vuoi
o PayPal
tutte le volte che vuoi
Tacito
Proemio delle “Historiae” cominciano dal 69, l’anno dei 4 imperatori Galba, Ottone, Vitellio e Vespasiano. Con Nerone si chiude l’era degli imperatori della gens Giulio-Claudia. Parla di una situazione negativa e lui ricerca il positivo, è una dichiarazione di intenti.
“Cura posteritas” bisogna avere cura per i posteri, amorevole interesse per le generazioni che verranno. Bisogna lasciare qualcosa, un’eredità che si prende nella sua prosa. Erodoto per far capire la cura posteritatis dice che lo scopo è non perdere il ricordo delle grandi imprese.
Scrivere subito dall’inizio per la straordinarietà degli atti, questo pensa Tucidide, ne ha fatto una cronaca. Compito dello storico è leggere il presente per capire la civiltà. Con Tacito l’accento cade sul fatto che conservare la memoria serva per il futuro, conservare perché la storia serve al futuro. Lascio qualcosa che i posteri utilizzeranno. La storia serve per leggere il presente e per leggere onnipresente, serve la storia per vivere.
“Veritas” su cosa si fonda questa cura posteritatis? Sulla verità dei fatti. Compito dello storico è ricercare la verità e quindi bisogna parlare di un fatto vicino. La ricerca della verità richiede che lo storico parli degli eventi vicini perché è basato sul testimone, il documento per lo storico classico è il testimone. Tacito cerca la verità fattuale, cioè riferire come sono andati i fatti. Tucidide dice che davanti al testimone bisogna vagliare ciò che dice, ci sono due problemi:
1) Può non ricordare bene; quindi ognuno dice cose diverse.
2) Possono parlare per “amore” di parte.
TACITO
Proemio delle “Historiae” cominciano dal 69, l’anno dei 4 imperatori Galba, Ottone,
Vitellio e Vespasiano. Con Nerone si chiude l’era degli imperatori della gens Giulio-
Claudia. Dice una situazione negativa e lui ricerca il positivo, è una dichiarazione di
intenti. “Cura posteritas” bisogna avere cura per i posteri, amorevole interesse per le
generazioni che verranno. Bisogna lasciare qualcosa, un’eredità che si prende nella
sua prosa. Erodoto per far capire la cura posteritatis dice che lo scopo è non perdere il
ricordo delle grandi imprese. Scrivere subito dall’inizio per la straordinarietà dei atti,
questo pensa Tucidide, ne ha fatto una cronaca. Compito dello storico è leggere il
presente per capire la civiltà. Con Tacito l’accento cade sul fatto che conservare la
memoria serva per il futuro, conservare perché la storia serve al futuro. Lascio
qualcosa che i posteri utilizzeranno. La storia serve per leggere il presente e per
leggere onnipresente, serve la storia per vivere. “Veritas” su cosa si fonda questa cura
posteritatis? Sulla verità dei fatti. Compito dello storico è ricercare la verità e quindi
bisogna parlare di un fatto vicino. La ricerca della verità richiede che lo storico parli
degli eventi vicini perché è basato sul testimone, il documento per lo storico classico è
il testimone. Tacito cerca la verità fattuale cioè riferire come sono andati i fatti.
Tucidide dice che davanti al testimone bisogna vagliare ciò che dice, ci sono due
problemi:
1) Può non ricordare bene quindi ognuno dice cose diverse
2) Possono parlare per “amore” di parte
“inscita rei publicae” nella valutazione dei fatti valuta e toglie le “storture” della verità.
Per Tacito lo storico deve avere una competenza politica perché l’ignoranza nella
politica non permette di fare lo storico. Le vicende politiche sono quindi i fatti più
importanti della storia. Il testimone può essere viziato da libidine obsentandi cioè
adulazione, dà sempre ragione o “odio adversus dominantes” cioè l’odio per principio
verso l’impero. Tema della libertas. L’impero è una necessità è l’unico modo per avre
una forma di libertas è l’unico modo per cadere nella licentia cioè nella guerra civile.
L’odio nei confronti degli imperatori è una falsa libertà. Tacito si chiede cosa è la
“libertas” c’è libertas se c’è pace. Una pace interna data dall’impero. Tutte le guerre
sono lette in senso positivo se vanno a difendere sé stessi e gli alleati. La pace interna
e in tutto l’impero romano. “Dicendus est” dovere di fare tutto quello che ha detto e lo
esprime con questa perifrastica. "Sine odio sine adulatione” perché non ha avuto né
bene né male, dichiara come è. Sente il dovere di ricercare la verità. Nerva e Traiano
dovevano essere argomento degli “Annales” ma deciderà di scrivere di altri
personaggi. Aulo Gellio, II secolo d.C dice che con Historiae si intende un’opera che
racconta degli avvenimenti che lo storico ha vissuto in prima persona, ne è testimone.
Historiae__rao__vedere.
Annales: una forma ordinata anno per anno. Ma questo criterio di tacito lo troviamo
applicato anche ad altre opere. Isidoro di Siviglia VI e VII secolo dice che annales tratta
di eventi storici più lontani del tempo, che lo storico non ha visto in prima persona.
Germania: tratta degli usi e dei costumi della Germania. Nasce da una grande
documentazione. È un’opera etnografica.
Historiae “Discorso di Galba a Pisone” lettura del fatto storico di 4 imperatori da
parte di tacito. Legge il 69 per portare a consapevolezza che il potere è influenzato
dalle truppe. Il potere passa di mano in mano e l’influenza più forte la ha la forza
militare, l’impero è stabile se l’imperatore ha in pugno gli eserciti. Galbba non ha
nessuna influenza sul potere militare quindi sceglie Pisone come successore. È