_antoniobernardo
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Aristotele è stato considerato da molti come colui che ha bloccato la scienza (e quindi anche la risoluzione dei problemi) per circa 2000 anni, sia nel mondo occidentale che in quello islamico. In realtà non e così e lo stesso Galilei ne ha dato testimonianza nel Dialogo sopra i due massimi sistemi del mondo: ".... sono i suoi seguaci che hanno dato autorità ad Aristotele e non esso che se la sia usurpata o presa ..." e nella lettera ai Liceti: "...E quando Aristotele vedesse le novità scoperte nuovamente in cielo, dove egli affermò quello essere inalterabile e immutabile, perché niuna alterazione vi si era allora veduta, indubbiamente egli, mutando opinione, direbbe ora il contrario".

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Il suo interesse per l'osservazione scientifica non era limitato a discipline quali la fisica, la biologia e l'astronomia, ma si estendeva alla storia, la psicologia, il linguaggio, l'etica e la politica.
La sua influenza sulla filosofia medioevale fu così grande che in un certo modo bloccò l'indagine empirica anche se per lui l'esperienza pratica (diversamente da Platone) è l'origine della conoscenza e la logica è la sua struttura.
La logica di Aristotele, considerata dai suoi contemporanei capitolo minore, è tuttora valida, anche se in competizione con logiche polivalenti e sfumate, e ad essa dobbiamo procedure fondamentali del problem solving come: induzione, deduzione, non contraddizione, dimostrazione per assurdo, verità come corrispondenza ai fatti, ecc.
Negli Analitici secondi Aristotele scrive: "... noi impariamo o per induzione, o mediante dimostrazione. Orbene, la dimostrazione parte da proposizioni universali, mentre l’induzione si fonda su proposizioni particolari ..."
Nella Metafisica scrive: "Il più fermo di tutti i principi è che è impossibile per lo stesso attributo appartenere e non appartenere allo stesso soggetto dallo stesso punto di vista."

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