
IL VALORE DEL PAESAGGIO -Vittorio Sgarbi approda alla Maturità. C’è un estratto di un suo discorso, pronunciato in occasione di una manifestazione di commemorazione dei 150 anni dell’Unità d’Italia, tra i documenti a corredo di questa traccia della prima prova di maturità. Tema dominante di tutti i testi proposti è l’intimo legame tra il paesaggio e le vicende storico-culturali del popolo che vi è vissuto.
SAGGIO STORICO POLITICO: PAESAGGIO, CHE BELLEZZA - Non esiste passato più presente del paesaggio intorno al quale ci muoviamo, e il paesaggio italiano è innanzitutto bellezza. Questo è, in estrema sintesi, il messaggio del saggio politico, che raccoglie contributi da Andrea Carandini, Salvatore Settis, Vittorio Sgarbi, Claudio Strinati. Cioè archeologi e storici dell'arte, i cui interventi fanno da corollario all'articolo 9 della Costituzione, che «Tutela il paesaggio e il patrimonio storico e artistico della Nazione». Si parla di paesaggio come cerniera tra bellezza e memoria: che vuol dire? Tradotto nella quotidianità, percorrere un'autostrada o passeggiare nei nostri centri urbani equivale ad attraversare la storia millenaria di quei luoghi. I paesaggi, si legge in Carandini, «non sono ammassi informi né somme di entità, ma ordini complessi, generalmente involontari, [...] dove milioni di attività si sono fuse in un tutto armonioso». E questo "tutto armonioso" di natura (le colline, i fiumi, le coste e le montagne) e di lavoro dell'uomo ha come risultato la storia di un paese, da difendere dagli interessi privati (questo dice Settis) e da tutelare come bene sacro (Sgarbi). Produrre un danno all'ambiente equivale a compromettere non solo la bellezza ma anche la funzionalità presente e futura. Si pensi al turismo. E si ragioni poi, e questo è il suggerimento del saggio, al nostro presente di difficoltà economiche e non solo: riscoprire noi stessi e conoscere le nostre radici è una possibilità di sviluppo? Del resto, anticamente, la parola "crisi" indicava un'opportunità di cambiamento non necessariamente negativo.
Manlio Grossi