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9 Rango 0
n m
→
Sia f : un’applicazione lineare tra spazi vettoriali. Siano B e B le due
K K n m
basi canoniche rispettivamente in e , e sia A la matrice che rappresenta f
K K
0
rispetto a B e a B . Allora le colonne di A costituiscono un insieme di genera-
tori per Im(f ). Infatti le colonne di A in tal caso vengono ad essere l’immagine
n
attraverso f della base B, che è un insieme di generatori per ; ne segue che
K
tali colonne, per costruzione, come vettori, formano un insieme di generatori per
Im(f ). Ma che dimensione ha Im(f )? È possibile dedurre la dimensione di Im(f )
analizzando solo la matrice che rappresenta f ? La risposta è affermativa e porta
alla nozione di rango di una matrice. Definiamo infatti rango della matrice A
il numero massimo di righe o colonne linearmente indipendenti estraibili da A.
Con tale definizione il rango della matrice che rappresenta un’applicazione lineare
n m
→
f : rispetto alle basi canoniche coincide ovviamente con la dimensione
K K
di Im(f ). Il numero massimo di righe linearmente indipendenti estraibili da
Proposizione.
A coincide con il numero massimo di colonne linearmente indipendenti estraibili
da A.
Dimostrazione. Sia p il numero massimo di righe linearmente indipendenti e q il
numero massimo di colonne linearmente indipendenti. Supponiamo che sia p < q.
Allora esiste un minore di ordine p estraibile da A non singolare. Inoltre per la
massimalità di p tutti i minori di ordine > p sono singolari. Ma se il numero
massimo di colonne linearmente indipendenti è q > p dovrebbe esistere un minore
di ordine q non singolare, che è assurdo. In modo analogo si mostra anche che non
può essere p > q.
Il rango della matrice A, denotato anche con r(A), coincide quindi anche con
l’ordine massimo dei minori estraibili da A non singolari.
La matrice
Esempio.
1 2 3 0
4 5 0 1
A =
2 6 3 4
ha rango 3 dal momento che si ha
2 3 0 6
5 0 1
det = 0.
6 3 4
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