Concetti Chiave
- Dante e Virgilio attraversano il Flegetonte, protetti dal vapore, e incontrano i sodomiti che camminano sul sabbione.
- Brunetto Latini, un'anima dannata, riconosce Dante e cammina al suo fianco, discutendo del viaggio e del destino di Dante.
- Brunetto profetizza le future difficoltà che Dante affronterà con i concittadini fiorentini, ma lo esorta a resistere.
- Brunetto saluta Dante, raccomandandogli la sua opera "Il Trésor", prima di ritornare alla schiera dei dannati.
- Durante il dialogo, Brunetto nomina altre anime famose presenti nel cerchio, tutte colpevoli dello stesso peccato.
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Indice
Il Cammino lungo il Flegetonte
1-21 Dante e Virgilio camminano lungo il Flegetonte, una barriera di vapore molto fitto li protegge dalle fiamme che cadono sul sabbione dove senza sosta, a schiere, camminano i sodomiti.
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Incontro con Brunetto Latini
22-54 Incontro con Brunetto Latini in cui prevale un tono rispettoso e amichevole.
L’anima dannata non può fermarsi e così i due camminano insieme, ma separati dall'argine del fiume. Dante parla del suo smarrimento nella selva e del viaggio intrapreso sotto la guida di Virgilio.• vv.
Profezia di Brunetto
55-99 Brunetto gli annuncia, sotto forma di profezia, le difficoltà che incontrerà nel rapporto con i suoi concittadini, avidi, invidiosi e corrotti; Dante risponde che ormai sa resistere ai colpi della Fortuna.
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Addio a Brunetto
100-124 Brunetto nomina gli altri sodomiti presenti nel cerchio; poi saluta Dante, raccomandandogli la sua opera, il Trésor. Si allontana quindi di corsa, per raggiungere la schiera di dannati.
1-3 Ora ci segna strada uno dei due argini di pietra (= duri) [l’argine che costeggia il sabbione] e il vapore [acqueo, esalato dal sangue del Flegetonte] fa ombra (= adduggia) [protegge il cammino dalla pioggia di fuoco].
4-6 Come i Fiamminghi fra le due città di Wissant e Bruges, per timore dell’ondata di alta marea che si dirige verso di loro, costruiscono delle dighe perché il mare si ritiri,
7-9 e come i Padovani fanno lungo il fiume Brenta, per difendere le loro città e i loro castelli, prima che la Carinzia avverta i tepori primaverili [e le nevi si sciolgano, causando la piena dei fiumi],
10-12 così erano costruiti quegli argini, sebbene il maestro costruttore, chiunque sia stato, non li avesse eretti così alti e spessi.
13-15 Ci eravamo allontanati dalla selva [dei suicidi] tal punto che, anche se io mi fossi voltato non avrei potuto vedere dove essa si trovasse,
16-18 quando incontrammo una schiera di anime che si facevano avanti lungo l’argine. Ed ognuna ci scrutava com’è solito fare una persona
19-21 la sera durante il novilunio [quando il buio è quasi completo] e verso di noi aguzzavano gli occhi come fa un vecchio sarto davanti alla cruna dell’ago [per passare il filo attraverso la cruna].
22-24 Dopo essere stato individuato da questa schiera, un’ anima mi riconobbe, mi afferrò per il lembo della veste e gridò: “Che meraviglia!”
25-27 Ed io, quando essa ebbe allungato il braccio [verso di me] fissai gli occhi contro i suoi lineamenti, consumati dal fuoco lo cotto aspetto, fintanto che il suo bruciato
28-30 non mi poté impedire di riconoscerla e allungando la mia verso la sua faccia, risposi: “Sir Brunetto, siete qui?” [l’espressione nota la stima che Dante aveva per Brunetto Latini, suo maestro e lo stupore di vederlo fra i dannati, colpevoli del peccato di sodomia].
31-33 Ed egli rispose: “Figlio mio [da notare il tono affettuoso con cui Brunetto Latini si rivolge a Dante] non ti dispiaccia se Brunetto Latino si trattiene un po’ con te e lascia così la fila delle altre anime”
34-36 E Dante gli rispose:” Per tutto il tempo che mi è possibile e se volete che io mi sieda con voi, lo farò, se colui che è con me =Virgilio) è d’accordo.”
37-39 “O figliuolo, rispose, chi fra noi si ferma per un solo attimo, è condannato per cento anni a restarsene immobile senza potersi scuotere da dosso le fiamme quando lo colpiscono (= quando ‘l foco il feggia.”).
40-42 Perciò, continua pure a camminare: io ti resterò accanto [ma, ovviamente un po’ più in basso, lungo l’argine]; poi raggiungerò il mio gruppo che sta piangendo per le sue eterne pene”.
43-45 Io non osavo scendere dal sentiero che costeggiava l’argine per andargli vicino [e pormi alla sua stessa altezza]; tuttavia, tenevo il capo chino che fa un uomo che cammina in modo riverente e di rispetto..
46-48 E Brunetto Latino iniziò a parlare; “Quale caso fortuito o volontà superiore, ti portà qui prima della morte. E chi costui che ti guida?
49-51 Io gli risposi:” Lassù, sulla terra, nella vita piena di luce, mi smarri in una valle, prima di aver raggiunto il culmine dell’età [prima di 35 anni]
52-54 Soltanto ieri mattina uscì da questa valle: mi apparve costui mentre io vi stavo ricadendo e mi sta riconducendo a casa (= sulla dritta via) attraverso questo cammino.
55-57 Ed egli mi rispose: “Se tu segui il destino stabilito per te dagli astri, non puoi mancare di raggiungere la gloria, secondo il giusto giudizio che mi sono fatto di te quando ero in vita.;
58-60 e se io non fossi morto così prematuramente, vedendo le stelle così propizie nei tuoi confronti, ti avrei sostenuto nella tua opera.
61-63 Ma quel popolo ingrato e malvagio che anticamente trasse le sue origini da Fiesole, e conserva ancora l’impronta rozza dei montanari (= perifrasi per indicare Firenze),
64-66 diventerà tuo nemico a causa del tuo comportamento corretto; ed è giusto perché è sconveniente che la pianta di fico produca i suoi dolci frutto in mezzo agli aspri (= lazzi) sorbi.
67-69 Un antico detto popolare li (=i Fiorentini) chiama “ciechi”; è un popolo avido, invidioso e superbo: tu cerca di non fati contaminare dal loro modo di essere.
70-72 La fortuna ha per te molto onore: prima i Neri e poi i Bianchi di odieranno a morte (= avranno fame di te), ma l’erba resterà lontana dal caprone(= becco) [Dante riuscirà a sottrarsi da entrambe le fazioni, prima con l’esilio e posi separandosi dai Guelfi di parte bianca esiliati].
73-75 I bestiali eredi dei Fiesolani si sbranino pure a vicenda (= Faccian strame …….di lor medesme = facciano foraggio di loro stesse) e risparmino la pianta, se ancora ne cresce qualcuna, in mezzo al loro letame,
76-78 in cui sopravvive la sacra stirpe [allusione all’origine romana di Fiesole], di quei Romani che vi [ a Firenze] rimasero quando parteciparono alla fondazione di Firenze [= perifrasi, “nido di malizia tanta”], nido di tanta malvagità”.
79-81 “Se potessi esaudire pienamente il mio desiderio, gli rispose Dante, voi non sareste stato escluso dal genere umano (= voi sareste ancora in vita);
82-84 perché mi è impressa nella memoria e tanto più ora mi crea angoscia la vostra cara e paterna immagine quando sulla terra, in certe occasioni (= ad ora ad ora),
85-87 mi insegnavate come l’uomo possa trovare una specie di immortalità terrena, e, finché vivrò, bisogna che nelle mie parole (= ne la mia lingua) si riconosca (= si scerna) quanto io tengo caro (= l’abbia in grado) questo vostro insegnamento.
88-90 Ciò che voi mi dite al proposito del corso della mia vita (= ciò che attende) lo registro nella mia memoria e lo conservo per essere commentato (= chiosar) con un altro testo, per una donna (= Beatrice) che mi saprà dare ogni spiegazione, a patto che io riesca ad arrivare al suo cospetto.
91-93 Questo è quanto voglio che sia noto , purché la coscienza non mi rimproveri (= non mi garrà), che sono pronto (= presto) ad accettare la Fortuna, qualunque prova essa mi riservi (= come vuol).
94-96 Tale anticipazione (= arra) non mi è nuova [Dante pensa alla Profezia di Ciacco], perciò la Fortuna giri come vuole la sua ruota e il contadino rigiri la terra con la sua zappa.[= Ognuno faccia il proprio mestiere. Dante è indifferente sia alla Fortuna che agli uomini]
97-99 A questo punto la mia guida si voltò indietro, sulla destra, mi guardò; quindi disse” È un buon ascoltator colui che imprime nella sua memoria ciò che ode””.
100-102 Nondimeno [= nonostante le parole di lode rivoltemi da Virgilio] vado avanti (= procedo) insieme a ser Brunetto, e chiedo chi siano i suoi compagni più conosciuto e più grandi.
103-105 Egli mi rispose: “È opportuno avere notizie di alcuni di essi; degli altri sarà meglio tacere, perché il tempo sarebbe insufficiente per un discorso (= suono) così lungo.
106-108 Per farla brevi, devi sapere che tutti furono uomini di Chiesa e letterati grandi e famosi, insozzatti, sulla terra, dello stesso peccato.
109-111 Prisciano di Cesarea [i suoi libri di grammatica furono fra i più studiati nel Medio Evo] se ne va insieme a quella schiera infelice e anche Francesco d’Accorso [giurista bolognese consulente legale del re d’Inghilterra, noto per essere un usuraio] e se tu avessi avuto la curiosità (= brama) di vedere un individuo ripugnante (= tigna), [nella mia schiera di anime dannate] ,
112-114 avresti potuto vedere, colui che dal papa Bonifacio VIII (= servo de’ servi) fu trasferito dalla diocesi di Firenze [bagnata dall’Arno] a quelle di Vicenza [diocesi bagnata dal fiume Bacchiglione] dove lasciò la sua vita peccaminosa [si tratta del vescovo fiorentino Andra de’ Mozzi].
115-117 Darei altre informazioni, ma il mio camminare discorrendo con te non si può protrarre più a lungo, perché io laggiù vedo farsi avanti (= surger) dal sabbione una nuova polvere [sollevata dall’arrivo di un’altra schiera di dannati].
118-120 Sta arrivando un’altra schiera di dannati con cui non devo stare. Ti raccomando il mio Tesoro [opera principale di Brunetto Latini - Il significato di tale raccomandazione è questo: grazie alla gloria letteraria, alla fama conseguito a seguito della pubblicazione di un libro, lo scrittore può continuare a vivere anche dopo la morte], grazie al quale io sono ancora in vita [nel ricordo] e non chiedo altro.
121-123 Poi fece dietrofront e diventò simile a coloro che a Verona corrono, fuori città, per ottenere lo stendardo verde [= la gara podistica che a Verona si teneva fuori porta e il vincitore era premiato con la consegna di un “drappo verde”] ed era così veloce
124 da somigliare a colui che vince e non a colui che perde la gara.
Domande da interrogazione
- Qual è il contesto del cammino di Dante e Virgilio lungo il Flegetonte?
- Come si svolge l'incontro tra Dante e Brunetto Latini?
- Qual è la profezia di Brunetto Latini per Dante?
- Cosa raccomanda Brunetto Latini a Dante prima di congedarsi?
- Quali personaggi menziona Brunetto Latini tra i suoi compagni dannati?
Dante e Virgilio camminano lungo il Flegetonte, protetti da una barriera di vapore dalle fiamme che cadono sul sabbione, dove camminano i sodomiti.
L'incontro tra Dante e Brunetto Latini è caratterizzato da un tono rispettoso e amichevole, con Brunetto che non può fermarsi e i due che camminano insieme, ma separati dall'argine del fiume.
Brunetto Latini profetizza che Dante incontrerà difficoltà con i suoi concittadini, descritti come avidi, invidiosi e corrotti, ma Dante afferma di essere pronto a resistere ai colpi della Fortuna.
Brunetto Latini raccomanda a Dante la sua opera, il "Trésor", sottolineando che grazie a essa continua a vivere nel ricordo, e poi si allontana di corsa per raggiungere la schiera di dannati.
Brunetto Latini menziona tra i suoi compagni dannati Prisciano di Cesarea, Francesco d'Accorso e Andrea de' Mozzi, tutti uomini di Chiesa e letterati famosi, macchiati dello stesso peccato.