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Sintesi
Inglese - William Wordsworth: "The Immortality Ode"
Italiano - Giovanni Pascoli: "Il Fanciullino"
Filosofia - Sigmund Freud: Il complesso di Edipo
Diritto - Carta dei diritti dell'nfanzia
Storia - Leggi sull'istruzione: Legge Casati, Coppino e Riforma Gentile
Scienze sociali - Il gioco
Matematica - La funzione
Estratto del documento

Filosofia

Il complesso di Edipo

Prima di Freud la sessualità era identificata con la genitalità, ossia con il congiungimento con un individuo di

sesso opposto, ai fini della procreazione. Freud fu condotto ad ampliare il concetto di sessualità fino a

vedervi un'energia suscettibile dirigersi verso le mete più diverse e in grado di investire gli oggetti più

disparati. Energia che Freud chiamò Libido. Egli elaborò un'originale dottrina della sessualità infantile.

Infatti, demolendo il pregiudizio secondo cui la sessualità apparterrebbe all'età adulta, Freud giunse a

definire il piccolo uomo come un “essere perverso polimorfo”. Egli

sostiene che lo sviluppo psicosessuale del bambino avviene attraverso tre

fasi:

 Fase orale ( che va dai primi mesi di vita a un anno, un anno e

mezzo) ha come zona erogena la bocca

 Fase anale (che va da un anno e mezzo a circa tre anni) è collegata

alle funzioni escrementizie

 Fase genitale (inizia alla fine del terzo anno) ha come fattore

erogeno la zona genitale.

Essa si articola in due sottofasi:

 Fallica. Così chiamata perché la scoperta del pene costituisce un

oggetto di astrazione sia per il bambino sia per la bambina, che

soffrono entrambi di un “complesso di castrazione” (il bambino

perché vive sotto la minaccia di una possibile evirazione, la

bambina perché si sente di fatto evirata e prova “l’invidia del

pene”)

 La fase genitale in senso stretto

Connessa alla sessualità infantile è anche una delle più note teorie freudiane, ovvero quella relativa al

complesso di Edipo (che prende il nome dalla mitica vicenda del personaggio greco destinato dal Fato ad

uccidere il padre e a sposare la madre) che consiste in un attaccamento “libidico” verso il genitore di sesso

opposto e in un atteggiamento ambivalente verso il genitore dello stesso sesso. Tale complesso si sviluppa

tra i tre e i cinque anni. Diritto

Carta dei diritti dell’infanzia

La convenzione sui diritti dell'infanzia e l'adolescenza è stata approvata dall'Assemblea delle nazioni unite

(ONU) a New York il 20 novembre 1989 e resa effettiva anche in Italia il 27 maggio 1991. Questo

documento vede nei bambini e negli adolescenti non solo oggetti di tutela, ma soprattutto dei soggetti di

diritto. Il primo articolo con cui si apre il documento recita "ai sensi della presente convenzione si intende

per bambino ogni essere umano avente un’età inferiore ai 18 anni” e prosegue mettendo in luce dibattiti e

compromessi riguardo alla protezione del bambino prima della nascita. Gli articoli della Convenzione

possono essere raggruppati in quattro categorie in base ai principi guida che informano tutta la

Convenzione. I quattro principi fondamentali della Convenzione sono:

 Principio di non discriminazione: sancito all’art. 2, impegna gli Stati parti ad assicurare i diritti

sanciti a tutti i minori, senza distinzione di razza, colore, sesso, lingua, religione, opinione del

bambino e deli genitori.

 Superiore interesse del bambino: sancito dall’art. 3, prevede che in ogni decisione, azione

legislativa, provvedimento giuridico, iniziativa pubblica o privata di assistenza sociale, l’interesse

superiore del bambino deve essere una considerazione preminente.

 Diritto alla vita, sopravvivenza e sviluppo: sancito dall’art. 6, prevede il riconoscimento da parte

degli Stati membri del diritto alla vita del bambino e l’impegno ad assicurarne, con tutte le misure

possibili, la sopravvivenza e lo sviluppo.

 Ascolto delle opinioni del bambino: sancito dall’art. 12,

prevede il diritto dei bambini a essere ascoltati in tutti i

procedimenti che li riguardano, soprattutto in ambito legale.

L’attuazione del principio comporta il dovere, per gli adulti, di

ascoltare il bambino e di tenerne in adeguata considerazione le

opinioni.

Tra i diritti più importanti rientra anche il diritto di espressione

che è sintomo di libertà. I bambini hanno il diritto di essere

ascoltati in particolare quando vengono espressi scelte e

sentimenti che si allontanano da quella degli adulti. Molto

importante in questo caso è l’articolo 12 che considera il

bambino come soggetto attivo, capace di espressione e di pensieri validi. Inoltre, dichiara la necessità di

nominare una figura addetta all’ascolto, stabilire i tempi e cercare di far esprimere al meglio il bambino. Se

la persona che ascolta appartiene ad enti pubblici, deve possedere una preparazione qualificata.

Tutela dei minori nella Costituzione Italiana

Oltre a tale documento redatto dall’ONU, molto importanti sono alcuni diritti riguardanti la tutela e

l’istruzione del minore presenti nella Costituzione Italiana. Una particolare importanza rivestono l’articolo

30 e 31.

 Nell’art. 30 si stabilisce che i genitori hanno il dovere di istruire e mantenere i figli anche se nati

prima del matrimonio. Se, però, i genitori non sono in grado di mantenere i propri figli, allora la

legge può affidarli ai servizi sociali o comunque trovare una soluzione di modo che non debbano

provvedere a loro. Viene inoltre ricordato che, anche se nato fuori dal matrimonio, il figlio è uguale

ai figli nati in seguito al matrimonio e ha gli stessi diritti e doveri di questi ultimi. Infine ricorda che

ci sono leggi e norme per la potestà e la paternità.

 Nell’art. 31 viene garantito un possibile aiuto da parte della Repubblica nei confronti delle famiglie

bisognose e numerose con sconti, aiuti economici e altre leggi. In più, viene protetta la maternità e

l’infanzia, grazie alla costruzione di istituti e strutture per istruire ed educare i figli.

Storia

Le leggi sull’istruzione

 Legge Coppino: Emanata il 15 luglio 1877 durante il periodo di governo della Sinistra storica, con a capo

Agostino Depretis. Essa portava a cinque le classi della scuola elementare, che rendeva gratuita, ma

soprattutto elevava l’obbligo scolastico a tre anni e introduceva le sanzioni per chi lo disattendeva (le

sanzioni non erano previste nella precedente legge Casati). Le spese per il mantenimento delle scuole

rimasero a carico dei singoli comuni, i quali, nella maggior parte dei casi, non erano in grado di

sostenerle e dunque la legge non fu mai attuata pienamente. Nonostante questo, la legge Coppino ebbe

una rilevante importanza e contribuì in buona misura a una diminuzione sempre crescente

dell’analfabetismo nell’Italia di fine Ottocento.

 Periodo storico

Nel marzo del 1876 la presidenza del consiglio fu assunta da Agostino Depretis. Dopo il 1873, una grande

crisi del capitalismo mondiale aveva spinto i paesi industriali a ricreare politiche protezionistiche e così gli

industriali italiani si rivelarono i più pronti a cogliere questo profondo mutamento dell’economia

internazionale, con l’avvento della Sinistra l’Italia definì meglio i suoi connotati di moderno Paese

industriale. Le ragioni della crisi che agitarono l’economia europea erano da ricollegarsi alla concorrenza del

grano americano e asiatico sul mercato europeo e alla sovrapproduzione dei prodotti industriali rispetto

alle possibilità di assorbimento del mercato. Data la struttura ancora prevalentemente agricola

dell’economia italiana, la crisi economica assunse i connotati di una gravissima crisi agricola. Si fecero

strada perciò in tutti gli Stati Europei, nuove linee di politica agraria protezionistica. La sinistra varò così, nel

1887, una nuova politica doganale atta a difendere il grano e ancor più le industrie nostrane.

 Legge Casati: È noto come legge Casati il regio decreto legislativo 13 novembre 1859, n. 3725 entrato in

vigore nel 1860 e in seguito esteso, con l’unificazione, a tutta l’Italia. La legge, che prese il nome dal

Ministro della Pubblica Istruzione Gabrio, riformò in modo organico l'intero ordinamento scolastico

dall'amministrazione all'articolazione per ordini e gradi e alle materie d’insegnamento, confermando la

volontà dello Stato di farsi carico del diritto- dovere di intervenire in materia scolastica a fianco e in

sostituzione della Chiesa Cattolica che da secoli deteneva il monopolio dell'istruzione. Si propose di

contemperare diversi principi: il riconoscimento dell'autorità paterna, l'intervento statale e l'iniziativa

privata. A tal proposito, la legge sancì il ruolo normativo generale dello Stato e la gestione diretta delle

scuole statali, così come la libertà dei privati di aprirne e gestirne di proprie, pur riservando alla scuola

pubblica la possibilità di rilasciare diplomi e licenze.

 Periodo storico

L'elaborazione della legge avvenne in un periodo storico che vedeva il Regno di Sardegna impegnato nelle

vicende inerenti alla seconda guerra d'indipendenza. per questo motivo la norma non fu discussa in

Parlamento ma grazie ai poteri straordinari dallo stesso conferiti al governo del re, fu stesa interamente da

una commissione di cui faceva parte Angelo fava, esule Veneto che, specie nell’ordinamento della scuola

elementare, portò le esperienze introdotte da anni nel regno lombardo- Veneto. Con l'Unità, La Destra

storica, di fronte ai gravissimi problemi del nuovo Stato, scelse di mantenere la legge Casati, abbandonando

l'idea di una nuova riforma scolastica. Il seguito furono apportate delle modifiche alla legge che, tuttavia,

rimase in vigore fino al 1923 quando intervenne la riforma Gentile.

 Riforma gentile: Per riforma Gentile s'intende la riforma scolastica varata in Italia nel 1923 con una

serie di atti per opera del ministro dell'Istruzione del governo Mussolini, il filosofo neo idealista

Giovanni Gentile. La riforma Gentile è stata alla base del sistema scolastico italiano, mantenuta

dopo la caduta del fascismo stesso, sino al 1962 nel pensiero di Gentile l'educazione doveva essere

intesa come un divenire dello spirito sesso, il quale realizzava così la propria autonomia.

Punti salienti della riforma furono:

 Innalzamento dell'obbligo scolastico sino al quattordicesimo anno di età. Dopo i primi cinque anni

di scuola elementare uguali per tutti, l'alunno deve scegliere tra qualche possibilità: il ginnasio,

quinquennale, che consentiva l'accesso al liceo classico o al liceo scientifico; l'istituto tecnico,

triennale, cui facevano seguito quattro anni istituto tecnico superiore; l'Istituto Magistrale, della

durata di sette anni, destinato alle future maestre; la scuola complementare, termine della quale

non era possibile iscriversi ad alcun altra scuola.

 Insegnamento obbligatorio della religione cattolica nelle scuole elementari.

 Creazione del liceo scientifico

 Creazione dell'istituto magistrale per la formazione dei futuri insegnanti elementari al posto delle

scuole normali.

 Istituzione di scuole speciali per gli alunni portatori di handicap.

 La messa al bando dello studio della pedagogia, della didattica e di ogni attività di tirocinio.

Scienze sociali

Il gioco

Gioco: Il termine sta a indicare qualsiasi attività liberamente scelta a cui si dedichino, singolarmente o in

gruppo, bambini o adulti senza altri fini immediati che la ricreazione e lo svago, sviluppando ed esercitando

nello stesso tempo capacità fisiche, manuali e intellettive.

Il gioco è un'attività spontanea libera. La nota dominante del gioco è la libertà, è il movimento creativo che

supera i limiti della pura realtà. L’attività ludica non è mai senza scopo, né inutilizzabile. Vari studiosi

considerano il gioco un'attività essenziale per lo sviluppo psicomotorio e per lo sviluppo psichico in genere.

In particolare il filosofo inglese Spencer elaborò la teoria del surplus di energia secondo cui l'attività ludica

servirebbe a bruciare le energie non impiegate per la sopravvivenza. Secondo Freud, il gioco ha soprattutto

una funzione liberatoria per le emozioni più profonde e istintive. Se, ad esempio, un bambino ha paura del

lupo, giocherà a essere il lupo: identificandosi con l'animale egli

controllerà il timore e quindi potrà meglio liberarsene. Quando

invece gioca a essere il padre o la madre egli s’identifica non per

paura, ma per amore: dunque ci s’identifica tanto con chi si ama

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