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Esame di stato 2001
PROVA DI ITALIANO
(Per tutti gli indirizzi: di ordinamento e sperimentali)
Svolgi la prova scegliendo una delle quattro tipologie qui proposte
TIPOLOGIA A ANALISI DEL TESTO
Cesare Pavese, La luna e i Falò
C'è una ragione perché sono tornato in questo paese, qui e non invece a Canelli, a Barbaresco o in
Alba. Qui non ci sono nato, è quasi certo; dove son nato non lo so; non c'è da queste parti una casa
né un pezzo di terra né delle ossa ch'io possa dire "Ecco cos'ero prima di nascere". Non so se vengo
dalla collina o dalla valle, dai boschi o da una casa di balconi. La ragazza che mi ha lasciato sugli
scalini del duomo di Alba, magari non veniva neanche dalla campagna, magari era la figlia dei
padroni di un palazzo, oppure mi ci hanno portato in un cavagno da vendemmia due povere donne
da Monticello, da Neive o perché no da Cravanzana. Chi può dire di che carne sono fatto? Ho girato
abbastanza il mondo da sapere che tutte le carni sono buone e si equivalgono, ma è per questo che
uno si stanca e cerca di mettere radici, di farsi terra e paese, perché la sua carne valga e duri
qualcosa di più che un comune giro di stagione.
Se sono cresciuto in questo paese, devo dir grazie alla Virgilia, a Padrino, tutta gente che non c'è
più, anche se loro mi hanno preso e allevato soltanto perché l'ospedale di Alessandria gli passava la
mesata. Su queste colline quarant'anni fa c'erano dei dannati che per vedere uno scudo d'argento si
caricavano un bastardo dell'ospedale, oltre ai figli che avevano già. C'era chi prendeva una bambina
per averci poi la servetta e comandarla meglio; la Virgilia volle me perché di figlie ne aveva già
due, e quando fossi un po' cresciuto speravano di aggiustarsi in una grossa cascina e lavorare tutti
quanti e star bene. Padrino aveva allora il casotto di Gaminella - due stanze e una stalla -, la capra e
quella riva dei noccioli. Io venni su con le ragazze, ci rubavamo la polenta, dormivamo sullo stesso
saccone, Angiolina la maggiore aveva un anno più di me; e soltanto a dieci anni, nell'inverno
quando morì la Virgilia, seppi per caso che non ero suo fratello. Da quell'inverno Angiolina
giudiziosa dovette smettere di girare con noi per la riva e per i boschi; accudiva alla casa, faceva il
pane e le robiole, andava lei a ritirare in municipio il mio scudo; io mi vantavo con Giulia di valere
cinque lire, le dicevo che lei non fruttava niente e chiedevo a Padrino perché non prendevamo altri
bastardi.
Adesso sapevo ch'eravamo dei miserabili, perché soltanto i miserabili allevano i bastardi
dell'ospedale. Prima, quando correndo a scuola gli altri mi dicevano bastardo, io credevo che fosse
un nome come vigliacco o vagabondo e rispondevo per le rime. Ma ero già un ragazzo fatto e il
municipio non ci pagava più lo scudo, che io ancora non avevo ben capito che non essere figlio di
Padrino e della Virgilia voleva dire non essere nato in Gaminella, non essere sbucato da sotto i
noccioli o dall'orecchio della nostra capra come le ragazze.
Cesare PAVESE è nato nel 1908 a Santo Stefano Belbo, piccolo centro del Piemonte meridionale
nella zona collinare delle Langhe ed è morto a Torino nel 1950. Ha esordito come poeta e
traduttore di romanzi americani, per poi affermarsi come narratore. Il brano è tratto dal romanzo
La luna e i falò, pubblicato nel 1950. La vicenda è raccontata in prima persona dal protagonista,
Anguilla, un trovatello allevato da poveri contadini delle Langhe, il quale, dopo aver fatto fortuna
in America, ritorna alle colline della propria infanzia.
1. Comprensione complessiva
Dopo una prima lettura, riassumi il contenuto informativo del testo in non più di dieci righe.
2. Analisi e interpretazione del testo
2.1 Individua nel testo la ragione del ritorno del protagonista.
"C'è una ragione...".
2.2 I paesi e i luoghi della propria infanzia sono indicati dal protagonista con i loro nomi propri e
con insistenza. Spiegane il senso e la ragione.
2.3 Spiega il significato delle espressioni "non c'è da queste parti una casa né un pezzo di terra, né
e chiarisci il senso della ricerca di se stesso "prima di nascere".
delle ossa"
2.4 La parola ritorna nel testo tre volte. Spiega il significato di questa parola e della sua
"carne"
iterazione.
2.5 Spiega come poter conciliare l'affermazione con il
"tutte le carni sono buone e si equivalgono"
desiderio che uno ha per durare oltre l'esistenza individuale ed effimera.
"di farsi terra e paese"
2.6 La parola ricorre con insistenza. Spiegane il significato in riferimento alla situazione
"bastardo"
specifica in cui il termine viene di volta in volta collocato.
3. Interpretazione complessiva e approfondimenti
Sulla base dell'analisi condotta, proponi una tua interpretazione complessiva del brano ed
approfondiscila collegando questa pagina iniziale di La luna e i falò con altre prose o poesie di
Pavese eventualmente lette. In mancanza di questa lettura, confrontala con testi di altri scrittori
contemporanei o non, nei quali ricorre lo stesso tema del ritorno alle origini. Puoi anche riferirti alla
situazione storico-politica dell'epoca o ad altri aspetti o componenti culturali di tua conoscenza.
TIPOLOGIA B Redazione di un
"SAGGIO BREVE" o di un
"ARTICOLO DI GIORNALE"
(puoi scegliere uno degli argomenti relativi ai quattro ambiti proposti)
CONSEGNE
Sviluppa l'argomento scelto o in forma di "saggio breve" o di "articolo di giornale", utilizzando i
documenti e i dati che lo corredano.
Se scegli la forma del "saggio breve", interpreta e confronta i documenti e i dati forniti e svolgi su
questa base la tua trattazione, anche con opportuni riferimenti alle tue conoscenze ed esperienze di
studio.
Da' al tuo saggio un titolo coerente e ipotizzane una destinazione editoriale (rivista specialistica,
fascicolo scolastico di ricerca e documentazione, rassegna di argomento culturale, altro).
Se lo ritieni, organizza la trattazione suddividendola in paragrafi cui potrai dare eventualmente uno
specifico titolo.
Se scegli la forma dell'"articolo di giornale", individua nei documenti e nei dati forniti uno o più
elementi che ti sembrano rilevanti e costruisci su di essi il tuo 'pezzo'.
Da' all'articolo un titolo appropriato ed indica il tipo di giornale sul quale ne ipotizzi la
pubblicazione (quotidiano, rivista divulgativa, giornale scolastico, altro).
Per attualizzare l'argomento, puoi riferirti a circostanze immaginarie o reali (mostre, anniversari,
convegni o eventi di rilievo).
Per entrambe le forme di scrittura non superare le quattro o cinque colonne di metà di foglio
protocollo.
1. AMBITO ARTISTICO - LETTERARIO
ARGOMENTO: La piazza luogo dell'incontro della memoria
DOCUMENTI
"Ero appena tornato da un viaggio nel Messico, dove ero rimasto molto colpito dall'intensa vita del
Cuore nei villaggi messicani. Ognuno di essi possiede una piazza piuttosto grande con portici tutto
intorno, e la gente è sempre lì a comprar nelle botteghe, a pettegolare, mentre i giovani fanno la
corte alle ragazze. Questo è il vero centro della vita del villaggio. Provai a spiegare ai miei studenti
che valeva la pena di studiare questo elemento e che dovrebbe essere possibile creare anche negli
Stati Uniti Cuori di questo genere. Ma gli studenti rifiutarono la mia proposta perché pensavano che
l'idea di una piazza circondata da portici appartenesse troppo al passato e che non fosse adatta alla
vita di oggi. Così io mi domandai se l'aver suggerito un tale argomento non era dovuto al fatto che
io avevo una mentalità d'altri tempi. Ora però so che rifiutarono la mia proposta perché non
sapevano di che cosa si trattava: non avevano mai visto una cosa simile, non l'avevano mai
sperimentata, perciò non potevano capirla. Non molto tempo dopo ricevetti una lettera da uno di
essi, un ragazzo molto dotato, che era stato in Italia ed aveva visto Piazza S. Marco. Ne era rimasto
così impressionato che mi scrisse ricordando la nostra discussione."
W. GROPIUS, Discussione sulle piazze italiane,
trad. it. Milano 1954
"Ecco le piazze romane, dove le persone, giunte in mezzo, scompaiono in profonda vasca,
emergono agli orli e le vedi, a distanza, salire la scalinata di San Pietro come se andassero in
paradiso." V. CARDARELLI, Il cielo sulle città,
Milano 1949
La veneta piazzetta
antica e mesta, accoglie
odor di mare. E voli
di colombi. Ma resta
nella memoria - e incanta
di sé la luce - il volo
del giovane ciclista
vòlto all'amico: un soffio
melodico: "Vai solo?" S. PENNA, Poesie, 1939
Fra le tue pietre e le tue nebbie faccio
villeggiatura. Mi riposo in Piazza
del Duomo. Invece
di stelle
ogni sera s'accendono parole.
Nulla riposa della vita come
la vita. U. SABA, Il Canzoniere, Torino, 1961
Piazza Grande
Santi che pagano il mio pranzo non ce n'è
sulle panchine in Piazza Grande
ma quando ho fame di mercanti come me
qui non ce n'è.
Dormo sull'erba, ho molti amici intorno a me:
gli innamorati in Piazza Grande;
dei loro guai, dei loro amori tutto so,
sbagliati e no.
[...]
Una famiglia vera e propria non ce l'ho,
e la mia casa è Piazza Grande.
A chi mi crede prendo amore e amore do
quanto ne ho.
Con me di donne generose non ce n'è,
rubo l'amore in Piazza Grande
e meno male che briganti come me
qui non ce n'è.
[...]
Lenzuola bianche per coprirci non ne ho,
sotto le stelle, in Piazza Grande
e se la vita non ha sogni, io li ho e te li do.
E se non ci sarà più gente come me
voglio morire in Piazza Grande
tra i gatti che non han padrone come me,
attorno a me.
A modo mio quel che sono l'ho voluto io....
Testo di G. BALDAZZI - S. BARDOTTI, 1972, in "Casa Ricordi", 1995
La 'piazza' ospita le attività non programmate, spontanee, e in questo senso diventa una propaggine
del laboratorio culturale; ne interpreta e ne rafforza la vocazione popolare, prospettandosi come una
trasposizione fantastica del vecchio Hyde Park Corner."
Il centro culturale George Pompidou di Piano e Rogers in M. DINI "Renzo Piano: Progetti e
architetture 1964 - 1983", Milano, 1983
S. STEIMBERG, Piazza S. Marco, disegni, 1951
PIANO e ROGERS, centro culturale George Pompidou Parigi, 1971 - 1977
Recanati, Piazzola Sabato del Villaggio
I fanciulli gridando
su la piazzuola in frotta,
e qua e là saltando,
fanno un lieto romore.
G. LEOPARDI, Il sabato del villaggio
2. AMBITO SOCIO - ECONOMICO
Musica per tutti, tra arte e industria DOCUMENTI
Oscar della musica, Eminem come Madonna:
"Stoccolma - Doppio trionfo per Madonna agli Mtv Europe Music Awards ieri sera al Globen della
capitale svedese e in diretta TV per un bacino di un miliardo di telefan. Madonna conquista i titoli
di miglior artista femminile e dance, e si ritrova a condividere il palco del megashow con Guy
Ritche, il suo compagno 31enne, il regista inglese di "Snatch", che l'ha resa madre due mesi fa.
Canta "Music", in scena con due ballerini e tre musicisti, e sullo sfondo le istantanee più importanti
della sua carriera. Doppio trionfo anche per Eminem, rapper bianco americano, con più di una grana
con la giustizia per violenze: è lui che vince il premio per il miglior artista hip hop... Tutti gli artisti
si esibiscono dal vivo. La scenografia ricorda i film di fantascienza degli anni 50: lame d'acciaio,
stalattiti argentee, sfere color latte, alcune ripiene di acqua, e c'è pure una sorta di igloo... Richy
Martin, dio in terra del pop latino, vince come miglior artista maschile e propone "She bangs" con
più di 40 ballerini, trasferendo l'atmosfera acquatica del video sul palco proprio in quelle bolle
piene d'acqua." dal "Corriere della Sera", 17 novembre 2000
Umano troppo umano: si celebra l'innocuo rito della sintonia nazionale.
"Del resto Sanremo svolge una funzione determinante nella vita del Paese che, in segno di rispetto,
si ferma, si sintonizza, si interroga sui massimi sistemi. Il Festival infatti è una sorta di pratica
divinatoria coatta per leggere la nostra società; anche qui a fasi alterne. Un anno Sanremo è lo
specchio del Paese, l'anno dopo è lo specchio di se stesso, di ciò che rappresenta, di tutto il
baraccone televisivo; insomma è un Censis tradotto in canzone, un Istat in rima baciata, un