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Pag. 1/4 Sessione ordinaria 2008
Seconda prova scritta
BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
Tema di: PEDAGOGIA
Il candidato è tenuto a svolgere, a sua scelta, due temi tra quelli proposti:
I
“Sia nel mondo umano che in quello animale il gioco è prerogativa di individui giovani tesi
all’esplorazione del mondo circostante e all’apprendimento delle regole per controllarlo sul modello
adulto. Nel mondo umano…entrano in gioco la vita emotiva, quella intellettiva, i processi di
socializzazione e di educazione, che proprio nell’attività ludica trovano le loro prime espressioni.
Dal punto di vista educativo il gioco risponde alla dinamica dell’apprendimento dove le risposte
vengono modificate da stimolazioni ordinate a rinforzare la risposta o a estinguerla. Questo
processo è assolto dal gioco perché consente di passare gradualmente dai problemi più semplici ai
più complessi, di verificare immediatamente il successo o l’errore e di progredire a ritmo
individuale nella sequenza dei problemi espressi in forma di gioco. L’apprendimento attraverso il
gioco inizia molto precocemente, sin dal livello dei giochi funzionali della prima infanzia. In
seguito, con i giochi simbolici il bambino impara a evocare situazioni irreali. Infine nell’età
scolare, con i giochi secondo regole, si allena all’ordinamento e alla classificazione, alla
consequenzialità delle sue scelte e al controllo delle scelte altrui”.
U. GALIMBERTI, Enciclopedia di Psicologia, Milano, Garzanti, 1999
Rifletti sul contenuto del brano sopra riportato e rispondi alle seguenti domande:
− Quali attività vanno definite come gioco?
− Da quali bisogni scaturiscono le attività ludiche?
− Quali sono le principali teorie del gioco?
− Quale contributo al processo formativo può venire dalle attività ludiche?
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Seconda prova scritta
BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
Tema di: PEDAGOGIA
II
“Come afferma Paul Ricoeur, “le opere narrative sono modelli per la ridescrizione del mondo”. In
realtà, il racconto non è in se stesso il modello, bensì, per così dire, un’esemplificazione dei modelli
presenti nella nostra mente….I modi in cui rileggiamo un’opera narrativa mutano continuamente: di
volta in volta la intendiamo in senso letterale, morale, allegorico e mistico.
La funzione della letteratura come arte è quella di aprirci ai dilemmi, alle ipotesi, alla vasta gamma
di mondi possibili a cui un testo può fare riferimento; la letteratura è veicolo di libertà e di
chiarezza, strumento dell’immaginazione e, anche, della ragione.
Abbiamo bisogno di poesie e di romanzi che ci aiutino a “ri-creare” continuamente il mondo,
nonché di una critica letteraria che esalti i modi sempre nuovi in cui gli esseri umani cercano il
significato e la sua incarnazione nella realtà o, meglio, in quelle ricche realtà che noi siamo in grado
di creare”. J. BRUNER, La mente a più dimensioni, R. Rini, Bari, Laterza, 1993
Rifletti sul contenuto del brano sopra riportato e rispondi, alle seguenti domande:
− Che cosa si intende per educazione letteraria?
− Quale contributo può fornire l’educazione letteraria al processo formativo complessivo?
− Attraverso quali strumenti didattici si promuove l’educazione letteraria?
− Quali nessi intercorrono fra l’approccio alla letteratura da un lato e l’educazione dei sentimenti
e la ricerca di significati dall’altro?
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Seconda prova scritta
BRP1 - ESAME DI STATO DI ISTRUZIONE SECONDARIA SUPERIORE
CORSO SPERIMENTALE - Progetto “BROCCA”
Indirizzo: SOCIO - PSICO - PEDAGOGICO
Tema di: PEDAGOGIA
III
“Nell’insegnamento il richiamo all’esperienza diretta dei fatti ha giocato un ruolo polemico
di una certa rilevanza contro la pseudo-scienza tutta cartacea. Di qui veniva l’istanza di ravvivare
l’insegnamento scientifico da un lato mediante richiami alla storia della scienza e degli scienziati e
dall’altro mediante la esecuzione diretta in aula di alcuni esperimenti “classici”, invitando gli
alunni ad osservare, annotare, misurare, manipolare e a mettere a fuoco gli aspetti ricorrenti,
isolando alcune variabili significative. Allo scopo si dovevano dotare le scuole di laboratori e
predisporre schede-guida di esperimenti pilota. A sostegno di questa pratica didattica stava la
convinzione che i ragazzi potessero pervenire alla formulazione di leggi scientifiche a partire dai
fatti osservati, e quindi in maniera induttiva. Per decenni questa è stata la parola d’ordine, almeno
fino a quando la critica epistemologica più matura (per es. di K.R. POPPER) ha dimostrato la
fallacia di tante pretese induzioni e ha richiamato allo spirito genuino del metodo sperimentale, che
procede piuttosto per ipotesi e messa alla prova di esse. Queste critiche non fanno venire meno
l’opportunità di cimentare gli alunni con le prove di laboratorio: ma danno ad esse tutt’altro senso
di quello di una induzione “cumulativa” da fatti ripetuti.
M. LAENG, Didattica delle scienze, in “Enciclopedia Pedagogica”, Brescia, La Scuola, 1994
Rifletti sul contenuto del brano sopra riportato e rispondi alle seguenti domande:
− Quali differenze intercorrono fra scienze naturali, scienze esatte e scienze umane?
− Qual è il ruolo delle scienze della natura nel processo formativo?
− Qual è il senso del dibattito sviluppatosi nei decenni recenti sull’induttivismo?