I cacciatori-raccoglitori del paleolitico e poi del mesolitico (15.000-8.000) a.C. usavano tacche incise su punteruoli d'osso per contare con un sistema di corrispondenza univoca.
Le più antiche ossa a tacche di questo tipo furono rinvenute in due siti paleolitici del Libano datati 15.000-12.000 a.C.
All'epoca non si possedeva il concetto di numero, ma si pensavano le somme come serie di entità scollegate (uno + uno + uno + .....) e non come insiemi coerenti (i numeri cardinali 1, 2, 3, .....).
Attorno al 3.300 a.C.

Nel 3000 a.C. Enmerkar, re di Uruk e nonno del più celebre Gilgamesh, inventa la scrittura cuneiforme su tavolette di argilla; la legenda racconta che lo abbia fatto per scambiare messaggi diplomatici in modo affidabile (cioè non orale) con il signore di Aratta (città dell'attuale Iran).
Sarà proprio la scrittura ad eliminare le inadeguatezze dei sistemi di conteggio basati sui metodi pittorici e dei contrassegni, ponendo fine alla necessità della corrispondenza univoca mediante l'introduzione di speciali simboli che esprimono i numeri astratti. I Sumeri sono stati anche i primi a inventare le città organizzate, i primi a introdurre l'istituto regale, i primi a inventare la scrittura e i primi ad inventare la scuola.