Wilde, Oscar – Il Ritratto di Dorian Gray

Wilde – Il Ritratto di Dorian Gray

Oscar Wilde ha origini irlandesi, è nato infatti a Dublino nel 1854, già in giovane età comincia a mostrare una forte predisposizione per la letteratura, tanto che decide di frequentare lettere classiche ad Oxford, qui ebbe l’opportunità di assistere alle lezioni di Ruskin e Pater, esponenti del decadentismo europeo che lo influenzarono profondamente. Wilde diventò infatti presto un dandy, dunque un esteta dedito alla totale ricerca del bello e il disprezzo per il banale, tenendo anche diverse conferenza in giro per il mondo in cui ostentava questo suo stile di vita. “Il Ritratto di Dorian Gray” rappresenta il simbolo per eccellenza dell’estetismo decadente di cui Wilde era l’esponente principale, racconta infatti la storia del giovane Dorian, di una bellezza angelica e perfetta, immortalata dal quadro che l’amico pittore Basil Hallward realizza per lui. Tuttavia ben presto si capisce come il protagonista sia oggetto di una strana maledizione che consiste nell’eterna giovinezza, mentre infatti tutti i suoi coetanei invecchiano, lui appare sempre con una pelle mai sfiorata dalle rughe, a differenza invece del quadro, che sembra subire al posto suo i segni dell’invecchiamento e della corruzione morale che Dorian subisce nel corso del tempo.

Il protagonista, condizionato dalla figura cinica di Lord Henry Wotton, cade in un oblio di vizi e di una vergognosa degradazione: rifiuta l’amore di una giovane ragazza, porta alla totale esasperazione coloro che gli sono sempre stati accanto e finisce anche per uccidere Basil. Dorian poi, completamente accecato dalla pazzia e dal disdegno della persona che era diventata e che vedeva riflessa nel quadro, pugnala il suo ritratto e finisce per commettere in questo modo il proprio suicidio. Il protagonista dimostra dunque come il dono dell’eterna giovinezza sia in realtà una vera e propria maledizione che porta la sua anima ad una totale rovina e corruzione morale, quindi il gesto di distruzione della tela si palesa come un atto che ha come obiettivo la distruzione del proprio passato, il quadro rappresentava infatti un costante ricordo della cattiva coscienza che aveva mantenuto per tutta la sua vita. Una volta spezzata questa maledizione, il quadro ritorna alle sue sembianze originali e Dorian muore. Il romanzo apparve per la prima volta su un giornale americano nel 1890, e immediatamente si presentò come un testo scandaloso per i principi immorali che aizzava, infatti dovette poi subire alcune modifiche tra cui il limite di riferimenti omosessuali presenti nei capitoli.