
Tra i principali corsi di laurea ci sono: Scienze biologiche, Biotecnologie, Scienze ambientali e della terra, Scienze geologiche e della terra. Le assunzioni di questi laureati nelle aziende private sono modeste e le imprese sono poco disponibili ad assumere coloro che non hanno ancora una precedente esperienza lavorativa.
Inoltre esse spesso richiedono anche una formazione post-laurea (master o dottorato). Nella maggior parte dei casi sembra più percorribile la strada della libera professione.
Le opportunità di lavoro
I laureati nelle discipline geo - biologiche e biotecnologiche hanno buone opportunità nel settore della sanità, dei servizi avanzati, dell'istruzione privata o nel settore chimico-farmaceutico. Nel 2016 le opportunità di lavoro previste dal rapporto Excelsior Unioncamere del Ministero del Lavoro e Ue per i laureati sono circa 6.500, di cui solo il 10% nelle aziende private, il 23% nella pubblica amministrazione, il 67% come lavoro autonomo. Maggiori opportunità nelle regioni del nord ovest dell'Italia. Rispetto alle altre lauree, le imprese hanno maggiore difficoltà a trovare questi laureati. Ciò può favorire chi è alla ricerca di un lavoro, che trova meno concorrenza da parte di altri candidati.
Le figure professionali
Gli sbocchi per questi laureati sono abbastanza diversificati, visto che l'indirizzo comprende titoli di studio abbastanza diversi tra loro e consente di svolgere attività in settori differenti e per lo svolgimento di varie professioni. Tuttavia le figure per cui sono più richiesti dalle aziende sono, nell'ordine: tecnici della produzione manifatturiera; laboratoristi e patologi clinici; professori di scuola secondaria superiore; chimici e professioni assimilate; professioni tecnico sanitarie - area tecnico diagnostica; biologi, botanici, zoologi e professioni assimilate; tecnici chimici.Per esercitare invece la libera professione è necessario sostenere l’Esame di Stato e iscriversi all’Albo.
Fonte: Excelsior - Unioncamere “Laureati e lavoro: gli sbocchi professionali dei laureati nelle imprese italiane del 2016”