
Se ci mettessero di fronte alla scelta tra lavorare 4 oppure 5 giorni a settimana, a parità di stipendio, nessuno di noi avrebbe dubbi sulla risposta da dare! Lavorare meno senza intaccare i nostri guadagni è una legittima ambizione per tutti noi.
Ed è per questo che la “settimana corta” si sta affermando con sempre maggiore frequenza nei dibattiti sulle politiche di welfare delle aziende o come tendenza dell’Employer Branding, ovvero le strategie che le aziende mettono in campo per attrarre, o trattenere, le persone.
Già alcune società in Italia sono partite con delle sperimentazioni (Autostrade per l’Italia, SIAE, Luxottica, Intesa, Sace, Lamborghini soltanto per citarne alcune balzate agli onori delle cronache). Vale la pena quindi approfondire il tema e scoprire qualcosa in più tra i, tanti, pregi e qualche difetto…
Settimana corta, come funziona?
Iniziamo con la spiegazione tecnica: solitamente, per i lavori che si svolgono non su turni, l’orario è spalmato su 5 giorni e prevede un numero di ore settimanali che, nella maggior parte dei casi, è pari a 40.
Applicare la settimana corta vuol dire in prima battuta diminuire il numero di giorni lavorati da 5 a 4. La cosa buona è che si lavora un giorno in meno. Quella meno buona è che, per non far calare la produttività, si allunga l’orario di lavoro giornaliero di almeno un ora, lavorando 9 ore al giorno per 4 giorni.
Il totale fa 36, 4 ore in meno dell’orario precedente. Mantenendo lo stesso stipendio non sembrerebbe male…ma le ore perse che fine fanno?
Ci sono due strade:
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la prima è che se ne fa carico l’azienda. Quindi le regala ai lavoratori: è come se ti aumentasse la retribuzione
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la seconda, purtroppo la più comune, è che devono farsene carico le persone. Come? Spendendo le proprie spettanze (ferie, permessi, banca ore). In pratica lavori un giorno meno a settimana, guadagni la stessa cifra, ma avrai meno giorni liberi da spenderti autonomamente durante l’anno
Opportunità o fregatura?
Il mio parere è che lavorare su 4 giorni possa essere allettante per tutti, soprattutto se non devi neanche ridurre i tuoi giorni di ferie.
Ma anche rinunciando alle ferie può avere i suoi vantaggi: risparmiare sui viaggi per raggiungere la sede di lavoro, avere un giorno in più da dedicare alle proprie passioni o alla famiglia, concedersi pause più lunghe per ridurre lo stress. Occhio però a queste controindicazioni:
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cosa accade allo smart working? Alcune aziende, dopo aver introdotto la settimana corta, sopprimono questa modalità di lavoro. Conviene questo scambio? Scelta soggettiva, ma qualche dubbio può sorgere
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lavorando meno, chi si occupa del lavoro mancante? Semplice: non se ne occuperà nessuno! Quindi la stessa produttività che prima distribuivi su 5 giorni dovrai spalmarla su 4 giorni, il che potrebbe rendere le tue giornate lavorative più intense, frenetiche e stressanti
In sintesi, l’Eldorado non esiste. Esistono soluzioni dinamiche, flessibili, moderne, pensate per andare incontro alle persone che lavorano e che, come tali, dipendono dalle esigenze soggettive delle persone stesse. Alcuni gradiranno, altri meno…
Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende