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Fisica: la gabbia di Faraday
Psicologia: gli eventi traumatici; i disturbi di personalità; i caratteri fobici; la terapia cognitiva
Astronomia: l'effetto Coriolis; la struttura dell'atmosfera
Fisiologia: effetti sul corpo umano in aereo (aumento pressione corporea, aumento anidride carbonica)
Prima parte: a ciascuna espressione il suo significato.
“ L'aspetto delle cose varia secondo le emozioni ; e così noi vediamo magia e
”
bellezza in loro, ma, in realtà, magia e bellezza sono in noi
Kahlil Gibran
1.1 La paura dell'aereo è un’ emozione.
e emozioni abitano nell’amigdala
L (mandorla in greco, per la sua tipica forma),
presente all’interno del sistema limbico (una delle parti più antiche del cervello).
L’amigdala funziona da magazzino delle emozioni negative e, ogni volta che una
sensazione fastidiosa si affaccia alla nostra coscienza, entra in gioco scatenando i ricordi e le
sensazioni di emozioni simili vissute in precedenza.
Le emozioni sono fenomeni psicologici paragonabili agli evidenziatori, con i quali
sottolineiamo con colori diversi frasi che ci hanno colpito leggendo un libro o una poesia.
Nello stesso modo, infatti, le emozioni sottolineano gli episodi della nostra vita, attribuendo
un particolare colore in funzione dell’altrettanto particolare lettura che
ad ognuno di questi
di essi ne diamo. Due differenti persone, dunque, potrebbero marcare uno stesso episodio di
due colori diversi: in rosso, se l'emozione corrispondente è la rabbia, o in nero, se le
sensazioni vissute sono legate alla tristezza.
Ecco che all’interno della nostra mente si crea una miscela di colori differenti, risultato non
soltanto della tipologia degli avvenimenti che ci hanno visti come protagonisti, ma
soprattutto del modo specifico di leggere e attribuire ad essi il nostro significato.
Infatti, non è tanto la natura oggettiva degli episodi a scatenare un emozione, quanto
l'interpretazione soggettiva degli stessi.
Un pessimo voto ad un’interrogazione, per esempio, verrà vissuto con sconforto e
disperazione da uno studente abituato a prestazioni eccellenti, mentre verrà vissuto con
indifferenza da un altro. sulla “tavolozza mente”,
Di fatto, poiché il nostro carattere è sostanzialmente stabile,
troviamo spesso gli stessi colori, seppur con sfumature diverse, in base al particolare
momento che stiamo vivendo. Sebbene caratterialmente siamo infatti portati a reagire nello
stesso modo di fronte ad una forte emozione o ad una situazione di pericolo, capita a tutti di
reinterpretare, in due differenti momenti della propria vita, uno stesso episodio in maniera
diversa. all’origine etimologica del termine “emozione”,
Risalendo invece derivante dal latino
“moveo”, "muovere”, che con l'aggiunta del prefisso “e” vuole indicare la spinta, si
comprende come ogni emozione fornisca un impulso all'azione. le “tranches” più
Ecco che le emozioni non si limitano ad evidenziare come fari nella notte
significative della nostra vita, ma ci equipaggiano al meglio per affrontare gli scenari nei
quali veniamo coinvolti. E' proprio verso questa direzione che l'efficacia delle emozioni
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L’aerofobia “Più in alto vola il gabbiano, e più vede lontano.” – Francesca Bariselli -
assume più rilevanza: le emozioni, infatti, non ci forniscono soltanto informazioni sulla
natura delle nostre relazioni con il mondo, ma ci predispongono ad affrontare nel migliore
dei modi le varie situazioni attraverso una serie di reazioni fisiologiche, che avvengono a
livello del sistema nervoso, cardiovascolare e di quello endocrino e modificano l'organismo
fornendo rapidamente le risorse che si ritiene siano indispensabili in quelle stesse situazioni.
ad esempio, ci troviamo all’interno di un gruppo
Se, e abbiamo violato una regola, il nostro
organismo fa fluire una maggiore quantità di sangue verso il viso, permettendoci quindi di
chiedere scusa non solo a parole, ma anche attraverso il conseguente rossore. In termini
“attivazione nel caso della “paura
scientifici il rossore è detto fisiologica” e, di volare”, la
corrispondente attivazione fisiologica, è per molti versi paragonabile a quella che proviamo
quando saliamo sulle montagne russe. Anche qui ciò che fa la differenza è la nostra lettura
“scatola paura dell’aereo” metteremo l’etichetta “terrore”,
della situazione: sulla mentre
sulla scatola “paura delle montagne russe”, "eccitazione". Una persona diversa
scambierebbe le etichette sulle scatole, affascinato dalle sensazioni del volo.
Non sono i nostri occhi che "decidono" il nostro modo di vedere e interpretare il mondo ma
le emozioni che proviamo.
“ ”
I colori, come i lineamenti, seguono i cambiamenti delle emozioni
Pablo Picasso
1.2 Due gruppi di emozioni.
L e emozioni vengono comunemente divise in due categorie:
LE
EMOZIONI LE EMOZIONI
PRIMARIE SECONDARIE
1. FELICITA' 1. ORGOGLIO
2. TRISTEZZA 2. VERGOGNA
3.PAURA 3. ANSIA
4.RABBIA 4. GELOSIA
5. DISGUSTO 5. INVIDIA Pagina 6
L’aerofobia “Più in alto vola il gabbiano, e più vede lontano.” – Francesca Bariselli -
Le emozioni primarie vengono così chiamate perché sono presenti in noi fin dalla nascita:
sono preinstallate, uguali per tutti, e sono riconoscibili anche in etnie e culture differenti. Un
eschimese impaurito ha la stessa espressione facciale di un europeo in preda al panico.
L’evoluzione sembra aver attribuito alle emozioni primarie un ruolo fondamentale: esse
sono infatti come un dono che la natura ci ha fatto per permetterci di aumentare le nostre
possibilità di adattamento e sopravvivenza, senza le quali probabilmente ci saremmo già
estinti. La peculiarità di questo tipo di emozioni consiste nel fatto che esse non richiedono
che l’individuo che le prova ne sia consapevole: la catena delle reazioni fisiologiche si attiva
per predisporre l’individuo nella maniera fisiologica e psicologica ottimale
inconsciamente
per affrontare il tipo di situazione che ha stimolato quella specifica emozione.
La consapevolezza del percorso che si è attivato può avvenire in un secondo momento.
Facciamo un esempio: stiamo attraversando la strada quando improvvisamente
un’automobile sfreccia velocissima alla nostra sinistra. Senza nemmeno renderci conto di
quanto sta accadendo ci ritroviamo sul marciapiede salvi! Ma tutto è avvenuto senza aver
realmente compreso l’accaduto e senza aver fatto consapevolmente nulla. Il sistema della
paura ha infatti fatto tutto da solo in maniera efficiente e mirata ma, soprattutto, veloce;
senza chiederci di prendere una decisione sul da farsi ha infatti agito al nostro posto. Si può
dunque affermare che la forza delle emozioni primarie consiste nel privilegiare la velocità
delle emozioni piuttosto che la lentezza della consapevolezza, orientando così i nostri
nostre azioni verso obbiettivi che preservino l’organismo e gli
comportamenti e le
permettano di sopravvivere il più a lungo possibile.
Diversa è invece la natura delle emozioni secondarie, che infatti non fanno parte del nostro
patrimonio evolutivo ma sorgono nel corso dei normali processi evolutivi, influenzate, ad
dall’educazione.
esempio, Mentre nel caso delle primarie, infatti, il coinvolgimento degli
dell’individuo è marginale
aspetti mentali o, in alcuni casi, addirittura assente, ora risulta un
prerequisito indispensabile affinché venga stimolata una certa emozione. Mi sentirò
depresso dunque solo se la mia consapevole valutazione di una determinata situazione sarà
improntata su tematiche relative ad aspetti di perdita o di mancato raggiungimento degli
obbiettivi che mi ero prefissato. “ L’uomo che non prova mai paura è perduto .”
Louis-Ferdinand Cèline
1.3 La “paura di volare”.
L a divisione apportata nel precedente paragrafo ci permette dunque di osservare come
la paura sia una delle cinque emozioni primarie, probabilmente la più antica, perché
fa la propria comparsa nel corredo emotivo del bambino praticamente dai primi giorni
di vita, manifestandosi come la reazione del nostro organismo alla percezione del pericolo.
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L’aerofobia “Più in alto vola il gabbiano, e più vede lontano.” – Francesca Bariselli -
In generale, il sistema della paura ci mette nelle condizioni migliori per affrontare ogni
azione che decidiamo di compiere, portando il nostro organismo, posto di fronte ad una
del sistema nervoso centrale e del sistema nervoso
situazione di pericolo, all’attivazione
autonomo, provocando un aumento di alcuni ormoni tra cui l’adrenalina e la noradrenalina.
L’aumento del battito cardiaco, per esempio, è finalizzato a mettere a disposizione dei
muscoli un maggiore afflusso di sangue nel caso in cui fosse necessario combattere o
fuggire.
Ecco che le possibili risposte del nostro corpo ad una minaccia sono differenti e, anche se
alcune di esse possono sembrare fastidiose, ciascuna ha un ruolo fondamentale.
“paura
Ma tutto ciò non si verifica nel caso della di volare” che è comunemente intesa
come uno stato d'animo di particolare sofferenza che compare quando si deve volare e che
ne impedisce del tutto la possibile effettuazione o la rende particolarmente sofferta. Chi ha
paura di volare, al solo pensiero di doverlo fare, soffre, patisce, ne allontana l'effettuazione o
addirittura ne evita oculatamente ogni possibilità, in modo però del tutto soggettivo. Entra
così in gioco la componente soggettiva tipica delle emozioni secondarie e questo rende
impropria l’espressione “paura di volare”, come vedremo nel prossimo paragrafo.
Che gli uccelli dell'ansia e della preoccupazione volino sulla vostra testa,
“ non potete impedirlo; ma potete evitare che vi costruiscano un nido ”
.
Proverbio cinese
1.4 Dalla paura di volare “all’ansia da volo”.
S
ebbene le parole ansia e paura vengano comunemente utilizzate come sinonimi
occorre ricordare come queste abbiano origini e modalità di funzionamento
sostanzialmente differenti.
L’ansia fa infatti parte delle emozioni secondarie e non è in noi automatica, ma richiede
diretto da parte dell’individuo che valuta in modo del
necessariamente un coinvolgimento
tutto personale la pericolosità di una determinata situazione. Ciò che fa paura dunque
accomuna tutti, ciò che suscita ansia è del tutto soggettivo e, il più delle volte, non è
condiviso da tutti, proprio come accade nel caso di quella che generalmente viene definita,
in modo però errato, “paura di volare”.
caso dell’ansia da volo, ciò che suscita ansia è cosi lontano da un’oggettiva
Nel fonte di
a spiegare la causa all’origine del suo
pericolo che la persona coinvolta non riesce neanche
malessere. Pagina 8
L’aerofobia “Più in alto vola il gabbiano, e più vede lontano.” – Francesca Bariselli -
La differenza fondamentale tra l’ansia e la paura sta proprio nel fatto che, mentre nel caso
e molto evidente, nel caso dell’ansia
della paura il pericolo è esterno la maggior parte delle
volte la minaccia è interna e non direttamente comprensibile.
Proprio per questo motivo all’espressione “paura di volare” è corretto sostituire
l’espressione “ansia da volo”, con la quale si intende uno stato di angoscia e timore che
“io” i “tutti”.
riguarda soggettivamente un e non oggettivamente
Ecco che l’ansia da volo si manifesta allora con tutti i suoi tipici correlati fisiologici:
tachicardia e vasocostrizione periferica che provocano una sensazione di freddo a
mani e piedi e brividi
tachipnea che comporta un respiro corto e ansimante, senso di oppressione alla cassa
toracica e mancanza d’aria
aumento della sudorazione
crampi addominali, senso di nausea, vomito, diarrea, aumento dello stimolo
all’urinazione e della diuresi
mal di testa, cefalee a casco, dolori e tensioni muscolari.
Affianco ai correlati fisiologici vi sono poi i correlativi psichici che includono:
paura di morire, di perdere il controllo, di impazzire
una sensazione generale di attesa penosa
di per sé
L’ansia non è totalmente negativa e, analogamente a quanto causato dalla paura,
all’interno del nostro corpo
stimola la secrezione di alcune sostanze che predispongono
per una prestazione ottimale. Se,
l’organismo però, la produzione di queste sostanze dura
troppo a lungo il rischio è che la qualità della perfomance possa essere compromessa.
Nei casi poi in cui la permanenza di queste sostanze all’interno dell’organismo risieda