne si sovrappongono
morbosamente fino a non riuscire più a separarle e alterna cinicamente le due relazioni. La
situazione precipita quando Elena sta per concedersi ad un altro e Maria, coinvolta nella rovina del
marito sorpreso a barare al gioco, è costretta a lasciare Roma.
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