GreMo80
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cambiare lavoro

Arriva sempre, nella vita come nel lavoro, il momento in cui si vorrebbe abbandonare tutto. Fare un bel reset e ricominciare da capo. Impegni, scadenze, stress, delusioni, cattive relazioni, ansia…ci troviamo di fronte ad un concentrato di fattori che premono su di noi e l’unica strada ci sembra la via di fuga.

Per chi non abbia vinto al superenalotto o abbia deciso di aprire un chiringuito in Sudamerica, spesso questa via di fuga è la ricerca di un nuovo lavoro nel quale trovare maggiore equilibrio e soddisfazione. Una strada senz’altro stimolante, ma non sempre di successo, vediamo perché…

Perché cambiare lavoro?

I motivi possono essere tanti. I principali di solito sono l’instabilità economica dell’azienda, un cattivo clima interno, pessimi rapporti con il capo o con i colleghi, nessuna possibilità di carriera o sviluppo, distanza da casa. 

Sono tutti argomenti validi che possono generare situazioni non più sopportabili, scarsa motivazione e voglia di cambiare. Ne evidenzio però due che spesso ricorrono nelle cause di dimissioni e che è importante valutare con attenzione: le cattive relazioni nel team di lavoro ed il trattamento economico.

Come valutare le corrette motivazioni per cambiare?

Se l’azienda è instabile e rischia di chiudere, oppure se la distanza da casa è difficilmente gestibile, è indubbio che trovare un nuovo lavoro possa essere una buona soluzione. Al contrario cercare qualcosa di diverso perché riteniamo di essere “poco pagati” o perché abbiamo litigato con il capo può rivelarsi illusorio.

A livello teorico non c’è niente di male nel farlo: se trovo un’occupazione con una paga superiore, oppure se vengo selezionato da un’azienda che mi elogia e mi apprezza, perché non dovrei accettare? In effetti può essere una buona opportunità, ma il mio consiglio è di valutare non soffermandoti soltanto su questi elementi, ma facendo un’analisi accurata del contesto.

Quali valutazioni fare per decidere se cambiare o meno?

La prima domanda da farsi è: mi piace il lavoro che faccio e come lo faccio? Se la risposta è “no”, la strada per cambiare è spianata. Se invece è “si” fai attenzione: vuol dire che ti trovi in una situazione di equilibrio che scegliendo un nuovo lavoro potresti alterare, non per forza in meglio.

La seconda domanda è: il rapporto vita/lavoro è soddisfacente? Riesco a coniugare impegno professionale e stimoli personali e familiari? Anche in questo caso un “no” apre le porte alla strada del cambiamento, mentre un “si” dovrebbe mettere in guardia nel valutare alternative.

La terza domanda è: la mia azienda è seria? Paga regolarmente? Rispetta le norme? E’ allineata ai miei valori? (Attenzione, in questo caso devi valutare l’azienda nel complesso, non il singolo team al quale appartieni, che potrebbe cambiare da un giorno all’altro!). Se la risposta è “si”, fai attenzione a cambiare: non è scontato trovare un datore di lavoro con queste caratteristiche.

In sintesi nel valutare se accettare o meno una nuova offerta, consiglio di spostare l’attenzione sui fattori più profondi che vivi nel tuo lavoro attuale e non farti trascinare da motivazioni legittime nel breve periodo, ma che possono rivelarsi fuorvianti a lungo andare. Gli apprezzamenti ricevuti nel colloquio di selezione potrebbero presto degenerare in conflitti con il nuovo team e raddoppiare la retribuzione sacrificando un sostanziale equilibrio non sarà mai una scelta giusta!

Gregorio Moretti
Sono nato nel 1980, laureato in Teorie della Comunicazione, da oltre 20 anni mi occupo di persone nelle aziende

Data pubblicazione 2 Ottobre 2024, Ore 17:20
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