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Introduzione Africa, tesina
La seguente tesina di terza media tratta dell'Africa. La tesina abbraccia anche i seguenti argomenti nella varie discipline scolastiche: Giuseppe Ungaretti in Italiano; P. Picasso (arte) in Arte; P. Picasso (vida) in Spagnolo; Il Colonialismo in Storia; L’Africa in Geografia; Le fonti energetiche in Tecnica; AIDS in Scienze; The Apartheid in Inglese; I diritti umani in Cittadinanza; Gospel & Spirituals in Musica.
Collegamenti
Africa, tesina
Italiano – Giuseppe Ungaretti
Arte – P. Picasso (arte)
Español – P. Picasso (vida)
Storia – Il Colonialismo
Geografia – L’Africa
Tecnica - Le fonti energetiche
Scienze - AIDS
English – The Apartheid
Cittadinanza – I diritti umani
Musica – Gospel & Spirituals
E s p a ñ
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s s o (
v i d a
)
Pablo Picasso nació en 1881 en
Málaga, España, el primer hijo de
José Ruiz Blasco y María Picasso y
López. El padre de Picasso, José
Ruiz, fue un pintor especializado en
la representación naturalista. De su
madre adquirió el apellido que lo
hizo conocido en todo el mundo. El
joven Picasso mostró una pasión y
un talento muy por el dibujo.
Fue un pintor y escultor español,
creador, junto con Georges Braque
y Juan Gris, del movimiento cubista. Este movimiento se
caracteriza por el uso de formas geométricas, por la representacion
simultánea de varios aspectos de los objectos y por la
descomposición de los imágenes. Considerado uno de los mayores
artistas del siglo XX, participó en muchos movimientos artísticos
que se propagaron por el mundo y ejercieron una gran influencia en
otros grandes artistas de su tiempo. Pintó más de dos mil obras,
presentes en museos y colecciones de toda Europa y del mundo. En
lo político, Picasso se declaraba pacifista y comunista; fue miembro
del Partido Comunista Francés. Hizo varios viajes, y se estableció
en Francia, donde permaneció hasta su muerte el 8 de abril de
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1973 por un ataque al corazón, en Mougins, en la Provenza, a la
edad de 91 años.
Picasso nació, pues, en las últimas décadas del siglo XIX, un
momento se produjo un renacimiento de la expansión colonial.
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Negli ultimi decenni dell’ottocento ci fu una ripresa dell’espansione
coloniale. L’espansione coloniale si concluse con la spartizione
pressoché totale di tre continenti: l’Africa, l’Asia e l’Oceania.
La conquista dell’indipendenza africana fu molto tardiva rispetto
agli altri paesi colonizzati e questo ritardo ha avuto pesanti
conseguenze, sia sul piano economico che politico. Le formazioni di
una classe dirigente, i partiti o istituzioni democratiche sono recenti
e quindi molti paesi africani sono tuttora soggetti a ripetute crisi, in
alcuni casi dovuti a contrasti etnici. La decolonizzazione dell’Africa
iniziò negli anni sessanta del XX secolo.
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Una delle cause principali del colonialismo fu la corsa alle materie
prime. Un’altra causa fu la ricerca di nuovi mercati per vendere i
prodotti e investire i capitali; bisognava perciò trovare fuori
dall’Europa nuove regioni dove vendere una parte dei prodotti
industriali e dove, inoltre, investire i grandi capitali accumulati
dall’industria.
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A volte i paesi conquistatori conservavano il sistema di governo
esistente nelle colonie, ma lo ponevano sotto il controllo politico e
militare di funzionari europei. Pagina 13 di 40
L’importante era che le colonie contribuissero alla ricchezza del
paese dominante.
La colonia doveva importare solo i prodotti industriali di quello stato
e doveva esportare le sue materie prime solo e sempre in quel
paese. In questo modo le potenze dominanti accrescevano le loro
ricchezze, mentre le possibilità di uno sviluppo economico
autonomo delle colonie erano bloccate. La grande fase di
espansione del colonialismo, che durò dal 1870 allo scoppio della
prima guerra mondiale è chiamata anche età dell’imperialismo.
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Per la Gran Bretagna l’Africa del Sud era importante per la
scoperta di importanti giacimenti d’oro e di diamanti che spinse gli
inglesi, a muovere guerra contro le repubbliche dei boeri, i quali
persero la battaglia. Nell’Africa del Nord gli inglesi acquisirono il
controllo del canale di Suez e dell’Egitto.
La Francia, che già possedeva in Africa il Senegal, l’Algeria e la
Costa d’Avorio, stabilì nel 1881 il proprio protettorato sulla Tunisia.
Da qui successivamente estese il suo territorio su parte del Congo,
sul Dahomey e sul Sudan occidentale e anche il Madagascar nel
1885 riconobbe il protettorato francese.
La Germania e l’Italia furono gli ultimi paesi europei a lanciarsi
nell’avventura coloniale. E lo fecero in Africa perché lì la conquista
era più semplice.
La Germania stabilì il suo dominio in territori sparsi in varie zone
dell’Africa (Togo, Camerun, Africa sud-occidentale tedesca, Africa
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orientale tedesca): nacque così il terzo grande impero coloniale in
Africa.
L’Italia non aveva una potenza militare ed economica paragonabile
agli altri grandi imperi colonizzatori, ma si impegnò ugualmente
nella conquista del Corno d’Africa e della Libia.
Le giustificazioni delle conquiste coloniali: la “missione di civiltà”
La politica di conquista aveva bisogno di giustificazioni agli occhi
dell’opinione pubblica. Così l’espansione coloniale venne
propagandata come una “missione” che la “superiore” civiltà
europea doveva compiere presso le popolazioni “selvagge” , la cui
cultura era considerata inferiore.
Una falsa motivazione: dare uno sblocco all’emigrazione europea
Sempre per giustificare le conquiste, si disse che gli stati europei
non erano più in grado di far vivere in modo soddisfacente la loro
accresciuta popolazione e che occorreva uno sblocco, cioè nuovi
territori dove insediare la popolazione in eccesso. In realtà, la
quantità di europei che si stabilirono nelle terre africane fu
modesta: questa motivazione, dunque, non era credibile. La
stragrande maggioranza degli emigranti tedeschi, francesi,
polacchi, irlandesi, russi, italiani, non andarono nei paesi
colonizzati, bensì in America; la quale accolse 60 milioni di europei
in cerca di lavoro e di una vita migliore.
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La fine del colonialismo europeo in Africa fu un processo
relativamente rapido che, fra la fine della Seconda guerra mondiale
e l'inizio degli anni sessanta, condusse all'indipendenza gran parte
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del continente, dando vita a stati per lo più coincidenti con i territori
delle precedenti colonie. Inoltre l'apparire sulla scena politica
mondiale delle due nuove superpotenze di Usa e Urss, estranee per
storia e per ideologia alle forme del colonialismo europeo, favorì
l'instaurarsi di un nuovo tipo di supremazia, basato sull'influenza
nella politica interna dei nuovi stati e sulla loro sudditanza
economica, in cambio dell'appoggio finanziario e militare ai nuovi
capi per il mantenimento dei delicati equilibri interni. Mentre l'Italia
aveva perso i suoi possedimenti africani in seguito alla sconfitta
nella Seconda guerra mondiale, le colonie degli altri paesi europei
giunsero ad affrancarsi dalla dominazione straniera attraverso lo
sviluppo di movimenti anticoloniali che portarono in molti casi a
vere e proprie lotte per l'indipendenza. Pagina 16 di 40
G
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Per secoli, quindi, i paesi africani sono stati colonie delle potenze
europee, che hanno sfruttato il continente africano traendone sia
forza lavoro, con la tratta degli schiavi, sia risorse minerarie e
alimentari. La situazione non è migliorata con la decolonizzazione.
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Geograficamente, l’Africa è una terra geologicamente antichissima,
costituita da altipiani e bassi tavolati. Dista dall’Europa nel punto
più vicino (lo stretto di Gibilterra), solo 14 chilometri ed è collegata
all’Asia dell’istmo di Suez. Il continente è diviso dall’equatore: una
parte boreale e una australe. A parte qualche arcipelago, solo una
grande isola fa parte geograficamente al continente: il Madagascar.
OROGRAFIA (MONTI E PIANURE)
A nord – ovest si eleva la
catena dell’Atlante. La più
vasta formazione montuosa
africana: è di origine vulcanica
ed è caratterizzata da dalla
presenza di alcuni vulcani
ormai spenti, come il
Kilimangiaro e il Kenya (vette
più alte dell’Africa). Nella
regione centro – orientale si Pagina 17 di 40
estende la Rift Valley (spaccatura di origine tettonica), essa è
occupata da alcuni grandi laghi, tra cui il lago Vittoria. Nel Sahel si
trova il lago Ciad, la cui estensione si va sempre più riducendo a
causa dei cambiamenti climatici.
IDROGRAFIA (FIUMI) Dai rilievi centrali hanno origine
i grandi fiumi africani. Il Nilo
(fiume più lungo del mondo,
6671km) si getta nel mar
Mediterraneo; il Niger, l’Orange
e il Congo sfociano nell’oceano
Atlantico. Nell’oceano Indiano
sfociano fiumi dal corso più
breve: fa eccezione lo Zambesi, il quarto del continente per
lunghezza.
IL CLIMA E GLI AMBIENTI
Il clima e gli ambienti naturali dell’Africa sono vari, anche se hanno
tutti in comune temperature medie elevate. La regione centrale ha
un clima equatoriale ed è ricoperta dalla foresta pluviale. A nord e a
sud dell’Equatore si trovano le due zone della savana. Qui la
vegetazione è costituita da erba più o meno alta, cespugli e alberi
isolati, o da boscaglie dove la piovosità è maggiore. La vegetazione
è invece rigogliosa lungo il corso dei fiumi, dove cresce la foresta a
galleria. Oltre la savana, allontanandosi dall’Equatore si trovano i
deserti: quello del Sahara (il più esteso), quello del Kalahari e
quello del Namib. Oltre il deserto, a nord e a sud, entriamo nella
zona a clima temperato caldo di tipo mediterraneo, con la
vegetazione tipica di questo ambiente. Pagina 18 di 40
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Nel continente africano vivono circa 930 milioni di persone, poche
rispetto all’estensione. La densità è molto bassa a causa della
situazione ambientale e talvolta anche ostile. Inoltre, fino a pochi
decenni fa la popolazione africana è stata decimata da malattie
epidemiche o dovute a insetti molto pericolosi per l’uomo. Oggi tra
le principali cause di morte figurano la denutrizione e l’Aids
(diffusione altissima). Circa il 60% della popolazione vive in
insediamenti rurali (piccoli villaggi). Le città, invece,sorgono
soprattutto lungo le coste, come: Lagos, Il Cairo, Kinshasa e
Khartoum.
CRESCITA DEMOGRAFICA
La scarsa densità di popolazione contrasta con la crescita
demografica, che è tra le più alte del mondo. Essa è dovuta alla
notevole natalità, solo parzialmente attenuata da una mortalità
infantile ancora elevata. Nell’Africa nera la durata media della vita è
fra le più basse del mondo.
ETNIE
Dal punto di vista etnico, si distinguono regioni profondamente
diverse:
-nel nord prevale la lingua e l’origine araba;
-a sud del deserto del Sahara i due gruppi principali, sono i
sudanesi e i bantu;
-nell’Africa centrale ci sono i boscimani, gli ottentotti e i pigmei;
-nelle regioni centro-orientali ci sono i somali, gli etiopi e i
malgasci; Pagina 20 di 40
-nella Repubblica Sudafricana, accanto ai neri, vive una consistente
minoranza europea, tra cui gli afrikaner (o boeri).
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h e Per secoli i paesi africani
sono stati colonie delle
potenze europee. Gli europei
hanno sfruttato il continente
africano traendone sia forza
lavoro, con la tratta degli
schiavi, sia risorse minerarie
e alimentari. La situazione
non è migliorata con la decolonizzazione.
SETTORE PRIMARIO
Nel settore primario troviamo l’agricoltura (manioca, sorgo ,riso
,mais) e l’allevamento (ovini, bovini, animali da cortile).
L’agricoltura di piantagione è rivolta alla coltivazione di prodotti
destinati soprattutto all’esportazione (tè, caffè, cacao, arachidi,
cotone, ananas, banane, tabacco). Notevoli guadagni provengono
dallo sfruttamento delle foreste, che offrono legnami pregiati quali
teak, mogano, ebano, palissandro. L’agricoltura africana ha bisogno
di forti investimenti. In Africa ci sono progetti per impiantare la
coltivazione di prodotti utilizzabili, con lavorazioni successive, come
carburanti (i biocarburanti). Per alcuni però con questa iniziativa si
toglierebbe parte di terreno agricolo alle colture destinate
all’alimentazione. Pagina 21 di 40
SETTORE SECONDARIO
Anche se l’industria è in espansione, è ancora poco sviluppata. È
attiva soprattutto nei settori di trasformazione alimentare, del
cemento e dei tessuti. L’unico paese che dispone di una vera e
propria struttura industriale è la Repubblica Sudafricana. Negli
ultimi anni hanno compiuto notevoli passi avanti i paesi dell’area
mediterranea, favoriti dalla vicinanza dei mercati europei e
mediorientali.
SETTORE TERZIARIO L’inestimabile territorio