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A viso aperto
Autore: Mario Scialoja
Titolo: A viso aperto
Prima pubblicazione: Mondadori 1993 (edizione letta)
Notizie sull'autore Mario Scialoja (1930-2012) è stato per anni un giornalista del settimanale Espresso. Fu rappresentante dell’Italia presso l’ ONU a New York con il ruolo di ambasciatore. Nel 1988 decise di convertirsi all’ Islam. Dal 1994 al 1996 fu ambasciatore in Arabia Saudita. Dedicò gli ultimi anni della sua vita al servizio della Comunità musulmana in Italia. Durante la sua attività giornalistica svolse varie inchieste sui movimenti terroristici presenti in Italia negli anni settanta e ottanta del 1900.
Breve sintesi dei contenuti: l’autore riporta una serie di colloqui fatti nel 1992 nel carcere di Rebibbia al terrorista delle Brigate Rosse Renato Curcio. “A viso aperto” indica la rottura del silenzio di un protagonista della lotta armata in Italia a partire dai primi anni del 1970. Il libro è suddiviso in capitoli di poche pagine ciascuno. Curcio risponde alla domande di Scialoja: inizialmente ripercorre i punti più significativi della sua vita, partendo dall’ infanzia per poi riflettere sul periodo trascorso a Trento, dove frequenta la neonata università di sociologia e conosce Mara Cagol, che poi diventerà sua moglie. Dopo questi primi capitoli biografici, Scialoja si inoltra negli argomenti cruciali del testo: le lotte in fabbrica, gli incontri con esponenti sindacali, la nascita delle Brigate Rosse, le prime azioni e rivendicazioni del neonato movimento terroristico, il lungo periodo trascorso in carcere. Questo esponente della lotta armata in Italia non si limita ad una analisi dei fatti ma, spiega le proprie scelte, cercando di ragionare anche su alcuni atti terroristici commessi durante il suo periodo carcerario.
TESI DELL’ AUTORE: si tratta di un libro intervista. Ritengo che Mario Scialoja, abbia cercato di inoltrarsi in un mondo chiuso, penso inoltre che non sia stato facile per l’autore trovare la disponibilità di Curcio. Per molti anni sarebbe stato impossibile realizzare un libro simile; passato però il periodo di tensione Scialoja è riuscito a ottenere un intervista con Curcio. L’ autore non esprime giudizi, lascia parlare il protagonista, il suo compito è quello di sollecitarlo ponendo domande. Per descrivere un periodo particolarmente difficile per la Repubblica italiana bisogna prendere informazione dalla fonte, bisogna perciò intervistare i protagonisti evitando il più possibile i giudizi personali.
GIUDIZIO PERSONALE: ho letto con grande interesse questo libro intervista. Il linguaggio è semplice e comprensibile, la difficoltà è che non conoscendo nel dettaglio la situazione storica degli anni settanta e ottanta in Italia, ho dovuto andare a vedere certi riferimenti fatti nel libro. Ai giorni nostri mi sembra difficile immaginare un movimento armato che porti avanti battaglie di quel genere. E’ anche vero però che neanche a quei tempi era così scontato compiere una lotta armata. Un conto possono essere le lotte di fabbrica e le rivendicazioni sindacali, altro discorso è invece imbracciare un arma uccidendo persone. Non penso che la violenza risolva i problemi, ho pensato che le azioni dei brigatisti servissero per creare nuove regole di lavoro cercando di cambiare perciò il sistema. A un certo punto della lettura, mi è sembrato quasi strano che un intervistato che mi ha dato l’idea di una persona riflessiva e con determinati valori, potesse creare un organizzazione terroristica. Evidentemente, un’ideologia portata a certi livelli di estremismo, crea persone disposte a raggiungere i propri obbiettivi a qualsiasi costo. Si raggiunge così la violenza e con essa l’impossibilità di raggiungere determinati obbiettivi e fini. Nel libro le domande e le risposte, pur toccando argomenti delicati, vengono esposte in maniera chiara e puntano direttamente sull’ essenziale.
TESI DELL’ AUTORE: si tratta di un libro intervista. Ritengo
che Mario Scialoja, abbia cercato di inoltrarsi in un mondo
chiuso, penso inoltre che non sia stato facile per l’autore
trovare la disponibilità di Curcio. Per molti anni sarebbe
stato impossibile realizzare un libro simile; passato però il
periodo di tensione Scialoja è riuscito a ottenere un
intervista con Curcio. L’ autore non esprime giudizi, lascia
parlare il protagonista, il suo compito è quello di sollecitarlo
ponendo domande. Per descrivere un periodo
particolarmente difficile per la Repubblica italiana bisogna
prendere informazione dalla fonte, bisogna perciò
intervistare i protagonisti evitando il più possibile i giudizi
personali.
GIUDIZIO PERSONALE: ho letto con grande interesse questo
libro intervista. Il linguaggio è semplice e comprensibile, la
difficoltà è che non conoscendo nel dettaglio la situazione
storica degli anni settanta e ottanta in Italia, ho dovuto
andare a vedere certi riferimenti fatti nel libro. Ai giorni
nostri mi sembra difficile immaginare un movimento
armato che porti avanti battaglie di quel genere. E’ anche
vero però che neanche a quei tempi era così scontato
compiere una lotta armata. Un conto possono essere le
lotte di fabbrica e le rivendicazioni sindacali, altro discorso
è invece imbracciare un arma uccidendo persone. Non
penso che la violenza risolva i problemi, ho pensato che le
azioni dei brigatisti servissero per creare nuove regole di
lavoro cercando di cambiare perciò il sistema. A un certo
punto della lettura, mi è sembrato quasi strano che un
intervistato che mi ha dato l’idea di una persona riflessiva e
con determinati valori, potesse creare un organizzazione
terroristica. Evidentemente, un’ideologia portata a certi
livelli di estremismo, crea persone disposte a raggiungere i
propri obbiettivi a qualsiasi costo. Si raggiunge così la
violenza e con essa l’impossibilità di raggiungere
determinati obbiettivi e fini. Nel libro le domande e le