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guerra e del dopoguerra si orientò in una direzione diversa: i poeti dovevano saper dialogare con gli

altri uomini ed esprimere i temi sociali. Questa poesia, inserita nella raccolta "Giorno dopo giorno"

pubblicata nel 1947, riflette questo orientamento.

1) Comprensione del testo

Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe.

2) Analisi del testo

Spiega il significato delle espressioni "ali maligne", "meridiane di morte" e confrontale con la

definizione che il poeta dà dell'uomo al verso 1. Interpreta la connessione tra "scienza esatta" e

"sterminio" e spiega il significato della parola "persuasa" che fa da connettivo. Illustra il senso della

espressione "E questo sangue odora" partendo dalla dura affermazione dei versi 7-9.

La proposizione "senza", il verbo "uccidere", la congiunzione "come" si ripetono con insistenza nei

versi 7-8. Per comunicare che cosa? Rifletti sul rapporto tra l'uomo "senza Cristo" e il ricordo di

Caino e Abele.

Nei versi conclusivo i figli sono esortati a dimenticare i padri con alcune metafore. Spiegane il

significato.

3) Interpretazione complessiva e approfondimenti

Questa poesia è stata scritta nell'ultimo, atroce periodo della Seconda guerra mondiale.

Contestualizzala, scegliendo uno o più dei seguenti ambiti di riferimento:

Altre liriche dello stesso Quasimodo;

Testi poetici di autori a lui contemporanei o correnti artistico-letterarie coeve;

La situazione socio-economica e politica dell'Italia nella prima metà del Novecento.

TIPOLOGIA B - REDAZIONE DI UN SAGGIO BREVE O DI UN ARTICOLO DI GIORNALE

(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)

Sviluppa l'argomento scelto o in forma di 'saggio breve' o di 'articolo di giornale', utilizzando i

documenti o i dati che lo corredano.

- Se scegli la forma del saggio breve, iunterpretae confronta i documenti e i dati forniti e su questa

base svolgi, argomentandola la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze

ed esperienze di studio. Da' al saggio un titolo coerente con la tua trattazione e ipotizzane una

destinazione editoriale (rivista specialistica, fascicolo scolastico di ricerca e documentazione,

rassegna di argomento culturale, altro)

- Se scegli la forma dell'articolo di giornale, individua nei documenti e nei dati forniti uno o più

elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo pezzo. Da' all'articolo un titolo

appropriato ed eindica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la pubblicazione.

1. AMBITO ARTISTICO LETTERARIO

Argomento: Poeti e paesaggio natio

DOCUMENTI

TRAVERSANDO LA MAREMMA TOSCANA

Dolce paese, onde portai conforme

l'abito fiero e lo sdegnoso canto

e il petto ov'odio e amor mai non s'addorme.

pur ti riveggo, e il cuor mi balza in tanto.

Ben riconosco in te le usate forme

Con gli occhi incerti tra 'l sorriso e il pianto.

e in quelle seguo de' miei sogni l'orme

erranti dietro il giovanile incanto.

Oh, quel che amai, quel che sognai, fu in vano:

e sempre corsi e mai non giunsi il fine:

e dimani cadrò. Ma di lontano

pace dicono al cuor le tue collina

con le nebbie sfumenti e il verde piano

ridente ne le piogge mattutine.

G. CARDUCCI - Rime nuove, 1885

I PASTORI

Settembre, andiamo. E' tempo di migrare.

Ora in terra d'Abruzzi i miei pastori

lascian gli stazzi e vanno verso il mare:

scendono all'Adriatico selvaggio

che verde è come i pascoli dei monti.

Han bevuto profondamente ai fonti

alpestri, che sapor d'acqua natìa

rimanga ne' cuori esuli a conforto

che lungo illuda la lor sete in via.

Rinnovato hanno verga d'avellano (1).

E vanno pel tratturo (2) antico al piano

quasi per un erbal fiume silente,

su le vestigia degli antichi padri.

O voce di colui che primamente

conosce il tremolar della marina!

Ora lungh'esso il litoral cammina

la greggia. Senza mutamento è l'aria.

Il sole inbionda sì la viva lana

che quasi dalla sabbia non divaria.

Isciacquìo, calpestìo, dolci romori.

Ah perché non son io co' miei pastori?

Gabriele D'Annunzio, "Alcyone" 1903

(1) verga d'avellano: il bastone di nocciolo con cui i pastori guidano il gregge e si sostengono nel cammino.

(2) tratturo: vie larghe come fiumane verdeggianti d'erbe, che dalle alture conducono ai piani le greggi migranti.

LIGURIA

da

Liguria

l'immagine di te sempre nel cuore,

mia terra, porterò, come chi parte

il rozzo scapolare (1) che gli appese

lagrimando la madre.

Marchio d'amore nella carne, varia

come il tuo cielo ebbi da te l'anima.

Liguria, che hai d'inverno

cieli teneri come a primavera.

Brilla tra i fili della pioggia il sole,

bella che ridi

e d'improvviso in lagrime ti sciogli.

Ché non giovano, a dir di te, parole:

il grido del gabbiano nella schiuma

la collera del mare sugli scogli

è il solo canto che s'accorda a te.

Camillo Sbarbaro, "Rimanenze", 1922

1) scapolare: rettangolo di stoffa legato ad una striscia che si appende al collo per devozione

TRIESTE

Ho attraversata tutta la città.

Poi ho salita un'erta,

popolosa in principio, in là deserta,

chiusa da un muricciolo:

un cantuccio in cui solo

siedo: e mi pare che dove esso termina

termini la città.

Trieste ha una scontrosa

grazia. Se piace,

è come un ragazzaccio aspro e vorace,

con gli occhi azzurri e mani troppo grandi

per regalare un fiore;

come un amore con gelosia.

Da quest'erta ogni chiesa, ogni sua via

scopro, se mena a l'ingombrata spiaggia,

o alla collina cui, sulla sassosa

cima, una casa, l'ultima, s'aggrappa.

Intorno

circola ad ogni cosa

un'aria strana, un'aria tormentosa,

l'aria natìa.

La mia città che in ogni parte è viva,

ha il cantuccio a me fatto, alla mia vita

pensosa e schiva.

Umberto Saba, Trieste e una donna, 1910-12

Addio, monti sorgenti

dall'acque…

Addio, casa natìa… Disegno di R. GUTTUSO per l'edizione de "I promessi sposi",

EINAUDI, 1960

In più un disegno di R.Guttuso per l'edizione di "I promessi sposi" del 1960

2.AMBITO SOCIO-ECONOMICO

ARGOMENTO. Il dibattito sulla evoluzione del concetto di stato sociale.

DOCUMENTI

"Il termine Welfare State venne usato per la prima volta in Gran Bretagna dopo la prima Guerra

mondiale, per descrive il tipo di stato "ricostruito" dal governo laburista col più ampio consenso. Il

termine è sopravvissuto alla caduta di quel governo (1951). (...) Il potere politico, nel Welfare State,

poteva essere impiegato per modificare, con mezzi legislativi e amministrativi, il gioco delle forze

del mercato in tre possibili direzioni.

1) Garantire ai singoli e alle famiglie un minimo reddito indipendente dal valore di mercato del loro

lavoro o dal loro patrimonio;

2) Ridurre l'insicurezza sociale mettendo chiunque in grado di far fronte a difficili congiunture:

malattia, vechiaia, disoccupazione;

3) Garantire a tutti, senza distinzione di classe e di reddito le miglori prestazioni possibili (l'ottimo

non il minimo) relativamente a un complesso di servizi predeterminati".

A. Briggs "Welfare State: passato, presente, futuro". Mondo Operaio II, 1985

"Lo stato-provvidenza realizzato in Europa a partire dal 1945-46 ha cambiato natura e funzione.

Ancora tra le due guerre, il suo scopo era quello dell'assistenza, di un riequilibrio precario delle

disfunzioni sociali più evidenti, nel quadro di una preoccupazione politica che consisteva nel

neutralizzare la lotta di classe nel momento di sviluppo della grande industria (...) Dopo il 1945,

l'incremento molto sensibile delle spese sociali per il canale dello stato-provvidenza, appare come

uno dei motori necessari per dare impulso alla crescita economica, mediante lo sviluppo della

produttività del lavoro (...) Il progresso sociale è una componente indispensabile dello sviluppo,

perché partecipa all'ampliamento del mercato interno, al miglioramento della produttività

lavorativa, contribuendo a una ripresa degli investimenti, delle opportunità di lavoro e di impiego".

F. Demier, "Lo stato sociale", in "Storia e dossier", febbraio 1989

"L'attuale dibattito sulla crisi dello Stato sociale e assistenziale non riguarda solo l'aumento degli

oneri finanziari. La critica è rivolta anche alla crescente burocratizzazione, centralizzazione,

professionalizzazione, monetarizzazione e giuridificazione, collegate allo sviluppo dello Stato

sociale. E' difficilmente contestabile il fatto che lo Stato sociale sia stato un forte motore di

trasformazione della società ma che, ampliando le funzioni pubbliche nel campo della sicurezza

sociale, abbia anche distrutto l'ambiente sociale, indebolito il potenziale di iniziativa personale e

limitato l'autonomia dei singoli. L'individuo è stato assoggetato alle rgole disciplinatorie dello Stato

sociale ed ha perso la libera disponibilità su un'ampia parte dei propri beni. Molti chiedono perciò di

risolvere i problemi sociali in modo più deciso, attaverso il mercato o riando slancio alla funzione

sociale dei gruppi, come le organizzazioni di autotutela ed in particolare la famiglia. Quest'ultimo

punto appare tanto più necessario, in quanto, ad esempio, alcolizzati, tossicodipendenti, malati di

Aids o malati cronici necessitano non solo di aiuto materiale ma anche, soprattutto, di dedizione

umana".

G. A. Ritter, "Storia dello Stato sociale", Roma-Bari 1996

"In realta, si profila l'esigenza di ripartire dal basso poiché, se è vero che la crescente articolazione e

sofisticazione della domanda dei cittadini ha rappresentato l'aspetto veramente dirompente rispetto

alla rottura del modello di welfare tradizionale, statocentrico e monopolista, di fatto, nei processi di

ridefinizione organizzativa e funzionale del nostro modello di politiche sociali gli utenti hanno

svolto finora un ruolo del tutto residuale (...) Invece, laddove i soggetti di offerta hanno operato

"sporcandosi le mani" con i bisogni sociali emergenti, anche estremi, si sono registrati i risultati più

importanti in termini di innovazione dei modelli di intervento e qualità delle prestazioni

(emblematica sotto questo aspetto è tutta la vicenda del Terzo settore nel campo dell'assistenza ai

tossicodipendenti ed ai malati di Aids, oppure negli interventi a favore dei minori, ecc.)".

Trentaquattresimo rapporto annuale sulla situazione sociale del Paese 2000 - Sintesi, Censis

3. AMBITO STORICO-POLITICO

ARGOMENTO: La memoria storica tra custodia del passato e progetto per il futuro.

DOCUMENTI

“Osserva il gregge che pascola davanti a te: non sa che cosa sia ieri, che cosa sia oggi: salta intorno,

mangia, digerisce, salta di nuovo. E’ così dal mattino alla sera e giorno dopo giorno, legato

brevemente con il suo piacere ed il suo dispiacere, attaccato cioè al piolo dell’attimo e perciò né

triste né annoiato…

L’uomo chiese una volta all’animale: Perché mi guardi soltanto senza parlarmi della felicità?

L’animale voleva rispondere e dice: Ciò avviene perché dimentico subito quello che volevo dire –

ma dimenticò subito anche questa risposta e tacque: così l’uomo se ne meravigliò. Ma egli si

meravigliò anche di se stesso, di non poter imparare a dimenticare e di essere sempre accanto al

passato: per quanto lontano egli vada e per quanto velocemente, la catena lo accompagna. E’ un

prodigio: l’attimo, in un lampo è presente, in un lampo è passato, prima un niente, dopo un niente,

ma tuttavia torna come fantasma e turba la pace di un istante successivo. Continuamente si stacca

un foglio dal rotolo del tempo, cade, vola via - e improvvisamente rivola indietro, in grembo

all’uomo. Allora l’uomo dice ‘mi ricordo’.”

F. NIETZSCHE. Considerazioni inattuali – Sull’utilità e il danno della storia per la vita 1884

“La distruzione del passato, o meglio la distruzione dei meccanismi sociali che connettono

l’esperienza dei contemporanei a quello delle generazioni precedenti, è uno dei fenomeni più tipici

e insieme più strani degli ultimi anni del Novecento. La maggior parte dei giovani alla fine del

secolo è cresciuta in una sorta di presente permanente, nel quale manca ogni rapporto organico con

il passato storico del tempo in cui essi vivono. Questo fenomeno fa sì che la presenza e l’attività

degli storici, il cui compito è ricordare ciò che gli altri dimenticano, siano ancor più essenziali alla

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