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Maturità 2023, come scrivere bene il tema: quando usare l’apostrofoLa prima prova di Maturità, in programma per il 21 giugno 2023, è la prima tappa che gli studenti dovranno affrontare. In previsione di questo appuntamento importante, è quindi sempre utilissimo ripassare qualche regola per arrivare preparati al tema di Italiano.

In questo articolo vediamo come scrivere bene il tema di Maturità, focalizzandoci in particolare su una questione specifica. Ovvero: quando si usa l’apostrofo?

Tema Maturità 2023: Quando e come si usa l’apostrofo

Nell’italiano scritto, l’apostrofo indica sempre che si è perso qualcosa della forma originaria. In altri termini: si usa l’apostrofo quando dobbiamo segnalare che manca un “pezzo” di una parola. Entriamo più nel dettaglio. Il fenomeno sotto la lente d’ingrandimento è quello dell’elisione, e cioè la caduta della vocale finale di una parola di fronte alla vocale iniziale della parola seguente (l’elmo al posto di lo elmo).

Rispetto al passato, l’elisione ha perso buona parte della sua popolarità e si usa decisamente di meno. Ciò non toglie, però, che rimane obbligatoria in diversi casi. Vediamone le espressioni che comportano più dubbi, non risolvibili facendo riferimento al parlato. Anche perché non penso che a nessun parlante che padroneggi l’italiano verrebbe mai in mente di dire “lo uomo”, o “allo uomo”. O no?

Qual è o qual’è?

Nell’italiano contemporaneo, la grafia corretta èqual è”, qualla cioè che non prevede l’utilizzo dell’apostrofo. Questo perché non si tratta appunto di un caso di elisione, ma di troncamento. Il troncamento, in particolare, corrisponde alla soppressione della parte finale di una parola che ha dato luogo, nel corso del tempo, a forme autonome della stessa parola (amor, gran, buon, bel, eccetera). Nel caso che stiamo analizzando, infatti, “qual” una forma autonoma, presente anche in altre occorrenze (“qual buon vento”).

Naturalmente vale lo stesso discorso per “qual era”, che non richiede l’apostrofo. Le cose cambiano però al plurale: “qual’erano” e non “qual erano”. In questo caso la forma “qual” sta per “quali”, e quindi va segnalata l’elisione.

Concludendo, la grafia “qual’è”, sebbene sia molto diffusa, è scorretta. Già evitare questo errore, potrebbe garantirti un miglior risultato per quanto riguarda il tema di Maturità 2023. Te lo assicuro.

Un po’ o un pò?

La forma corretta in questo caso è “un po’”, con l’apostrofo. Diciamo subito però che ci troviamo di fronte a una vera e propria eccezione. Di solito, come abbiamo visto, il troncamento non richiede l’utilizzo dell’apostrofo (“un gran bel gioco” e non “un gran’ bel’ gioco”).

Un uomo o un’uomo? Un amica o un’amica?

Gli articoli indeterminativi sono un altro tallone d’Achille (o “da killer”, come direbbe qualcuno) di molti studenti italiani. In realtà, in trovare la soluzione giusta è piuttosto semplice. Iniziamo dicendo che gli articoli indeterminativi sono tre: uno, un e una. I primi due sono per il maschile singolare, mentre il terzo per il femminile singolare. Viene da sé, quindi, che l’apostrofo va utilizzato soltanto per il femminile, perché soltanto in questo caso avviene l’elisione: “un’amica” è la forma corretta, perché l’apostrofo segnala la caduta della vocale “a” dell’articolo “una”.
Dunque:

  • Forma corretta:
  • Un’amica.
    Un uomo.
  • Forma scorretta:
  • un amica.
    un’uomo.

Va messo l’apostrofo prima della lettera h?

La risposta è sì. La lettera “h”, in italiano, è un segno diacritico, ovvero un segno che che non corrisponde a un suono della lingua, ma che serve solo a determinare una pronuncia o per distinguere un significato tra due omofoni (“ho”, verbo avere, da “o”, congiunzione disgiuntiva). Quindi è corretto scrivere: “l’ho fatto”, così come “l’hotel”.
Data pubblicazione 23 Aprile 2023, Ore 10:46
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