Concetti Chiave
- Il romanzo "L'Agnese va a morire", scritto da Renata Viganò nel 1949, narra la trasformazione di Agnese da contadina a parte attiva della Resistenza durante la Seconda Guerra Mondiale.
- Ambientato nelle valli di Comacchio, il racconto si svolge tra il 1943 e il 1945, illustrando la vita clandestina dei partigiani italiani.
- L'opera è un esempio di letteratura neorealista e femminile, evidenziando il ruolo delle donne nella Resistenza e l'immediatezza del racconto rispetto agli eventi narrati.
- Agnese, soprannominata "mamma Agnese", diventa un simbolo della resistenza civile, incarnando il sostegno logistico e morale alla lotta partigiana.
- Il romanzo rappresenta un documento storico più che un'analisi critica, offrendo una visione parziale ma significativa delle atrocità di guerra e delle dinamiche della Resistenza.
L'Agnese va a morire (scritto da Renata Viganò nel 1949, edito da Einaudi) racconta la storia di una donna di mezza età, Agnese, che da una vita tranquilla accanto al marito passa dapprima a una vita sotterranea di collaboratrice dei partigiani e poi a una vita clandestina insieme alle truppe della Resistenza. La storia si ambienta nelle valli di Comacchio durante la seconda guerra mondiale, dal settembre del '43 alla primavera del '45.
La trasformazione di Agnese
Le vicende cominciano con la deportazione del marito di Agnese, Palita, intellettuale comunista membro della Resistenza; quest'evento stravolge la vita di Agnese, donna semplice e contadina, che viene in questo modo avvicinata al movimento della Resistenza dai compagni di Palita.
Agnese diventa protagonista della vita sotterranea caratteristica del movimento "civile" della Resistenza, che operava nei villaggi e nelle città: Agnese fa la "staffetta" da un paese all'altro per portare cibo, notizie e armi. La sua vita prosegue così per circa sei mesi, durante i quali viene a conoscenza della morte del marito durante il trasporto verso i campi di concentramento. Ma un giorno un soldato tedesco, ospitato dalla famiglia con la quale Agnese e Palita dividevano la casa, uccide per gioco la loro gatta nera, simbolo del loro mondo affettivo stuprato da una guerra gratuitamente crudele. La notte, con la lentezza e la solennità di un rito sacrificale, Agnese uccide il soldato spaccandogli la testa con il mitra. E così scappa e si dà alla macchia, entrando a far parte della vita clandestina della Resistenza.
La vita clandestina
Agnese diventa "mamma Agnese", prepara un pasto caldo ai partigiani che tornano dalla guerriglia, controlla che vi siano provviste per tutti, condivide con loro le gioie, i dolori e la morte, il cui odore aleggia costantemente nell'atmosfera lattiginosa delle valli di Comacchio. Agnese, umile madre del popolo, esegue tutti i compiti "casalinghi", indispensabili nella vita clandestina; sostiene sulle sue spalle il peso di un'idea nel modo più pragmatico possibile: non c'è alcun recondito motivo alla sua partecipazione alla Resistenza, ma lo fa perché è giusto, e Resistenza vuol dire obbedire al Comandante, incarnazione reale di quell'idea, e di "fare bene", di eseguire gli ordini "se sarà buona". Le vicende che attraversano quest'altro anno raccontano la guerriglia contro i tedeschi, che rappresentano i "cattivi" del romanzo, i nemici contro i quali bisogna combattere per non essere annientati. Gli unici "buoni" sono i partigiani, malvisti sia dalla popolazione locale, e sottovalutati anche dalle truppe alleate, schierate lungo la linea gotica, pochi chilometri più a sud, che sparano indiscriminatamente su tedeschi e partigiani pur essendo a conoscenza della presenza di questi ultimi. Dopo la disfatta del piccolo battaglione partigiano, Agnese torna a fare la staffetta, ma verrà uccisa durante un rastrellamento dal maresciallo tedesco del soldato da lei ucciso.
Il contesto storico e letterario
L'Agnese va a morire è sicuramente un romanzo storico-popolare inquadrato nel periodo neorealista, appartiene al filone trasversale della letteratura al femminile ed è un capitolo importante della letteratura della testimonianza. Sua peculiarità è quella di essere stata scritta a brevissima distanza dagli avvenimenti, manifestando quindi un crudele realismo nella narrazione dei fatti ma mancando di un collegamento organico con le vicende storiche su grandi linee. Questo libro nasce dall'esigenza di un popolo di raccontare immediatamente le atrocità commesse da un popolo invasore, e perciò i fatti in esso narrati vanno presi con cognizione di causa, come documento più che come critica storica. "Buoni" e "cattivi" in senso lato non esistono. Sicuramente non è un romanzo sufficiente a formare un quadro generale e un opinione personale sui fatti accaduti durante la seconda guerra mondiale, ma è nondimeno un tassello fondamentale.
Domande da interrogazione
- Qual è la trama principale del libro "L'Agnese va a morire"?
- In quale contesto storico si svolge la vicenda narrata nel romanzo?
- Qual è il ruolo di Agnese all'interno della Resistenza?
- Come viene rappresentato il conflitto tra "buoni" e "cattivi" nel romanzo?
- Qual è l'importanza storica e letteraria del libro "L'Agnese va a morire"?
Il libro racconta la storia di Agnese, una donna di mezza età che, dopo la deportazione del marito, si unisce alla Resistenza durante la seconda guerra mondiale, diventando una figura chiave nella lotta contro i tedeschi.
La storia si svolge nelle valli di Comacchio durante la seconda guerra mondiale, dal settembre del 1943 alla primavera del 1945, in un contesto di lotta partigiana contro l'occupazione tedesca.
Agnese diventa una "staffetta" per la Resistenza, trasportando cibo, notizie e armi tra i villaggi, e successivamente si occupa di preparare pasti e gestire le provviste per i partigiani.
Il romanzo rappresenta i tedeschi come i "cattivi" e i partigiani come i "buoni", sebbene la narrazione sottolinei che queste categorie non esistono in senso assoluto, evidenziando la complessità della guerra.
Il libro è un importante esempio di letteratura della testimonianza neorealista, scritto poco dopo gli eventi narrati, e offre un crudo realismo delle atrocità della guerra, pur non fornendo un quadro storico completo.