vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Collegamenti
Sindrome di Stoccolma, percorso
Sindrome di Stoccolma, percorso
Cultura medica - Esposizione della sindrome
Psicologia - Meccanismi di difesa (regressione ed identificazione con l'aggressore)
Diritto - Sequestro di persona (diritto penale)
Francese - Belle et la bete
Inglese - "Wuthering Heights" by Emily Bronte
Italiano - "La cattura" di Luigi Pirandello
Storia - Fascismo
La sindrome di Stoccolma
CULTURA MEDICA
Per sindrome di Stoccolma si intende quella particolare condizione di
dipendenza psicologica e/o affettiva che si manifesta in alcuni casi in vittime di
violenza fisica, verbale o psicologica. Il soggetto affetto da questa sindrome,
durante i maltrattamenti subiti, prova un sentimento positivo nei confronti del
proprio carnefice che può spingersi fino all’amore e alla totale sottomissione
volontaria.
Il termine deriva dal primo caso mai registrato, avvenuto nel 1973 in seguito ad
una rapina ad una banca di Stoccolma. I rapinatori tennero in ostaggio quattro
impiegati per sei giorni e, all'indomani della liberazione, negli ostaggi si
manifestò un vero e proprio sentimento di gratitudine nei confronti dei
rapinatori e un sentimento negativo verso le forze dell'ordine.
La comparsa della sindrome dipende anche dalla personalità del sequestrato.
Infatti più egli ha un carattere dominante, meno sarà predisposto nell’incorrere
nella sindrome stessa. Per questo motivo, la maggior parte delle volte, si
manifesta in personalità poco forti e non ancora totalmente strutturate, come
quelle dei bambini o degli adolescenti.
La sindrome può avere una durata variabile e comporta alcuni effetti
psicologici, come, per esempio, disturbi del sonno, incubi, flashback, fobie e
depressione.
Per la risoluzione di questi disturbi si deve ricorrere alla psicoterapia in
associazione alle cure farmacologiche.
Inizialmente il soggetto prova uno stato di confusione e di paura per la
situazione in cui si ritrova.
Dopo aver superato il trauma iniziale, comincia a cercare delle soluzioni per
resistere alle difficoltà. Man mano che il tempo passa, la vittima si rende conto
che la sua vita dipende dal carnefice e sviluppa dei meccanismi psicologici di
difesa, per poter evitare di morire.
PSICOLOGIA
I meccanismi di difesa che entrano in gioco sono : la “regressione” e
“l’identificazione con l’aggressore”.
La prima è una reazione infantile che porta la vittima a ricercare nel carnefice
cura e protezione. Mentre “l’identificazione con l’aggressore” porta la vittima a
distorcere l’immagine del persecutore, poiché pensa che avvicinandosi
sentimentalmente e ideologicamente a lui non dovrà più averne paura.
L’autore del sequestro, a sua volta, “subisce” un’identificazione inversa.
Quanto più un ostaggio riesce a farsi riconoscere nella sua identità, tanto più
diventa difficile per il sequestratore fargli del male. Le ricerche e gli
esperimenti in psicologia, infatti, ci hanno dimostrato che la maggior parte
delle persone non riesce a fare del male ad altri individui, a meno che la vittima
designata non resti anonima ed emotivamente lontana. Parrebbe inoltre che i
sequestratori sviluppino un certo “affetto” nei confronti delle vittime, forse
come segno di gratitudine per la collaborazione ricevuta, forse mossi da un
desiderio inconscio di essere amati e rispettati.
DIRITTO
Nel corso degli anni, si sono verificati vari casi d’insorgenza di questa
sindrome. Uno dei casi più eclatanti riscontrati è stato quello del piccolo Gianni
Ferrara. Al tempo era un bambino di 8 anni, di Castellammare di Stabia. Fu
rapito mentre si trovava in vacanza con la famiglia ai Caraibi e portato in
Venezuela da 5 agenti di polizia dello stato di Zulia che chiesero un riscatto di
650 milioni di lire.
Gianni Ferrara negli oltre 2 mesi di sequestro si affezionò a tal punto ai suoi
rapitori che quando questi vennero arrestati inveì contro la polizia. E durante i
giorni del sequestro si rapportò ai genitori telefonicamente con tonalità molto
fredde, in netto contrasto con il calore che stava dimostrando per i suoi
rapitori, testimoniato dalle sue stesse parole.
In questo particolare caso, il diritto penale sancisce che: “Chiunque priva taluno
della libertà personale è punito con la reclusione da sei mesi a otto anni.
La pena è della reclusione da uno a dieci anni, se il fatto è commesso: in danno
di un ascendente, discendente, o del coniuge; oppure da un pubblico ufficiale.
Se il fatto è commesso in danno di un minore, si applica la pena della
reclusione da tre a dodici anni. Se il minore sequestrato è condotto o trattenuto
all’estero, si applica la pena della reclusione da tre a quindici anni.
Se il colpevole cagiona la morte del minore sequestrato si applica la pena
dell’ergastolo
FRANCESE
Degli esempi celebri della sindrome, sono riportate anche in letteratura. Nella
letteratura francese, uno dei casi più conosciuti da tutti, perfino dai bambini, è
quello della “Bella e la bestia”.
Dans la conte de fées de “la Belle et la Bête » nous pouvons noter la présence
apparente de la syndrome de Stockholm. En bref, l’histoire commence avec le
père de Belle qui part en voyage et il demande à elle et ses sœurs quels
cadeaux elles souhaitent. Belle, contrairement à ses sœurs qui demandent des
vêtements et des bijoux, demande seulement une rose. Le père, pendant une
tempête de neige, se réfugie dans un château apparemment abandonné. Il
commence à se promener dans le château et il trouve un jardin avec des roses
qui correspondent à la demande de la fille. Il en cueille une, mais arrive le
propriétaire qui est une bête monstrueuse et lui dit qu’il aurait sauvé sa vie
seulement s'il lui avait donné sa fille comme otage. Après diverses
vicissitudes, Belle accepte de aller dans le château et de finir en otage de la
bête et, pendant l’histoire, elle découvre que, en réalité, il est bon et elle
tombe amoureuse de lui.
Dans la première part de l’histoire, l’utilisation du terme « bête », indiquerait,
selon certaines lectures psychanalytiques de la conte de fées, en plus de
l’apparence, une vraie piste caractériel, Il compose de l'instinct, la facilité de
céder aux instincts sauvages et ainsi de suite. Le fait est que Belle, qui au
début est, évidemment, effrayés par le monstre auquel a été pris en otage,
comme dans les cas les plus classiques de syndrome de Stockholm elle
commence à se convaincre que, en réalité, il a un bon cœur, genre et à la fin
elle tombe amoureuse de lui.
INGLESE
Nella letteratura inglese, dei casi riguardanti la sindrome sono evidenziati nel
romanzo “cime tempestose”.
Set in the early nineteenth century’s English moor, “Wuthering Heights” is the
Heathcliff’s story, a young orphaned boy taken by Mr. Earnshaw into his
custody. Mr. Earnshaw was a rich gentleman, owner of “Wuthering Heights”, an
ancient manor immersed in the English countryside. Between Heathcliff and
Catherine, Mr. Earnshaw’s daughter, is grafted a tender relationship
immediately, a sweet relationship that begins to show signs of fraying because
of the profound social differences between the two.
Catherine, although she loved Heathcliff, she decided to get married with the
powerful Edgar Linton, while Heathcliff, returned rich from a travel in England,
decides to take revenge getting married with the Edgar’s younger sister, Isabel.
After having giving birth to the little Cathy and confessed to Heathcliff her love,
Catherine died and the man, pervaded by a sense of revenge, decides to take
possession of every possessions of the families Earnshaw and Linton; he
succeeded in his intent and soon after he died.
At his request, he was buried next to Catherine, so that nothing could separate
them more, at the edges of the moor, where they played when they were
young.
In the house, the life goes on with the marriage of Hareton, Hindley’s son, and
Cathy.
Signs of the Stockholm syndrome can be recognized in different parts of the
novel and in different subjects.
- Cathy, when she was kidnapped by Heathcliff, after marrying his son, she
could have run away whenever she wanted, but she never did it and,
despite her mistreatment, she began to sympathize for Heathcliff at the
end.
- Linton, after his mother’s death, was unwillingly taken from Edgar
Linton’s home, to which was entrusted, by his father Heathcliff. He was
willing to believe that his father truly cared for him, but he was left to die
for pure personal interest.
- Hareton, after his father’s death, was adopted by his uncle Heathcliff. He
took his birthright, kept him ignorant and heavily abused him. But,
despite his strength, he never retaliated or simply left, conversely, he has
always justified him his behavior.
At last, it’s interesting to consider that Stockholm syndrome was discovered by
psychologists only in 1973, while Emily Bronte published “Wuthering Heights”
in 1847.
ITALIANO
Nella letteratura italiana, invece, alcuni caratteri della Sindrome di Stoccolma
possono essere identificati nella novella “la cattura” di Luigi Pirandello.
“La cattura” è una novella di Luigi Pirandello, contenuta nella raccolta “Novelle
per un anno” pubblicata tra il 1922 e il 1937.
È un ritorno a temi e ambienti siciliani, di tipo verista, con una struttura tesa
alla descrizione dei fatti, degli individui e dei paesaggi, nella quale
saltuariamente si innesta l'indagine psicologica dello svolgimento dei fatti che
determinano l'adattamento a una situazione che non si era cercata, ma che
era divenuta obbligatoria, visto che la soluzione pensata precedentemente era
divenuta impraticabile, determinando l'irrealizzabilità di qualsiasi altra
soluzione.
Protagonista della novella è il Guarnotta, un proprietario terriero, rispettato da
tutti che soffre da 15 anni per la morte del figlio (gli elementi che determinano
questa analisi sono: la polvere, il nero del vestito, la campagna e il mare
dominati dal silenzio e dalla solitudine).
La vicenda si apre con quest’ultimo che, in sella alla sua asinella, torna a casa
stanco per la lunga giornata di lavoro.
Durante il tragitto, egli viene assalito da tre uomini, i quali lo bendano, legano
e sequestrano in una grotta non molto lontana dal suo paese.
Nel momento in cui i sequestratori impongono al protagonista la stesura di una
lettera minatoria, il Guarnotta ne riconosce uno, Manuzza, soprannominato così
a causa del suo braccio manco.
Durante questo episodio, Pirandello affronta un tema importante: la differenza
tra le classi sociali.
Ciò è culminante nella scena della matita, oggetto che rappresenta
simbolicamente la differenza di classe cui appartengono i vari personaggi i tre
sequestratori porgono al sequestrato una matita, ignari addirittura del fatto che
questa dovesse essere temperata prima dell’uso. A quel punto il Guarnotta,
forse spinto da un sentimento di compassione nel vedere la ridicola difficolta
che i sequestratori incontravano nel temperarla, si decide a spiegare loro ed
addestrarli all’utilizzo dell’oggetto.
Successivamente, i tre uomini mettono il Guarnotta a conoscenza del fatto che
avrebbero voluto tre mila onze, in cambio della sua liberazione. Questi però
non avevano messo in conto la situazione familiare e sociale dell’uomo né la
moglie né i nipoti avrebbero pagato anche solo un centesimo per liberarlo. Loro
la sua morte la desideravano e se l’aspettavano gratis a causa dell’età
avanzata.
A quel punto i sequestratori riconoscono lo sbaglio commesso: la cattura si
rivela un grossolano errore; il Guarnotta non può più essere liberato perché ha
riconosciuto uno dei sequestratori, e deve vivere gli ultimi mesi della sua vita
segregato in una grotta.
Andando avanti nella novella, entrano in gioco sentimenti, riguardanti sia il
sequestrato che i sequestratori, riconducibili alla Sindrome di Stoccolma.
Il Guarnotta comincia ad affezionarsi ai suoi carnefici, ciò è possibile
individuarlo nel momento in cui egli, nel corso della sua segregazione, comincia
a spiegare loro cose che possono sollevarli dalla miseria e dall’ignoranza, a
partire dall’utilizzo della matita, fino ad arrivare a spiegazioni più complesse
come quelle riguardanti la galassia.
In un punto della novella, egli dice esplicitamente di trovarsi meglio in quella
situazione che nella vita di tutti i giorni, e di cominciare a prenderci gusto ed
adattarsi a tutte quelle sensazioni positive che cominciano a nascere in lui: si