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Le possibili 10 domande che ti faranno al colloquio di lavoro articolo

Una lista delle domande più frequenti utilizzate per scardinare tutte le vostre sicurezze e mettervi in difficoltà. Badate bene e preparatevi prima dell'incontro: eccovi un deca di possibili domande al colloquio di lavoro.

Uno dei momenti più importanti e decisivi nella carriera lavorativa di una persona è, senza ombra di dubbio, il colloquio.
Spesso contenitore di ansie, nervosismi e paure, è lo strumento imprescindibile attraverso cui i recruiter dell'azienda capiscono la reale consistenza del candidato che hanno di fronte. Riuscire a saper controllare emozioni e nervi è già un buon viatico verso il successo; non sarebbe male avere anche la giusta dose di fortuna e preparazione. Per aiutarvi ulteriormente in un momento così delicato, vi presentiamo una lista delle dieci domande più frequenti durante il colloquio, in modo da prepararvi in anticipo su cosa andrete incontro.

"Mi parli di lei"

La domanda apparentemente più banale ma che nasconde tante insidie. Perché è fondamentale sapere quali sono gli aspetti della propria personalità e della propria carriera da mettere in risalto e quali magari no. E' in questa “fase” che potrete preimpostarvi una sorta di presentazione, in cui esplicitare la vostra formazione universitaria, le vostre esperienze lavorative precedenti ed aspetti salienti della vostra quotidianità o del vostro carattere. Serve sicuramente ad instradare il resto della conversazione ed a far subito capire al vostro interlocutore chi si trova davanti.

"Mi descriva i suoi punti di forza"

Come altre domande prima descritte, in questo caso si cerca non solo di sottolineare i vostri punti di forza, ma anche la vostra capacità di giudizio e di autostima. Cercate, può sembrare banale dirlo, di non essere fin troppo entusiasti e positivi nei vostri confronti, ma di mettere in luce 3-4 aspetti estremamente positivi del vostro carattere e del vostro approccio al lavoro. Generalmente si tratta delle “solite” caratteristiche quali la determinazione, la voglia, la grinta, l'apprendimento veloce, il saper fare gioco di squadra o il relazionarsi in maniera positiva verso gli altri. Non è da escludere che vi chiedano di fare qualche esempio concreto capitatovi nell'arco della carriera lavorativa.

"Mi descriva il suo difetto principale"

Nel chiedervi i vostri punti di debolezza, si cerca sempre di far uscire fuori anche la modestia e l'obbiettività del candidato. Sicuramente non dovrete rispondere di non averne, ma nemmeno abbattervi o elencarne una caterva. Magari potreste parlare di scarsa esperienza sino al momento o di qualche difetto sul posto di lavoro su cui state cercando di smussare gli angoli.

"Perché si è candidato per questa posizione?"

La madre di tutte le domande. Dovrete giocarvi tutti gli assi nelle vostre maniche per far capire che non solo siete interessati, ma siete la persona adatta per questa posizione. Citate le competenze di cui siete in possesso e che vi verrebbero utili, le aspirazioni, i valori che avete in comune con l'azienda e dimostrate di averne capito la mission.

"Mi parli di una particolare esperienza lavorativa in cui ha raggiunto un risultato di livello"

Con questa richiesta l'intervistatore cerca di evidenziare quale esperienza lavorativa è stata la più significativa secondo il vostro giudizio. Potrete così parlare di quale posizione vi ha permesso di acquisire certe qualità e skills, ma anche di raggiungere obbiettivi molto elevati. Più essi saranno stati impressionanti più il recruiter capirà di aver di fronte una persona che può conseguire dei risultati di rilievo e di prestigio.

"Si sente soddisfatto della sua carriera?"

E' una domanda potenzialmente “pericolosa” ed a trabocchetto. Infatti viene tastato il livello di autostima del candidato, alcuni tratti distintivi del suo carattere e la sua capacità (o meno) di essere lucido ed obiettivo. Inoltre, viene messa “sotto i riflettori” l'ambizione dell'intervistato, ossia la sua voglia (o meno) di ambire a posizioni più prestigiose ma con più responsabilità, il sapersi mettere in gioco o voler rischiare, abbandonando la vecchia strada per la nuova.

"Qual è stata la decisione più difficile della sua vita fino ad ora?"

Anche questa richiesta dell'intervistatore non viene fatta per caso o per la mera curiosità di farsi i fatti vostri. In realtà, è strumento utile per saggiare una particolare qualità del candidato, espressamente richiesta dalle aziende. Stiamo parlando di quella capacità conosciuta con la locuzione inglese problem solving, ossia il sapersi districare all'interno di eventuali difficoltà. Sarebbe opportuno rimanere sempre in ambito lavorativo, raccontando di un momento critico dal quale siete riusciti ad uscirne senza ripercussione. E' consigliabile dunque mettere in evidenza le problematiche presentatesi, le varie opzioni che vi si erano poste innanzi, quale avete scelto, la motivazione e l'esito positivo dell'intera vicenda.

"Che cosa le piace del suo attuale lavoro?"

Parlando della vostra attuale posizione lavorativa (ovviamente sempre se al momento del colloquio ne avete una), dovete essere bravi a fare il “bilancino” tra il parlare positivamente del vostro lavoro attuale ma anche senza sconfinare nei facili entusiasmi. Questo perché, in ultima analisi, state appunto cercando di cambiare aria. Siate bravi nel mettere in risalto qualche parola-chiave che possa interessare il vostro intervistatore, stuzzicando la sua attenzione. Inoltre, evitate di raccontare qualsiasi possibile problema o incomprensione coi vostri colleghi o capi della precedente esperienza, per non destare sospetti sul vostro conto.

"Cosa non le piace dell'attuale lavoro?"

La sottile linea rossa di cui si parlava al punto precedente si ripresenta all'immancabile domanda sugli aspetti negativi del vostro lavoro attuale o precedente. E' importante che siate particolarmente bravi ed attenti a non esporre qualche vostro possibile punto debole o errore che avete commesso, per non prestare il fianco ad eventuali considerazioni negative del recruiter. Il consiglio, per quanto possibile, sarebbe quello di cercare di “girare la frittata”: in altri termini, non parlare troppo (o del tutto) dei fattori che non vi piacciono/piacevano della posizione lavorativa precedente per spostare il focus sui fattori positivi della nuova realtà in cui vorreste entrare.

"Perché vuole cambiare lavoro?"

La risposta migliore ad una domanda del genere è quella di voler cambiare lavoro perché si è alla ricerca di una sfida più grande in un'azienda più importante e che sappia fornire nuovi stimoli. Da evitare cenni su problemi con i colleghi precedenti o tutte le questioni riguardanti il vil denaro.

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