Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
Scarica il documento per vederlo tutto.
vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Sintesi Afroamericani tesina
“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora imparato l’arte di vivere come fratelli.”
Con questa frase Martin Luther King, uno dei personaggi più attivi nella lotta per i diritti civili, sia in America che nel resto del mondo, esprimeva il rammarico per essere riusciti a raggiungere obiettivi e scoperte importanti ma non ancora una vita di uguaglianza e fraternità.
Con la stessa speranza io penso al mio futuro, e al futuro dei giovani nel mondo, perché durante i miei 19 anni ho avuto la possibilità di incontrare diverse persone, che nonostante fossero originarie di altri Paesi si sono dimostrate più leali, gentili e amiche che altre.
Tra i miei coetanei spesso si rischia di giudicare in modo sbagliato ragazzi stranieri, o che semplicemente preferiscono andare contro corrente o essere alternativi, etichettandoli secondo i falsi pregiudizi che circolano tra la gente come persone da non frequentare o ancor peggio da emarginare.
Ho avuto personalmente prova della superficialità delle persone e di quanto le loro idee siano false e largamente distanti da quelli che sono i reali caratteri delle persone, avendo il meraviglioso piacere di condividere questi ultimi 5 anni di scuola con una delle persone più belle che conosca e con la quale mi auguro di poter passare assieme molto altro tempo. La mia tesina garantisce anche dei collegamenti interdisciplinari con le varie materie di studio.
Collegamenti
Afroamericani tesina
Storia: Commercio triangolare, Guerra d'Indipendenza Americana, Nascita Costituzione, Storia degli USA.
Diritto: confronto tra le Costituzioni Italiana e americana.
Inglese: Martin Luther King (vita).
Lettere: Attualità (Presidente Obama).
A.S. 2013 – 2014
Indice:
Introduzione
I) La tratta atlantica
Le cause
La traversata sulle navi
II) La schiavitù
III) I primi movimenti abolizionisti e la Guerra d’Indipendenza
IV) La Costituzione Americana
Costituzioni a confronto: differenze con quella italiana
V) Sud: “Second Middle Passage”
Le ribellioni
VI) Guerra di secessione
La ricostruzione
VII) Segregazione razziale: leggi Jim Crow
I movimenti pro e contro la parità di diritti
La vita degli afroamericani
VIII) Martin Luther King Jr.
IX) Fine della segregazione
X) Scuse ufficiali
XI) Oggi: Presidente Obama
XII) Domani…? Introduzione
“Abbiamo imparato a volare come gli uccelli, a
nuotare come i pesci, ma non abbiamo ancora
imparato l’arte di vivere come fratelli.”
Con questa frase Martin Luther King, uno dei personaggi più attivi nella lotta per i
diritti civili, sia in America che nel resto del mondo, esprimeva il rammarico per essere
riusciti a raggiungere obiettivi e scoperte importanti ma non ancora una vita di
uguaglianza e fraternità.
Con la stessa speranza io penso al mio futuro, e al futuro dei giovani nel mondo,
perché durante i miei 19 anni ho avuto la possibilità di incontrare diverse persone,
che nonostante fossero originarie di altri Paesi si sono dimostrate più leali, gentili e
amiche che altre.
Tra i miei coetanei spesso si rischia di giudicare in modo sbagliato ragazzi stranieri, o
che semplicemente preferiscono andare contro corrente o essere alternativi,
etichettandoli secondo i falsi pregiudizi che circolano tra la gente come persone da
non frequentare o ancor peggio da emarginare.
Ho avuto personalmente prova della superficialità delle persone e di quanto le loro
idee siano false e largamente distanti da quelli che sono i reali caratteri delle
persone, avendo il meraviglioso piacere di condividere questi ultimi 5 anni di scuola
con una delle persone più belle che conosca e con la quale mi auguro di poter
passare assieme molto altro tempo.
I. La tratta atlantica
L’espressione tratta atlantica è riferita al commercio di schiavi di origine africana tra il
XVI e il XIX secolo, verso i nuovi territori americani, percorrendo l’Oceano Atlantico.
LE CAUSE
Nel XVI secolo, le grandi potenze europee (Spagna, Portogallo, Inghilterra e Olanda)
iniziarono a insediarsi in America, con la prospettiva di arricchirsi con le risorse
minerarie e creare enormi piantagioni.
Per entrambe le attività, per le mansioni più pesanti, era richiesta moltissima
manodopera e gli europei inizialmente provarono a far lavorare gli indigeni americani,
ma la soluzione risultò insoddisfacente.
Fu allora che presero in considerazione la possibilità di
usare per i loro scopi gli schiavi africani, prigionieri di
guerra barattati dagli africani stessi con gli europei.
Questi infatti erano decisamente più convenienti come
costo di manodopera e più adatti a sopportare il lavoro
forzato dal punto di vista fisico.
Portoghesi e spagnoli per primi, se li procurarono per
mandarli nelle loro colonie dando il via al più grande
commercio di schiavi della storia.
Le proporzioni di questa tratta aumentarono rapidamente, dando vita a vere e proprie
economie basate sullo schiavismo, arrivando a trasportare approssimativamente un
totale di 12 milioni di persone.
Questa tratta era definita “Middle Passage” in quanto, all’interno del commercio
triangolare, essa costituiva appunto il passaggio intermedio: le navi partivano
dall’Europa cariche di prodotti commerciali come stoffe, liquori, tabacco, manufatti e
soprattutto armi da fuoco che, una volta arrivati in Africa, barattavano con i monarchi
locali in cambio di uomini rapiti o schiavi di guerra che successivamente venivano
traghettati fino al Nuovo Mondo dove le navi “negriere” venivano svuotate e ricaricate
di materie prime che venivano riportate di nuovo in Europa.
Per quanto riguarda gli uomini africani, essi iniziavano il loro “viaggio” ancora
all’interno dell’Africa dove venivano
catturati nei villaggi, rapiti dalle proprie
famiglie o acquistati da altri rapitori e fatti
schiavi per poi essere mandati in tragitto
verso la costa occidentale, carichi di altri
beni e prodotti di scambio.
Arrivati a destinazione, dopo settimane di
cammino, aspettavano in capanne o
addirittura gabbie l’arrivo delle navi negriere che li avrebbero portati alle aste di
schiavi in America.
LA TRAVERSATA
Le navi arrivate in Africa, stipavano gli uomini al loro interno come semplici oggetti,
andando a incastro per ridurre gli spazi.
Uomini, donne e bambini venivano spogliati di
tutto, legati tra di loro e, a seconda della
dimensione della nave, posizionati in spazi molto
stretti nella quale la diffusione di malattie e
infezioni era inevitabile.
Vivevano in luoghi poco igienici e tra i propri
escrementi, con dosi di cibo e acqua scarse,
subendo violenze e maniere rudi ogni giorno.
Pertanto rispetto al carico complessivo della nave
alla partenza, che poteva essere dai 50 ai 400
africani, dopo mesi di traversata (a seconda del
tempo atmosferico e della nave), circa il 35%
moriva prima di arrivare sulla terra ferma.
Le cause di morte furono da addebitare anche alla depressione che portò molti
uomini al suicidio.
Arrivati nei porti americani venivano scaricati successivamente puliti, coperti, nutriti e
infine unti per rendere la loro pelle più lucida e quindi presentare nel miglior modo
possibile la merce in vendita.
I coloni giungevano nei porti come per recarsi ad un normale mercato di bestiame,
controllavano le diverse caratteristiche fisiche, il temperamento, la salute
“dell’animale” e poi partecipavano alle aste per aggiudicarsi il prodotto migliore e più
adatto al lavoro che il proprietario gli avrebbe assegnato una volta arrivati a “casa”,
servitore in casa, minatore o raccoglitore all’interno delle enormi piantagioni di cotone
o canna da zucchero. II. La schiavitù
Il primo carico di schiavi arrivò nella colonia spagnola corrispondente all’attuale
California del Sud nel 1526, mentre nel Nord America il primo carico fu acquistato da
coloni della Virginia nel 1619 e da quel momento la pratica di acquistare schiavi tipica
degli Spagnoli nel Sudamerica si diffuse in tutto il territorio, soprattutto nelle zone più
fertili e ricche di risorse minerarie.
Prima della diffusione di tale pratica veniva impiegata la manodopera con un
contratto di servitù debitoria sia per uomini bianchi che neri e consisteva nel lavorare
nella colonia per un determinato periodo di tempo fino a saldare completamente il
debito contratto con il proprietario per il viaggio verso Nord.
Ben presto il ruolo della servitù venne sostituito con
quello dello schiavo di proprietà, per la quale vennero
varati dei veri e propri codici degli schiavi che
regolamentavano la schiavizzazione di tutte le
persone non cristiane e la prevalenza della razza
bianca su quella del nero, considerato pari se non
inferiore ad un normale utensile da lavoro.
La trasformazione del contratto si ebbe in quanto i
coloni si resero conto che il tempo di servitù finiva nel
momento in cui questi cominciavano ad essere più esperti del mestiere e quindi
davano il massimo rendimento.
Ciascun uomo nato da una madre schiava era di conseguenza considerato schiavo,
indipendentemente da chi fosse il padre, egli non aveva l’obbligo di riconoscere e
mantenere il figlio.
La vita di schiavo consisteva nel fare orari pesanti, con ogni tipo di situazione
atmosferica e temperatura, sotto la continua supervisione di addetti che con brutalità,
violenza e punizioni spronavano la gente a lavorare senza interruzioni e che anche
nei momenti “liberi” ordinavano agli schiavi varie mansioni.
Per evitare qualsiasi impulso o idea di ribellione o risposta al proprietario, venivano
negate tutte le forme di associazione tra gli schiavi, non potevano svolgere pratiche
religiose, riunirsi a parlare, né leggere o studiare qualsiasi cosa se non la Bibbia da
cui trassero i canti “Gospel” o “Spiritual” che fungevano da supporto morale per il
duro lavoro degli schiavi.
III. La Guerra d’Indipendenza
La prima delle potenze europee ad abolire la schiavitù fu l’Inghilterra nel 1772 ma
questa decisione riguardava unicamente il territorio inglese e pertanto non si
estendeva alle colonie.
Pochi anni dopo, alle porte della Guerra d’Indipendenza, il governatore della Virginia
Lord Dunmore, proclamò la legge marziale con la quale promise la libertà a tutti gli
schiavi che avessero lasciato il proprio padrone e si fossero arruolati nell’esercito
della colonia inglese e ovviamente gran parte degli schiavi del Sud cercò di ribellarsi
al padrone e di fuggire dietro le linee britanniche.
Le 13 colonie britanniche infatti erano
soggette al controllo della madre patria
attraverso un Governatore e assemblee elette
da loro stessi ma l’Inghilterra imponeva ad
essi tasse e imposte sempre maggiori, monopolizzando i loro commerci e limitando i
loro diritti e il loro potere.
A seguito dell’applicazione dell’ennesima imposta le colonie cominciarono a
domandare l’indipendenza dalla Corona inglese e nel 1775 iniziò la Guerra
d’Indipendenza Americana che fu condotta dalle forze armate americane sotto il
comando del Colonnello George Washington.
Dopo un anno dall’inizio della guerra, il 4 Luglio 1776 il congresso firmò la
Dichiarazione d’Indipendenza degli Stati Uniti d’America dalla Gran Bretagna, redatta
da una commissione al cui interno il contributo maggiore è da attribuire a Thomas
Jefferson.
La guerra si poté dire terminata dopo otto anni, quando finalmente l’Inghilterra
riconobbe l’Indipendenza delle colonie e venne stipulato il Trattato di Parigi nel 1783.
IV. La Costituzione americana
Una volta formati gli Stati Uniti d’America nacque il bisogno di dare a questa
confederazione una struttura governativa e una legge suprema sulla quale fondare la
nazione, e così si formò una Convenzione Costituzionale a Filadelfia nel 1787.
Tra i “Founding Fathers” della Costituzione vi erano anche George Washington,
Thomas Jefferson e Benjamin Franklin.
La Costituzione entrò effettivamente in funzione
due anni dopo la sua stesura.
Questa inizialmente era costituita da un Preambolo:
una piccola introduzione del documento che ne
delineava gli scopi fondamentali quali giustizia,
difesa, benessere e libertà dei cittadini americani; a seguire furono inseriti 7 articoli
che poi vennero integrati negli anni a venire dalla “Dichiarazione dei Diritti” (Bill of
Rights, 1791), che era formata da 8 emendamenti che garantivano le libertà
fondamentali, e successivamente da altri emendamenti per un totale di 27.
Tra gli emendamenti più importanti ricordiamo il XIII relativo all’abolizione della
schiavitù del 1865, il XV con la quale i neri ottennero il diritto di voto (1870) e
sicuramente il XIX che riconosce gli stessi diritti alle donne (1920).
All’interno dei 55 delegati alla stesura del testo costituzionale venne poi eletto quello
che sarebbe divenuto per due mandati consecutivi il primo Presidente degli USA:
George Washington.
COSTITUZIONI A CONFRONTO: DIFFERENZE CON QUELLA ITALIANA
Confrontando la Costituzione Americana con quella
Italiana, quest’ultima è tra le più recenti in vigore.
Lo Statuto Albertino, che era l’allora fonte primaria di
legge, rese l’Italia una monarchia costituzionale ma
cessò di avere importanza con l’insediamento del fascismo in Italia anche se di fatto
non modificò lo statuto.
Finita la 2 Guerra Mondiale, nel 1943 Mussolini perse il potere e crollò il fascismo
dando il via a un periodo di governo transitorio che terminerà con l’entrata in vigore
dell’attuale Costituzione Italiana.
Con il progredire della situazione nacque la necessità di ristabilire una fonte di legge
ma lo Statuto non era più applicabile e la stessa monarchia veniva giudicata
compromessa così si decise di trasferire i poteri del Re dal padre al figlio, il quale
convocò per il 2 Giugno 1946 l’elezione per l’Assemblea Costituente e allo stesso
tempo un referendum per far scegliere ai cittadini, sia uomini che donne, tra un
Governo monarchico o repubblicano.