Concetti Chiave
- De Officiis è un trattato di Cicerone ispirato alla dottrina stoica, che esplora il rapporto tra l'Honestum e l'Utile, enfatizzando il ruolo degli istinti umani.
- Panezio, influente nello stoicismo di mezzo, propone modifiche alle virtù cardinali, come l'associazione della giustizia con la beneficenza e la sostituzione della fortezza con la magnanimità.
- De Natura Deorum è un dialogo in tre libri che esplora le diverse visioni delle divinità secondo epicurei, stoici e accademici, con Cicerone che favorisce la prospettiva accademica.
- De Divinatione discute la critica di Cicerone alla divinazione, pur riconoscendo il suo potenziale uso politico per controllare le masse e migliorare il governo.
- De Fato affronta il tema della libertà, con Cicerone che difende il libero arbitrio contro il determinismo stoico del Fatum e la Necessitas.
E' un trattato suddiviso in tre libri in cui Cicerone si ispira alla dottrina stoica di Panezio; quest’ultimo apparteneva allo stoicismo di mezzo, la media stoà, che aveva reso meno rigidi gli insegnamenti dell’antica stoà. I temi trattati sono l’Honestum, l’Utile ed il rapporto tra di loro. Egli aveva dato una visione più positiva dell’uomo non razionale, una visione più positiva degli istinti: Panezio dà spazio agli istinti affermando che essi non devono essere annullati dalla ragione ma solo corretti. Le quattro virtù cardinali dello stoicismo erano Giustizia, Fortezza, Sapienza e Temperanza alle quali egli apportò alcune modifiche:
- Alla giustizia, infatti, affianca la beneficenza, la collaborazione al benessere della comunità; Anche Cicerone si trovava su questa linea e tuttavia afferma ch’essa può valere soltanto se non serve a scopi lucrosi e personali, se non serve a mettersi in mostra.
- Alla fortezza sostituisce la Magnitudo Animi, ovvero la magnanimità; anche qui, Cicerone si trova d’accordo e ritiene che alla base della magnanimità ci sia il disprezzo per i beni materiali e, comunque, secondo lui, non bisogna far sfociare tutte queste cose positive in questioni personali od ancor peggio in tirannia.
La ragione, qui, ha il compito di controllare che questi atteggiamenti non eccedano e non diventino egoistici: l’istinto deve diventare virtù altrimenti esso porterebbe soltanto ad un tirannide od a una guerra civile.
- Alla temperanza associa il Decorum, l’autocontrollo nel comportamento; abbiamo qui una serie di consigli pratici, un po’ come farà poi Monsignor della casa nel Galateo, su come comportarsi correttamente. Quando parla di Decorum, Panezio ammette che può manifestarsi non in un modo solo ma a seconda dei vari caratteri di ogni persona; il fine rimane sempre il bene dello stato e il non dimenticarsi dei propri doveri verso i Boni.
E' un dialogo suddiviso in tre libri; nel primo libro si descrivono le divinità secondo gli epicurei secondo i quali gli dei vivono negli “inter mundia” senza aver nessun riguardo verso gli uomini. Nel secondo libro abbiamo la descrizione degli dei per gli stoici che credono nel panteismo: la divinità, il logos divino simile ad un fuoco, è in tutto. Nel terzo libro, infine, abbiamo la descrizione degli dei secondo gli accademici secondo i quali la divinità organizza il movimento del cosmo e Cicerone propende proprio per questa tesi.
Abbiamo descritti i due modi di predire il futuro, uno diretto, attraverso sogni od oracoli, ed un modo indiretto, attraverso l’osservazione del volo degli uccelli. Nella prima parte del dialogo, Cicerone fa un dialogo con suo fratello e critica l’idea della divinazione in quanto ritiene che alla sua base ci sia l’ignoranza, ispirato dagli accademici. Tuttavia, inaspettatamente, viene ad affermare di non voler sovvertire la religione ufficiale in quanto essa era spesso utilizzata dai potenti come mezzo per controllare il popolo. Inoltre, Cicerone afferma che la divinazione può essere utile per interrompere assemblee dicendo che quello è il volere degli dei e che quello che si sta dicendo è sbagliato. Cicerone non dimentica mai, quindi, di essere uomo stato un uomo di Stato e pensa costantemente a come migliorare il governo di Roma.
Opera importante perché permette a Cicerone di tratta tare il tema della libertà; per gli stoici, il Fatum limitava la libertà degli uomini che dovevano adattarsi alla Necessitas, ovvero alla volontà del fato. Secondo Cicerone, invece, era importante il libero arbitrio e la libera scelta dell’uomo che dipendesse dalla sua volontà: viene sottolineata l’importanza del poter scegliere.
Domande da interrogazione
- Quali sono le principali virtù cardinali modificate da Panezio nel "De Officis"?
- Come vengono descritte le divinità nei tre libri del "De Natura Deorum"?
- Qual è la posizione di Cicerone sulla divinazione nel "De Divinatione"?
- Qual è il tema centrale trattato da Cicerone nel "De Fato"?
- Qual è l'approccio di Cicerone verso gli istinti umani nel "De Officis"?
Panezio modifica le virtù cardinali dello stoicismo aggiungendo la beneficenza alla giustizia, sostituendo la magnanimità alla fortezza e associando il Decorum alla temperanza.
Nel primo libro, le divinità sono descritte dagli epicurei come esseri che vivono negli "inter mundia" senza riguardo per gli uomini; nel secondo libro, gli stoici vedono la divinità come un logos divino presente in tutto; nel terzo libro, gli accademici descrivono la divinità come organizzatrice del movimento del cosmo.
Cicerone critica la divinazione considerandola basata sull'ignoranza, ma non vuole sovvertire la religione ufficiale poiché essa è usata dai potenti per controllare il popolo e può essere utile per interrompere assemblee.
Il tema centrale è la libertà e il libero arbitrio, con Cicerone che sottolinea l'importanza della libera scelta dell'uomo, in contrasto con la visione stoica del Fatum che limita la libertà.
Cicerone, seguendo Panezio, ritiene che gli istinti non debbano essere annullati dalla ragione ma corretti, trasformandoli in virtù per evitare tirannia o guerra civile.