Venit mihi in mentem M. Catonis, hominis sapientissimi et vigilantissimi, qui cum se virtute, non genere, populo Romano commendari putaret, cum ipse sui generis initium ac nominis ab se gigni et propagari vellet, hominum potentissimorum suscepit inimicitias et maximis laboribus usque ad summam senectutem summa cum gloria vixit.
Postea Q. Pompeius humili atque obscuro loco natus nonne plurimis inimicitiis maximisque suis periculis ac laboribus amplissimos honores est adeptus? Modo C.
Videmus quanta sit in invidia quantoque in odio apud quosdam nobiles homines novorum hominum virtus et industria; si tantulum oculos dejecerimus, praesto esse insidias; si ullum locum aperuerimus suspicioni aut crimini, accipiendum statim vulnus esse; semper nobis vigilandum, semper laborandum videmus.
Inimicitiae sunt, subeantur; labor, suscipiatur; etenim tacitae magis et occultae inimicitiae timendae sunt quam indictae atque apertae. Hominum nobilium non fere quisquam nostrae industriae favet; nullis nostris officiis benevolentiam illorum allicere possumus; quasi natura et genere disjuncti sint, ita dissident a nobis animo ac voluntate. Quare quid habent eorum inimicitiae periculi quorum animos jam ante habueris inimicos et invidos, quam ullas inimicitias susceperis?
Mi viene in mente il caso di Marco Catone, personaggio straordinariamente saggio ed estremamente attivo, che, ritenendo di doversi conquistare la stima del popolo romano con le sue doti personali e non per meriti di famiglia, volendo che l'inizio del suo casato e la celebrità del suo nome cominciassero con lui e si trasmettessero ai discendenti a partire da lui. si tirò addosso le inimicizie degli uomini più potenti. affrontò le fatiche più gravose e visse fino alla vecchiaia più avanzata coprendosi di gloria.
Più tardi Quinto Pompeo. nato da una famiglia di bassa estrazione e di nessuna rinomanza, non ottenne forse le più elevate cariche pubbliche affrontando innumerevoli inimicizie e grandissimi rischi e fatiche?
Recentemente abbiamo visto Gaio Fimbria, Gaio Mario, Gaio Celio lottare a prezzo di inimicizie e fatiche tutt'altro che lievi per raggiungere quelle cariche che voi invece avete raggiunto ridendo e scherzando e con noncuranza. Uguale e identica è la direzione secondo cui io mi regolo, la strada che intendo percorrere; sono questi gli uomini di cui seguo fino in fondo le norme di condotta e i principi. Noi vediamo con quanta gelosia e con quanto odio siano giudicati il merito e l'operosità degli uomini nuovi da parte di certi nobili; ci accorgiamo di questo: se appena appena distogliamo lo sguardo, è bell'e pronto un agguato; se lasciamo scoperto un fianco ai sospetti o alle accuse, subito ci arriva inesorabilmente la stoccata; noi dobbiamo stare sempre ben svegli, operare con impegno costante.
Vi sono inimicizie? affrontiamole; fatiche? addossiamocele; anche perché le inimicizie silenziose e nascoste sono più temi bili di quelle dichiarate e aperte. Fra i nobili, quasi nessuno favorisce le nostre attività; non c'è servigio da parte nostra che possa attirarci la loro benevolenza; discordano da noi nei sentimenti e negli ideali proprio come se appartenessimo a due mondi e a due razze diverse. Che pericolo possono dunque presentare per te le inimicizie di coloro che avevano un animo già ostile e maldisposto nei tuoi confronti, prima ancora che tu offrissi un pretesto qualsiasi alla loro ostilità? [trad. AAVV - BUR]