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Concetti Chiave

  • Mastro Don Gesualdo, opera di Giovanni Verga pubblicata nel 1889, esplora le rigide divisioni sociali tra ricchi e poveri, evidenziando l'impossibilità dei poveri di raggiungere il benessere economico.
  • Il protagonista, Gesualdo Motta, è un operaio che diventa un ricco latifondista, ma nonostante il suo successo, continua a essere giudicato per le sue umili origini dalla nobiltà locale.
  • L'ambientazione è il paesino siciliano di San Giovanni, riflettendo il contesto sociale contemporaneo all'autore, con un narratore esterno e una focalizzazione impersonale.
  • La storia illustra la lotta di Gesualdo nel mantenere il suo status sociale e proteggere la sua famiglia dalle avversità, incluse le rivoluzioni sociali e le tensioni familiari.
  • Nonostante il suo successo materiale, Gesualdo affronta la solitudine e l'ingratitudine dei suoi cari, culminando in un finale tragico che sottolinea la lotta incessante tra classi sociali.

Autore

:

Indice

  1. Titolo
  2. Anno di pubblicazione
  3. Temi
  4. Narratore
  5. Protagonisti
  6. Focalizzazione
  7. Spazio
  8. Tempo
  9. Giudizio personale
  10. L'ascesa di Gesualdo
  11. La rivoluzione e le terre
  12. La nascita di Isabella
  13. Il colera e l'amore
  14. La morte di Mastro Nunzio
  15. Il matrimonio di Isabella
  16. La solitudine di Gesualdo
  17. La malattia di Gesualdo
  18. La fine di Gesualdo

Titolo

: Mastro Don Gesualdo

Anno di pubblicazione

: 1889

Temi

: (segue descrizione) le classi sociali ben definite con la diversità ben marcata tra ricchi e poveri, l’impotenza delle persone povere nel voler diventare più ricche.

Protagonisti

: Mastro Don Gesualdo Motta (altri personaggi dopo il riassunto) operaio ai servigi dell’alta società, riesce dopo molti anni di duro lavoro a diventare un ricco latifondista riuscendo inoltre a sposare una nobile donna; anche in questo caso però, non è ben visto dalle famiglie nobili che non guardano tanto ciò che è diventato ma le sue origini da operaio.

Narratore

: esterno

Focalizzazione

: esterna, impersonale

Spazio

: paesetto di San Giovanni, Sicilia (come tutte le opere di Verga, ambientate in Scilia)

Tempo

: contemporaneo alla vita dell’autore (1820 circa)

Giudizio personale

: è un libro che vuole marcare la diversità tra ricchi e poveri di quel tempo, rappresentando con negatività ogni aspetto delle classi più povere volendo confermare l’opinione dell’autore sul fatto che nessun povero potrà mai avere, pur volendo, tutti i privilegi della nobiltà.

Secondo la mia opinione viene narrato il tutto con troppa negatività per le classi povere, è un libro che, per quei tempi, si impone di confermare a queste classi, che il loro stato sociale non può essere variato, non lasciando minimo spazio alle fantasie.

Per quanto riguarda la narrazione in sè, penso che i fatti, descritti nei minimi particolari, si prolungano troppo facendo diventare la narrazione piuttosto pesante.

L'ascesa di Gesualdo

Mastro-Don Gesualdo, operaio ai servigi della nobiltà del paese, riesce dopo alcuni anni, non sprecando soldi invano, a diventare lui stesso, un uomo ricco e stimato, tanto da riuscire a togliere di mano le terre dove lui stesso lavorava, ai suoi vecchi padroni. Essendo comunque un uomo ricco e latifondista, per molto tempo ancora, non viene ben visto da alcune famiglie nobili, quindi, per avere meno persone ad intralciargli la strada nei propri affari, decide di sposare Donna Bianca, la quale famiglia, pur essendo nobile, sta attraversando un periodo di povertà. Dopo il matrimonio molte persone cercano di far entrare nelle proprie grazie Don Gesualdo, altre non lo considerano ancora del tutto uno di famiglia. Durante gli anni successivi Don Gesualdo si deve ancora scontrare molte volte contro i parenti nobili riuscendo comunque, in molti casi, ad avere la meglio. Don Diego muore in seguito ad una malattia per cui, in mancanza di soldi, non è riuscito a procurarsi le medicine.

La rivoluzione e le terre

A Palermo scoppia la rivoluzione Carbonaia e Mastro Don Gesualdo viene invitato a prendere parte ad una delle riunioni dal canonico Lupi; il tutto però si conclude i pochi giorni di sommossa popolare durante i quali, mentre i nobili si rinchiudono nei propri palazzi, i contadini richiedono a gran voce di avere la propria parte delle terre comunali definendole proprietà del popolo.

La nascita di Isabella

Nel frattempo, Bianca, ancora sconvolta dalla morte del fratello, ha una figlia da Don Gesualdo; anche se in paese molti pensano che il figlio sia del Baronello Rubiera con cui Bianca si vedeva tempo prima. Per smentire le voci Don Gesualdo presta dei soldi al baronello per estinguere i suoi vari debiti e gli organizza un matrimonio con Donna Giuseppina Alòsi, anche se più vecchia di lui. Subito dopo la nascita, Isabella viene messa in collegio perché impari le varie discipline diventando una donna rispettabile senza l’aiuto della madre che, non ancora del tutto sana, non poteva badare a lei in ogni momento; la bambina ormai cresciuta dovette tornare a casa nel 1837 a causa del pericolo dilagante del colera.

Il colera e l'amore

In quegli anni si stava espandendo il colera anche in molte famiglie del luogo, di conseguenza anche Don Gesualdo e la sua famiglia dovettero andare ad abitare per un po’ di tempo in una casa di campagna, dove Isabella conobbe e s’infatuò di Corrado La Gurna, orfano dei genitori proprio a causa della malattia e accudito da Donna Sarina, che abitava non molto lontano da loro con la zia Cirmena.

La morte di Mastro Nunzio

Dopo un po’ di tempo trascorso in campagna, Don Gesualdo decide di mandar via la zia Cirmena con suo nipote dalla casa vicina per farlo dimenticare alla figlia Isabella; contemporaneamente, arrivò la notizia che Mastro Nunzio stava per morire, per questo Gesualdo fu costretto a tornare in paese per stargli accanto insieme ai suoi fratelli. Quando Mastro Nunzio muore, anche i fratelli di Gesualdo decidono di andare a vivere in campagna in uno dei possedimenti di Gesualdo come tutti gli altri parenti, contemporaneamente intraprendendo per via legale la riscossione della loro parte di eredità del padre. In realtà Gesualdo non riesce a capire queste richieste in quanto il padre, oltre che una piccolissima parte dei possedimenti del figlio (la Canziria e la fabbrica del gesso), non possedeva altro e, al tempo stesso, come molte volte accade, Mastro Don Gesualdo si sente nettamente offeso dall’ingratitudine dei fratelli che sembrano non ricordare chi per molto tempo si è occupato dei loro debiti e dei loro bisogni.

Il matrimonio di Isabella

Per ancora molto tempo nel cuore di Isabella rimase il ricordo di Corrado, fino a che, Don Gesualdo, dopo trattative e riunioni, riuscì a farla sposare con il Duca di Leyra che sicuramente le avrebbe potuto dare tutto ciò di cui ella aveva bisogno, contrariamente a Corradino la Gurna che oltre ad un minimo titolo nobiliare, non possedeva alcun bene.

La solitudine di Gesualdo

Durante gli anni successivi Isabella non tornò mai a casa, neanche per assistere la madre durante la malattia che lentamente la portò alla morte benché suo marito Gesualdo avesse speso molti soldi per pagare farmaci e dottori; Don Gesualdo stesso era continuamente circondato di persone malfidate che quasi gli imponevano di parlare di affari benché lui, in un momento così triste non ne avesse la minima voglia. Nel frattempo inoltre, scoppiò una nuova rivoluzione dalla quale però Don Gesualdo si tenne ben distante.

La malattia di Gesualdo

Durante i mesi successivi molte persone, anche gli amici più vicini a Gesualdo si allontanarono da lui, la sorella pure, indignata con lui per non averle dato nessun pezzo di terra, aizzava contro di lui pure i figli; entro poco tempo Gesualdo, ammalato, si ritrovò da solo a dover fronteggiare i suoi problemi. Successivamente però, quando le condizioni di Don Gesualdo peggiorarono alcuni amici tornarono a fargli visita, la sorella, premurosa più che mai, passava le giornate vicino a lui per aiutarlo in ogni minima cosa e la gente del paese smise di urlare contro quel povero uomo. Gesualdo passava le giornate a prender medicine e ad esser guardato da medici e dottori di ogni tipo ma, quando si capì che il problema era superiore a competenze del paese, vennero chiamati dottori dalle città più importanti che arrivarono alla conclusione che Gesualdo avesse un tumore; alla notizia tutti si sconfortarono e poiché Gesualdo non voleva sottoporsi ad una cura chirurgica, il genero Duca di Leyra decise di portarlo a Palermo per farlo curare dai migliori dottori. Nel frattempo Gesualdo diceva di voler morire portandosi la sua roba con se, poiché dopo tante fatiche non voleva lasciarla in altre mani.

La fine di Gesualdo

Dopo anni di malattia, studiato e curato ogni giorno da vari dottori, Don Gesualdo aveva continuamente periodi di alti e bassi, era accudito da tutta la servitù del palazzo, la figlia era molto premurosa ed andava ogni giorno in camera del malato a parlare con lui; il genero duca pure, si preoccupava molto della salute del suocero. Don Gesualdo, anche dal letto voleva assicurarsi che le sue terre non fossero dimenticate e giorno dopo giorno non perdeva mai la speranza di guarire; una notte però tutto peggiorò di colpo e la mattina presto Don Gesualdo chiuse gli occhi.

Famiglia Motta:Isabella Motta (figlia di Gesualdo Motta e Bianca Trao)Santo Motta (fratello di Gesualdo), Speranza (sorella di Gesualdo), Burgio Fortunato (massaro, marito di Speranza), Mastro Nunzio (padre di Gesualdo),Mascalise (zio di Gesualdo).Servitori di Gesualdo:Masi (garzone di gesualdo)Diodata (moglie di Nanni l’Orbo),Nanni l’Orbo (Nanni Ninnarò, marito di Diodata), Massaro Carmine,Brasi Camauro.Muratori (dipendenti di Gesualdo):Agostino,Neli,Mariano,Mastro Cola Ventura (mnovale più anziano),Mastro Lio (Pirtuso),Nardo.

Famiglia Trao (fratelli):

Famiglia Rubiera: Baronessa Rubiera (cugina di Don Diego), Baronello Rubiera (Don Ninì, figlio della baronessa), Rosaria (serva della baronessa),Alessi (servo della baronessa),Marchese (cane della baronessa).

Famiglia Margarone:Don Flippo Margarone (Canali, padre),Donna Bellonia Margarone (madre),Donna Fifì,Donna Giovannina,Donna Mita,Nicolino Margarone (Don Nicola Margarone).

Famiglia Zacco:Barone Zacco (cugino dei fratelli Trao),Baronessa Zacco,Donna Lavinia (figlia),Donna Marietta (figlia).

Giustizia:Cavalier Peperito,Capitano Giustiziere,Signor Capitano d’Arme (don Sebastiano, don Bastiano),Signora Capitana (donna Carolina),Avvocato fiscale, Don Liccio Papa (il caposbirro),Notaro Neri,Tenente,Don Marcantonio Stangafame di Ragusa (padre di don Sebastiano).

Famiglia Sganci:Zia Sganci (zia dei fratelli Trao),Don Giuseppe Barabba (servitore di donna Sganci),Mastro Titta (barbiere di casa Sganci).

Famiglia La Gurna Corrado La Gurna (Nipote di Donna Sarina Cirmena, orfano).

Famiglia Tavuso:Dottor Tavuso,Dottor Don Margheritino Tavuso (figlio).

Chiesa:Canonico Lupi (prete, consigliere di Gesualdo),Padre Angelino (prete),Arciprete Bugno (Don Calogero),Don Luca (il sagrestano),Grazia (moglie di don Luca),Zia Filomena (zia di don Luca),Fra Girolamo dei Mercenari.

Teatro:Signora Aglea (la prima donna, innamorata di Don Ninì),Mommino Neri,Signor Pallante (tirascene).

Collegio di Maria:Signorina Alimena,Signorina Marina di Leyra (amica di Isabella).

Famiglia Macrì: Zia Macrì (Donna Chiara Macrì), Donna Agrippina Macrì (figlia di Donna Macrì).

Di Leyra:Duca di Leyra (da Palermo, marito di Isabella),Balì di Leyra,Don Lepoldo (servitore del duca che accudiva Don Gesualdo),Donna Cermelina (serva del duca, guardarobiera).

Altri parenti, nobiltà:Donna Mariannina, Barone Méndola, Marchese Limòli (cugino di donna sganci, zio dei fratelli Trao),Donna Giuseppina Alòsi (moglie di DonNinì anche se più anziana di lui),Donna Sarina Cirmena (cugina di donna Macrì, zia di donna Bianca e fratelli, cugina di donna Sganci).

Altri:Mastro Titta,Don Anselmo (cameriere del Caffé dei Nobili),Don Camillo (servitore donna sarina Cirmena),Cavaliere peperito,Mastro Compare Cosimo, Pelagatti, Giacalone, Dottor Tavuso (dottore del paese), Medico Saleni (medico di Donna Bianca),Bomma (Don Arcangelo, farmacista), Ciolla (don Roberto),Sensale MastroLio Pirtuso,Vito Orlando,Gerbino (per un po’ di tempo garzone di Don Gesualdo),DonAlessandro Spina,Don Emanuele Fiorio (impiegato della posta),Dottor Don Vincenzo Capra,Dottor Muscio di Caltagirone.

Domande da interrogazione

  1. Qual è il tema principale del libro "Mastro Don Gesualdo"?
  2. Il tema principale del libro è la marcata divisione tra le classi sociali, evidenziando l'impotenza delle persone povere nel cercare di migliorare la propria condizione economica.

  3. Chi è il protagonista del romanzo e qual è il suo percorso?
  4. Il protagonista è Mastro Don Gesualdo Motta, un operaio che, attraverso anni di duro lavoro, diventa un ricco latifondista e sposa una donna nobile, ma continua a essere giudicato per le sue origini umili.

  5. Come viene rappresentata la società nel romanzo?
  6. La società è rappresentata con una forte negatività verso le classi povere, sottolineando che, nonostante gli sforzi, non possono mai ottenere i privilegi della nobiltà.

  7. Qual è l'ambientazione del romanzo?
  8. Il romanzo è ambientato nel paesetto di San Giovanni, in Sicilia, contemporaneamente alla vita dell'autore, intorno al 1820.

  9. Qual è il giudizio personale dell'autore della scheda sul libro?
  10. L'autore della scheda ritiene che il libro rappresenti con troppa negatività le classi povere e che la narrazione, sebbene dettagliata, risulti pesante e confermi l'idea che lo stato sociale non possa essere cambiato.

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